Un biglietto in curva, per esempio quella curva da dove è piovuta una raffica di petardi e bombe carta su steward e vigili del fuoco nei momenti più concitati del prepartita costava soltanto 20 euro. È un prezzo ridicolo. Così come è un prezzo ridicolo, per la potenziale portata dell'evento, quello di un biglietto in curva per Roma-Juventus di domenica prossima, 11 maggio, pari a 48 euro. Giusto per avere un termine di paragone, ci vogliono oltre 100 euro per assistere dalla curva del Camp Nou a Barcellona-Atletico Madrid il prossimo 18 maggio.
Negli ultimi anni si sono provate misure di tutti i tipi: tornelli, tessera del tifoso, militarizzazione degli stadi, divieti di frequentazione delle manifestazioni sportive, in un crescendo di soluzioni burocratiche e da stato di polizia. Ma i prezzi dei biglietti sono rimasti al livello ridicolo di cui sopra, e questa potrebbe essere parte non trascurabile del problema. La seguente è un'affermazione non scientifica (nel senso che non ho evidenza a suo supporto), ma che corrisponde all'osservazione casuale di fatti di cronaca (per esempio, qui): la propensione a far casino dentro e fuori gli stadi è negativamente correlata al reddito. Sotto questa ipotesi, bassi prezzi innescano un meccanismo di selezione avversa attraendo negli stadi persone che vorremmo invece fuori (quelli più propensi a comportamenti violenti) e tenendo quindi fuori quello che vorremmo invece dentro (quelli che vorrebbero godersi lo spettacolo ma che, pur essendo disposti a pagare più dei primi per lo spettacolo, stanno alla larga per paura della violenza). In equilibrio, gli stadi diventano posti insicuri. Questo è l'equilibrio "cattivo". Prezzi più alti, sotto la stessa ipotesi, scoraggerebbero la presenza allo stadio di persone più propense a comportamenti violenti e, rendendo gli stadi posti più sicuri, attrarrebbero più persone che vanno allo stadio per godersi uno spettacolo. Per prezzi sufficientemente alti si raggiunge l'equilibrio "buono" in cui gli stadi sono posti sicuri dove la minoranza violenta può essere tenuta a bada dalle forze dell'ordine (o dagli altri spettatori) come succederebbe in qualunque altro spettacolo.
I prezzi li decidono le società (i club), ma è impossibile credere che lo facciano secondo criteri di mercato. Questa è un'altra congettura non scientifica, ma ma può essere profit-maximizing un prezzo di 20 euro (fissato da un monopolista) per assistere (se pur dalla curva, che comunque all'Olimpico di Roma è bella comoda) alla finale di Coppa Italia. Io, per lo meno, non riesco a crederlo. Evidentemente, i club accettano l'equilibrio cattivo. C'è un semplice modo di alterare l'equilibrio, come spesso accade in presenza di esternalità: tassare l'attività socialmente dannosa. Per esempio il governo potrebbe imporre tasse sui biglietti di ingresso allo stadio, pari alla differenza (se positiva) tra un prezzo target e il prezzo applicato dai club. Per esempio, se il prezzo target per il posto in curva per la finale Fiorentina-Napoli fosse stato 120 euro, la tassa (al prezzo di mercato di 20 euro) sarebbe stata pari a 100 euro. Se il biglietto fosse costato 120 prima della tassa, allora la tassa sarebbe stata zero. Chiaramente, questo forza i club ad applicare il prezzo target. In pratica, è difficile sapere quale sia il prezzo target giusto (perché questo richiede meccanismi per estrarre informazione privata), ma è bizzarro che quando si affronta il problema della sicurezza negli stati di tutto si discuta fuorché di questo semplice punto. Io credo che sarebbero stati lanciati meno petardi e bombe carta dalla curva nord durante Fiorentina-Napoli se il prezzo minimo per entrare allo stadio fosse stato 120 anzichè 20.
Una possibile obiezione è la seguente: i club sono ostaggi dei gruppi ultras, che minacciano disordini fuori dagli stadi se non si permette loro di entrarvi a prezzi bassi; per questo i club fissano prezzi bassissimi per le curve e, quando possibile, vendono biglietti in via privilegiata a questi gruppi. I club potrebbero quindi scegliere di pagare loro la tassa e vendere comunque a 20 euro il biglietto che costerebbe 120 al netto della tassa. Questo è vero, ma sarebbe scelta molto costosa per i club. La tassa potrebbe quindi aiutare i club a sottrarsi al potere di ricatto dei gruppi ultras. È certamente preferibile che questi ultimi facciano casino fuori dagli stadi, dove si può intervenire come in qualunque caso di disordine pubblico, che dentro gli stadi, dove bisogna lasciarli fare per non mettere a rischio la sicurezza degli altri spettatori e dei giocatori. Se si tratta di delinquenza comune, come tale va trattata e il primo passo è metterla fuori dagli stadi.
Un'altra possibile obiezione è questa: poiché i gruppi ultras sono dominati da delinquenti comuni travestiti da tifosi, per questi ultimi il costo del biglietto è irrilevante. Anche questo è vero. Tuttavia, prezzi alti dei biglietti renderebbero queste persone delle figure isolate all'interno degli stadi perché eliminerebbero dalle curve i branchi che loro comandano, sostituendoli con pubblico non organizzato che vuole solo godersi lo spettacolo. Questo, pone l'ovvia domanda: ma davvero in Italia c'è un potenziale pubblico calcistico che vuole solo godersi lo spettacolo e che è disposto a pagare prezzi molto elevati per sedere in curva? Chi tra voi ama il calcio ma non va allo stadio si chieda se sarebbe disposto a pagare, non so, 150 euro una volta all'anno per andare in curva coi bambini (immaginiamo che i bambini entrino gratis) se le curve fossero luoghi sicuri e le partite simili a feste dello sport. Questo richiede probabilmente stadi migliori, magari più piccoli per poterli riempire meglio con minor pubblico a prezzi più alti.
Per allontanare 50 deficienti in un settore di 10-20mila persone, togliamo lo stadio a tutti quelli (studenti, precari) che hanno la sfortuna di rientrare nella classe del reddito basso senza essere delinquenti? Ma come vi vengono in mente queste idee? E come vi viene in mente di paragonare le tariffe di uno dei due-tre club che generano più reddito e spendono più soldi nel panorama calcistico mondiale, e la politica di prezzi di una squadra col volume d'affari della Roma? Ma voi siete studiosi ed economisti? Senza nemmeno parlare del fatto che la politica dei prezzi al ribasso è una strategia definita avendo in mente le prospettive di vendita: voglio vedere quanta gente compra i biglietti a 100 euro se sa che con 5 euro se la può vedere da casa.
Caro gual,
si, siamo economisti, e quindi sappiamo che le esternalita' negative generate da asimmetrie informative sono brutte bestie. Purtroppo non possiamo distinguere, a priori, tra tifosi poveri tranquilli e tifosi poveri delinquenti. Come ben sai, per non far avere facilmente armi in mano a una minoranza di delinquenti togliamo le armi (impediamo la libera vendita al dettaglio) anche a chi deliquente non e' e userebbe l'arma per farsi il tiro al piattello. Sono sicuro che in questo caso non hai obiezioni, eppure il problema e' simile.
E' vero, non sappiamo quanto pieni sarebbero gli stadi se il biglietto piu' economico costasse 100 euro. Provare sarebbe meglio che assistere allo spettacolo indecente di ieri sera. Vediamo quanto sara' pieno Barcellona-Atlerico Madrid? Io scommetto che il Camp Nou sara' stracolmo.