Vilipendio di cadavere

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Non ho mai letto una riga di Saramago. Non discuto quello che ha scritto, non mi interessa e non lo conosco per nulla. Discuto l'attitudine tutta nostrana a "buttarla in politica".

Lo scrittore portoghese José Saramago è morto il 18 giugno e ovviamente a cadavere ancora caldo è partita la gara a rivedere la sua opera a fini politici o ideologici. Da quel capisco i suoi scritti si prestavano a tali letture, e dunque potrebbe non stupire che gli avvoltoi volteggino sinistri sulle sue spoglie per disputarsele...mi chiedo però perché si deve arrivare ad eccessi del tipo che riporto.

I più strumentali sono quelli di Micromega on line. Nel sito, nella selva di articoli in home page si legge roba che farà presagire il tenore degli articoli su e di Saramago. A lato di riflessioni sulla vicenda di Pomigliano e del contratto Fiat, dove le categorie analitiche usate da De Magistris, ormai un insopportabile tuttologo che straparla di cose che non conosce, si affiancano a quelle di Gallino, in un tripudio di termini come "schiavitù", "sfruttamento" e addirittura "strage dei diritti", ecco a fianco a tutto questo campionario di tremendismo lessicale da ciclostilato anni '70, è allestita un'urna di memoria per l'appena scomparso Samarago. Dal momento che su Micromega stanno sempre celebrando esequie, ora della Democrazia ora del Capitalismo, tutte cose che sopravvivono poi serenamente ai loro certificati di morte, uno potrebbe pure pensare che Saramago sia ancora vivo. E invece è morto per davvero. Ovviamente, siccome era un romanziere sarebbe stato interessante leggere la sua parabola estetica, conoscere la sua maturazione artistica e così via. Ma aspettarsi questo da un ciclostilato digitale è troppo. E infatti il ricordo dell'artista morto procede secondo i canoni tradizionali della tanato-estetica tipica della mentalità di partito. Ecco che di Saramago si ricorda l'inde-fessa lotta contra la disoccupazione (ditemi voi chi è a favore della disoccupazione), nonché la lotta contro Berlusconi, un uomo che Micromega combatte con scritti e iniziative la veemenza delle quali è direttamente proporzionale al fallimento totale nelle quale quelle iniziative si concludono. Ovviamente in questo guazzabuglio culturale si trova di tutto: articoli contro quel lenzuolo liso e gualcito che alcuni scambiano per il negativo di una foto; i commenti reazionari di Massimo Fini su donne, democrazia e capitalismo (che non si capisce come possano fare presa su elettori e lettori che si definiscono "progressisti"), oltre che critiche variamente assortite anti-mercato che più che categorie di analisi sociologiche o scientifiche  paiono come il riemergere di fasi giovanili, socialiste o comuniste, simili alle fasi freudiane dei bambini, capaci di condizionare e distorcere il vissuto presente e la sua percezione. Insomma, tutti questi ex comunisti ed ex socialisti (o neo-reazionari) che criticano il mercato sono assai sospetti.

Ma ovviamente in un paese di parrocchie e fazioni non poteva mancare l'ulteriore sfregio, eguale e contrario, proveniente dalla Chiesa Cattolica. Oggi (non trovo l'articolo per esteso), l'Osservatore Romano, la Pravda della Chiesa Cattolica, pubblica un severo commento sull'opera di Saramago. L'autore sarebbe stato colpevole di non avere mai fatto "nessuna ammissione metafisica" e di essere stato "pervicacemente marxista". Anche qui nessuna riflessione sull'estetica e i temi della narrativa di Saramago, ma solo un giudizio di rifiuto motivato semplicemente dal fatto che...Saramago aveva fedi e convinzioni ideologiche che non piacciono all'estensore dell'articolo. A parte che se questo fosse il metro di giudizio che si usasse per un qualunque scritto, si finirebbe per dare fuoco ai libri o a proibirli, un esito che all'Osservatore Romano potrebbe pure piacere dati i trascorsi storici dell'istituzione della quale l'Osservatore Romano è la Gazzetta Ufficiale; ma rimane che è tutto il giudizio che si esprime che sembra ridicolo e fondamentalmente immotivato. E' come se si dicesse: "Saramago è un pessimo scrittore perché non la pensa come noi".

Se qualcuno avesse voglia di capire come la politicizzazione infesti anche il dibattito culturale italiano può leggere i necrologi di Saramago. E quest'ultimo non si preoccupi: se è stato un grande scrittore sopravviverà a tutti questi usi strumentali della sua opera e verrà ricordato come uno scrittore e basta. RIP.

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Commenti

Ci sono 58 commenti

Confesso l'ignoranza: sono stato edotto dell'esistenza di Saramago solo dall'enfatica notizia che tale non è più.

A prescindere da ciò, peraltro, pare anche a me che si tratti di un caso paradigmatico. Ma certamente non inusuale, nella valle di lacrime (di coccodrillo) dove conta molto più l'appartenenza che la qualità, sia essa elevatissima o disperatamente bassa.

