1. L'elezione diretta dei parlamentari. È vero, la proposta di Grillo è vaga e poco documentata. Forse avrebbe dovuto spenderci un po' più di tempo e consultare qualche giurista che gli stilasse una legge dettagliata. Ma è questo davvero il ruolo di un'iniziativa popolare? Il segnale qui era: non ci interessano i dettagli (che possono essere definiti in sede parlamentare), però siamo stanchi di esprimere preferenze già decise dai partiti. E cioè ben vengano le primarie, ma fatte diversamente da come le farà il partito democratico.
2. L'ineleggibilità dei condannati. Sono d'accordo, occorre distinguere il mafioso dal partecipante al sit-in sulla ferrovia. Un serio stato di diritto poi crede nella presunzione di innocenza: impedire l'eleggibilità dei condannati solo in primo grado è una cosa delicata e, forse, incostituzionale. Benissimo. Ma qui il punto non è discutere sulla costituzionalità della proposta specifica. È mandare un segnale che l'opinione pubblica è stanca di ladri, terroristi e mafiosi in parlamento, e che forse non sarebbe male peccare in eccesso verso l'ineleggibilità dei condannati per alcune categorie di reati. Che poi ci si debba fermare alla rapina in banca piuttosto che all'omicidio preterintenzionale si può discutere. Ma sarebbe bene cominciare a farlo.
3. Il limite di due legislature. I critici hanno sottolineato che con questa regola si sarebbe perso il contributo dell'esperienza di autorevoli statisti come Togliatti, La Malfa, etc.... Beh, i controfattuali è difficile farli. Io, nel mio piccolo, ho sostenuto che l'occupazione delle poltrone da parte dei professionisti della politica genera barriere all'entrata in politica di politici capaci i cui costi sono di gran lunga maggiori dei benefici ottenibili dalla rimozione di tali barriere. È una questione empirica di difficile soluzione. Il punto però è un altro: nella situazione attuale si sente sempre più bisogno di un ricambio generazionale. Non sarebbe il caso di fare qualcosa per incentivarlo?
Siamo d'accordo, le posizioni di Beppe Grillo, come abbiamo sottolineato più volte, sono spesso populiste, e le proposte del V-Day erano certamente in parte approssimative e non circostanziate. Ma non era il caso, per una volta, di astrarre dai dettagli per sottolineare le carenze fondamentali della politica che hanno sollecitato l'evento e le proposte, ed il segnale positivo dato dall'opinione pubblica che ha partecipato?
A proposito di presunzione di innocenza due cose:
1) l' eleggibilita' non dovrebbe essere un diritto ma un previlegio. Mentre sembra giusto che il diritto alla liberta' personale venga perso solo dopo la condanna, il privilegio (prebende, pensioni, machine blu etc) dovrebbe avere un limite minimo un po piu alto di "non essere stato ancora condannato".
Per essere Onorevoli bisogna essere onorevoli; se c'e' una macchia sull' onore, allora o si rinuncia al posto, oppure si cambia il titolo in "Non ancora disonorevole".
2) Correggetemi se sbaglio, ma i gradi di appello non sono stati creati per proteggere l' accusato da una persecuzione ingiusta? Prima di avviare un appello, non bisognerebbe provare o almeno paventare qualche vizio nel procedimanto di primo grado?
Se il primo grado si e' concluso con una condanna e non ci sono vizi formali o sostanziali, perche' il sistema deve sovraccaricarsi di uno o due appelli? L' appello non dovrebbe essere un eccezione non la regola.
Piantarla con le buffonate aiuterebbe ad essere presi sul serio. Portare in piazza centinaia di migliaia di persone è una cosa importante, che dovrebbe implicare una maggiore assunzione di responsabilità.
Penso anch'io che, in un caso come quello del V-day, dare un chiaro segnale di rottura fosse la cosa fondamentale: giusto averla perseguita anche a discapito di una più attenta formulazione delle proposte. Mi pare però che le implicazioni di questo concetto sfuggano a diversi politici ed alla quasi totalità dei "Grillini" che ho sentito commentare l'accaduto. Il gioco di iperboli (che mi ostino a pensare sia presente) sembra essere sfuggito ai più. Non ha senso prendere alla lettera quanto dice Grillo, ripetere le sue parole ed imitare il modo con cui costruisce le frasi. Quanto un partecipante al V-day dovrebbe auspicare è che si raccolgano presto le 500'000 firme, e che successivamente la politica faccia partire una discussione aperta e pubblica sulle 3 proposte di legge.
Quali prospettive ha il V-day nel medio periodo? Se davvero lo spirito è quello di distruggere i partiti anzichè fondarne di nuovi, ne vedo poche... non sto auspicando una discesa in campo di Beppe Grillo, è solo che non riesco a condividere lo spirito dei tanti grillini che vedono nel V-day l'inizio di qualcosa di grande... mi spiegate come? Decide tutto Grillo per i prossimi 20 anni? E quanto può durare??
Per quale motivo anche liberisti DOC vedono di buon occhio pesanti limitazioni all'eleggibilità dei politici? Pressanti ragioni di carattere empirico? Sono sinceramente curioso... La teoria mi pare dica che, se proprio non riesco ad accettare un sistema in cui "ladri, terroristi e mafiosi" prendono sistematicamente una caterva di voti, penso ad emigrare!
Limite di due legislature: torniamo ai discorsi di incentivi... chiamato a commentare la quasi assenza di laureati ENA nel nuovo governo francese, un dirigente della Scuola ha detto una cosa tipo "I nostri laureati continuano a fare molto bene in tutti i campi. Non l'ENA, ma il governo dello Stato ha ormai perso prestigio". Tornando all'Italia: che molto debba essere cambiato fra i privilegi dei politici mi sembra ormai cosa assodata. Che si possa, legittimamente, cominciare dalla pars destruens, chiedendo l'eliminazione della gran parte di essi, mi sembra un'altra cosa ovvia. Non bisogna però perdere di vista l'obiettivo finale: disegnare un sistema di incentivi e di selezione della classe politico atto ad attirare elementi di buon valore. Un tetto massimo di due legislature mi sembra davvero poca cosa...
D'accordo sulla revisione del sistema dei gradi di giudizio. Va bene il garantismo, ma così proprio non va...