Non è completamente ovvia perché non è ovvio che effettuare rimpatri - ovvero respingere alla frontiera le persone che non possiedono i requisiti di legge per entrare nel paese - sia atto tanto barbarico quanto alcuni lo fanno apparire. Lo si fa negli aeroporti USA, ed in quelli del resto del mondo, tutti i giorni: provate a sbarcare in quel di Pechino senza visto e magari senza passaporto. Lo si fa, ovviamente, alle frontiere terrene di ogni paese. Cosa c'è di diverso nel farlo al confine marittimo fra Italia ed i paesi del Nord Africa, Libia in particolare? Li riportano a casa sani e salvi, non li abbandonano di certo in mezzo al mare ... Fino qui, quindi, niente di male, a mio avviso.
In questa occasione, per fortuna, il PD evita di cadere nel populismo (vedasi dichiarazioni di Fassino) percependo che si tratta di un tema che, evidentemente, gli italiani sentono come fondamentale (che lo sia davvero, non lo so perché non sono lì e non so giudicare). Non propone però alternative, in particolare non disegna una strategia alternativa su come gestire (dovrei dire: creare) immigrazione di qualità verso l'Italia, scoraggiando quella non di qualità. Se vogliono essere un'alternativa politica a BS, meglio che riflettano su questo tema, non che giochino di sponda. Mi rendo conto che giocar di sponda è il meglio che sanno fare, ma io non posso fare a meno di consigliare. Poi cazzi loro.
Chi invece fa del populismo, almeno secondo le notizie dei giornali, è la chiesa cattolica in compagnia del Vaticano. Mi domando come reagirebbero se folle di sub-sahariani affamati cominciassero a salire regolarmente la marmorea scala che, dal lato destro del colonnato di Bernini, fa accedere all'interno del loro stato. Che farebbero le due belle guardie svizzere che stanno in cima alla prima rampa? Ma non importa: fa nulla e non conterà nulla. Proprio questo fatto (che non conterà nulla) suggerisce un'osservazione sui media e su come si gestisce l'opinione pubblica in Italia. Ricordate il caso Englaro? Il mondo cattolico sembra protestare sul tema "rimpatri" tanto quanto protestava sul supposto omicidio di Eulana. Eppure, eppure uno ha come la sensazione che sui media italiani, televisioni in particolare ma anche altrove, la voce dei cattolici, questa volta, risuoni molto ma molto più flebile. Anche sui blogs pro-PdL - che a suo tempo erano tutto un fiorire di componimenti foscolian-vitalistici, stile seconda ginnasio per capirsi, sulla vita e la morte e l'intoccabilità della prima e la divinità della seconda che solo l'altissimo può attribuire - non vedo nessuna ode alla compassione, alla solidarietà, alla fratellanza umana verso i senegalesi ... che ci sia una ragione dietro a questo silenzio mediatico, o è tutto per caso?
Ad ogni buon conto, non mi sembra ovvio che respingere i clandestini al mittente sia una politica sbagliata, né tantomeno fascista. Però, poi, il capo del governo usa per giustificarla argomenti che rivelano un approccio al problema basato puramente su motivazioni razziali. Ossia il rifiuto aprioristico del "multi-etnismo", l'idea che la popolazione dell'Italia debba rimanere "italiana" in un senso non ben definito. Tutto questo si accompagna agli strani pronunciamenti sui sedili riservati ai residenti nei trasporti pubblici, le ronde popolari, ed altre amenità leghiste o alemanne (dicasi dei compari politici del sindaco dell'urbe capitolina). Ora, che i dirigenti nazionali della Lega svolgano da tempo il ruolo di cani d'assalto del BS, il quale approfitta delle loro uscite xenofobo-demenziali per apparire moderato e ragionevole, non ci piove. Il gioco delle parti comincia ad essere abbastanza palese. E mi chiedo: aldilà del guadagno politico di breve periodo, aldilà del parlare alle intestina sozze del popolino per guadagnarne il voto alle elezioni europee, esiste una visione dietro tutto questo o siamo solo al fai da te che segue il vento mutevole della quotidianità? Insomma, oggi va forte essere xenofobi, domani potrebbe andar forte accogliere a braccia aperti i senegalesi dovesse succedere qualcosa che commuova il popolo della reality TV?
Pongo la domanda, ripeto, solo in modo parzialmente retorico: alcuni aspetti della strategia politica del BS mi appaiono oscuri ed è possibile che ciò si debba al fatto che sono oscuri ad egli medesimo (ossia: l'uomo vive alla giornata, avendo come unico obiettivo accumulare potere e "simpatie" fra il popolo, perché di questo si pasce oltre che di pulzelle, senza alcun interesse al fare qualcosa di preciso, salvo stare fuori di galera che è risultato oramai acquisito) ma è anche possibile che un piano vero ce l'abbia e che sia un piano diverso da quella che io vedo. Se c'è, qualcuno può aiutarmi a capire quale sia? Il piano di BS per il paese, voglio dire, che quello per se stesso m'è, appunto, chiaro.