Del resto, è l'approccio dominante all'analisi d'ogni cosa, anche delle minuzie che hanno il sapore del quotidiano, e non è di oggi. Ricordo perfettamente - si parva licet - i lontani tempi del mio liceo, in cui mi capitò, un anno, di sostenere continue e furiose battaglie verbali con il mio docente di lettere d'allora, il quale si ostinava a giudicare la rispondenza ai suoi schemi mentali degli scritti che doveva valutare.

Si definiva cristiano-marxista: evidentemente non c'era alcun feeling tra noi .....

A me piacque questo

Che avrebbero detto costoro in morte di Marcel Proust? Non c'è mai traducibilità politica per la letteratura, non a questo livello, almeno.

Basterebbe leggere "L'anno della morte di Ricardo Reis" o "Storia dell' assedio di Lisbona".

La chiesa, la sinistra .... ma chissenefrega.

Grazie per averci pensato.

 

Neanche io ho letto alcun romanzo di Saramago e non posso valutarlo come scrittore. Ma lui aveva anche per cosí dire "un secondo lavoro" come polemista politico. Lo conosco solo da questo lato e non mi piaceva. A questo suo ruolo, peraltro liberamente scelto, si riferiscono le recenti polemiche alle quali peraltro Saramago, da vivo, non si era mai sottratto. Non trovo strano quindi che Micromega o l'Osservatore Romano ne scrivano.

qui: http://www.vatican.va/news_services/or/or_quo/text.html#12http://www.vatican.va/news_services/or/or_quo/terext.html#12 l'articolo originale dell'Osservatore Romano, per chi lo voglia leggere.

 

Curiosando su wiki ho visto che Saamago aveva scritto "Il Vangelo secondo Gesù Cristo".

Non sorprende che al vaticano non vada giu :)

La tesi dell'articolo cioè la critica "all'attitudine italiana di buttarla tutta in politica" è giusta ed altamente condivisibile ma, in questo caso, inopportuna.

Inopportuna perchè da anni Saramago era "sulla scena" non per le sue opere, ma per le sue opinioni politiche (su Israele, su Berlusconi, sulla Chiesa Cattolica). Credo fosse convinto delle sue idee (per intenderci non come quei cantautorucoli che facevano "i compagni" per suonare alle feste dell'Unità) tuttavia il ruolo dell'intellettuale politico gli piaceva, l'aveva fatto suo e quindi il minimo che gli potesse capitare è questa strumentalizzazione. In un certo senso l'aveva anticipata ed autorizzata con il suo blog.

Sull'artista non mi posso pronunciare non avendone letto un rigo, ma essendo il sesto su 7 che parla di lui per motivi politici e non ne ha letto un rigo... non è un bel segno. Pronostico un futuro alla Moravia (Ricordate? Ma sì lo scrittore, quel romano dai capelli bianchi degli anni 60-70, allora esisteva soltanto lui come guru intelletuale).

 

Corrado anche io l'ho scritto che gli interventi di Saramago si potevano forse prestare a letture strumentali, quindi non nego che il portoghese potesse andarci a nozze con simili usi della sua salma intellettuale.

Detto questo trovo davvero fastidioso che nel ricordare la dipartita di un intellettuale che ha meriti che si presume pre-esistano al suo impegno politico si ricordi in primo luogo che "era contro Berlusconi e dunque uno dei nostri", oppure che "era un anti-metafisico" oppure "contro la disoccupazione"...ma non per altro, ma solo perché con questo metodo tutto diventa mezzo per condurre con altri mezzi la battaglia politica. Insomma Saramago era un grande scrittore o un grande militante? A leggere Micromega sembra di capire che fosse innanzitutto un militante. E poi francamente, come tu concordi con me, la politicizzazione è un male, anzi IL male, radicale degli intellettuali italiani. 

PS: volevo aggiungere una cosa. Io non ho letto nulla di Saramago, come già ho detto, quindi è giusto è doveroso che mi conceda il beneficio del dubbio di pensare che Saramago fosse davvero un grande scrittore. Se parto invece dalla constatazione tua, che sembra poi quasi un giudizio sulla figura dello scrittore, che Saramago almeno negli ultimi tempi fosse solo un polemista e che su quell'aspetto vada giudicato forse si appanna la sua grandezza di scrittore.

Ma come mai non lo legge nessuno ? Almeno L'anno della morte di Ricardo Reis... è un capolavoro.

Poi sul polemista politico OK, stendiamo un velo...

Ma come mai non lo legge nessuno ? 

Ma come nessuno?! Nessuno di noi che siamo intervenuti per il resto credo sia molto letto.

Io ho letto Blindness e iniziato La storia dell'assedio di Lisbona. Il primo è buono il secondo prometteva benissimo ma non ho avuto il tempo di finirlo. Confesso che un amico di cui non faccio il nome (;-) ) ha parlato di Blindess come di testo policizzato più o meno nei termini in cui si tende a criticare Saramago nei commenti che si trovano ora sui giornali. Personalmente ritengo questa caratterizzazione del testo sia alquanto stiracchiata. E' un buon libro. La prosa senza punteggiatura che a quanto pare e' suo stile (nell'inglese almeno) sembra un artificio letterario un po' scocciante anche se in certi casi ha una sua resa poetica.

