Le conversazioni sul calcio sono spesso disordinate. La tecnica dialettica più comune è travisare le affermazioni del rivale, per cambiare l’argomento. Tutti lo facciamo e non è un gran problema, perché normalmente l’obbiettivo della discussione è solo l’intrattenimento. Dico questo per avvisare che, se pure non resisterò alla tentazione di approfittare dell’occasione e stuzzicare i tifosi di squadre rivali (per me tutte le squadre del mondo meno il Napoli) il mio obbiettivo è uno solo. L’UEFA.
Il campionato di calcio spagnolo da un po’ di tempo a questa parte è diventato un gioco fra due squadre, il Real Madrid ed il Barcellona. Quest’anno il calendario ha concentrato quasi tutto ciò che contava in Spagna in diciotto giorni nei quali il Real Madrid ed il Barcellona hanno disputato quattro partite (ritorno di campionato, finale della Copa del Rey, andata e ritorno della semifinale di Champions League). Al 59’ minuto della partita di andata di Champions League quando si era ancora sullo 0-0, Pepe, che fino a quel momento aveva neutralizzato Messi, fa una brutta entrata su Dani Alves e viene espulso. Mourinho protesta e viene espulso. Col Real Madrid in dieci e senza Pepe, Messi fa due gol. Il secondo gol è stato molto celebrato. Come Maradona, dicono. Personalmente, ci sono due cose che mi disturbano. La prima è il confronto con Maradona (blasfemia!). La seconda è che si ha l’impressione che i giocatori del Real Madrid cercano di non avvicinarsi troppo a Messi onde evitare rigore ed espulsione. Non è necessario che siate d’accordo con me. Però, se non lo siete, vi prego di non ritorcere quest’affermazione contro di me. Non è essenziale per quanto dirò.
Dopo la partita, in conferenza stampa, Mourinho, in malo modo come di consueto, ha rivolto una serie di domande all’UEFA che si possono sintetizzare così: Por qué il Barcellona ha ricevuto un trattamento di favore nella Champions League negli ultimi tre anni? L’UEFA ha risposto: 5 giornate di squalifica a Mourinho.
Non ho intenzione di entrare nel merito delle domande di Mourinho. Non sarebbe facile. Richiederebbe contabilizzare le decisioni arbitrali favorevoli e contrarie al Barcellona, assegnare un valore a seconda della circostanza in cui si produce, eccetera. Però, visto che ho antipatia per l’UEFA e l’UEFA ha antipatia per Mourinho, ho pensato di prendere in prestito le parole di Mourinho e chiedere anch’io, ¿por qué?
Perché cosa? Perché l’UEFA non sanziona le simulazioni di fallo? Attenzione, non ho detto gli arbitri, ho detto l’UEFA.
Evidenza empirica.
- Il 3 maggio scorso, il giorno stesso del ritorno di Champions tra Barcellona e Real Madrid il Wall Street Journal ha pubblicato un articolo sul Barcellona che ha come titolo “The World’s Greatest Whiners”. Lo potete leggere qui. Ovviamente sorprende che il Wall Street Journal pubblichi articoli di questo tipo. Sorprende che l’articolo non sia del tutto misurato (e forse rende la lettura più piacevole). L’articolo cita un paio di statistiche (falli fatti/falli subiti, percentuali di gol su punizione all’inizio del campionato e più di recente). Sinceramente credo che queste statistiche non dimostrino un granché. Peccato. L’evidenza empirica in questo caso non è costituita dalle statistiche del Wall Street Journal, ma dal fatto stesso che il Wall Street Journal abbia deciso di pubblicare un articolo con questo titolo. Evidenza, sostengo, che non siano solo i tifosi del Real Madrid a pensare che i giocatori del Barcellona facciano più simulazioni del dovuto. Mi sa che anche al Barcellona lo sappiano, visto che il WSJ dice: “A spokesman for Barcelona did not respond to a request for comment Monday”.
- Qui un video su YouTube in cui si vede l’entrata di Pepe. Brutta, senz’altro. Forse più da ammonizione, che da espulsione. Ma non è questo l’aspetto importante. L’aspetto importante è che si vede che Pepe non tocca Alves. Alves fa un giro di 360 gradi (fin qui normale, potrebbe averlo fatto per evitare il contatto ed una lesione). Poi, già per terra, si porta le mani alla caviglia ed inizia a contorcersi ed a gridare.
- Qui un altro video su YouTube, con altre sceneggiate dei giocatori del Barcellona (Mascherano, Pedro, Busquets), tutte tese ad ottenere l’espulsione del rivale. Un consiglio: mettete il volume a zero perché la musica di sottofondo è sbagliata. Con le sceneggiate va bene la musica napoletana. Ma ci vorrebbe Mario Merola e non una versione orribile dell’incolpevole Renato Carosone.
