Testimonianza "idraulica" sull'alluvione a Vicenza

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Sono un pluri-alluvionato di Vicenza... in quest'occasione posso ritenermi fortunato, me la son cavata con "pochi" danni ("solo" deposito attrezzi, serra, garage, caldaia e cantina son finiti sotto).

1. Non mi piace molto il taglio che si è dato nei commenti al precedente articolo sull'argomento "alluvione a Vicenza": io non ho colto una rivalsa nei confronti dei Veneti, nè un "se la meritano". Sarà vero che questi "pensieri" siano passati per la mente di molti, tanto quanto quelli di molti del nord quando capita qualcosa al Sud... ma non credo si debba (e non vorrei) parlare di questo... perchè è anche vero che pur criticando il sud mandiamo i nostri alpini di qua e di là ed è anche vero che i moltissimi meridionali che ormai risiedono da noi, con noi hanno vissuto la tragedia e con noi hanno lavorato.

Io mi concentrerei sul silenzio nazionale, sul silenzio dei media. Non si presta attenzione ai vivi per fare morbosamente pelo e contropelo alle vicende dei morti (vedi vicenda Sara e plastici di Vespa).

Dopo i primi giorni in cui c'è stata qualche notizia nazionale su di noi, c'è stata una fugace visita a Vicenza di Bertolaso e tutto si è chiuso col concetto: "sono messi bene, perchè si son dati da fare subito, mandiamo protezione civile e un po' di esercito - caso chiuso"... spariti dalle notizie dei telegiornali... tranne quelli locali grazie a Dio. Fior di proteste a distanza di una settimana hanno ottenuto finalmente una riscoperta del caso a partire da Corriere della Sera e Tg La7... poi di nuovo tutti ne parlano e sono iniziate le "visite di cortesia".

2. Qualcuno ha detto che forse dipende dal fatto che rispetto a Messina non c'è combinazione di alluvione + movimenti franosi ma una "semplice" alluvione, più facilmente prevedibile:

ma siete venuti qui? A Valli del Pasubio una frana si muove, evacuate 35 persone; a Recoaro dal Rotolon il movimento franoso fa sentire l'insidiosa presenza col suono, il rumore delle scariche che ogni tanto provengono dalla nebbia; altre frane ad Acquabona di Cortina, a Chiappuzza di San Vito di Cadore a dieci chilometri circa da Cortina a Passo Tre Croci, movimento di massi e fango sulla statale 51 di Alemagna, linea ferroviaria del Brennero interrotta a causa della caduta di massi sui binari nell'abitato di Bolzano, poi frana Fantoni e anche a Valli del Pasubio, Torrebelvicino, Marostica e a Malo, Malcesine nel Veronese o nel Bellunese, lungo la SP 38 Selva, la SP 47 Monte di Malo, la SP 44 Campanella, la SP 31 Valdichiampo, la SP 100 Recoaro Mille, la SP 350 Valdastico, la SP 47 della Riviera Berica, la SP 46 del Pasubio e la SP 81 Valposina...

 

Allo stesso modo si dice non ci son stati crolli: case crollate no, ma l'acqua è entrata sfondando porte, finestre e muri divisori... quelle case sono ancora in piedi certo, ma...

 

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3. Qualcuno sostiene che forse tutto dipende dal fatto che in pochi conoscono il Bacchiglione...
Posso capire che non si conosca il nome del fiume certo, nemmeno io ricordo il nome di quello che attraversa Bolzano eppure è un bel fiume e sono comunque conscio che quella che ci scorre dentro è acqua. Non conosco nemmeno il nome di quello di Messina, però la notizia non mi è passata inosservata. A me, pensate un po', fa paura il Tribolo (già il nome è una tribolazione), che è solo un affluente del Tésina, il quale è solo un affluente del Bacchiglione che oltre ad essere il fiume di Vicenza è pure il fiume di Padova.

 

4. Si parla di abusivismo, leggi, regole...
ecco quello sì è un problema reale: al sud saranno maestri, ma anche qui non si scherza... e leggi e regole son troppe è vero... perchè se una legge non viene rispettata se ne fa un'altra per far sì che la prima venga rispettata o per inserire eccezioni alla prima.

 

Vi faccio un esempio a me vicino: dicevo del Tribolo (l'accento stretto va sulla 'o')... questi gli eventi nella destra orografica del Tribolo dove mi trovo io:

 

30/31 ott 1976 - grave alluvione
primavera 1983 - lieve alluvione
primavera 1993 - alluvione
autunno 1995 - alluvione
6-7-8 ott 1998 - grave alluvione
set e nov 2000 - lieve alluvione
ago 2002 - lieve alluvione
1-2 nov 2010 - alluvione

Prima di questi a memoria degli anziani c'è solo il famoso 1966, nient'altro... cos'è successo allora? Il problema è semplicissimo, di una semplicità disarmante. Però si tentenna e si parla di competenze, piani regolatori, fondi, consorzi, magistrati, responsabilità ecc.

