Un interessante dibattito, iniziato da alcuni antichi lettori e collaboratori, mi ha fatto riflettere sull'opportunità o meno di continuare a fare la vociante, irrispettosa, arrogante e spesso polemica Cassandra della politica ed economia italiane. Pur con aggiustamenti dovuti all'età (del blog, non mia) ho deciso di sì, sia nel caso specifico dell'attuale ministro dell'Economia, sia più in generale.
La ragione fondamentale è la seguente: non si può essere tutto per tutti, altrimenti si diventa il niente per nessuno. Ognuno si sceglie una nicchia di mercato sulla base dei propri vantaggi comparati e dell'equilibrio in essere fra domanda e offerta di prodotti differenziati. Personalmente, credo di avere due (!) vantaggi comparati: (1) prendo molto, forse troppo, seriamente ciò che i fatti e la logica implicano sino al punto di cambiare spesso idea e, di conseguenza, "campo" nell'eterna battaglia delle ideologie; (2) l'ammontare di piacere personale che provo all'esprimermi francamente, rendendo trasparenti e comprensibili le opinioni che ho, è sostanziale.
Dal lato, invece, della struttura di mercato, mi sembra che di siti/giornali/riviste che pubblichino commenti ed articoli pacati, misurati e bilanciati (a volte con un bilancino così sensibile che finiscono per non dire mai niente nel timore d'offendere qualcuno) in Italia ve ne siano a iosa. Qualche volta anche chi scrive su nFA accetta di scrivere, semipacatamente, su alcuni di essi, quindi non è vietato, per nulla. Semplicemente: i posti, dove scrivere stando attenti di non pestare i piedi a nessuno, abbondano e non credo vi sia necessità di un altro ancora sotto forma di blog collettivo. In compenso la domanda per "pane al pane, vino al vino e feci a chi le fece" mi sembra altissima, oltre che insoddisfatta. Tale domanda nFA si preoccupa di soddisfare, per lo meno al momento. In futuro, vedremo ... strane cose bollono nella pentola di satanasso di quelli che "no i sé from ameriKa" ...
Sulla verve polemica, aggiungo due lire alle osservazioni di marcox,
essendo io quello che ne fa forse più uso di tutti. Non ne faccio uso solo con GT - anche se i calzettini a pois furono un'antica idea mia, mentre non son certo della paternità del "commercialista da Sondrio", che comunque io (che son da Padova) ho usato - ma è vero che, forse, alcune battute dopo un po' diventano stantie ... ne inventeremo di nuove, adatte alla bisogna. Con la verve siamo nati; all'inizio non pensavamo proprio che il
mondo ci avrebbe letto: scrivevamo per noi stessi, tre compari e alcune
consorti, quindi ci sentivamo legittimati alla goliardia. La verve polemica, in
parte, si è attenuata ma, in parte, è rimasta perché la gente parla
così come scriviamo noi, non con i toni paludati di certi editoriali sui giornali per
bene.
Per quanto mi riguarda, credo che la verve polemica rimarrà: per il bene della nazione (italiana, veneta, marchigiana, fate vobis) ritengo necessaria una
continua demistificazione di quanto dicono le elites socio-intellettuali in genere e quelle politiche in particolare. L'Italia è un paese dove il rapporto fra menzogne e fatti, nel discorso pubblico, ha raggiunto livelli da record. Un sistematico ed impietoso confronto fra le roboanti
affermazioni ed i fatti, la messa in propria luce delle troppo umane
caratteristiche delle elites, lo sgonfiamento anche goliardico delle orrende scempiaggini che si profferiscono quasi ogni giorno, mi sembrano cose buone e giuste. Prometto solennemente (credo di aver mantenuto la promessa sino ad ora) che non solo con i
calzini a pois me la prenderò ...
Vengo ora allo specifico caso discusso da Alberto Lusiani, secondo cui con GT i fatti sono meglio
delle parole, mentre con TPS era viceversa. Sono incline a pensare che
sia vero. Circa un anno e mezzo fa confrontai le politiche economiche
del governo Prodi (che al tempo non aveva raggiunto l'anno di vita) con quelle
del precedente Berlusconi: il risultato
fu sfavorevole a Prodi, giudizio che mantengo e rafforzo. Se il
problema fosse, quindi, quello di fare una graduatoria fra GT e TPS il
problema sarebbe risolto: le politiche del secondo sono state peggiori di quelle del primo.
Fare soltanto questo confronto, però, è non solo riduttivo ma anche pericoloso. Questo metodo crea, per il politico, l'incentivo ad essere solo "un po' meno
peggio" del suo avversario. Ogni volta che, come nel caso TPS, uno
shock prevedibile ma incontrollabile (avere Mastella, Bertinotti e
Letta nella medesima maggioranza) ci fa raggiungere
baratri altrimenti inconcepibili, il successore ha carta bianca per fare
le più orrende cretinate. O dirle, come nel caso. A questo punto non si può più usare il criterio "almeno non ha cercato di aumentare ulteriormente le tasse", ma chiedere che vengano soddisfatti livelli minimi di decenza sia negli atti che nelle affermazioni pubbliche.