Potrei darvi altra evidenza empirica. Domenica scorsa Alves, sfiorato al volto, si accascia al suolo e si porta le mani al mento, poi, però decide che è meglio fingere di aver avuto un colpo alla gola e si porta le mani alla gola. Forse non ce n’è bisogno perché molti di voi ricorderanno la faccina di Busquets che faceva capolino fra le sue mani mentre, steso sull’erba di San Siro, cercava di vedere se l’arbitro aveva già provveduto ad espellere Motta nell’andata della semifinale di Champions dell’anno scorso.
Dimostra tutto ciò che gli arbitri sono inetti e/o corrotti? Ovviamente no, perché anche gli arbitri migliori fanno errori e perché non sappiamo cosa siano realmente riusciti a vedere in campo (non dimentichiamo che i poveretti, per decisione dell’UEFA ed a differenza del resto del mondo, non hanno a disposizione immagini televisive). Dimostra forse che i giocatori del Barcellona siano moralmente inferiori a quelli del Real Madrid o del mio amato Napoli? Ovviamente no. Dovremmo, di nuovo, fare studi molto più complessi.
Però dimostra una cosa: che l’UEFA è inetta, corrotta, or both.
Perché? Perché una simulazione di fallo è l’equivalente sportivo di una denuncia falsa. E le denunce false sono reati negli ordinamenti giuridici del mondo intero per un motivo semplice: che in questo modo si rende più economico, efficiente ed equo il funzionamento della giustizia.
Immaginate un mondo nel quale gli arbitri non debbano più preoccuparsi costantemente delle simulazioni di fallo e dedurre dalla caduta di un giocatore che un contatto c’è stato, perché se contatto non c’è stato, scatterà una sanzione di n giornate, con n>0?
Riassumendo, il principio giuridico secondo il quale una denuncia falsa è un reato punibile favorisce il funzionamento equo ed efficiente della giustizia. Se l’UEFA non ne fa uso, è perché o sono così inetti da non capirlo, o non hanno uno speciale interesse nell’equità della giustizia sportiva (or both). Forse l’UEFA crede di farci un favore a non scoraggiare le simulazioni per poi usarle a propria discrezione per assicurare che nel beautiful game i buoni (quelli con i piedi buoni, quelli del Barcellona) vincano “meritatamente”. Ma il risultato è un’allocazione in cui giocatori dai piedi buoni (Alves, Pedro, Busquets ma anche tanti altri del Real Madrid, dell’Inter e del Napoli) invece che a correre ed a dare calci al pallone si dedicano all’opera “writhing around like Desdemona on her deathbed in the final act of Verdi's Otello”. Sono parole del WSJ.
Non ho detto che il Barcellona non meriti di vincere la Champions League. Di fatto credo che lo meriti. Non ho detto che il Barcellona abbia ricevuto un trattamento di favore. Non l’ho detto per due motivi. Perché non è possibile dimostrarlo e perché per il mio argomento non è rilevante sapere chi sia il cocco di turno dell’UEFA. Di fatto io credo che il Barcellona sia il cocco del momento dell’UEFA e che sia stato aiutato. Ma, ripeto, non posso dimostrarlo ed è irrilevante.
In ogni caso per il momento, il 28 maggio, forza Manchester e abbasso Platini, che peraltro vinse una Coppa dei Campioni con la Juve trasformando un rigore per un fallo su Boniek, appena appena fuori area. Che c’entra? Nulla. O quasi nulla.
P.S. La sfida multipla fra Real Madrid e Barcellona ha generato un gran dibattito in Spagna. Xavier Sala-i-Martín ha scritto un articolo su La Vanguardia che è stato poi ripreso da Nada es Gratis . Nacho Conde, Fernando Gómez ed io abbiamo scritto un testo che da alcuni è stato giudicato di parte o poco politically correct, non abbiamo capito bene. È stato pubblicato con lo stesso titolo di questo post su di un Blog giuridico, ¿Hay Derecho? qui. Le idee sono simili a quelle di questo post, anche se questo post è probabilmente meno politically correct e pertanto più adatto a nFA. Come si conviene, ringrazio i miei coautori, senza coinvolgerli.
> molti di voi ricorderanno la faccina di Busquets che faceva capolino fra le sue mani mentre, steso sull’erba di San Siro, cercava di vedere se l’arbitro aveva già provveduto ad espellere Motta nell’andata della semifinale di Champions dell’anno scorso.
Tutto ciò avvenne nella partita di ritorno a Barcellona. La sostanza non cambia, solo per la precisione...;-)
Simone, hai ragione. Me l'aveva già fatto notare mio figlio e l'avevo cambiato. Ma devo aver copiato il testo dal file sbagliato.