Geografia e Geologia
Il fiume Tribolo scorre, nella zona in questione, a cavallo di due comuni (Vicenza a destra con il quartiere di Bertesinella e Quinto Vicentino a sinistra con la frazione Villaggio Montegrappa) e un po' più avanti entra nel comune di Torri di Quartesolo.
La parte destra è abitata e coltivata da SECOLI (c'è una chiesetta e un ex convento benedettino), mentre la parte sinistra da pochi DECENNI.

Bacino Alluvionale
Tutta la zona destra è sempre stata ed è tuttora SOPRAELEVATA DI ALCUNI METRI rispetto alla sinistra, che si trova, oserei dire, alla stessa altezza del livello dell'acqua.
Ora, senza scomodare qualche geologo, ciascuno provi ad indovinare qual è il NATURALE bacino di sfogo del fiume. Penso che anche un bambino risponderebbe "la sinistra".
E così è sempre stato fino alla bonifica e alla costruzione da parte del comune di Quinto Vicentino del quartiere Villaggio Montegrappa.
Ora, costruire una zona residenziale in un NATURALE bacino di sfogo di un fiume sembrerebbe una cosa da "abuso edilizio"… ma così non pare e fu avviata la lottizzazione contro più pareri negativi del Genio Civile (basta consultare l'archivio di stato).
Per far ciò, però, si è ovviamente reso necessario un notevole rinforzamento e innalzamento degli argini di sinistra (comune di Quinto Vicentino), SENZA concordarne uno pari sulla destra (comune di Vicenza).
Ed è così che la zona destra è diventata il NATURALE, come sostiene qualcuno (ma è MOLTO più corretto parlare di ARTIFICIALE) bacino alluvionale del Tribolo.

Il letto del fiume
Il fiume è sempre stato pulito e curato dai contadini stessi.
Poi le leggi e la burocrazia hanno regolamentato il tutto e la conseguenza è un totale abbandono di alcune parti, dato che il Tribolo è stato fatto a pezzetti per gestione e responsabilità. Addirittura ora un contadino che operi per manutenzione nel fiume o sulle sponde può essere multato o denunciato perché non è suo compito!
Ora, ad esempio, a monte della zona in questione il letto del fiume viene regolarmente pulito e scavato, mentre qui la cosa NON viene fatta da DECENNI. Quindi il fondo del fiume scorre regolarmente in discesa fino alla nostra zona, dove trova un alto scalino da superare per poi proseguire su un letto molto meno profondo e scorrevole. Qui l'acqua rallenta e risale le sponde cercando sfogo lateralmente.
Più a valle il comune di Torri di Quartesolo ha reso quasi "impermeabili" le sponde ed ha installato numerose grosse idrovore che ributtano l'acqua, eventualmente presente fuori, all'interno del fiume stesso agevolando il "rinculo" verso la zona in questione.

Gli argini
In assenza di argini o a parità di argini abbiamo visto che la zona alluvionale era e sarebbe NATURALMENTE a sinistra.
Dopo la nascita del Villaggio Montegrappa con l'innalzamento degli argini di sinistra e l'assoluto abbandono di quelli di destra la zona alluvionale è "passata" ARTIFICIALMENTE a destra.
Dopo eventi disastrosi finalmente qualche lavoro è stato fatto sulla destra.
Alcuni abitanti della parte di sinistra, gravemente allarmati a causa dei lavori riservati solo agli argini di destra che ora supererebbero quelli di sinistra, si sono preoccupati ed hanno fatto fare "la voce grossa" al loro Sindaco.

Conclusioni
Sembra tutto un grosso litigio tra bambini che giocano coi castelli di sabbia.
Ormai il Villaggio Montegrappa esiste ed è giusto che anch'esso sia difeso tanto quanto, né più né meno degli abitanti di destra.

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Commenti

Ci sono 42 commenti

Bellissimo intervento.

 

Una domanda, assolutamente non polemica solo un ragionare a voce alta, relativamente all'epilogo sul Villaggio Montegrappa, che dici "ormai va difeso": ma non credi che in realta` la soluzione corretta sarebbe lo spianamento dell'abitato previo rimborso ai proprietari pagato dal comune di Vicenza tramite una apposita tassa straordinaria? Cio` risolverebbe il problema alla radice ed insegnerebbe agli elettori che a mandare al potere degli incompetenti prima o poi ci si rimette tutti.

 

 

non credi che in realta` la soluzione corretta sarebbe lo spianamento dell'abitato previo rimborso ai proprietari pagato dal comune di Vicenza tramite una apposita tassa straordinaria?

 

No, non credo... non parliamo di teoria. Sarò sensibile e/o romantico ma io non penso che vita, radici, legami, affetti (perchè cambiar casa non significa solo mura e tetti diversi) siano ripagabili con un rimborso.

