E' inutile prenderci in giro, Napoli e' ormai saldamente in mano alla criminalita' organizzata. Il territorio e' controllato da varie cosche/camorre/gangs, che fanno il bello e il cattivo tempo. Amministrano la loro giustizia, fanno affari, puniscono chi non vuole assoggettarsi ai loro dettami, si dividono le spoglie e regolano i conti fra di loro. Lo Stato e' impotente, e di fatto perde un pezzo di territorio nazionale. Piu' dell'80% degli italiani vuole mandare l'esercito a Napoli. Faccio solo alcune considerazioni:
1) Mandare l'esercito e' inutile e pericoloso. Avere un certo numero di soldati sparsi per la metropoli a fare la guardia non risolve nulla. Le varie cosche possono continuare assolutamente indisturbate a condurre le attivita' di cui sopra, visto che sono maestre nel predisporre sistemi di "early warning" se per caso arrivasse l'autorita', e conoscono il territorio come le loro tasche, potendosi quindi mimetizzare alla grande. L'esercito per di piu' e' pericoloso perche' apre la strada a cose tipo legge marziale, sospensione dei diritti civili, eccetera. Per avere un'idea di cosa succeda quando ci si incammina su questa strada, basta leggersi la storia recente del sud-america o, per chi avesse fretta (e volesse nel contempo gustarsi gli occhi), guardare il film "the dancer upstairs".
2) Basterebbe fare le seguenti cose:
- spendere soldi per avere piu' polizia, piu' sano lavoro di intelligence poliziesca, utilizzando le risorse in modo strategico laddove abbiano i rendimenti maggiori.
- spendere soldi per assumere piu' magistrati.
- istituire processi veloci e comminare pene certe, applicando le leggi che gia' esistono (senza vergognosi indulti). Non come si fa adesso, che se anche un camorrista viene arrestato, grazie al duro lavoro investigativo di pochi eroici poliziotti e magistrati, tanto dopo poco viene rimesso in liberta' sfruttando un cavillo qualsiasi, uno sconto di pena, un indulto qualsiasi.
- adottare metodi di tolleranza zero (anche le minime infrazioni vengono punite col massimo della pena previsto dalla legge).
- proteggere le aziende locali dal pizzo, l'estorsione, eccetera. Spendere soldi per la scuola, per gli insegnanti, per l'educazione.
- tagliare i fondi per il mezzogiorno. Gli aiuti, aiutini, fondi straordinari, soldi che non fanno altro che alimentare il clientelismo politico e la corruzione che fanno tutt'uno con la criminalita' organizzata.
3) Mi rendo conto che purtroppo le proposte al punto 2), in Italia, siano pura fantascienza. Prodi ha dichiarato (sito del corriere di oggi) che "l'indulto era «necessario per l'emergenza nelle carceri» ed è stata «una scelta di tutto il Parlamento» ha detto Prodi aggiungendo che la situazione negli istituti di detenzione «era oltre ogni limite, e dovevamo prendere qualche provvedimento»." Mi sembra uno di quei romanzi in cui la logica fa un acrobatico salto mortale all'indietro con avvitamento. Siccome le prigioni sono piene, e le condizioni dei carcerati sono al limite della vivibilita', allora svuotiamo le carceri. Caspita, hanno davvero capito tutto questi signori. Non gli passa neanche per l'anticamera del cervello la possibilita' che si debbano semplicemente costruire piu' prigioni. No, questo non si puo' fare, perche' non ci sono i soldi. Su questo sito abbiamo lanciato una lista di enti inutili che si potrebbero tranquillamente chiudere o vendere, senza nocumento alcuno per il cittadino, e anzi con evidenti benefici - si pensi ad esempio alla nostra beneamata compagnia di bandiera, Alitalia. (a proposito, sapete la battuta che circolava fra i piloti alitalia anni fa? ALITALIA = Always Late In Takeoff, Always Late In Arrival. Non vi dico cosa vuol dire LUFTHANSA...). Ma questo no, non si puo' fare. Si possono, invece, svuotare le carceri. Ovviamente, se non ci sono i soldi per costruire le carceri, non ci sono nemmeno i soldi per reclutare i poliziotti, assumere i magistrati, eccetera.
