Zio e cugina massacrano nipote quindicenne per futili, ed oscuri per ora, motivi.
Giovane con precedenti ammazza a pugni una signora nel metro. Il perché non si sa. Gli "amici", in compenso, lo vogliono libero e la gentaglia che in Italia fa politica consiglia ai magistrati come operare.
Solito convivente ammazza amante a coltellate. Routine quotidiana nel bel paese.
Genitori prostituiscono allegramente le tre piccole figlie.
Quanto sopra l'ho trovato guardando la versione internet del CdS d'un solo giorno, Sabato 15 Ottobre, 2010. Solo la notizia relativa agli interventi dei politicanti nel caso romano viene da Repubblica di oggi.
Ogni giorno leggo svariati giornali stranieri con la stessa attenzione (ok, poca) con cui leggo il CdS e Repubblica. Mai nulla di simile. E non ricordo nulla di simile neanche trenta o venti anni fa. Delle due l'una, o entrambe:
1) O in Italia l'interesse morboso per questo tipo di violenza è tale da far vendere anche i giornali più (teoricamente, teoricamente ...) "seri", i quali quindi si danno da fare per sbattere in prima pagina il tipo di notizie che in Francia appaiono al più sul quotidiano di provincia.
2) Oppure questo tipo di violenza efferata ma "banale", priva di moventi anche lontanamente rilevanti, frutto di relazioni umane disgregate e sulle quali non sembra gravitare alcuna cosa che assomigli ad una minima morale pubblica o privata, è diventata molto più frequente in Italia che altrove.
Ammetto di propendere per il 2), anche se non ho dati (sarebbe interessante se qualcuno potesse indicare qualche fonte, se esiste, di evidenza obiettiva).
Propendo per il 2) perché l'Italia è l'unico paese europeo che io conosca dove, ogni volta che ci vado, mi sento insicuro ed esposto alla violenza gratuita.
Le strade sono teatro di guerra come lo sono gli stadi, la gente viola continuamente tutte le regole della convivenza, dalle code alla spazzatura per terra, ai viaggi in autobus senza biglietto, ai tassisti che fanno i furbi, ai treni che sembrano tradotte militari dove i controllori passano quando vogliono. L'abusivismo impazza, la polizia in giro non si vede, le città sono sempre occupate da gente di ogni colore e forma che cerca di venderti qualcosa o di chiederti qualcosa ... per non parlare dei rapporti interpersonali, dove ti senti raccontare ogni due per due di qualche truffa di cui XYZ è rimasto vittima.
Nel frattempo, la cassa integrazione raddoppia e la CGIL pensa di risolvere il problema con un bello, colorato e catartico, sciopero generale nazionale ... mentre il Peron-BS si compra le ennesime ville in Antigua cercando di censurare i giornalisti che ne vogliono parlare ... Ma quest'ultime sono, come dire, cose note. Sono solo l'altra faccia della medaglia d'una società che degenera a ritmi sempre più veloci.
O mi sbaglio io? È tutto effetto di self-selection sulla pagina web del CdS?
P.S. Alla luce di svariati commenti, ho l'impressione d'aver generato una certa confusione. Provo a chiarire, usando il testo d'un commento messo più sotto.
Nel post non menziono mai gli USA mentre faccio esplicito riferimento agli altri paesi europei; questo non succede per caso. Gli USA non possono essere usati come termine di paragone per il problema che ho in mente. La società civile americana è adusa, da sempre, a livelli di reciproca violenza "privata" ben superiori a quelli italiani. Infatti, se volete che la dica tutta: la società civile USA è "decomposta", dal nostro punto di vista, da parecchio tempo. Solo che oltre ad essere "decomposta" è anche stratificata e compartimentalizzata lungo linee e con modalità che la rendono abbastanza poco comparabile a quella italiana. Ciò che la tiene insieme, comunque, è altro, altro che se permettete ora evito di discutere perché davvero ci porterebbe brutalmente lontani dall'argomento che con questo post volevo porre all'attenzione dei lettori. Per questa ragione non ho fatto menzione alcuna degli USA, che vorrei continuare a mantenere fuori dal radar in questa discussione - anche se vale il fatto che il NYTimes, il termine di paragone adeguato per CdS e LaRep, di certi temi proprio non parla, né sul cartaceo né sul sito web ...