Invece a me, avendo letto qualche libro di Saramago e non avendo seguito quasi nulla delle polemiche, il post e soprattutto i commenti sembrano surreali. Gente che parla premettendo che non sa di cosa sta parlando ma non per questo si risparmia giudizi. Sarebbe stato un buon spunto per un romanzo di Saramago a cui il gusto del paradosso e del surreale non mancava affatto.

Se qui siamo stati paradossali o surreali tu devi esserti trovato davvero molto bene: il tuo commento si aggiunge in maniera adeguata al livello di irrealtà che hai percepito.

Io non ho detto una parola di giudizio nei confronti di Saramago o della sua opera, anzi in un commento ho detto che proprio in ragione del fatto che non lo conosco non posso non concedermi (a me, bada bene! Non a lui che non sono nessuno per concedere benefici di dubbi sulla bontà come scrittore a uno come Saramago, tanto più che l'unica cosa che ho letto di lui sono i necrologi) il dubbio che sia stato un grande scrittore. E proprio in ragione di questa assunzione che non posso che assumere (non conosco l'autore e quindi cerco di essere il più charitable possibile) non capisco perchè nel parlare della sua opera amici o nemici si riducano a elencare le polemiche politiche nelle quali Saramago si è infilato da vivo, desumendo da quelle un giudizio per l'intera sua opera letteraria.

Caso mai non l'avessi capito io non parlavo di Saramago, ma di quelli che hanno (stra)parlato di Saramago facendo quello che avrebbero fatto anche se Saramago fosse ancora in vita: combattere il governo Berlusconi o stilare l'Indice aggiornato dei libri proibiti.

Ma se è così difficile capire un post di poche battute, quanto è ardua la lettura di un romanzo di moltissime pagine, per giunta surreale?

 

Il mio giudizio comprendeva post e commenti, mi sembrava scritto chiaramente (e le mie 2 righe erano ancora più sintetiche del post). Ammetterai che  l'insieme dei due è desolante. Magari l'intento era lodevole ma il risultato paradossale è  l'impressione  che l'atteggiamento di vilipendio attribuito ad altri viene replicato pari pari.

Non bisogna essere dei topi di biblioteca, basta una normale conoscenza della letteratura degli ultimi 50 anni per sapere che Saramago ne fa parte a buon diritto. Quindi la frase "Non posso non concedermi il lusso..." è un artificio retorico per mettere le mani in avanti, ma il sottinteso è chiarissimo.

Come definire l'atteggiamento di qualcuno che si vanta di aver scoperto l'esistenza di Saramago solo dai necrologi ma che comunque non si esime dal dare il suo giudizio imprescindibile? a me ricorda mia nipote di 3 anni per cui il paese dove è nata e che praticamente è il solo che conosce è indiscutibilmente il centro del mondo.

E di uno che desume dal fatto che 6 commentatori 6 non  hanno letto nulla Saramago è come Moravia  che dire? A seguire il suo ragionamento, il mostro sacro della letteratura italiana a occhio e croce sarebbe Faletti.

Visto che piacciono tanto i luoghi comuni, ne suggerisco uno anche io a Corrado Ruggeri: che ne dice di paragonarlo a Fo'?  ambedue comunisti e con un nobel,  c'è spazio per ricamarci sopra parecchio.

Comunque non ho intenzione di iniziare una sterile discussione, la chiudo qui.

 

 

 

Scusa Giancarlo,

ma per discutere dovresti prima capire cosa dicono gli altri e per farlo dovresti leggere senza pregiudizi:

Non bisogna essere dei topi di biblioteca, basta una normale conoscenza della letteratura degli ultimi 50 anni per sapere che Saramago ne fa parte a buon diritto. Quindi la frase "Non posso non concedermi il lusso..." è un artificio retorico per mettere le mani in avanti, ma il sottinteso è chiarissimo.

Che sottinteso chiarissimo hai visto in questa affermazione di Marco? Soprattuto dove hai letto che Marco o qualcun altro dei commentatori abbia negato il diritto di Saramago di far parte della letteratura degli ultimi 50 anni? Nessuno si è espresso al proposito.

 

E di uno che desume dal fatto che 6 commentatori 6 non  hanno letto nulla Saramago è come Moravia  che dire? A seguire il suo ragionamento, il mostro sacro della letteratura italiana a occhio e croce sarebbe Faletti.

Visto che piacciono tanto i luoghi comuni, ne suggerisco uno anche io a Corrado Ruggeri: che ne dice di paragonarlo a Fo'?  ambedue comunisti e con un nobel,  c'è spazio per ricamarci sopra parecchio.

 

Qui c'è l'avevi quasi fatta a capire ancora un piccolo sforzo e c'eri, ripeto bastava leggere senza pregiudizi.