Per questo, visto che è possibile, preferisco di gran lunga degli interventi comuni che garantiscano alle due sponde, entrambe abitate in modo più o meno "appropriato", di vivere senza problemi. Molto è stato fatto per ripristinare una situazione vivibile anche a destra (a sinistra non ricordo che siano mai stati alluvionati). Ora però per eventi un po' più marcati, ma sempre probabili, come quello accaduto in questi giorni, servono evidentemente altri interventi comuni che si chiamano casse/bacini di espansione, già previsti, progettati e finanziati... manca la fase esecutiva a causa dell'opposizione dei proprietari dei terreni ad espropri o accordi (del tipo "puoi continuare a coltivare, ma sappi che in caso di necessità ti allaghiamo i campi")... questi proprietari, se anch'essi alluvionati, rivedranno forse la propria posizione?

Diverso il discorso nel caso in cui un abuso comporti gravi e irrisolvibili conseguenze ad altri o agli stessi che nell'abuso ci vivono... in questo caso d'accordo con te (...in effetti nel nostro caso avremmo potuto chiedere risarcimenti per quei 20 anni circa in cui la situazione a destra non era ancora sotto controllo)

P.S. preciso che il quartiere in questione fa parte del comune di Quinto Vic.no ed è questo che concesso la lottizzazione "abusiva" alzando i propri argini, non Vicenza, che il danno l'ha subito senza reagire.

 

Innanzitutto in bocca al lupo per i danni, poi complimenti per l'articolo che ci ha riportato a parlare di cose concrete (nell'altro post avevamo un po' tutti deragliato su impressioni, sensazioni e "si dice").

Una curiosità: dato che la causa dell'esondazione del Tribolo sembrano palesi e riconosciute (almeno così deduco dal tuo articolo) quando sono iniziati i lavori sul lato destro? Non esiste nessun altro progetto ?

Aggiungerei che la popolazione del Villaggio M.G. sara' di 1-2000 persone almeno, in larga percentuale case unifamiliari. Spostarle non e' proprio economicissimo. Il fiume invece e' piccolino e la lunghezza interessata abbastanza limitata. Davvero non dovrebbe essere costosissimo alzare gli argini di uno-due metri per.

P.S. preciso che il quartiere in questione fa parte del comune di Quinto Vic.no ed è questo che concesso la lottizzazione "abusiva" alzando i propri argini, non Vicenza, che il danno l'ha subito senza reagire.

Va detto che una espansione del genere, che andando a naso e' stata fatta negli anni 70, e' stata sicuramente prevista dal Piano Regolatore del comune di Quinto, che e' un documento con un iter un po' complesso (vado a memoria dai miei studi di 25 anni fa, magari qualcuno puo' precisare e correggere) che viene alla fine approvato dalla regione. Era in quel processo che il comune di Vicenza, ed eventualmente la Provincia, dovevano intervenire

alcuni articoli dal quotidiano locale:

CLAMOROSO RETROSCENA. Appaltato negli anni Ottanta, non ha mai trovato realizzazione il canale scolmatore per Retrone e Bacchiglione

 

Una beffa da 5 milioni di euro

Mercoledì 10 Novembre 2010 SPECIALI, pagina 8

 

Una beffa da cinque milioni di euro. Come dire: la storia si ripete. Che si parli di canali scolmatori, bacini di contenimento oppure discariche. Nessuno le vuole. Soprattutto se sorgono su un territorio dove ci sono altri interessi da tutelare, proteggere. Poi, le imprese crescono, le strade s'allargano e magari comincia a piovere, gli argini dei fiumi non tengono. Anzi, crollano. Per cattiva manutenzione, per le nutrie o chissà per quali altri svariati motivi. E, infine, le città vanno sott'acqua.
Allora si contano danni per miliardi di euro. Salvo poi ritrovare nei cassetti nel Magistrato alle acque di Venezia un vecchio progetto che risale agli Anni Ottanta che non solo non è stato realizzato, ma l'ente ha dovuto risarcire la ditta per la risoluzione del contratto d'appalto e per i mancati introiti con oltre 6 miliardi e mezzo di vecchie lire che corrispondono, grosso modo, a cinque milioni di euro di oggi. Ed ecco la beffa. Come dire che allora, se i lavori avessero seguito il loro corso, evidentemente oggi non saremmo qui a contare i danni di un'esondazione per la quale è stato chiesto lo stato di calamità naturale e per la quale il Governo si sta impegnando nel trovare ingenti risorse.
Ma andiamo con ordine. Il magistrato alle Acque nel 1988, dopo anni di studi, considera necessario provvedere alla sistemazione idraulica dei fiumi Bacchiglione e Retrone e delle varie rogge che vi convergono per realizzare un canale scolmatore di piena del bacino del Retrone. Il primo progetto del 1985 si ferma a 36 miliardi, con un primo lotto di 10 miliardi. Ad eseguire i lavori- come viene spiegato nel pezzo accanto dal funzionario del genio civile - un'associazione temporanea d'impresa composta dalle ditte Caldat, Mazzi, Cifa, Pizzarotti e Donà. Erano opportunamente integrate tra di loro e l'opera avrebbe potuto fornire la soluzione definitiva al problema esondazioni nel Vicentino. Al punto che al primo progetto se ne aggiunge un secondo che riguardava una cassa di laminazione per il Timonchio tra Capovilla e Novoledo nel territorio del comune di Caldogno per un costo totale, allora, di 70 miliardi di vecchie lire. Cifre enormi che avevano avuto il via libera di tutti gli enti preposti, commissioni e anche dalla Corte dei Conti, almeno nella prima parte. Ma il progetto non andò avanti, si arenò tra comitati di cittadini in particolare quelli di Arcugnano che vedevano l'opera come una devastazione per il loro territorio: di fatto a loro bastavano un un paio di casse di contenimento e nulla di più. Quello che avveniva più a monte doveva, evidentemente, riguardare qualcun'altro. Sono trascorsi vent'anni, nulla sulla carta è cambiato. Nemmeno nella realtà perché Retrone e Bacchiglione hanno invaso vie e città. Hanno fatto paura. E tanta. E allora non si può non pensare al progetto approvato e ai lavori del primo lotto licenziati ancora nel 1988: dieci miliardi di vecchie lire, tredici mesi la durata dell'intervento. Doveva essere un primo passo. Importante. Per deviare le acque di piena del Retrone. Però, non è stato realizzato. Tutto fermo, fatta eccezione per il ricorso della ditta che ha incassato i soldi. Un'amara beffa pensando al disastro di lunedì scorso.C.R.

