Un pezzo del genere potrei scriverlo quasi tutte le settimane, lo riconosco. Questo fatto accentua, non sminuisce, la gravità di quanto voglio sottolineare. Su ognuno di questi temi abbiamo scritto abbondantemente e con preveggenza nei mesi precedenti, infatti praticamente sin dall'inizio. Solo che vederli uscire dalle prime pagine dei quotidiani tutti assieme ed in così pochi giorni mi ha fatto una certa impressione: come se un torrente di feci stesse scendendo la montagna travolgendo tutto e tutti ...
Oggi leggiamo che anche il Bollettino Economico della Banca d'Italia manifesta seria preoccupazione per il livello del carico fiscale, in tutte le sue dimensioni ma, specialmente, nella forma delle imposte dirette e dei contributi sociali. La medesima Banca d'Italia osserva come la grande ripresa, che governo e carta straccia ad esso affiliata sbandieravano quale effetto delle loro "sferzate", sia ben più modesta e di più corta durata di quanto costoro vadano raccontando.
Nel frattempo ci informano, sorpresa sorpresa, che i salari
italiani continuano a perdere posizioni in termini reali e crescono meno che
negli altri paesi europei. Poiché il sito Eurispes
non sembra il più funzionale del mondo, né il più aggiornato sulle proprie
pubblicazioni (ossia: sembra il mio)
ecco qui,
cortesia del Corriere, le principali tabelle. Non hanno bisogno di molti
commenti, parlano da sole ...
Però non importa: le università italiane - in collaborazione con l'OCSE (la qual cosa non sorprende) ed anche la Banca d'Italia (la qual cosa un poco mi sorprende, saranno strascichi della passata gestione) organizzano convegni per discutere di come si possa raggiungere la felicità anche senza crescita economica, con salari bassi e tanta sotto-occupazione. La "qualità della vita" è sempre un'ottima foglia di fico dietro a cui nascondere la propria decadenza, l'ho teorizzato persino io da qualche parte.
Da un po' di giorni, vari quotidiani riportano la notizia che Wind prima e poi
le altre compagnie telefoniche stanno cercando di alzare le tariffe al minuto per i telefoni cellulari
con scheda ricaricabile. Il governo e le varie autorità che controllano le
telecomunicazioni cercano di impedire tale mossa a botte di altri interventi tanto intricati quanto
insensati perchè fondati sull'errore fatale: che, a colpi di leggi, decreti, e circolari, si possa
far fare alle aziende ciò che il politico desidera, fregandosene degli
incentivi e dell'organizzazione del mercato sottostante.
Di riformare le pensioni non se ne parla nemmeno, anzi l'unica preoccupazione di questo governo sembra quella di trovare soldi per poter bloccare al più presto possibile l'incremento un pelino più rapido dell'età pensionabile che Maroni aveva introdotto. Trattavasi di una delle poche misure di politica economica sensate del governo precedente, che la lobby sindacal-comunista che oggi governa sente l'ansia di cancellare con un bel colpo di spugna. Di aggiornare i coefficienti e fare le verifiche e gli aggiustamenti previsti dalla legge Dini del 1995, neanche parlarne, ovviamente. Continuiamo a far crescere i contributi sociali a carico dei lavoratori per mandare in pensione la gente a 57 anni, continuiamo a vincolare e regolamentare il risparmio pensionistico in modo da farlo gestire ai sindacalisti, i quali hanno un bisogno disperato di prebende e gettoni da raccogliere - chiunque abbia frequentato il sindacato sa che per 9 sindacalisti su 10 il sogno della vita è sedere in un consiglio d'amministrazione, diventare un "monager" - e lasciamo che sia la gioventù di oggi e di domani a pagare il conto di tanta follia parassitica.
Su quanto avviene in queste ore attorno a Telecom non riesco a dir nulla più che questo: qual è il legame fra il presunto comunismo di Bertinotti, Giordano ed altri sfacciati vari, e l'ossessione con cui vogliono mantenere italiana, costi quel che costi specialmente ai proletari, la proprietà di aziende comunque private? Qual è la connessione fra comunismo e nazionalismo finanziario? Forse che i quasi-monopoli sono meno dannosi se controllati dai "compatrioti"? Cosa vi sarà mai di male se degli sporchi capitalisti americani e messicani vogliono investire alcuni miliardi di euro in Italia? Non si tratta forse di investimenti diretti esteri? Una volta non li cercavano, dicendo che così si aprivano fabbriche e si creavano posti di lavoro? Cosa puzza nel denaro di ATT e di Slim? Com'è che invece va bene se Aeroflot finisca per controllare Alitalia in compagnia di Unicredit? Che sia la nazionalità del capitalista che fa differenza? La lotta imperialista acquisisce forse una nuova dimensione?
