Per quanto riguarda i Carabinieri di Milano, il principale serbatoio da cui attingono "risorse umane" per questo tipo di servizi e' costituito dal Terzo Battaglione Lombardia (quello in Via Lamarmora).
Io non ero assegnato al battaglione, pero', siccome la stragrande maggioranza degli uomini di quest'ultimo era - mi pare - a Torino, impegnata a rinforzare il battaglione Piemonte per fronteggiare manifestazioni (pre finanziaria) di fronte alla Fiat, vengo accorpato per il servizio stadio.
La giornata e' bella, c'e' uno splendido sole. Una volta giunti allo stadio ci dividono in gruppi di 7-10, ci danno il casco antisommossa, un fucile non funzionante e non carico (da usare a mo' di sfollagente in caso di necessita') e ci assegnano a un sottoufficiale. Un fantastico Maresciallo Capo nel mio caso, con un mucchio di esperienza. Il Maresciallo ci riunisce tutti e dieci, ci ri-spiega per filo e per segno tutte le procedure e ci raccomanda di mantenere la calma sempre. Gioca e scherza per mantenere il buon umore e il gruppo sereno.
Con il solito cu...oco che mi contraddistingue il mio gruppetto e' uno dei tre-quattro che viene messo ad una delle due porte di S. Siro designate all'entrata tifosi ospiti. La partita e' Inter-Perugia (finita 1-0 con gran gol di "Zanna Bianca" Zanetti in serpentina). Funzionari di polizia e ufficiali della GdF ci avevano avvertito che c'era stato un incidente sulla A1 e che i pulmann dei tifosi ospiti erano in netto ritardo. Un bel casino visto che i tifosi ospiti per non perdersi la gara dal primo minuto, secondo molti funzionari di PS presenti, avrebbero corso nell'antistadio e pressato i cancelli per entrare in fretta. Problemi in vista, la tensione sale. Lo vedo dalla faccia del mio maresciallo e da come fuma una MS dietro l'altra.
I tifosi del Perugia arrivano 20 minuti prima che la partita inizi. Come previsto sono subito gran urla, insulti e calca alle porte di entrata. Non capisco il perche', ma ci inveiscono contro perche' secondo loro non li facciamo entrare abbastanza alla svelta. La colpa del fatto che loro sono in ritardo sarebbe nostra (CC, PS, GdF). Gli ordini pero' sono chiari: niente alcohol, niente tappi sulle bottiglie di plastica, niente vetro, niente corpi contundenti in generale. Dobbiamo prendere un po di tempo per controllare i 2-3 mila tifosi ospiti. La gente nell'antistadio si e' diradata completamente; c'e' un doppio cordone di polizia/carabinieri a mo' di scorta dei pulmann parcheggiati alle porte di accesso. Qualche' ultra' interista comincia a sfottere i perugini. Sono posti sulle rampe di accesso al secondo/terzo anello. "Serie B", "Serie B" e' il coro che sale da parte degli interisti. Partono accendini, monetine, e una gragnola di oggetti vari. I perugini sono imbufaliti. Un accendino mi prende sulla spalla: leggero dolore. Penso all'eventualita' che mi avesse preso su un occhio o in bocca. Ho il cuore in gola. Il maresciallo ci sgrida e ci incita a muoverci con 'ste perquisizioni. Un paio di cancelli rossi all'entrata ondeggiano paurosamente sotto la spinta degli ultra'. E tre o quattro energumeni si sono arrampicati sui cancelli stessi senza pero' scavalcare. Come se volessero avere un'idea della situazione e sovraintendere alle operazioni di entrata. Mi danno l'impressione dei cow-boys sulle staccionate ai rodei. Come se loro potessero decidere e controllare la massa. I tifosi che entrano mi sputano continuamente sui piedi o sui pantaloni e poi chiedono scusa con i loro sorrisini ebeti. Dicono che volevano sputare per terra e che si sono sbagliati. Sbircio il mio maresciallo, capisco all'istante il gesto della sua testa che significa "lascia perdere".
Io e un collega fermiamo un bestione di piu' di due metri sui 130-140kg. Penso: se mi da un pugno questo sono volatili per diabetici. Lo becchiamo con 3 bottiglie da un litro e mezzo di birra nello zainetto. Gli dico: "no, non puoi portarle dentro." Mi dice: "non le lascio 'ste bottiglie a voi CC del c...". Guardo il collega e indugio un attimo. Con un affermazione del genere FUORI dallo stadio lo avremmo caricato di forza sul celerino, ma dentro sembra che la legalita' sia sospesa. Un Maresciallo della GdF che ha un fisico bestiale ci viene a dar man forte e concede allo scimmione di bersi la birra anziche' lasciarla a noi. Io dico a bassa voce al maresciallo: "Marescia' ma se facciamo entrare un tipo come questo gia' sbronzo metteremo in difficolta' i colleghi dentro..." Mi sussurra in tutta risposta: "C'hai voglia di andare a casa col naso rotto o con un braccio ingessato?" No, non c'ho proprio voglia. Grazie. Cosi' lasciamo entrare il King Kong vacillante dopo che si e' tracannato 4 litri e mezzo di birra in dieci minuti.
