Un semplice esempio per spiegare come funziona il test di impairment.
Supponiamo che io sia il proprietario di una gelateria il cui patrimonio netto contabile è di 100.000 euro, costituito da alcuni cespiti (120.000 euro), dai crediti (20.000 euro) ed al netto di qualche debito (-40.000 euro). Riesco però a vendere la mia gelateria ad una grande catena di distribuzione per 1.000.000 di euro, prezzo giustificato dal fatto che alcune attrezzature sono state contabilmente già ammortizzate ma continuano ad avere un valore, e dal fatto che il mio "parco clienti" e la qualità del mio gelato garantiscono un reddito interessante. Il compratore inoltre ha considerato che l'acquisizione della mia gelateria elimina un concorrente, che il mercato del gelato è in continua crescita, che le dimensioni della sua società aumenteranno e, perchè no, anche i bonus ed il valore delle stock option, considerato che il mercato vede con estremo favore tali operazioni di "merger". Insomma, soldi ben spesi.
Pagato il milione, il compratore deve "allocare" il maggior valore pagato rispetto a quello contabile (ossia i 900.000 euro pagati in più rispetto al patrimonio netto) in una qualche voce dell'attivo. Supponiamo che le mie attrezzature abbiano un valore di 50.000 euro superiore rispetto a quello di bilancio (dunque 170.000 e non 120.000 euro) e che per crediti e debiti i valori di bilancio corrispondano al "fair value". La differenza, ovvero i residui 850.000 euro, verrà considerata "avviamento" (goodwill).
Con i vecchi principi contabili, il valore dell'avviamento veniva ammortizzato lungo un determinato periodo di tempo, mediamente compreso tra 5 e 10 anni. Classico metodo "ragioneristico" che non si poneva il problema di valutare, di anno in anno, la "bontà" di questo avviamento ma che, per converso, garantiva la riduzione costante del suo valore, avendo come contropartita il costo dell'ammortamento.
I nuovi principi contabili internazionali (IAS-IFRS), obbligatori per le società quotate in borsa, trattano invece l'avviamento in modo diverso e concettualmente più corretto. Se i flussi di cassa futuri ed attualizzati della CGU (Cash Generating Unit, la ex-mia gelateria) danno un valore superiore alle componenti del capitale che è stato investito, non si ha motivo di ridurre il valore dell'avviamento (non è peraltro consentita la sua rivalutazione). Se viceversa le condizioni del mercato, la crisi, il peggioramento della qualità del gelato fanno ritenere che i flussi finanziari futuri non compensino il valore del capitale investito, l'avviamento deve essere ridotto, o azzerato, fino a ristabilire l'equilibrio. La verifica della "sostenibilità" dell'investimento, che la società di revisione deve certificare nel bilancio è chiamato impairment test, che (semplifico un pò ma in sostanza è così) deve essere svolto per tutte le CGU che compongono l'attività della società sulle quali sono state allocate delle poste attive "immateriali" come appunto l'avviamento. Ovvio che gli "interessanti scenari futuri", le "mirabolanti prospettive di crescita", le "magnifiche sorti e progressive". sono tutti elementi che tendono ad escludere riduzioni dell'avviamento. Quando però si sbatte il naso contro una crisi come quella attuale, le conseguenze, almeno per i bilanci, sono serie.
Analizziamo ora alcuni dati relativi alle 5 principali banche italiane:
BANCA |
PATRIMONIO NETTO al 30.9.08 |
UTILE NETTO al 30.9.06 |
AVVIAMENTO IN BILANCIO al 30.9.08 |
PATRIMONIO NETTO SENZA AVVIAMENTI |
CAPITALIZZAZIONE DI BORSA AL 13.2.2009 |
VALORE AZIONE al 13.2.09 |
GRUPPO INTESA | 50.809 | 3.778 | 17.587 (*) | 33.222 | 27.845 | 2,35 |
UNICREDIT | 56.620 | 3.424 | 22.162 | 34.458 | 17.650 | 1,32 |
MONTE PASCHI SIENA | 14.185 | 641 | 7.633 | 6.552 | 5.635 | 1,02 |
UBI BANCA | 11.470 | 620 | 4.360 | 7.110 | 5.350 | 8,37 |
BANCO POPOLARE | 10.635 | 522 | 5.706 | 4.929 | 2.550 | 3,98 |
(*) valore al 31.12.2007. Non ho trovato il dato al 30.9.2008
In pratica pare che la capitalizzazione di Borsa dei principali gruppi bancari abbia già scontato l'azzeramento degli avviamenti (ed anche qualcos'altro, perchè non c'è solo il rischio avviamento, ma ad esempio quello legato alla valutazione delle partecipazioni non consolidate). Nella nota integrativa del Gruppo Intesa, a commento del risultato al 30 settembre 2008 (che evidenzia un utile netto "ante impairment" di 3.778 milioni di euro), si legge:
Inoltre, il bilancio 2008 potrebbe essere anche influenzato dai tests di impairment su asset partecipativi e immateriali il cui esito dipenderà dall’andamento dei mercati finanziari e dall’evolversi dello scenario macroeconomico, ma anche dai piani d’impresa e dai budget delle entità interessate
Non invidio gli amministratori che dovranno approvare il bilancio di queste banche al 31.12.2008.
E' interessante notare anche che, mentre le due banche maggiori, BI e Unicredit (soprattutto Unicredit) scontano scostamenti percentuali fra valore di borsa e valore di bilancio significativi (l' Unicredit addirittura il 50% in meno), così non è per le altre due banche della tabella. Il MPS, ad esempio, pur avendo un valore di patrimonio al netto degli avviamenti molto basso, ha uno scostamento del 10 % fra patrimonio e valore di borsa. Non includo il Banco Popolare, perchè la normativa bancaria sulle popolari (a memoria) è diversa, nonostante la quotazione in borsa, per cui le banche popolari sono sempre sottostimate, essendo poco attraenti da un punto di vista di ritorno sull'investimento (a memoria).
Questo, secondo me, indica soprattutto che il mercato pensa che nel bilancio Unicredit ci sia qualcosa di "nascosto" (qualche bella "salsiccia" avvelenata, avendo l'Unicredit giocato molto sui derivati), mentre, forse, le altre banche ne sono meno coinvolte, secondo il mercato.
Tra l'altro, oserei dire, alcune banche potrebbero offrire rendimenti per azione molto interessanti. Forse è il momento di fare qualche puntatina sulle banche, oltretutto hanno cominciato a salassare la clientela in maniera indegna, per cui qualcosina di utile la tireranno fuori, anche in questi tempi bui.