Le discussioni sull'immigrazione prescindono spesso dai dati quantitativi, di cui c'è scarsa conoscenza da frammentarie e scadenti notizie dei mezzi di comunicazione. Spesso chi la sostiene afferma che l'immigrazione è semplicemente necessaria, perché la natalità italiana è bassa oppure perché l'Italia deve assolutamente seguire l'esempio dei più avanzati Paesi oltre le Alpi in questa materia. Per esempio su lavoce.info M.Ambrosini scrive:
L'Italia non sta diventando multietnica perché qualche scriteriato ha aperto le frontiere. Il cambiamento avviene per dinamiche ed esigenze che hanno origine all'interno della nostra società, e in modo specifico nel mercato del lavoro.
Nel seguito espongo alcuni dati per confrontare l'immigrazione in Italia con quella di alcuni altri Paesi europei a noi comparabili, come Francia, Germania, Inghilterra e Spagna. Ritengo che ci siano due dati rilevanti da considerare: il numero di immigrati che entra ogni anno e il numero di stranieri residenti. Entrambe le quantità devono essere espresse in rapporto alla popolazione residente per fare confronti sensati ed omogenei.
Per il flusso di immigrati esistono dei dati Eurostat che ritengo attendibili a partire dal 1990: tasso di immigrazione netto negli Stati UE (immigrati per 1000 abitanti). Il numero di stranieri con cittadinanza diversa rispetto al Paese di residenza (dati Eurostat qui) è una quantità più difficilmente confrontabile tra Paesi diversi perchè dipende dalle diverse legislazioni in materia di cittadinanza. Per esempio in Germania possono avere cittadinanza straniera residenti di terza generazione che sono nati in Germania da genitori residenti in Germania e non conoscono altra lingua che il tedesco. Per questo motivo si preferisce a volte confrontare piuttosto il numero di residenti nati all'estero. Questa ultima quantità si può ritenere comunque abbastanza ben approssimata dai flussi integrati negli ultimi 20-30 anni, per i quali Eurostat fornisce i dati.
Riguardo l'immigrazione, la situazione italiana è infine peculiare per la molto diversa incidenza geografica dell'immigrazione: circa l'88% degli immigrati risiede e affluisce nel centro-nord e solo il ~12% va nel sud e nelle isole (dove risiede ~36% della popolazione italiana). Riguardo allo sviluppo socioeconomico, l'area d'Italia più comparabile con Francia, Germania ed Inghilterra è il centro-nord.
Il primo grafico mostra i flussi di immigrazione in rapporto alla popolazione residente.
I dati mostrano chiaramente che in anni recenti ci sono elevati flussi di immigrazione in Italia e Spagna (7-15/1000) ma non in Francia, Germania e Inghilterra, che accettano invece immigrati pari a circa (1-4/1000) all'anno. Definirei immigrazione di massa quella che è avvenuta in Italia e Spagna negli ultimi anni, perchè è quantitativamente paragonabile al numero di nuovi nati all'anno (circa 10/1000): significa che ogni anno i nuovi italiani e spagnoli sono per il 50% circa immigrati.
L'unico altro Stato ad aver subito immigrazione di massa dal 1990 ad oggi è la Germania che, fino al 1995 circa, ha assorbito un numero molto elevato di profughi in seguito al collasso del sistema comunista nell'Europa dell'Est e alle guerre in Yugoslavia. I dati Eurostat non vanno più indietro del 1990, e da quella data la tendenza generale degli Stati d'Oltralpe (eccetto la sola Germania, e chiaramente per effetto di eventi eccezionali) corrisponde ad un flusso di immigrati stabilmente inferiore allo 0.5% rispetto ai residenti: da 0.3% a -0.1% per la Germania dal 1996, 0.3-0.4% per l'Inghilterra, da 0.3% a 0.1% per la Francia. Negli ultimi anni sia Francia che Germania hanno sostanzialmente azzerato l'immigrazione (in Germania il tasso di immigrazione è ora negativo).
Infine, sia la Germania sia soprattutto la Spagna appaiono aver ridotto significativamente l'immigrazione in conseguenza della grave recessione economica mondiale che ancora stiamo vivendo; la Spagna appare aver ridotto il flusso di immigrazione netto di un fattore 10 (dall' 1.5% allo 0.15%) dal 2007 al 2009. L'Italia invece continua ad accogliere immigrati a porte aperte anche nel 2008 e nel 2009 (~0.7%).