 

 

A CALDOGNO. Nel 2008 attribuiti al Comune come compensazione

 

Il milione in cassa e un mini-invaso mai realizzato

Roberta Bassan

 

 

Vezzaro: «Intoccabili perché legati al bacino di espansione, serviranno per le emergenze» Polemica con Forte: «Vergogna»

Giovedì 11 Novembre 2010 SPECIALI, pagina 9

 

Il Bacchiglione ha rotto gli argini a Cresole

Nelle casse del Comune di Caldogno dal 2008 giace un milione di euro per opere idrauliche, gli amministratori avevano pensato anche alla possibilità di un piccolo invaso tra Rettorgole e Cresole per far defluire la tracimazione delle rogge. Una sorta di compensazione per il “sacrificio” che il territorio avrebbe dovuto sopportare davanti alla prospettiva della cassa di espansione, l'invaso da 100 ettari di terreno in sinistra Timonchio con potenzialità di accogliere 3,3 milioni di metri cubi d'acqua attraverso le derivazioni, smorzando il picco e attenuando la portata dei corsi.
«Veniteci incontro - aveva detto il sindaco Marcello Vezzaro, oggi in prima linea nell'emergenza alluvione - visto che dovremmo sopportare il bacino per fronteggiare le esondazioni che riguardano il capoluogo». E allora ecco il denaro: un milione di euro.
La somma risale alla deliberazione della giunta regionale del 21 ottobre 2008, pubblicata sul Bur il 18 novembre: i soldi fanno parte del pacchetto di 8 milioni 800 mila euro con cui il Ministero dell'Ambiente ha finanziato il primo stralcio della cassa di laminazione. Attraverso un accordo di programma l'intera somma è passata dal Comune alla Regione. Venezia si era impegnata a definire, in accordo con Caldogno, ulteriori opere complementari connesse con l'intervento principale per l'importo di un milione. Il Comune manifestò all'epoca la volontà - come si legge nella delibera - di procedere autonomamente. Caldogno, a completamento dell'intero finanziamento ministeriale, avrebbe dovuto ancora versare alla Regione 300.116,19 euro. Invece si vide arrivare dalla Regione 699.883,81 euro a completamento della compensazione.
Si cominciò a parlare di realizzare un piccolo bacino nella zona tra Cresole e Rettorgole, un primo aiutino al paese, per far confluire le rogge in caso di tracimazione. E si affidò l'incarico per uno studio di fattibilità ad un ingegnere idraulico e ad un agronomo.
Ma che fine ha fatto quel mini-invaso? «Le conclusioni degli esperti è che non è possibile realizzarlo - ha detto ieri il sindaco Marcello Vezzaro -, perché troppo basso e troppo vicino alle falde. Detto questo non è stato possibile utilizzare un centesimo di quei soldi per altre opere di difesa del territorio, perché la somma è vincolata a studi legati alla cassa di espansione». Come per esempio l'ipotesi di riqualificazione dell'area per possibili riconversioni agricole del terreno: c'era stata per esempio la proposta delle colture legnose da reddito per far appunto rendere il terreno che, con la proposta di indennizzi della Regione, verrebbe svalutato, come hanno sempre sostenuto i proprietari riuniti in Comitato.
Ma quel piccolo bacino tra Cresole e Caldogno avrebbe attutito la furia dell'alluvione a Cresole? In Regione fanno le debite proporzioni. Se la cassa di laminazione costa 27 milioni e potrà contenere 3,3 milioni di metri cubi d'acqua, il mini invaso non avrebbe potuto che raccogliere 10 mila metri cubi. Poco più di una “bacinella”. Ma non era possibile utilizzare quei soldi per difendere il territorio, sostenere gli argini, prevenire invece di trovarsi ora a piangere un morto e a curare una frazione ferita? «Quei soldi erano vincolati - ribadisce il sindaco - e legati al progetto regionale della cassa di espansione». E di fronte al sindaco di Costabissara Giovanni Maria Forte che ha ottenuto 600 mila euro con cui ha rimesso in sicurezza gli argini e salvato il paese? Vezzaro va giù duro: «Una vergogna le dichiarazioni del sindaco, che è anche assessore provinciale, fatte sulla testa di chi sta soffrendo».
Intanto il milione di Caldogno, la proposta è partita dal consigliere regionale Costantino Toniolo, dovrebbe servire per le emergenze di Cresole. La Regione è in attesa del via libera del Ministero. Almeno ora serviranno a curare.