Fermo un tipo che mi sembra bello che fatto, occhiaie paurose violacee e sguardo perso. Gli controllo il marsupio (dell'Invicta) e ci trovo due siringhe e un bel po' di polverina bianca. Sono stupefatto. Come fa uno ad aspettarsi di non essere beccato con 'sta roba allo stadio?? Lo prendiamo da parte e chiediamo spiegazioni. Dice che e' l'antibiotico. Che e' da un po' che non si sente bene e che lo deve prendere per curarsi. Chiedo: "ma hai bisogno di iniettartelo 'sto antibiotico?" Il tossico chiama in causa in toni non molto gentili mia madre ... secondo la sua opinione mia madre farebbe la professione piu' antica del mondo ... La giugulare mi si gonfia, l'adrenalina mi pulsa nel cervello. Mi sto incavolando. Ma il maresciallo dei CC mi si accosta e il suo "body language" allenta la tensione. Chiedo al tossico: "Ma il tuo antibiotico lo devi prendere proprio dentro lo stadio? Non puoi prenderlo prima o dopo?" Parte uno sputo: sento la sua saliva sul mio labbro inferiore. Poi il tizio strattona il Maresciallo e rotea i pugni cercando di farsi largo. Mi colpisce sulla guancia sinistra e, credendo che lo avremmo perso nella folla degli altri ultra', si mette a correre all'impazzata. Il maresciallo lo sgambetta. Gli siamo addosso. Con la guancia ancora arrossata dal pugno sto portando via di peso 'sto deficente e sto pensando al mio cappello che e' caduto chissadove. Sento un collega che gli grida "adesso te lo diamo noi per davvero un bell'antibiotico" e lo trasciniamo di peso sulla camionetta. Avrei voluto essere uno di quelli che lo hanno menato. Me lo hanno pure chiesto - in quanto "parte lesa" dal suo pugno - se volevo menarlo. Ma sinceramente voglio solo andare in bagno a togliermi la sua saliva disgustosa dalla faccia. Me ne frego del bastardo. Quando torno sono attorniato dai colleghi, tutti a chiedermi se sono ok etc. etc.
I tifosi sono entrati tutti dentro, la partita e' appena iniziata. Chiedo al maresciallo: "mo' chessifa'?" Nessuna risposta. Un capitano arriva e impartisce le disposizioni: questo gruppo in curva, quell'altro in tribuna. Tutte le spartizioni degli incarichi e delle posizioni sono fatte in base a quale maresciallo gli sta piu' o meno sulle palle. O per anzianita'. Il mio maresciallo gli si avvicina e gli parla. Il nostro gruppo viene assegnato al campo, dietro la bandierina del calcio d'angolo. Sono felice. Il livido sulla guancia manco lo sento piu'. Posso vedere Nicola Berti in azione a meno di due metri.
Ci mettono in fila prima di entrare sul prato, sotto la curva Nord. Ci gridano qualcosa - le ultime raccomandazioni - ma non li sto ad ascolare. Mi sto sgamando le gambe spettacolari di una hostess dell'Inter assegnata al servizio nel sottopasso degli spogliatoi. Poi entriamo sul campo. Dobbiamo passare dietro la porta mentre la gara e' in corso. Dalla curva dei Boys parte un canto cretino "la disoccupazione...vi ha dato un mestire...un mestiere di merda...il carabiniere". Poi giu' accendini, monetine; vedo un oggetto che scende dal secondo anello, colpisce il ragazzo davanti a me precisamente sul casco antisommossa. Un tonfo e il casco si sbercia, il ragazzo - avra' 19/20 anni - cade. Ha la fronte un po' sporca di sangue ed e' parecchio scosso pero' non credo abbia niente di grave, forse qualche punto. Lo caricano quelli della Croce Rossa e lo portano fuori. Raccolgo l'oggetto e lo do al maresciallo: sono otto monetine da cento lire che sono state messe assieme con le gomme da masticare per formare una sorta di sasso. Mi siedo sfinito sulla panchina di plastica dietro la bandierina del calcio d'angolo. Djorkaeff arriva dopo 1 minuto a battere il corner. Forza Inter...e la domenica del pallone continua.
Purtroppo, questo è ciò che accade regolarmente in gran parte degli stadi d'Italia. La cosa sconvolgente è l'extraterritorialità degli stadi rispetto alla legge : ciò che non si può fare fuori si può fare allo stadio. Altro che educazione, comprensione, ecc. : repressione, dura, durissima, ci vorrebbe. Ma poi si sa che i nostri onorevoli Cento, Rizzo e Diliberto insorgeranno contro le "inaudite durezze delle forze dell'ordine che colpiscono indiscriminatamente degli onesti cittadini blablablabla ....2
Hai visto giusto. Proprio oggi sul corriere c'era un'intervista ad un parlamentare rifondarol-comunista (non ricordo quale), che sosteneva l'esigenza di numerare i caschetti dei poliziotti cosi da poter riconoscere chi ti sta menando. Oltre a questo pero' parlava della sua esperienza da "no-global" in altre parti del mondo, sostenendo che altrove le forze dell'ordine sono perfettamente addestrate: al primo lancio di bottiglia si muovono in quaranta per isolare il dimostrante e allontanarlo. Da noi invece, sosteneva, manganellate a caso indiscriminatamente, senza un piano preciso. Insomma sosteneva la necessita' di preparare ed addestrare i nostri poliziotti a fronteggiare questi tipi di guerriglia.