Sarà merito degli immigrati che l'Italia avrebbe subito la crisi meno degli altri Stati europei? Domanda sbagliata in partenza, perchè il PIL italiano ha subito la crisi come e peggio degli altri Stati sopra elencati, questi sono i dati del Fondo Monetario internazionale per il periodo del grafico precedente:
Qual è il totale di popolazione immigrata presente oggi negli Stati considerati? Gli immigrati degli ultimi 20 anni corrispondono alle aree sottese dalle varie curve, il che significa che il numero di immigrati degli ultimi 20 anni è molto superiore in Spagna ed Italia rispetto a Francia, Germania e Inghilterra. Il totale di residenti con cittadinanza straniera risulta meno confrontabile, per la presenza di legislazioni diverse sulla cittadinanza, in ogni caso il grafico che segue mostra l'evoluzione di questo dato in rapporto alle popolazioni residenti.
Anche per il totale di stranieri residenti l'Italia è ormai ai vertici europei, e la Spagna è prima. L'Italia del centro-nord ha una presenza di immigrati sulla popolazione ormai superiore a quasi tutti i Paesi europei comparabili, e tuttora in rapida ascesa.
Interpretazione dei dati
L'immigrazione è un fenomeno naturale che dipende da diversi fattori tra cui la natalità dei Paesi di accoglienza (circa 1.2-1.4 figli per donna in media in Germania, Spagna ed Italia, vicina a 2 per Francia e Inghilterra), la ricettività delle economie determinata anche dal loro tasso di crescita, e la legislazione dei diversi Paesi in materia di immigrazione. A mio parere l'immigrazione degli ultimi decenni è dominata quantitativamente da immigrati provenienti da Paesi poveri e sottosviluppati che vengono impiegati nei Paesi di accoglienza in posizioni di lavoro relativamente malpagate, con la tacita intesa che si tratta di un periodo transitorio di 10-20 anni superato il quale l'immigrato sarà cittadino con equali opportunità e aspettative, e non potrà più essere sottopagato. Per questa categoria di immigrati pertanto è rilevante il flusso annuale in entrata, piuttosto che il totale dei residenti stranieri che dopo ~20 anni si possono ritenere ragionevolmente integrati.
Dai dati esposti ritengo di dover concludere che i recenti elevati flussi di immigrazione in Italia non sono né necessari né benefici in termini di crescita economica. Se l'immigrazione fosse determinata dalla struttura demografica, allora la Germania dovrebbe accogliere lo stesso flusso percentuale dell'Italia, data la somiglianza, ma i dati ci dicono che ha avuto immigrazione solo moderata dopo il 1995 e praticamente azzerata più recentemente. Allo stesso tempo la Germania cresce economicamente molto più dell'Italia almeno negli ultimi 10-15 anni, mentre il PIL pro-capite italiano arranca in particolare dal 2002, anno in cui arrivano (o appaiono, può essere che avessero già iniziato ad arrivare) gli immigrati richiamati dalla grande sanatoria approvata dal governo di centro-destra di allora.
È plausibile che in Spagna la vigorosa crescita economica sia stata la ragione primaria che ha determinato l'immigrazione di massa. In Italia invece non vi è alcuna evidenza nè di vivace crescita economica nè di crescita economica indotta da tassi di immigrazione molto superiori agli altri Paesi europei avanzati.
Ritengo pertanto di dover concludere che i flussi di immigrazione in Italia sono determinati da altre cause e in particolare dal malfunzionamento dello Stato italiano, dovuto sia in primo luogo al malgoverno dei politici e in secondo luogo all'inefficienza degli apparati statali, specificamente forze dell'ordine e magistratura. I politici italiani appaiono per esempio incapaci di capire, come ha fatto perfino il socialista Zapatero in Spagna, che in un periodo di crisi economica è opportuno ridurre l'immigrazione e incentivare il ritorno degli immigrati nei Paesi di origine, almeno temporaneamente. Se i politici di destra appaiono incompetenti e inetti, i politici di sinistra appaiono animati esclusivamente dall'ideologia a favore dell'immigrazione e incapaci anche solo di una disamina razionale dei fatti.
Preferenze degli elettori riguardo l'immigrazione
L'ipotesi che l'immigrazione in Italia sia determinata primariamente dal malfunzionamento dello Stato risulta a mio parere confermata quando si prendono in considerazione le preferenze dei cittadini riguardo l'immigrazione. I sondaggi riportano da tempo una forte opposizione "democratica" all'immigrazione negli Stati europei: sono d'accordo con l'affermazione "dobbiamo ulteriormente controllare e restringere l'immigrazione" l'83% degli italiani, l'80% degli spagnoli, il 78% degli inglesi, il 65% dei tedeschi e il 64% dei francesi.