 

 

 

Venerdì 12 Novembre 2010 SPECIALI Pagina 11

LA POLEMICA. La Regione sta per stipulare il contratto per il progetto definitivo, ma un centinaio di agricoltori tiene in scacco l'opera per problemi legati agli espropri

 

«Basta ai Comitati che bloccano gli invasi»

Meggiolaro, presidente Coldiretti contro i proprietari dei terreni: «L'opera idraulica è necessaria si assumano la responsabilità»

La richiesta del «giusto indennizzo» dei terreni da parte degli agricoltori riuniti in Comitato tiene in scacco la realizzazione della cassa di espansione a Caldogno, in sinistra Timonchio, 100 ettari di campi, capacità di accumulare 3,3 milioni di metri cubi d'acqua. Un atteggiamento ripudiato dal presidente provinciale della Coldiretti Diego Meggiolaro, che nel gruppo ha una ventina di associati: «Basta con i comitati che bloccano gli invasi. È accaduto con il canale scolmatore negli anni Ottanta mai realizzato, che avrebbe potuto evitare i disastri dei giorni scorsi, come ha ricostruito l'inchiesta del giornale. Ora la storia non deve ripetersi. Ognuno deve assumersi le proprie responsabilità».

La storia invece rischia di ripetersi.
IL PROGETTO. Come ha spiegato la Regione siamo ormai arrivati alla stipula del contratto per la progettazione definitiva dell'invaso. Ad aggiudicarsi la gara la rete di progettisti con capofila lo studio Beta Srl di Ponte San Nicolò, in provincia di Padova, che ha realizzato anche il progetto preliminare. Se la tabella di marcia viene rispettata in estate ci sarà il bando per l'appalto. Non si tratta di lavori elaborati: in un anno e mezzo, entro il 2012, la cassa di espansione potrebbe essere ultimata. L'invaso accoglierebbe l'onda in arrivo dai corsi d'acqua attraverso le derivazioni, smorzandone il picco ed attenuandone la portata: la “ospiterebbe” per uno-due giorni al massimo, il tempo necessario ai torrenti di sgonfiarsi, rilasciandola quando tornano a defluire in condizioni di normalità.
IL COMITATO. Ma mentre la fase operativa procede, nel binario parallelo il Comitato va avanti con le sue ragioni, come ha ribadito il portavoce Gianfranco Farina: «Non svenderemo il nostro terreno per il bene comune, continuiamo a chiedere un giusto indennizzo».
IL MECCANISMO. Il meccanismo di acquisizione dei terreni, tutti a destinazione agricola, prevede l'esproprio da parte della Regione solo di una parte limitata dell'opera, quella del perimetro dove verranno innalzati gli argini. Il terreno all'interno invece rimarrà proprietà degli agricoltori che non saranno espropriati, ma indennizzati. La Regione ha approvato una legge basata sulla “servitù di allagamento”in cui regolamenta il sistema di indennità: prevede una quota riferita alla perdita del valore del terreno e un'altra riferita ai danni procurati dalla mancata produzione del fondo. È stato anche previsto di corrispondere al proprietari il valore del materiale che verrà scavato. Le Federazioni regionali agricole, Coldiretti in primis, hanno dato il loro assenso. Il Comitato se ne fa un baffo: «I nostri legali ci hanno detto che, in questo caso, la norma regionale non ha valore e, anche se la Regione andrà avanti, noi faremmo ricorso. Chiediamo un indennizzo giusto, è terra che ci appartiene da generazioni: la Regione usufruisce di un bene non suo e ci accolla l'onere della pulizia».
COLDIRETTI. Diego Meggiolaro precisa: «Nel Comitato ci sono una ventina di nostri associati e mi risulta che siano sulle posizioni dell'associazione. Trovo onesto chiedere un giusto indennizzo, ma senza volere troppo. Bisogna avere la possibilità di fare opere essenziali sul territorio e con l'indennizzo regionale si è cercato di dare secondo me un giusto compromesso, che tiene conto delle stime e delle logiche già attivate. Assicuro invece che saremo molto attenti nella fase della costruzione. Vorrei ricordare che c'è un invaso che funziona bene ed è quello di Montebello Vicentino, con capacità di accumulo di 5 milioni di metri cubi d'acqua. In questa piena ha svolto un ruolo fondamentale, poi tornerà ad essere coltivato. Certo, il proprietario non può pensare di piantare frutta o ortaggi, ma il mais per esempio va benissimo».
COMPENSAZIONI. Per l'invaso di Caldogno il Comune ha ottenuto un milione di euro per opere complementari. «Sono soldi - ha ribadito il sindaco Marcello Vezzaro - vincolati esclusivamente alla cassa di espansione».