Quindi, io
credo, i politici vanno giudicati in base a ciò che vorremmo facessero
e non fanno, non in base a quello che fanno in relazione ai loro
avversari del momento. Su quel terreno, GT lascia molto a desiderare:
non ha tagliato le tasse né (nonostante le sceneggiate) allora né ora, non ha tagliato le spese né
allora né (nonostante le sceneggiate) ora, non intende riformare le
pensioni, appoggia una proposta federalista che peggiora le
cose, avalla la farsa Alitalia/CAI, non liberalizza niente
anzi (come abbiamo appreso con stupore)
permette che altri nel suo governo eliminino quelle miserrime liberalizzazioni che
Bersani aveva introdotto, ... Niente, non fa nulla di ciò che un buon
ministro dell'economia dovrebbe fare. Perché non dovremmo ricordare agli italiani questi fatti, che stridono con le sue roboanti affermazioni?
In aggiunta a tutto questo,
straparla contro il mercato, la concorrenza, e financo la
responsabilità individuale, predica millenarismi euro-catto-medievali
tanto improbabili quanto dannosi, diffonde un'ideologia che ho definito
"peronista" perché l'epiteto alternativo è peggiore. Vi sono tromboni peggio di lui che dicono
cose ancor più assurde, tipo che il federalismo deve aumentare o
comunque sempre aumenterebbe le tasse? Bene, si smascherino. Ma non per
questo mi si chieda indulgenza nei confronti delle di lui trombonate.
Infine gli va dato atto di
aver prima contrastato e poi liquidato A. Fazio come governatore della
Banca d'Italia.
Che io sappia il merito di aver liquidato Fazio non è suo ma dei
magistrati "giustizialisti" che fecero uscire quello che fecero uscire.
Se ben ricordo, GT contrastò per un po' Fazio, ma poi se la mise via e si accomodò alla sua presenza. Quando iniziò il processo per la liquidazione, ministro Siniscalco, la Lega difese Fazio (per le squallide ragioni che
conosciamo) e Tremonti (amico della Lega) rimase
defilato. Tornato al ministero, dopo aver eliminato (quello sì) Siniscalco, con un Fazio oramai (graziaddio) distrutto dall'azione giudiziaria, manovrò, a mio avviso con ingiustificata ed eccessiva generosità nei confronti del dimissionario, l'uscita di Fazio e l'arrivo di Draghi. Possiamo entrare nei dettagli di quella battaglia, e non
voglio certo sostenere che GT appoggiasse Fazio, ma attribuirgli il
merito della cacciata dell'indegno governatore non mi sembra appropriato. Una volta ancora, piaccia o meno, quel merito va alla
magistratura inquirente che, con i fatti, costrinse la casta a fare
pressione su Fazio perché se ne andasse.
Infine, su una questione che mi sta a cuore:
Poi va dato atto a GT di aver detto tempo fa che questa crisi era
paragonabile al 1929, ormai gli ultimi avvenimenti confermano secondo
il mio modesto parere che questa crisi è la più grave tra quelle
avvenute dopo il 1929, almeno negli USA.
NO! I fatti NON gli danno ragione. E per due ragioni molto precise, anche se tecniche. Perché il disastro degli anni '30 non fu, per la maggior parte, il prodotto della concorrenza economica e dei mercati ma delle incompetenti o dissennate politiche della Fed e di vari governi. Perché SE facciamo ciò che GT suggerisce (per altro vagamente e senza mai "mojarse" con proposte precise) ALLORA sì che causeremmo una situazione simile a quella degli anni '30. Ma questo è materiale per un altro, poco divertente ed alquanto lungo e noioso, post.
Io scrivo che GT ha detto ben prima degli ultimi avvenimenti
(nazionalizzazione FM & FM, fallimento Lehman,
nazionalzzazione AIG) che questa crisi era gravissima, come oggi si
conferma. Le previsioni di GT erano generiche, non specifiche su
quando, come e cosa sarebbe avvenuto, tuttavia come valutazione
generale sembra averci preso piu´ di altri. Non vorrei discutere
ora che ho poco tempo (sono in aereoporto in transito) sulla diagnosi
di GT sulle cause della presente crisi (mercatismo). Anche a me sembra
che ci siano elementi molto diversi in gioco, nel ´29 il credito e´
stato ristretto, mentre forse la crisi di oggi deriva anche dal troppo
credito a tassi troppo bassi concesso dalle autorita´ di regolazione.
Non ricordo pero´ che GT abbia affermato che cause e origini delle due
crisi sono uguali o simili.
Io non sono un economista, ne tanto meno ho le informazioni del ministro, ma che la crisi fosse gravissima lo sapevo dall'inizio della crisi dei mutui americani. Non ho doti divinatorie, ma credo che chiunque bazzichi anche di striscio gli ambienti finanziari, e che va anche solo una volta all'anno negli states sappia che il tentativo in atto è quello di spalmare i debiti generati su più anni. Di più: credo di essere in grado di anticipare Tremonti anche sul prossimo problema finanziario generato negli states che riguarda l'indebitamento tramite carte di credito a tassi vicini all'usura. Non bisogna essere un mago della finanza per capire che anche li si nascondono insolvenze nell'ordine di svariati milioni di dollari.