L'editoriale di Mario Deaglio sulla Stampa, con cui se la prende Alberto, come migliaia di altri in questi mesi, è l'ennesima, rimasticata ed apologetica (verso i potenti di turno) versione di un antico articolo "scientifico" del leader intellettuale dei pragmatici, Larry Summers. Non è un caso che Larry, oggi, faccia il Chairman del National Economic Council, ovvero il vero Chief Economic Advisor di Obama, un politico apparentemente molto pragmatico se ve ne fosse stato bisogno d'uno in più. Insomma, è Larry che calls the shots, in compagnia del Presidente; gli altri son lì per ascoltare ed eseguire. Userà, ne son certo, le sue regole di sempre: ossia, il suo common sense.
Il quell'articolo, che 22 anni fa sollevò non poche irritazioni e non solo nel MidWest, Larry sosteneva che per fare buona macro basta leggere il NYTimes o il WSJ tutte le mattine ed usare il senso comune. I modelli non servono perché sono basati sull'illusione ottica che vi siano regolarità misurabili, estimabili, calibrabili e che tali regolarità possano essere rappresentate matematicamente. Non esistono, dice Larry. Non si capisce se è perché la realtà è troppo complicata per cui occorre rinunciare a qualsiasi rigore analitico nell'affrontarla, o perché proprio non esiste alcuna regolarità nel mondo socio-economico. Non importa, ai miei fini fa lo stesso per cui evitiamoci la discussione metafisica.
Una versione recente della stessa menata, versione che definire imbarazzante è dir poco, ce l'ha somministrata Paul Romer pochi mesi fa. L'aggettivo "imbarazzante", così evito ogni ambiguità, deriva da due fatti: uno personale ed uno di carattere generale. Fatto personale: se c'è una persona che, negli ultimi 30 anni, ha fatto una notevole carriera sulla base di due super astratti modellini-due, basati su ipotesi matematiche funambolesche - mai, ma dico MAI, sostenute o confermate da mezza stima empirica, let alone il NYTimes - quella persona è Paul Romer. Il secondo fatto è che Paul scrisse quell'editoriale per spiegare ad un altro gruppo di fondamentalisti (il linguaggio, che se io fossi uno PC definirei "offensivo", è suo) che erano dei confusi ad opporsi al piano Paulson. I fondamentalisti, ci spiegava il mio ex professore, avrebbero dovuto dare ascolto ai maggiormente saggi realisti tipo uno (vi prego di notare l'indiscusso leader di quest'ultimi ... una vera perla!) o realisti tipo due (anche in questa lista vi è una sottile ironia: metà dei firmatari non sono macroeconomisti ma esperti di aste. Ossia: di macro non ci capisco una mazza, ma se il piano Paulson passa ci sarà bene qualche consulenza per me, no?). Ora, vorrei farvi notare che il piano Paulson è, praticamente, già fallito ed esattamente per le ragioni che noi, poveri cretinetti fondamentalisti, suggerivamo in quei giorni! Cosa non si fa per guadagnarsi un pelo d'attenzione, o anche soltanto un pelo.
Tutto questo per dire che lo sport è molto di moda, e che quindi occorre prendersela con un certo distacco e con un sorriso sulle labbra. Il mondo è stato sempre pieno (alla faccia di Summers, secondo cui non ci sono regolarità degne di stima nel comportamento umano) di clercs pronti ad osannare "pragmaticamente" i potenti di turno nella malcelata speranza d'entrare nelle di loro grazie, riceverne benefici e magari un pelino di potere; quindi rassegnamoci. Riconosciamo, per onestà intellettuale tipica dei teorici privi di senso della realtà, che quando i potenti predicavano salmi distinti da quelli odierni, anche allora accorrevano a centinaia i clercs a spiegare che qualsiasi deregulation andava bene, e che, magari sulla base delle cretinate della Rand, qualsiasi azione che aiutasse Wall Street era doverosa. Oops, quest'ultimo aspetto non sembra essere cambiato: com'è che tutto cambia ma rimane sempre vero che qualsiasi cosa aiuti Wall Street è doverosa? C'è mica qualche pragmatico in giro, che mi spieghi questa costante universale (ecco, vedi Larry: due controesempi in una piccola avvelenata!)
