Ma c'è di più, il Codacons ha persino presentato un esposto alla procura di Roma in cui si chiede il sequestro del jackpot, divenuto oramai eccessivamente "pericoloso''. Le virgolette sono loro, non mie... non ci credono neanche loro in quello che scrivono.
Il pericolo consisterebbe nel rovinare "tutti coloro che, nella speranza di vincite stratosferiche, hanno già speso tutto lo stipendio o la pensione di ottobre puntando cifre elevate, e si ritrovano ora con il portafogli vuoto e bollette, rate e mutui da pagare". Secondo il presidente Carlo Rienzi, conservando le ricevute di tali giocate i cittadini "rovinati" (virgolette sempre a cura del Codacons) dal Superenalotto potranno adire all'azione legale attualmente in fase di studio.
Sorvoliamo sul concetto di responsabilità individuale, altrimenti questo post diventa noioso. Il Codacons, dunque, è in vena di studiare: consiglio perciò due studi alternativi a quello della possibilità di intentare la class action:
1. Un primo studio, urgente, è quello del concetto di moral hazard, o azzardo morale, che oramai si insegna alle elementari: ha mai pensato il sig. Rienzi che la possibilità di essere rimborsati per le mancate vincite potrebbe indurre più giocatori a spendere somme sempre più ingenti, e, quindi, a "rovinarli" (con o senza virgolette, a piacere)?
2. Un secondo studio, un po' più serio e che richiederebbe un po' di lavoro, riguarda la distribuzione del reddito dei giocatori, sulla quale mi piacerebbe vedere un po' di dati. Ho infatti il sospetto che i giocatori del superenalotto si concentrino sulle fasce di basso reddito della popolazione. Se così fosse dunque, il superenalotto, essendo gestito dallo stato, costituirebbe in pratica una tassa sui poveri. Non sarebbe quindi compito del codacons informare i consumatori ed il legislatore della vera natura di questa entrata dello stato? Non si sa mai, il neo-poverista Tremonti potrebbe esserne interessato.
piu' che una tassa sui poveri, e' una tassa su chi e' somaro in statistica
Beh, un po' di correlazione c'è. Più che ''somaro'' direi ''ignorante'' in statistica, nel senso tecnico che ignora fatti elementari di decision making under uncertainty (ossia: se sei avverso al rischio è meglio non fare scommesse con valore atteso negativo). Chi ha reddito più basso tendenzialmente va meno a scuola (credo sia così, non ho controllato i dati), ed è quindi più probabile che sia ignorante. Ovviamente può tranquillamente essere ignorante anche il señorito cresciuto in centro a Roma che si laurea in lettere.
Se le associazioni dei consumatori avessero un minimo di senno farebbero un gran casino per obbligare lo stato a scrivere sui biglietti di gratta e vinci, enalotto o quant'altro la seguente avvertenza: ''ATTENZIONE: CHI COMPRA I BIGLIETTI DI QUESTA LOTTERIA PUÒ ASPETTARSI DI RICEVERE IN MEDIA MENO DI QUANTO SPENDE''. Si tratta di un messaggio chiaro e abbastanza accurato. In sostanza, la cosa giusta da fare è trattare le lotterie come le sigarette. Spieghi chiaramente che fanno male e poi lasci al consumatore la libertà di farsi del male. Invece il Codacons pensa prima di tutto a far causa. Mah.
Quando ho letto la notizia sull'ansa ho subito pensato che c'era un post da fare... Bravi.
L'unica ipotesi che giustificherebbe la posizione del codacons e' che le persone non traggano niente dal gioco di per se'. Questo tra l'altro spiegherebbe la loro preoccupazione per
"la presenza di cartelli pubblicitari posti nelle rivendite, che 'incantano' i cittadini richiamando il maxi-jackpot, inducendoli così
ad effettuare giocate"
(sempre preso dal link di sopra). Cittadini, non vi fate incantare, il codacons sa meglio di voi quello che volete.
Ovviamente non condivido, ed e' per questo che credo non si tratti neppure di una tassa sui somari in statistica, o sui poveri (ma penso che la vostra fosse una mezza battuta). Se non mi piace giocare, non c'e' nessuno che mi obbliga: non si tratta di un trasferimento di ricchezza con l'inganno, si tratta di consumo.
Il moral hazard mi pare il problema principale. Aggiungerei che mi pare diseducativo ed iniquo. Diseducativo, perche' insegnerebbe che le conseguenze negative di scelte personali verranno mitigate se ci sono abbastanza persone che le compiono: se siamo molti a metterci nei guai, qualcuno ci toglie dai guai (oops, bail them out). Iniquo, perche' chi si e' giocato lo stipendio con altro, o in altri periodi, non e' mai stato salvato.
Una domanda agli avvocati: Il "principio di legalità secondo cui un concorso a premi legato
esclusivamente all'alea non può mettere in palio un premio in denaro
così sproporzionato" esiste davvero?
allora e' una buona tassa. Purche' lo Stato non la promuove propagandando sui TG RAI la baggianata che se i numeri sono ritardatari aumenta la probabilita' che escano ... come ha fatto! Mi ricordo che avevo preso nota del giorno e dell'ora, ho mandato un'email all'indirizzo di posta elettronica dell'autorita' che si occupa di concorrenza trasparenza e correttezza della pubblicita'. Siccome siamo in Italia mi ha risposto un burocrate in burocratese spiegandomi che dovevo compilare un modulo se ricordo bene cartaceo. Come notizia di reato il mio messaggio di posta elettronica, sia pur debitamente firmato, non valeva.