Provo a ragionarci partendo dal tuo esempio:

quanti di quelli che conoscono Fo' lo conoscono per Canzonissima e per il suo attivismo politico e quanti per "Mistero Buffo"?

 

 

Il mio giudizio comprendeva post e commenti, mi sembrava scritto chiaramente (e le mie 2 righe erano ancora più sintetiche del post). Ammetterai che  l'insieme dei due è desolante.

 

Se io ammettessi che post e commenti sono desolanti, come dici tu, secondo te starei qui a risponderti? Non capisco che modo sia di scrivere questo: l'abbrivio del tuo ultimo (?) commento è che dovrò ammettere che quello che io dico è desolante. Ma che modo di argomentare è mai uno che assuma come requisito di partenza che l'argomento altrui sia desolante?

 

Non bisogna essere dei topi di biblioteca, basta una normale conoscenza della letteratura degli ultimi 50 anni per sapere che Saramago ne fa parte a buon diritto.

 

E certo...del resto chi è che non conosce la letteratura degli ultimi 50 anni? Ma ti rifersci a quella mondiale? Comprese lingue indigene, dialetti, canti folk e racconti intorno al fuoco delle ultime popolazioni nomadi ancore in giro per la terra? Lo studio di 50 anni di letteratura sarebbe peggio del warfarin per qualsiasi topo, foss'anche di biblioteca.

 

Come definire l'atteggiamento di qualcuno che si vanta di aver scoperto l'esistenza di Saramago solo dai necrologi ma che comunque non si esime dal dare il suo giudizio imprescindibile?

 

Io mi sono vantato? E dove? E quando? Il mio giudizio imprescindibile? Dove l'ho scritto?

 

a me ricorda mia nipote di 3 anni per cui il paese dove è nata e che praticamente è il solo che conosce è indiscutibilmente il centro del mondo.

 

Non c'entra nulla tua nipote o il centro del mondo. Ma da appassionato cultore di poetica surreale capisco che ti piacciano i nonsense.

 

Quindi la frase "Non posso non concedermi il lusso..." è un artificio retorico per mettere le mani in avanti, ma il sottinteso è chiarissimo.

 

Talmente chiaro che non hai capito nulla.

 

 

 

Con tutto il rispetto, mi sembra che chi la butta in politica sia proprio boninu. 

Tacciare De Magistris di essere un insopportabile tuttologo quando invece leggo su micromega suoi articoli riguardanti il ddl intercettazioni (direi una materia dove ha molta competenza); liquidare Gallino, non l'ultimo arrivato, come autore di ciclostilati; rimproverare a micromega di lottare contro S.B. con risultati inversamente proporzionali alla veemenza (se esso è presidente del consiglio sarà colpa di micromega che lo combatte o di chi va nelle cabine elettorali telecomandato?); mi fanno concludere che il buon boninu abbia una pregiudiziale ideologica anti-micromega. La "butta in politica" insomma.
Più condivisibili invece, le critiche al Vaticano.

Un po' come quel (rilevante) blocco elettorale italiano che ha come convinzione politica l'anti antifascismo . Dobbiamo concludere che fra i redattori di questo sito serpeggia un 'anti anti-mercatismo'?

 

Senta emme-ci,

De Magistris ha scritto questo articolo sul contratto di Pomigliano e a questo mi riferivo.

Lo legga e mi dica se non sta parlando di modelli socio-economici e altre cose delle quali non ha titolo per parlare ma che gli sono consentite solo perchè ormai ha l'aura di eroe qualunque cosa dica.

Aggiungo. Micromega non mi piace. E lo sa perchè? Perchè sono confusi, confusissimi come solo gli orfani ideologici possono esserlo. In etica sostengono posizioni libertarissime (a mio avviso condivisibili) contro papa, chiesa e via narrando; ma appena passano a parlare di economia diventano statalisti e danno corso a qualunque idiozia consonante con il sospetto che nutrono per il funzionamento del mercato. La storia politica di alcuni di loro è rivelatrice della traiettoria che prenderanno, mi spiace ma è così. Inoltre danno spazio a gente come Massimo Fini, solo perchè dice cose che suonano strane...e anche qui non capisco che piacere ci sia a dare spazio a un reazionario che dice che il Mullah Omar aveva in mente un idillio per la società afghana (l'ho letto con i miei occhi). Micromega online a me sembra il foglio culturale di intellettuali di sinistra che vivono nel mito imperituro del sogno platonico dello stato retto dai filosofi (Flores D'arcais lo faceva con Craxi il consigliere intellettuale, o sbaglio?).

Lo sa cosa mi rattrista enormemente del suo commento? Che se critico la chiesa lei è subito d'accordo. Se faccio notare come lo stesso atteggiamento alligni anche in altre parti politiche ecco che scatta il meccanismo di difesa di quelle parti. Che le piaccia o no; che dalle parti di Micromega se ne siano accorti o meno, il modo di descrivere l'opera di Saramago nel metodo ha accomunato il foglio del Vaticano e Micromega. La morale di questo modo di sragionare è un detto di Mao che cito sempre a descrivere il buio mentale nel quale è sprofondato il dibattito pubblico italiano: "dobbiamo combattere tutto ciò che il nemico sostiene, e sostenere tutto ciò che il nemico combatte".