Insomma, occorre mettere costoro nella prospettiva che gli pertiene, che è quella che è.
Ricordiamo però, ai pragmatici e realisti custodi del buon senso, alcuni fatterelli.
- Il mondo, e nel mondo vi sono le banche, lo gestiscono gli uomini pratici, non quelli della torre d'avorio.
- Le banche centrali, pure, vengono gestite da uomini pratici che di altri uomini pratici seguono i consigli. Quelli della torre d'avorio avevano insistito di non lasciarsi andare, mai. Regole, abbiamo ripetuto per decenni, invece di discrezionalità. Ma la discrezionalità, si sa, è il sangue della politica. Quindi gli uomini pratici han scelto la discrezionalità, oggi come nel passato, come sempre. Perché il popolo vuole fatti, subito e la discrezionalità glieli dà, i fatti.
- Fannie&Freddie sono un'invenzione di uomini pratici, così come la loro estensione fu una scelta di uomini pratici che non gradivano le prediche dei teorici sul moral hazard e gli incentivi distorti. Anche qui, era un problema di fatti, non di parole ed insistere sul moral hazard era di cattivo gusto di fronte a questi milioni di poveretti senza casa.
- Solo uomini molto pratici e poco teorici - veramente POCO teorici e MOLTO pratici - possono pensare di essersi assicurati contro il rischio aggregato di un rialzo dei tassi solo perché AIG o qualcosa di simile ha loro promesso (e con essi a centinaia di miliardi di dollari di altri) che, nel caso arrivi il diluvio, una piccola arca personale targata AIG arriverà, ma solo per loro ...
- Per stare più vicini a casa e lasciar stare l'Amerika (che altrimenti continuo sino a domani), solo uomini politici molto ma molto pratici - con l'ausilio dei loro pragmatici consiglieri che son spesso editorialisti sino a che non vengono "assunti" a ministri - possono aver concepito delle truffe economiche quali sono state e sono, a casaccio, Alitalia, Trenitalia, l'imposta Gheddafi, la Robin Hood tax, il sistema pensionistico italiano, l'IRAP, i concorsi universitari, la RAI, il duopolio televisivo, la CIG ...
Tutti colpi di genio dei pragmatici politici, quelli che agiscono oggi (intanto i "saggi scientifici" non sarebbero in grado di scriveli neanche "dopo", che ci fosse o meno il tempo) ed hanno a disdegno i teorici ed i loro argomenti capziosi. Tutta gente pratica, che guarda al sodo, che pensa a sopravvivere e magari ad essere rieletta domani; o anche solo ad avere l'usuale consulenza. Tutta farina del loro sacco, assieme a milioni d'altre torte, pizze e ciambelle con o senza buco.
Va benissimo, dico io. Ognuno vive con quello che sa fare ed ognuno sa fare quello che può fare. Il sangue dalle rape è difficile cavarlo. Lo capisco perfettamente, sono da sempre pieno di paterna ed umana comprensione verso quelli che "voria, ma no poso". Quindi non è che me la prendo se è a causa dei pragmatici che siamo nelle pettole in cui siamo, come è già successo decine di volte nella mia pur breve vita. Davvero, non me la prendo. Così va il mondo: va esattamente come la teoria economica predice che debba andare e quindi, da buon teorico, non mi sorprendo proprio che così vada.
Chiedo solo, ed anche questo in via del tutto teorica: ma stare zitti, mai? Proprio, proprio mai?
A proposito di Eterno Ritorno degli Eguali: ma a metter su 'ste "bad banks" di cui tutti ora parlano, non ci sarebbe esattamente lo stesso problema di valutazione dei bad assets che bisogna metterci dentro? Cosi' come esisteva anche per l'abortito Super-SIV, d'altronde...