Nel frattempo diventano esecutive le geniali norme concedenti detrazioni fiscali a coloro i cui figli praticano sport costosi, come previsto nella finanziaria pro-proletariato. Solo a pensarci viene male, perchè l'ipocrisia pro-borghesi fighetti romani (e milanesi, non prendetevela) di tale provvedimento è ributtante. I figli dei proletari in palestra ed in piscina non vanno, anche perchè nei quartieri dove vivono manco ci sono palestre e piscine. E non giocano al tennis, non sciano, non tirano di scherma, insomma non fanno nessuno sport costoso. Al più vanno in bicicletta o giocano al calcio, quindi non hanno nessun costo dovuto ad attività sportiva da dedurre. Le settimane bianche a Cortina dei fighetti del Parini e del Mameli ora le pagheranno i metalmeccanici della FIAT e dei cantieri navali Finmeccanica. Grazie compagna Melandri: a frequentare Briatore, evidentemente, qualcosa s'impara.
La situazione è così incartocciata che persino Francesco Giavazzi, il contenuto dei cui editoriali tendo a condividere e quest'ultimo non fa eccezione, sembra avanzare proposte di compromesso, tecnicamente improbabili e dal dubbio effetto. Proposte di compromesso, perché invece d'insistere che le tasse vanno drammaticamente ed urgentemente ridotte si accetta l'idea del "gettito invariato". Proposte tecnicamente improbabili, se proprio risultasse non ovvio perché l'idea di Alesina ed Ichino (Andrea) di aumentare le tasse sul reddito degli uomini in cambio di una riduzione su quello delle donne non è molto sensata, ci torniamo sopra nei commenti. Proposte dal dubbio effetto, perchè vi è evidenza nulla che l'elasticità dell'offerta di lavoro femminile sia sostanzialmente superiore di quella maschile.
Il tutto nel tentativo defatigante di trovare strade praticabili attraverso cui QUESTO governo arrivi a ridurre d'un pelo il carico fiscale (e la spesa, ma sappiamo già quale sia stata la risposta in quel caso) cominciando a fare qualche politica che non faccia danno al paese ma faciliti, forse, la crescita e l'occupazione. Apprezzo - come non potrei? - gli sforzi positivi di Francesco (il cui aplomb ho sempre invidiato) ma devo ammettere che capisco sempre meno perchè lui e quei pochi come lui non comincino a fare squadra propria e giocare da soli ... ma questo è un altro discorso che lasciamo per un'altra volta.
Rimane il fatto che occorre insistere, per noiosi che si diventi, sul carattere non solo deludente ma anche dannoso delle politiche economiche del governo Prodi: sino ad ora non ne hanno fatta una giusta e ne hanno fatte veramente troppe di sbagliate. Se rifaccio il Ciapa No, a solo due mesi di distanza e con ancora meno d'un anno di governo Prodi, l'uomo di Arcore fa la figura del genio. Non che mi faccia piacere, ma i fatti son fatti: meglio Maroni di Damiano.
Permettimi di dire che non sono per niente d'accordo.
La riforma Maroni entra in vigore solo nel 2008 con effetti in termini di sostenibilità di lungo periodo delle finanze pubbliche del tutto simili a quelli che si sarebbero potuti ottenere con la revisione dei coefficienti che il tuo amato governo berlusconi non ha voluto affrontare per puri calcoli elettoralistici. Lo stesso vale per l'introduzione della previdenza complementare. Berlusconi (Maroni) l'ha rinviata al 2008 solo per non colpire le sue società di assicurazione.
Per quanto riguarda le considerazioni su finanza pubblica, riduzione delle tasse etc, ti dimentichi sempre di dire che con il governo berlusconi il debito pubblico ha ricominciato ad aumentare (insieme alla spesa corrente). tutto questo in un periodo di tassi di interesse al minimo storico. Oggi il 5% delle spese in rapporto al PIL servono a pagare interessi sul debito, mentre questi soldi sarebbero molto molto più utili per finanziare un minimo di sussidi di disoccupazione e politiche attive e passive che il tuo ben amato Maroni ha del tutto dimenticato di applicare.
Infine, in Italia esiste un grosso problema di distribuzione ..salari da fame da un lato e evasori totali dall'altro. Perchè non commenti mai su queste cose?
Saluti
Marco