Ps: "Chi va nelle cabine telecomandato" per votare Berlusconi. Che parole! Sempre questo disprezzo nei confronti della gente comune, che non capisce, che va educata a colpi di appelli, petizioni marce! Mi viene in mente che nel 1948 la gente comune votò DC mentre tutti i grandi e incensati intellettuali collaterali al PCI proponevano di votare Fronte Popolare. E meno male che hanno vinto le vecchiette che si muovevano dietro Madonne Piangenti...e dico tutto questo non perchè mi piaccia l'Italia di Berlusconi, ma perchè ogni volta che sento l'alterigia di commenti come il suo capisco perchè la sinistra, anche quella "intellettuale" alla Micromega sarà sempre la sinistra salottiera Poltrone e Sofà, senza nessuna presa sulla realtà.

 

 

 

Con tutto il rispetto, mi sembra che chi la butta in politica sia proprio boninu.

 

Non condivido: chiaramente Marco non ha in gran simpatia quelli di Micromega (ancora meno quelli del Vaticano :-) ) tuttavia questo non scalfisce la validità della sua critica alla strumentalizzazione di Saramago.

Se leggi Micromega on line vedrai che effettivamente Saramago viene strumentalizzato e "buttato in politica" mentre dei suoi libri si parla ben poco.

PS

Tutto sommato è più giustificato il Vaticano che almeno lo fa apposta. Nel senso che, attaccati da Saramago in vita, non aspettavano altro per criticare le opinioni politiche di Saramago della cui opera di scrittore a loro non può fregar di meno non essendo un loro "amico".  

Mi pare molto sensato l'articolo. Il vezzo di assumere parole e pensieri altrui a convalida di proprie tesi, trovo sia piuttosto desolante. E' come se ci fosse bisogno di testimoni più o meno autorevoli per attestare le proprie opinioni e le proprie convinzioni.

A proposito di Saramago ho comprato alcuni mesi fa L'assedio di Lisbona che non ho ancora letto. 

 

Mah ...

Quello del partito di micromega e demagistris e quello che con Saramago non può averci alcun "feeling" perché JS si definiva "cristiano-marxista".

Si', quando JS si occupava di politica diceva cazzate. Ma quando scriveva, scriveva.

Leggerlo, e basta. Che il capitolo 7 si applica anche ai poeti morti.

 

quello che con Saramago non può averci alcun "feeling" perché JS si definiva "cristiano-marxista"

 

Scusa, Michele, ma mi pare tu abbia letto "di corsa" il mio intervento: la frase incriminata non si riferiva a Saramago. Cogliendo lo spirito del post di Marco Boninu - che non giudica lo scrittore portoghese, bensì il consueto schierarsi per bande che caratterizza qualunque dibattito italiota, di cui anche questo non è che un casus belli - io riferivo una piccola e lontana esperienza personale, per sostenere che approcci di questo tipo non sono solo di oggi.

Poi, invece, se si vuole dare una valutazione della qualità letteraria di JS è ovvio che sia necessario leggerlo .........

Concordo con una parte delle tue riflessioni, specie sul "buttarla in politica", ma penso che dovresto mproprio leggere qualche riga di Saramago, prima di parlarne!

Altrimenti fai come gli "altri": parli di cose che non sai

ciao

c

 

Altrimenti fai come gli "altri": parli di cose che non sai

 

Va bene ho capito.

 

 

Confesso che il nome non mi diceva niente fino a quando non mi sono "imbattuto" nel "Vangelo di Gesù Cristo", da lui scritto, e tale libro è il motivo principale dell'attacco del Vaticano, e per non sbagliare lo vado a comprare, visto che all'epoca fece molto rumore, per la tesi enunciata.

Il problema, che a me sembra non più tale, ma una accertata verità storica, è che Gesù Cristo nulla ha a che vedere con la congrega fondata in suo nome, e a tale verità JS si attiene nel suo libro.

 

 

E’ sconfortante osservare che intellettuali e imprenditori ignorino uno dei più grandi scrittori del 20mo e 21mo secolo.  E’ naturalmente difficile fondare un giudizio estetico, ma basta leggere Baltasar e Blimunda, o l’Anno della morte di Ricardo Reis per rendersi conto che Saramago è stato un grande scrittore.  

 

Una seconda osservazione su questo intervento riguarda l’ordine dei fattori, perché il risultato non è lo stesso. Non voglio fare una difesa d’ufficio di Micromega, ma il Vaticano non ha nemmeno aspettato che il cadavere si raffreddasse per lanciare un’anatema dei confronti di Saramago. Micromega risponde all’anatema. Non è Micromega che è partito all’assalto, ma la Chiesa cattolica. E perciò sarebbe stato giusto cominciare con l’anatema della Chiesa e proseguire con la difesa di Micromega invece che partire da Micromega e arrivare alla Chiesa. 