4) Prodi, sempre secondo il sito del Corriere, aggiunge che "«La criminalità - ha detto il premier - è ciò che ha impedito fino ad oggi al Mezzogiorno quel salto in avanti che invece hanno fatto la Spagna e altri Paesi del sud dell'Europa..." Ma allora sei davvero in malafede! La Spagna e' cresciuta soprattutto perche' ha fatto una serie di riforme strutturali mirate ad incentivare innovazione, rendere piu' flessibile il mercato del lavoro, tagliare le tasse. Perche' non seguiamo l'esempio dell'Estonia, e tagliamo drasticamente le tasse al Sud, eliminiamo i tremila timbri, bolli, certificati in triplice copia che servono per aprire un'attivita' commerciale o industriale, permettiamo alle imprese di assumere e licenziare chi vogliono, quando vogliono, come vogliono. Eliminiamo (mi ripeto, ma repetita juvant) i fondi speciali, contributi, aiuti, eccetera che non fanno altro che alimentare quei mostruosi cancri che sono le cosche. E i soldi che risparmiamo li usiamo per poliziotti, magistrati, insegnanti.
Basta, mi viene da piangere. Per lo sconforto e per la rabbia al pensiero di come questi minus habens abbiano fatto scivolare Napoli (e, in modi diversi, tutto il mezzogiorno) nello stato vergognoso e disastroso in cui si trova adesso.
Caro Giorgio,
effettivamente la situazione di Napoli non e' affatto felice. Ma non sono d'accordo sulla questione dell'esercito. Certo, per il medio/lungo periodo le soluzioni che proponi tu sono ideali. Ma per l'immediato non vedo molte alternative a un'esperienza simile ai vecchi "Vespri siciliani".
Sui pericoli per la democrazia e le liberta' francamente mi sembra che i tuoi timori siano un po' esagerati. Innanzitutto perche' per quanto male siamo messi, non siamo in America Latina. Poi perche' se uno ammette il tuo pessimismo allora lo deve estendere alle forze di polizia (anzi, sotto molti aspetti creare uno stato di polizia e' piu' facile per la polizia stessa che per l'esercito ).
Anche sull'utilita' dell'esercito non sono d'accordo: mandare i soldati a Napoli con un mandato chiaro e limitato darebbe piu' spazio, tempo e risorse a polizia e carabinieri (che il territorio lo conoscono forse quanto i camorristi) per la lotta alla criminalita'.
Piero
Piero, grazie del commento. Effettivamente sulla questione dell'esercito sono dibattuto. Anch'io pensavo ai "vespri siciliani" (quando l'Esercito fu inviato in Sicilia, dal 1992 - subito dopo le stragi Falcone e Borsellino - al 1998). Il sito del Corriere riporta un'intervista di pochi giorni fa a Leoluca Orlando in cui dice che mentre all'inizio era fortemente contrario alla presenza dell'Esercito, alla fine ne riconobbe l'utilita'. Sarebbe interessante sapere quale fu esattamente l'effetto di questa operazione. Qualcuno ha dei dati? Di sicuro pero' l'utilita' e' limitata ad un segnale di presenza sul territorio, visto che l'esercito di per se non puo' risolvere i nodi strutturali all'origine del degrado.
Riguardo ai pericoli per la democrazia, mi rendo conto che non siamo (ancora) in America Latina, ma il problema e' che operazioni di questo tipo ci avvicinano proprio all'esperienza di quei paesi, in quegli anni. Gia' per altri versi stiamo andando nella stessa direzione dell'Argentina, sarebbe triste imitarla anche in questo. Attribuire all'esercito ruoli che competono alla polizia e' sempre un bruttissimo segno. Negli USA ad esempio l'intervento della Guardia Nazionale sul territorio avviene solo in casi di calamita' naturali, o in altre circostanze del tutto eccezionali (ad esempio, subito dopo l'11 settembre). E tutti (cittadini, politici, ecc) sarebbero fortemente contrari ad un uso dell'esercito per la lotta alla criminalita'.
Cosa invece positiva mi sembra l'idea di utilizzare il servizio civile per sostenere gruppi e associazioni che operano a Napoli, per ricreare quel minimo di "tessuto sociale" che si e' andato via via disintegrando.