Come reagiscono i pollitici di Spagna, Francia, Germania e Inghilterra alla preferenze espresse dai loro cittadini? La Spagna ha ridotto dal 2007 al 2009 l'immigrazione di dieci volte, e richiede ora ai nuovi immigrati che dimostrino di fare un vero "sforzo" per l'integrazione. Francia, Germania e Inghilterra mantengono un effettivo controllo statale sui flussi di immigrazione entrante e hanno approvato o stanno approvando normative più restrittive che chiedono come in Spagna agli immigrati di dimostrare la loro volontà di integrarsi. I politici stranieri in generale si mostrano attenti alle preferenze dei loro cittadini con atti concreti e anche dichiarazioni pubbliche:
corriere della sera del 26/1/2010:
Nessun cedimento ai sans papier. Il presidente francese Nicolas
Sarkozy, ieri in un' intervista alla rete televisiva TF1, non ha
voluto lasciare spazio ad equivoci quando ha toccato il delicato tema
dell' immigrazione illegale: «Non lascerò la Francia disarmata di
fronte al fenomeno di sbarchi clandestini come quelli che ha
conosciuto l' Italia. [...]corriere della sera del 13/11/2009
Londra Frena sull' Immigrazione: il Coraggio (e il Calcolo) di Brown
Il governo laburista ha rotto gli indugi e superato le timidezze:
sull' immigrazione ci sarà il giro di vite. Il che significa che
saranno concessi meno permessi e che saranno moltiplicate le procedure
di espulsione nei confronti di chi non avrà dimostrato di possedere i
requisiti richiesti dal sistema di regolarizzazione a punti.
Annunciata nei giorni scorsi dal ministro dell' Interno, la svolta ha
ricevuto il timbro ufficiale dal premier Gordon Brown con un discorso
pubblico che alle orecchie di certi ambienti «buonisti» può apparire
come una provocazione o un' eresia.corriere della sera del 10/11/2009
Corriere della Sera
Autocritica Il ministro Alan Johnson dopo l' ascesa dell' estrema destra
Londra, mea culpa dei laburisti «Molti errori sugli immigrati»
Rivista la «politica delle porte aperte» Il ministro Johnson «È giusto
che i nuovi migranti apprendano la lingua, rispettino le leggi e
paghino le tasse»corriere della sera del 28/12/2009:
BERLINO - Basta stranieri. Già ce ne sono troppi e non si sono
integrati. E così il coordinatore della Cdu a Berlino, Thomas
Heilmann, dice senza giri di parole che bisogna bloccare i permessi di
soggiorno. «Niente nuovi immigrati finché non saranno integrati quelli
che sono già qui»
In Italia invece la CGIL propone di estendere i permessi agli immigrati "perchè c'è la crisi", e i politici del centro sinistra piuttosto che ascoltare e cercare di comprendere le ragioni delle preferenze dei cittadini accusano l'Italia di essere «il Paese più xenofobo d’Europa». I politici del centro-destra italiano dal canto loro sfruttano le preoccupazioni degli elettori per guadagnare voti senza poi essere capaci di controllare i flussi di immigrazione in misura paragonabile a quanto avviene negli altri Stati europei, inclusi quelli governati da maggioranze di sinistra come Spagna e Inghilterra.
Conclusioni
Risulta che l'Italia ha accolto dal 1990 in poi un numero di immigrati molto superiore a Francia, Germania ed Inghilterra, particolarmente negli ultimi 10 anni, ma allo stesso tempo ha avuto una crescita economica nettamente inferiore ai Paesi elencati. La Spagna ha accettato elevati flussi di immigrazione mantenendo una elevata crescita economica, ma lo Stato spagnolo ha mostrato di essere in grado di fermare l'immigrazione durante la recente grave crisi economica. Dal confronto dei dati quantitativi in altri Paesi appare evidente che i flussi di immigrazione non sono "necessari" nè necessariamente benefici per l'economia ma possono essere regolati dagli Stati. Lo Stato italiano appare essere quello che funziona peggio in materia di controllo dell'immigrazione in rapporto alle preferenze dei suoi cittadini, e probabilmente proprio il malfunzionamento dello Stato costituisce la ragione primaria dei recenti elevati flussi di immigrazione in un Paese economicamente stagnante.
Concludo aggiungendo un ultimo grafico con i numeri assoluti dell'immigrazione netta, per chi volesse confrontarli con le cifre date sui giornali e dalla Caritas, generalmente in termini di centinaia di migliaia di immigrati per anno.
Bello, condivido sul fatto che in quasi dieci anni di governo di centro destra (escludo l'annetto di centro sinistra...) i problemi legati all'immigrazione sono solo che peggiorati, e sul fatto che il centro sinistra si ostini a non voler dare un'occhiata razionale alle statistiche.
Sono anche del parere che siamo molto fortunati ad essere nati in un paese "sviluppato", dove istruzione e sanità funzionano, mentre qualcuno non ha avuto questa fortuna...Spero che il lato umano della questione immigrati vada, come si parla ultimamente "beyond the GDP"...!
Alberto