 

Riguardo poi all’astio della Chiesa nei confronti di Saramago un pensiero non mio nella mia traduzione dalla traduzione di J.Ware dal cinese: “Avendo perso Dio uno si rivolge alla perfetta azione naturale. Quando si perde questa, ci si rivolge all’ideale umano. Perso questo, ci si rivolge all’etichetta (propriety) e dopo ciò, al rito (ceremony).

 

E’ sconfortante osservare che intellettuali e imprenditori ignorino uno dei più grandi scrittori del 20mo e 21mo secolo.  E’ naturalmente difficile fondare un giudizio estetico, ma basta leggere Baltasar e Blimunda, o l’Anno della morte di Ricardo Reis per rendersi conto che Saramago è stato un grande scrittore. 

 

 

Una domanda Bergamo: lo dici per informarci dato che non lo abbiamo letto o perchè ti sembra che qualcuno abbia affermato il contrario ?

Lo chiedo perchè mi sembra incredibile quanti abbiano inteso questo, quando nè Marco nè altri commentatori si sono espressi al riguardo.

L'argomento era la strumentalizzazione ai fini politici di Saramago non il suo valore di scrittore.

Nei commenti sono l'unico che ha manifestato dubbi sui motivi della popolarità (italiana) di Saramago ma, anche qui, non c'era nessun giudizio sui suoi meriti di scrittore.

Intendevo che la fama di uno scrittore non sempre è dovuta alla sua opera (questo non significa che la sua opera non sia valida). Ho fatto l'esempio di Chomsky, non fosse chiaro faccio quello di Von Masoch: è molto noto anche ai giorni nostri, ma non certo perchè tutti hanno letto  "Venere in pelliccia" !

Arrivare ai posteri per i motivi sbagliati era l'ossessione del protagonista de "L'immortalità" di Kundera (non c'entra niente... solo per far vedere che qualche libro lo leggiamo anche qui ;-) )

Saramago è noiosissimo. La sua "critica sociale" sa di pessimo "realismo socialista": nessuna finezza, il mondo diviso in buoni e cattivi, cioè poveri oppressi e ricchi oppressori. NOIOSO! 

Dice l'anonimo "bergamo":

 

Ma mi si permetta una domanda più generale: perchè commenti anche educatamente critici del politically correct NfA way sono così spesso trattati con simile astio?  Mi si risponderà che questo è il modo di fare Amerikano. A me non pare. Ho vissuto in America per quasi vent'anni e ho trovato persone intellettualmente severe ma tolleranti e rispettose del pensiero altrui.

 

Chiedo: ma tu ci leggi o fai solo polemica?

A parte che non tutti leggono tutto ed io, personalmente, leggo ciò che mi pare e mi piace, il punto non è quello (cosa facciamo, le interrogazioni a salto?).

Se tu leggessi il blog, invece di polemizzare anonimamente, scopriresti che (tanto per non tirare in mezzo gli altri) a me piacciono sia Tabucchi che Coetze, per non parlare di quell'aristocratico e fottuto castrista di Gabo che, se lo trovo a cena, lo riempio comunque d'insulti.

Visto che ci siamo, ha ragione Sandro FT

 

Saramago è noiosissimo. La sua "critica sociale" sa di pessimo "realismo socialista": nessuna finezza, il mondo diviso in buoni e cattivi, cioè poveri oppressi e ricchi oppressori. NOIOSO!

 

ma solo al 50%. Metà dei libri di JS, quelli infatti più popolari, sono noiosissimamente predicatori (e l'idea della cecità manco è sua, è di Ernesto Sabato ..., oops, guarda un po', altro comunista di merda i cui romanzi io adoro!).

Le cose che gli hanno davvero guadagnato il Nobel e dato vera fama di scrittore non sono noiose, Sandro. Memorial do Convento, O Ano da Morte de Ricardo Reis, História do Cerco de Lisboa, per dirne tre, sono libri veramente notevoli e per niente noiosi. Leggerli per credere. Il famoso Evangelho, invece, è una pizza populista però anch'essa scritta bene.

P.S. Puro gossip ... Come per molti grandi letterati, non sono certo che quel tardo secondo amore per la più giovane, mediocre giornalista ma ambiziosissima manager, signora Pilar Del Rio, abbia fatto bene al JS scrittore di qualità. L'ha senz'altro reso infinitamente più popolare, telegenico, amato e soprattutto acquistato (in libreria) di quanto fosse prima. Sic transeat etc.

