La notizia è riportata qui, insieme alle istruzioni su come accedere alla banca dati (ma è inutile provare ormai, il sito è stato inondato di richieste, è scoppiata una bufera e i links sono stati già tolti).
Sono esterrefatto, ma voglio solo segnalare un'inesattezza di VV, che ha dichiarato: «È un fatto di trasparenza, di democrazia, non vedo problemi: c'è in
tutto il mondo, basta vedere qualsiasi telefilm americano. Era già
pronto per gennaio, ma per evitare le polemiche in campagna elettorale
ho chiesto di pubblicarle più tardi».
Non è esattamente vero che c'è in tutto il mondo, perlomeno non negli Stati Uniti. Questo lo so per esperienza personale: in un mio progetto di ricerca ho fatto richiesta di poter utilizzare alcuni dati confidenziali dell'IRS, il fisco americano. Questi dati sono consultabili solo in appositi centri dati del Census americano, con standard altissimi di sicurezza. Le pene per la divulgazione di qualsiasi dato relativo alle dichiarazioni dei redditi di individui o imprese (anche il fatto stesso che l'individuo abbia effettuato una dichiarazione dei redditi) sono severe: fino a undici anni in galera, fino a 600,000 dollari di multa, la possibilità di venire citati per danni in sede civile, più ovviamente tutte le spese legali (Title 26 del U.S. Code).
La cosa è al di là del bene e del male, questo è chiaro, ma la domanda interessante è: perché l'ha fatto?
Ed in un atto di grande professionalità, i giornalisti del Corriere che fanno?
Utilizzano la follia VViana per parlare male del nemico del momento della (loro stavolta) casta. L'articolo, non firmato, è composto di vergognoso veleno e di basse insinuazioni dalla prima riga all'ultima.
Cialtroni, senza remora alcuna: giornalisti cialtroni e servi dei padroni.
Certo!, non sia mai che andiamo a toccare il sacro ordine dei giornalisti. Un vero schifo. Peraltro, ad occhio e croce, mi sembra che Grillo (e probabilmente anche Benigni) sia stato molto piu' onesto di altri personaggi del mondo dello spettacolo, a giudicare dal reddito dichiarato!
Sono con Michele. In tutto questo pressapochismo, populismo, ignoranza, la cosa che fa piu' specie e' la reazione dei giornalisti che vanno a cercare Grillo, che ha appena proposto referendum contro le limitazioni alla liberta' di entrata nella professione. E' davvero scandaloso.
L'altro aspetto, naturalmente, e' il fatto che in Italia, qualunque cosa uno faccia con una impresa privata, deve firmare 17 fogli per liberarla dai vincoli della legge sulla privacy, pero', naturalmente lo stato e' buono e le regolamentazioni per loro non valgono, loro possono pubblicare dichiarazioni dei redditi e informazioni connesse e questa e' democrazia. Perche' non avere anche i numeri di cellulare a fianco della dichiarazione? Se non di tutti, almeno quello di Grillo!