La signorina Lakstein

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Con questa poesia mi congedo da nFA.

Grazie a quanti in questi mesi hanno letto ed ascoltato ed a quanti hanno sopportato.

Un particolare abbraccio a Giuliana Allen, Michele e Adriano.

grazie di tutto.

da "Sento cadere qualcosa" di Natan Zach

Ed. Einaudi

*

Gialla

come un leone, come un limone, come un girasole

mediterraneo,

sola a Nawè Shaanàn,

intollerabilmente reietta,

 

tu che mi insegnasti l'inglese

sul Vicar of Wakefield

e su un altro libro di cui ho scordato il nome.

 

Amica delle madri,

davvero totalmente sola,

abbandonata in tedesco e in inglese,

 

con quell'amore prepotente

per cui pagasti col taglio dei capelli

che ti inflissero i fanatici del tuo tempo.

 

Neanche il tuo innamorato, il capitano inglese,

poté aiutare

perché contro il crepacuore non c'è difesa e nascondiglio.

 

Lo zelo patriottico è una sorta di malattia

endemica in tempi di crisi

e in attesa di futuro migliore.

 

Mentre l'odio è come acqua che copre il mare

in una città costiera davanti a vaste acque,

un mare non conosce pietà.

 

Infine non ti restò più nulla,

e fu questa la ricompensa

per pochi mesi di grazia

 

in un'estiva città giovanile

in riva al grande mare

imprigionata fra l'oggi e lo ieri.

 

Pace alla tua polvere, signorina Lakstein,

dai baci sempre acidi

sulla bocca di un ragazzo inesperto di baci

e che invece da te apprese

 

l'arte di cadere, di cui divenne esperto

col passare degli anni

in amori che si spegnevano come inganni

e che imparò anche la lezione della moglie di Lot:

 

proibito guardare indietro,

perché allora solo il sale parla

ed è meglio non sentire ciò che dice.

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