Ricapitoliamo.
L'ottimo Boninu (che leggo volentieri, voglio sottolinearlo) scrive un articolo nel quale accusa sia micromega che l'Oss.Romano di 'buttarla in politica' su Saramago. Qualche reply (fra cui il mio) critica un po' l'articolo.
Nello specifico, rimprovero a boninu di avere lui una antipatia profonda verso micromega, mentre trovo che micromega non abbia fatto niente di scandaloso a celebrare 'uno dei suoi'. Gli aggettivi dell'articolo di boninu parlano chiaro: DeMagistris 'insopportabile qualunquista'; Gallino (Gallino!) 'tremendismo lessicale da ciclostilato'; la rivista stessa sarebbe 'un riemergere di fasi freudiani giovanili' o un 'ciclostilato digitale'. Ce n'è abbastanza. Viceversa ritengo che le critiche della Chiesa siano realmente dovute a scontro ideologico.
Un altro lettore esprime delle riserve, e viene trattato maluccio, accuse di essere troll comprese. Io invece trovo che si sia espresso in maniera molto educata. Mi chiedo: è possibile esprimere dissenso qui senza essere trattati con sufficienza, oppure torno ad essere solo lettore silenzioso annullando il mio account? 

Torniamo nel merito. Supponiamo che un collaboratore di repubblica (tanto per rimanere nell'ambito dello stesso gruppo editoriale-partito) passi a miglior vita. Il giorno dopo repubblica lo loda ricordando i suoi ultimi articoli, mentre l'O.R. lo critica per il suo (supponiamo) ateismo. Accusereste repubblica di buttarla in politica? Biasimereste le accuse provenienti dal quotidiano vaticano di 'essere un pessimo scrittore perché non la pensa come noi'?
Le mie rispettive risposte sono no e sì, come per micromega e Saramago. 

Mario

 

Anche al Fatto si accorgono di Massimo Fini come impresentabile.

Purtroppo, come spesso succede, il link al fatto quotidiano non funziona, quindi non posso leggere.
Comunque, sull'impresentabilità di M.Fini non ho nulla da ridire.

quel che

 

 

 

 

 

mi riguarda lessi l'assedio (e in inglese) ed e' bello. per il resto caro Bergamo le consiglio Benn. al momento ho letto il vangelo che mi ero completamente scordato, ma Pullman (in Il bravo ragazzo Gesu' e quel bastardo di Cristo) mi rammento' di leggere.

Per il resto amo molto le prefiche e prediche di A. Y . Vyshinsky nelle procedure contro il blocco di destra, e Trockijsta, del 1938 (ne'elam mi informa che e' un po' caro per la vetusta eta e la scomparsa dell'editore, ma mi feci un regalo.)

Fini, Fini, non e' quello che fa il sugo?

 

http://www.gastronomiafini.it/prodotti/default.aspx?id=23

 

 

 

 

Non conosco Saramago. So solo che è morto e ha vinto un Nobel.

 

Mi è piaciuto molto questo post perché trovo colga in modo polemico una questione epistemologica che mi interessa.

 

Marco sta dicendo che l’Osservatore Romano e Micromega sono le due facce della stessa medaglia perché davanti alla morte di un uomo danno rilievo ad interessi ideologici che lui percepisce come strumentali.

 

La polemica di Marco è per me condivisibile a prescindere dal fatto che si conosca Saramago. Basta conoscere Micromega e l’Osservatore Romano.

 

Si possono inventare numerosi esempi calzanti per dimostrare che Marco ha ragione.

 

Esempio 1: se oggi uno shuttle si schianta mentre cerca di raggiungere lo spazio e muoiono un paio di astronauti sappiamo già cosa scriverebbe Umberto Galimberti domani. Galimberti direbbe per l’ennesima volta cose che potrebbe dire anche Heidegger da morto: la tecnica ha il sopravvento sull’uomo, siamo tutti antropologicamente padroneggiati dalla tecnica e poi scriverebbe il nome degli astronauti e la data di domani sull’articolo.

 

Esempio 2: se oggi uno psicopatico ammazza i familiari, il sotterra in giardino e lo beccano dopo qualche ora mentre mangia un tramezzino al bar facendo finta di niente sappiamo già cosa scriverebbe Vittorino Andreoli domani. Cambierebbe i nomi dei protagonisti dell’ultimo fatto di cronaca nera da lui commentato in uno dei suoi articoli con quello dello psicopatico col tramezzino in mano e aggiungerebbe la data di domani.

 

Secondo me Marco ha capito perché io non leggo il Manifesto. Non lo compro più perché si sa già cosa scrivono ancora prima di leggerlo!

 

Saramago è solo un esempio per dire che di qualsiasi cosa si parli sia Micromega che l’Osservatore Romano sono leggermente ripetitivi nel filtrare la realtà impoverendola attraverso la loro linea editoriale asfissiante.

 

A Marco, che non conosceva Saramago, sarebbe piaciuto sapere tante cose, ma guarda caso Micromega ci ricorda che era anti-berlusconiano, appiattendo la figura complessa di un grande scrittore su un fatto marginale rispetto a ciò che si può dire della storia intellettuale di una persona che muore.

 

Quelli di Micromega hanno deciso di dar spazio all’anti-berlusconismo di un portoghese illustre piuttosto che dare spazio ad una realtà più ampia e forse più interessante.

 

A me quando sento parlare di anti-berlusconismo mi viene il cagozzo. Soprattutto grazie al modo ossessivo ed ideologico in cui se ne parla su Micromega.