Lui ed i suoi liberali non sono di certo, ma questo non l'avevo mai dubitato. Da anni vedo nel progetto di BS una replica italiota del peronismo argentino e, da quando quest'ultimo governo è stato eletto, quanto ha fatto e detto ha confermato tale impressione. Anzi, in molte cose vedo da mesi una deriva clerico-fascista (che per una volta ignori i moniti vaticani non è sufficiente per eliminare quel clerico, che tornerà utile alla prima occasione) la quale, nel mio vocabolario politico, è cosa più dannosa del peronismo. Tutti però negano che così sia e l'argomentarlo sembra schiaffarti immediatamente nell'indesiderabile compagnia dei Diliberto, Bertinotti, ColomboFurio, FoDario ed altre demenzialità nazionali. La qual cosa induce al dubbio: son fascisti, al fondo, o no?
Ora BS ci spiega che la sua politica sull'immigrazione è basata sul rifiuto di principio dell'Italia multietnica. Che sia questo il razzismo, invece dei cori allo stadio? O è solo autodifesa da un'invasione dannosa ad entrambi? Di nuovo, la risposta non è ovvia. Faccio notare che, in un certo senso, quanto dice è coerente con lo spirito della legislazione che regola il diritto alla cittadinanza italiana, legislazione che fu partorita più di un decennio orsono dai partiti che ora compongono il PD. Tale legislazione ha mantenuto come base principale lo ius sanguinis, che ha storicamente caratterizzato la normativa sulla cittadinanza in Italia. Tale criterio è esplicitamente razziale. Ora è vero che ci si può anche naturalizzare o magari sposare con un italiano/a, acquisendo la cittadinanza per quella via, ma rimane comunque complicato (molto, infatti) ed è significativo che il principio di base sia quello del sangue invece che del luogo di nascita. In questo senso le dichiarazioni di BS contro il paese multietnico non deviano molto da quanto la realtà legislativa sembra preferire. Vale la pena ricordare che condividiamo questa particolarita con i nostri due vecchi senior partners dell'Asse ...
Quindi? Son fascisti (gli italiani tutti) o no? O son solo dei burloni incompresi da noi, finnici di retroguardia? Che sia per questa ambigua identità che BS vince le elezioni ed è "amato" (ad ognuno il suo) dal popolo d'Italia, e non invece per la grande "classe" con cui gestisce la propria vita privata? Capite il dubbio? È più chiaro, ora, che il titolo non è una domanda retorica ma seria? Spero di sì ...
P.S. Che sia di questo tipo l'italianità che si vuole preservare e che un paese multietnico distruggerebbe? [Kudos a Phastidio per l'hint.]
Credo abbia ragione Beppe Severgnini del Corriere della Sera quando scrive sul suo blog:
In effetti, anche a me a parso più sensato pensare che BS stesse utilizzando la parola "mulitietnica" nel senso di multiculturale. Ad ogni buon conto, per poter rifiutare il multiculturalismo gli immigrati bisogna prima farli entrare e poi decidere secondo quali modi integrarli: il multiculturalismo è un metodo di integrazione, per quanto a mio avviso sbagliato e fallimentare.
Cmque, secondo me il punto è che prima di rimandarli indietro si sarebbe dovuto fare una scrematura fra i richiedenti asilo politico e coloro che allo stesso non potevano avere diritto. Ma per poterlo fare bisogna avere strutture organizzate, competenze e un desiderio onesto di risolvere il problema non di utilizzarlo a fini elettorali, tutte cose che purtroppo l'attuale governo non mostra di avere.
Faccio una previsione. Dopo le europee si smetterà con questi rimpatri forzati, magari invocando gli ostacoli frapposti da Onu e Anchur. Previsione 2. Dopo le elezioni europee anche la vicenda del terremoto in Abruzzo passerà in secondo piano: niente più sciami cinici, invece che sismici, di politici all'Aquila; niente più visite a tamburo battente del presidente del Consiglio. Certo ci sarà il G8, ma non sarà la stessa cosa.
Dal modo in cui ha trattato l'esito delle sue vicende familiari, BS sembra interessato sommamente ai risvolti elettorali di ogni suo problema o azione.
Sui commenti della Chiesa ai rimpatri. Mostra ancora una volta, caso mai servisse, quanto unta di ipocrisia e strumentale sia la "fede" e religiosità di chi è al governo: alle volte sembrano prendere quanto dice la chiesa come il limite invalicabile alla Civiltà, altre volte se ne fottono semplicemente.