Il sondaggio descritto sommariamente da Ilvo Diamanti rileva che l'84% degli italiani si dice d'accordo con l'affermazione: "Ci vorrebbe un uomo forte a guidare il Paese" perché "oggi c'è troppa confusione". Ancora più sorprendente è la relativa omogeneità fra i diversi orientamenti politici (si oscilla dal 70% dei rifondaroli al 96% dei leghisti) ed il trend marcatamente al rialzo degli ultimi anni (49% nel 2004, 56% nel 2006).
A parte la relativa ambiguità del quesito (e chi mai si affiderebbe ad un "uomo debole" per cacciare il paese fuori dai guai?), l'impressione che se ne trae è quella di una diffusa sfiducia verso le istituzioni ed i partiti politici che trova sfogo nel desiderio che un qualcuno possa scavalcarli e prendere decisioni non-mediate da implementare speditamente. Un cavaliere verde, rosso o nero (a seconda dei gusti) dunque che non debba arrampicarsi sugli specchi e dedicarsi ad equilibrismi incrociati fra veti, contro veti e minacce di dimissioni.
Nei giorni del balletto sulle pensioni (accordo si, accordo no, accordo forse...sembra il gioco delle tre carte) come non essere almeno in parte d'accordo?
Il risultato del sondaggio fa il paio, tra l'altro, con le recenti rilevazioni dell'Eurobarometro che (come di consueto) vedono gli italiani tra i più favorevoli ad una maggiore integrazione all'interno dell'Unione Europea.
In altre parole, gli italiani sembrano stanchi delle facce e dei metodi di chi continua a (mal) governare impunemente. Che a far piazza pulita ci pensi un "uomo forte" partorito (ma come?) dal paese o che a farlo sia una UE più influente poco importa: tutto fa brodo pur di voltar pagina.
Almeno questo desiderio, almeno questa volta, un po' di ottimismo lo induce.
La recente vicenda Alitalia dimostra una volta di più che gli italiani hanno perfettamente ragione a essere europeisti. Senza la Commissione Europea si può star certi che l'unica cosa di cui si discuterebbe ora è l'entità dell'ennesimo sussidio da erogare.