 

Grazie per questo intervento. Per giorni ho cercato invano testimonianze del genere sull'alluvione veneto, ma trovavo solo dichiarazioni di circostanza e stime approssimate dei danni. Del tuo racconto c'è un aspetto che mi sta a cuore perchè si presenta regolarmente anche dalle mie parti (piuttosto lontano, in provincia di Viterbo), ed è quello delle norme sulla pulizia degli alvei e l'estrazione di ghiaia. ne ho parlato anche in un commento al precedente post di Bisin e sul mio blog.

Sono agricoltore e confermo quanto dici: se uno prova a dare una sistemata a un argine o si prende due carriolate di ghiaia per spianare una strada rurale rischia la denuncia, e tutto ciò mentre le molteplici istituzioni perposte alla tutela dell'assetto idrogeologico non intervengono praticamente mai (come proprietari di terreni agricoli paghiamo tasse per migliaia di euro all'anno al consorzio di bonifica,e ancora devo scoprire il perché).

Almeno fino a 25 anni fa l'estrazione di ghiaia dai letti dei fiumi era consentita, mentre dalla legge galasso in poi le cave devono affittare terreni a più di 150 metri dall'alveo, togliere la terra, estrarre la ghiaia e coprire di nuovo con terra di riporto. La situazione paradossale è che mentre il letto dei fiumi si riempie di inerti che nesuno rimuove più, il livello dei terreni circostanti cala, dato che è praticamente impossibile ripristinare le quote originarie, e i terreni da cui è stata estratta la ghiaia risultano essere molto meno drenanti di prima.

Ormai dalle mie parti il Paglia esce tutti gli anni, e prima non succedeva (lo raccontavo qui a gennaio). Qui non ci sono impianti industriali che vanno sott'acqua, ma il fatto di dover riseminare, ritracciare fossi e strade rurali ogni anno non è divertente.

 

Tu scrivi

 

fu avviata la lottizzazione contro più pareri negativi del Genio Civile

 

questo mi pare il punto chiave.

La politica fa delle scelte per certi scopi piu' o meno confessabili che vanno contro i pareri scientifici e chi ne paga le conseguenze sono i cittadini sia quelli direttamente coinvolti che gli altri che devono pagare i danni tramite le tasse.

La domanda e' se in questi casi il parere scientifico non dovrebbe esser vincolante.

Ovviamente l'economia non e' una scienza e quindi puo' esser ignorata ;-)

 


La domanda e' se in questi casi il parere scientifico non dovrebbe esser vincolante.

Assumendo che sia possibile definire cosa sia scienza e cosa no, basterebbe che gli elettori preferissero "candidati che seguono i pareri scientifici" a "candidati che non seguono i pareri scientifici".

Certamente distinguerli ha un costo in tempo e capacità. Ma se invece di fare raccolte firme si organizzassero raccolte fondi, finanziando ricerche i cui risultati aiuterebbero gli elettori nella scelta, non sarebbe male.

 

La domanda e' se in questi casi il parere scientifico non dovrebbe esser vincolante

 

Ricadiamo sul problema di leggi/regole/norme.

Sì, credo proprio che quei pareri non fossero vincolanti (ma dovrei recuparare i documenti all'archivio di stato). Per questo parlo di (sotto)specie di abusivismo... in sostanza, andando a spulciare, le cose magari sono "regolari"... però le vecchie mappe idrogeologiche parlano chiaro: quella zona sulla sinistra orografica era una golena, quella a destra era zona agricola e in piccola parte residenziale. In seguito alle vicende il comune di Vicenza non ha potuto far altro che dichiarare area golenale (che, se vogliamo, ha una sottile differenza rispetto al termine golena) parte della zona agricola e residenziale (già edificata) con relativa perdita di valore dei terreni e degli edifici. Ovviamente poi non c'è stata un'immediata riduzione dell'ICI, ma ci siamo dovuti muovere noi contestando il pagamento relativo ad un valore più alto rispetto al nuovo ed ottenendo la riduzione solo di recente (poco prima dell'eliminazione!).

Purtroppo, molto più tardi sono arrivate diverse regole/procedure come la V.I.A. che se ben ricordo è stata introdotta in Europa solo nel 1985 e applicata solo dal 1986 in poi.

 

Qui in Veneto, o meglio nella provincia sud di Padova, il clientelismo non permette di ascoltare nè gli "esperti" nè le proposte di semplice buon senso.