I miei termini di paragone sono gli altri paesi dell'Europa continentale e l'Italia di 30 o 40 anni fa (forse anche di 20 anni fa, ma ero già andato via e, al tempo, me ne fregavo altamente della cronaca quotidiana italica). A me sembra evidente di perché i benchmarks appropriati siano quelli e non gli USA o, tanto per dire, il Brasile o la Russia ... Se non è ovvio, ci ritornerò nel dibattito.
Approfitto del P.S. per chiarire altre due questioni.
- Il fenomeno a cui mi riferisco non è misurabile con l'aggregato dei delitti violenti, gli omicidi o i crimini d'origine sessuale. Non sto contando il totale dei morti, mettendo nel calderone tutti assieme quelli per terrorismo, mafia, camorra ed incidenti stradali. Sto guardando ai morti "inutili", quelli per cause futili e fra persone che sono o ben anonimi che s'incontrano per strada o familiari stretti. Se ci pensate bene, è lì laddove si misura il grado di degenerazione d'una società civile. Ciò che sto cercando di capire è se c'è stata, o meno, una variazione nella violenza intrinseca ai rapporti sociali "quotidiani". Non so come definirli quei morti, ma so che appartengono ad una categoria altra da Aldo Moro, Giovanni Falcone, gli ammazzati da Vallanzasca o le vittime dell'attentato alla stazione di Bologna. Sono morti "inutili", nel senso che non servono assolutamente a nulla da nessunissimo punto di vista, neanche da quello della persona che commette il crimine. Sono il prodotto di banali violazioni di norme elementari della convivenza civile, di violenza diffusa nei rapporti quotidiani fra cittadini "per bene" ... sono la generalizzazione alla stazione del metro, al bar, al marciapiede, della violenza negli stadi, tanto per capirsi. Un'altra cosa, appunto, molto, molto italiana ...
- Sono davvero dubbioso su 1) versus 2). Anche a me, istintivamente, è sempre venuto da pensare che la risposta fosse 1), che 1) spiegasse da solo il 90% dell'evidenza. Non ne sono più tanto convinto, come dovrebbe risultare evidente. La teoria di chi pensa che 1) sia la spiegazione è che non è cambiato nulla, da trent'anni a questa parte, nella società civile italiana, nei rapporti quotidiani fra cittadini normali: quanto leggiamo è dovuto essenzialmente ad un processo di degenerazione mediatico-giornalistica.
Son certo che vi sia ANCHE questo in quanto si osserva, non ne ho dubbio alcuno: il Grande Fratello, dopo tutto, è un'idea olandese. Però, e lo sapete anche voi, solo in Italia il GF è sceso ai livelli a cui è sceso con la velocità che tutti conosciamo. Se tolgo El Pais ed ABC in Spagna e Le Monde e Le Figaro in Francia, ciò che mi rimane della stampa spagnola e francese è tanto "junk" quanto quella italiana però ... però questo tipo di notizie è molto, ma molto meno frequente. Ma, di nuovo, può essere che la degenerazione mediatica spieghi anche questa differenza, non lo nego.
P.S. Ah, quello stesso giorno si menzionavano anche gli strascichi di questa, ma me la sono scordata.
Credo non sbagli. A parte gli episodi eclatanti segnalati dai giornali nazionali, i quotidiani di provincia riportano un giorno sì e l'altro pure vicende meno mortifere ma altrettanto odiose. Spesso i protagonisti sono ragazzi adolescenti o addirittura in età puberale. E per quanto attiene zoccolamenti, affari poco limpidi, senso civico abbondantemente sotto lo zero la musica è la stessa.