 

Micromega è troppo prevedibile e prende all’anima perché è anni ormai che riduce la realtà italiana ai clichè dell’anti-berlusconismo. Si sa già di cosa scrivono e cosa sostengono su micromega: hanno capito tutto loro: viva Hannah Arendt, abbasso il creazionismo, viva la società civile e l’indignazione. J

 

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Credo che Marco in questo breve post metta a fuoco una questione interessante che va molto al di là dell’accertamento di quanto egli conosca su Saramago.

 

La questione fattuale riguardante il fatto che Saramago fosse o no uno scrittore geniale e talentuoso è secondaria rispetto alle osservazioni del post, il quale ci invita a riflettere su alcune questioni di valore.

 

Mi pare che il post si preoccupi di delucidare alcune questioni di valore più che questioni relative alla verità di quanto scrivono Micromega e Osservatore Romano.

 

L’insofferenza di Marco è giustificabile perché sia Micromega che Osservatore Romano mostrano una introversione ideologica fatta di cliché che tralasciano molte delle cose che si potrebbero dire alla morte di Saramago.

 

La prevedibilità dei coccodrilli ideologici di Micromega e dell’Osservatore Romano è indicativa del fatto che queste riviste sono intrappolate nelle formazioni discorsive cui hanno dato vita attraverso contributi ripetitivi e scialbi nella misura in cui sono ciechi rispetto alla ricchezza della realtà che vorrebbero descrivere sempre con gli stessi occhiali.

 

Il lettore, anche quello che è d’accordo su quanto si scrive su Saramago, non può che notare la parzialità e selettività automatica di quanto si dice sullo scrittore secondo gli interessi di battaglia politico-ideologica di Osservatore Romano e Micromega.

 

La parola scritta dovrebbe essere usata per rivelare, dare respiro, esplorare, e non come un martello pneumatico che batte sempre sullo stesso dente.

 

Quando su una rivista ospita sempre gli stessi nomi e un giornale sempre le stesse firme è forse ora di iniziare a leggere altro. E’ ora di aprire la finestra perché l’aria che tira da oltre quindici anni contro Berlusconi è piuttosto viziata.

 

 

 

Ma se quelli di Saramago sono dei capolavori come davvero sembrano sottolineare gli interventi a

commento del post, come mai non ce ne siamo accorti?

scuis, ma quanti capolavori non ha letto, Lei?

L'autore dell'articolo e' assolutamente libero di trarre riflessioni personali dalla morte di uno scrittore che non conosce, dato che il loro oggetto sembra andare oltre l'opera del defunto autore.

In realta', pero', non e' cosi'. Saramago era comunista, orgogliosamente comunista e rigidamente anticlericale, e la sua opera e' intrisa di queste sue qualita'. Separare l'intenzione dell'autore dall'opera non e' un peccato, ma e' un po' arrogante pretendere che lo facciano gli altri (soprattutto, senza argomentare con riferimento all'opera stessa... non siete voi di nFA a reclamare instancabilmente dati e riscontri empirici?).

Hai torto. Il suo essere comunista nulla aggiunge e nulla toglie alle sue doti di scrittore. Sarebbe come detestare l'opera di D'Annunzio perche' era fascista.

Vatti a leggere l'obituary di Saramago sul sito della BBC e vedrai che si puo' parlare in modo obiettivo, senza santificare o demonizzare la persona. Nessuna arroganza nel pretendere un trattamento che dovrebbe essere all'ordine del giorno. Nessuna.

Leggendo il libro capisco perchè L'Osservatore Romano ne dica peste e corna, Josè Samarango (la cui prosa è tutt'altro che scorrevole, non capisco mai perchè i nobel vadano sempre a gente che scrive criptico..) traccia un quadro di Gesù Cristo molto umano, e molto poco Dio, oltretutto lo fa basandosi su rigorosi testi e documenti, per questo il libro di Samarango è molto pericoloso: non scrive fesserie e rende intellegibile (beh..) ai più che il presupposto della Chiesa Cattolica è una grande mistificazione di avvenimenti successi circa 2.000 anni fa nella Palestina romana.

Sul fatto che si sentisse (o lo fosse veramente) comunista nel libro non c'è traccia, c'è solo un riportare degli avvenimenti da un punto di vista molto rigoroso e umano, invito quindi a leggere il libro, è molto interessante, comunista o non comunista.

Next stop: L'assedio di Lisbona.

A parte il tipo di prosa, che accetti 'per contratto' con l'autore che scegli, esiste un'edizione con caratteri e impaginazione leggibili? L'edizione economica Feltrinelli fa venire il mal di testa con e senza occhiali...

A parte che la nuvola di parole di nFA su Saramago mi portava qui, non sul post di Marco, confermo che leggere "L'assedio di Lisbona" è stato molto bello, un bel libro veramente (di cui ne'elam ne rende conto nel suo post).

Lo so che non frega niente a nessuno, ma se non li avete letti leggete "Il Vangelo secondo Gesù Cristo" e "L'assedio di Lisbona", non sono all'indice dei "libri proibiti nFA" e costano poco, ma valgono tanto.