Innanzi tutto auguri per la tua casa. Però mi spieghi questa tua affermazione:

pur criticando il sud mandiamo i nostri alpini di qua e di là

Cosa significa esattamente? Io ero convito che gli Alpini fossero un corpo dell'Esercito Italiano e non di una particolare regione, ed in pi ad essere pignoli di solito quando ascolto notizie come questa:

http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/esteri/201010articoli/59250girata.asp

mi sembra di capire che gli Alpini provengano da tutta Italia non solo dal Veneto, anzi mi sembra ci sia una certa maggioranza di provenienze da regioni a sud del Garigliano.

Per cui spero che quel "nostri" sia riferito a noi Italiani, giusto?

Ciao.

 

No, non volevo innescare questioni territoriali o "militari" e mi pare di aver premesso chiaramente che a me non piace parlare di nord e sud...

Intendevo proprio parlare di veneti e per essere sbrigativo e sintetico ho scelto l'esempio (forse non del tutto azzeccato) degli Alpini: attualmente, con l'esercito volontario c'è, forse, come dici tu, una predominanza di Alpini dal sud-Italia, ma storicamente, e so di non sbagliare, la componente veneta e lombarda ha i numeri maggiori di Alpini in congedo. Quindi volevo semplicemente dire che, pur cadendo anche molti di noi veneti negli sfoghi di rabbia che sconfinano nel razzismo nord-sud, altrettanti di noi sono pronti ad intervenire (con gli Alpini o altri volontari) in caso di necessità in tutta Italia. Allo stesso modo ho prova che lo stesso vale per i meridionali e segno tangibile, come ho scritto, mi viene dagli amici che risiedono qui e con noi hanno condiviso dolore, rabbia, lavoro e sudore.

Che gli Alpini siano italiani e non veneti, personalmente, non ho alcun dubbio, nè che rimanga valido il detto: militari un anno, Alpini per sempre!

 

Bello e generoso il tono dell'articolo, razionale ma piano e raccontato serenamente oltre che reso comprensibilissimo a tutti. Posso solo augurarmi che alla fine, si riesca a far ripartire quelle terre con l'intero paese che emotivamente e concretamente si ponga accanto a chi ha sofferto l'alluvione.

giusto per informare:

Frana del Rotolon sulle Piccole Dolomiti - Recoaro (VI)

Frana del Rotolon sulle Piccole Dolomiti - Recoaro (VI)

 

giusto per ricordare:

La famosa M di Muller del Vajont

La famosa M di Muller del Vajont

quali potrebbero essere le soluzioni?

 

Leggo su wikipedia che la frana di cui si parla ora presso Recoaro e' sul "Rotolon: dal cimbro "roat=rosso - lon=frana" frana rossa"". Non vorrei che saltasse fuori che non si sapeva nulla della sua esistenza e che anche stavolta le mie tasse pagheranno i danni. Bisognerebbe che chi ha dato i permessi fosse chiamato a rispondere delle conseguenze delle proprie azioni.

 

Certo, già il nome della zona, Sella del Rotolon e torrente Rotolon è indicativo, ma non è che le abitazioni siano proprio sotto e parliamo comunque di zone montane, dove le abitazioni esistono da tempi antichi (non per nulla tu stesso citi i cimbri) per motivi legati alla pastorizia (alpeggi montani).


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E' come dire che tutta Cortina, per fare un esempio, sia abusiva e da radere al suolo (non molto tempo fa si in quella zona è sgretolata la Torre Trephor una delle 5 Torri).

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Io sono rimasto molto colpito sul silenzio intorno a questa vicenda, per trecento sfollati (che non sono nemmeno sfollati poi) e mezzo metro d'acqua a Capaccio(SA) i TG mandano servizi in continuazione, veramente, mi sembra quasi un complotto, se non ci fosse stato il tuo post nemmeno avrei capito tanto bene cosa era successo, amici vicentini mi avevano detto "è la parte destra che è sott'acqua", ma non ci avevo capito niente lo stesso (in verità non volevo fare la figura di chi non capiva, perchè la disinformazione era totale).

Mistero, veramente.

 

amici vicentini mi avevano detto "è la parte destra che è sott'acqua", ma non ci avevo capito niente lo stesso

 

piano piano, l'esempio che ho presentato io (quello relativo al Tribolo) è quello che ha interessato la mia abitazione... le vicende più "importanti" e imponenti di questi giorni sono avvenute in altre zone e per altri fiumi, Bacchiglione, Timonchio, Astico, Rotolon... ai primi due in particolare si riferiscono i due filmati dell'articolo.

Specifico poi che nella terminologia corretta si indica con destra e sinistra (orografica) il lato corrispondente quando ci si pone "sul" fiume in direzione del suo verso (guardando quindi verso valle), quindi attenzione a non confondersi osservando una mappa che per definizione viene orientata col nord rivolto verso l'alto.

 

Già ma, senza fare polemica, adesso però stanno rimediando: occorre dare risalto alla passerella mediatica dei VIP per dire "che non è la periferia dell'impero" (siamo ancora a quello romano?)
Qui c'è di che perdere voti, se non il rischio dell'unità nazziunale, perbacco! E il primo a rischiare il culo è il presidente della regione, che ha invocato l'arrivo di rinforzi accolti a suon di fischi da "alcune centinaia di persone spontaneamente raccoltesi a Padova"  ...ma voi, come SB dice, non dovete leggere i giornali, dicono solo menzogne.

Oddio, sono comunque scivolato nella polemica. Perdonate, ma il mio fastidio non è tanto per quelli che hanno inondato di commenti astiosi di contrapposizione nord-sud le notizie online e i video su youtube (i mei stessi video, deprimente). Quello mi sembra un fenomeno naturale. Io invece sono infastidito da un sistema in cui i politici sono solo la punta visibile del marciume che stà sotto.

 

Vi segnalo un curioso caso delle mie parti: da 30 anni a Monza si combatte una silenziosa partita per rendere edificabile un'area centrale, con la peculiare caratteristica di essere area golenale del Lambro. Sappiate che il progetto originale si chiamava "Monza 2".

Una coincidenza divertente è che nel 2005 passa la legge regionale n.12 sull'ambiente che "congelando" i piani regolatori più vecchi del 1975 (Monza e Campione d'Italia) riporta la città di Teodolinda al piano regolatore degli anni '60 che prevedeva una crescita del 200%, con relativa occupazione della cascinazza.

Ora la proprietà sembra aver venduto, ma a quanto pare la partita è ancora aperta. propongo come slogan "Venite ad abitare sul Lambro, a due passi dal centro".

http://www.vorrei.org/ambiente/1-ambiente/2945-quando-il-lambro-se-ne-va-in-giro-per-monza.html

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2010-06-18/monza-cascinazza-lavori-expo-080500.shtml?uuid=AY5ifYzB

L'acqua si è ritirata, ma come si sta procedendo ? Le comunicazioni telefoniche, elettriche e stradali sono tornate "quasi normali" o no?

Hanno ripulito? Stanno ripulendo ?

Grazie per l'update.

Non sono così informato riguardo tutte le zone. Ad ogni modo, da me l'acqua era già defluita tra giovedì 4 e venerdì 5 novembre, in molte altre zone fino a domenica e lunedì successivo all'alluvione c'era ancora acqua, credo che ora si sia ritirata un po' dappertutto. Certo rimane il fango e molti ponti e strade sono chiusi (anche Punte Pusterla in centro a Vicenza è chiuso) perchè pericolanti a causa degli smottamenti che la piena ha provocato alle sponde indebolendo le stesse strutture di ponti, strade, parapetti.

Nella mia zona non abbiamo avuto interruzioni di servizi di acqua, luce, telefoni e gas, ma in altre zone ci son stati anche questi grossi problemi che solo negli utlimi giorni sono stati (quasi tutti?) risolti (non so essere più preciso, ma credo che almeno una settimana di isolamento ci sia stata).

Rimangono le difficoltà di pulire, spalare la melma, magari indurita come il cemento e asciugare... perchè se anche l'acqua si è ritirata e non piove da qualche giorno, il sole fa capolino pochi minuti al giorno tra nubi e nebbie molto umide, per cui si stende un po' di roba e poi la si tira dentro, si usano stufe... si fa quel che si può insomma.

Se qualcuno ha guardato ieri sera la trasmissione "l'ultimaparola" ha potuto vedere immagini in diretta e altre registrate pochissimi giorni prima (quindi comunque a 10-11 giorni dall'evento). Ci si può fare quindi un'idea dell'evoluzione. Molto interessanti i vari interventi (Mentana confermava il disinteresse generalizzato dei primi giorni tanto da punzecchiare il conduttore: "Tu di cos'hai parlato venerdì scorso?"... "Di Ruby" risponde l'altro "ma ti spiego anche perchè: perchè non avevamo le immagini..."). Ci son stati anche approfondimenti sui finanziamenti con interventi, tra gli altri, di Oscar Giannino del sole24ore (perdonatemi, non so come viene considerato questo giornalista da NFA)... anzi chiederei agli economisti qui presenti di darci, se possono, dei pareri su quel che è emerso da questa trasmissione.

 

Io ho informazioni di alcune zone di Vicenza e del Padovano, dove praticamente questa domenica hanno ripulito i capannoni per iniziare a lavorare già da questa settimana.

Telefoni e energia da quello che ho capito sono stati completamente ripristinati, anche se ho notizia che le linee ADSL non funzionano molto bene in molti posti (incluso anche dove non c'è stata vera e propria alluvione). Ho amici nel settore telecom e mi hanno informato. Uno mi ha detto che hanno problemi a reperire alcune schede per la telefonia.

Ho sentito che c'erano problemi per i rifiuti. Tonnellate di rifiuti indifferenziati che sono un problema per lo smaltimento visto che tutto il sistema è basato su rifiuto molto differenziato.

I miei 10 cent.