Giulio Tremonti sta partecipando a Washington DC alla conferenza congiunta di Fondo Monetario Internazionale e Banca Mondiale su temi fiscali. Ha raccontato (vedi qui, qui e qui) che ieri gli hanno fatto vedere o consegnato delle tabelle che
ci vedono messi sul debito pubblico insieme, a fianco della Germania e molto meglio di tanti altri grandi Paesi, Stati Uniti compresi.
Sorprendente, no? Iniziamo a scavare. Sul debito pubblico, per il momento siamo messi esattamente così rispetto a Germania, Stati Uniti, e altri grandi paesi (fonti: IMF e, per la Spagna, Eurostat).
Siamo messi maluccio, insomma, grazie agli illuminati governi che si sono succeduti dai primi anni '80 (quando sembravamo un paese quasi normale rispetto al debito pubblico) alla seconda metà degli anni '90 (quando il debito pubblico ha smesso di crescere più rapidamente del PIL). Se ne è già abbondantemente parlato su questo blog.
Che cosa ci sarà mai potuto essere, quindi, in quelle tabelle del FMI che (a dire di Voltremont) mostravano una situazione completamente diversa?
Il lettore che va nei dettagli degli articoli linkati sopra scopre che conterrebbero stime e previsioni sull'avanzo primario annuo necessario ad ogni paese nei prossimi dieci anni per raggiungere un rapporto debito/PIL del 60% nel 2030.
Il saldo primario, lo scrivo per il lettore non specialista, è la differenza tra entrate e uscite dello stato, senza contare, tra le uscite, gli interessi sul debito pubblico ed il deficit delle imprese che hanno forma societaria "privata" (esempio: Poste, Ferrovie, eccetera) ma sono completamente controllate dallo stato. È un indicatore importante per la finanza pubblica perché avere un saldo primario positivo (cioé un avanzo primario) è una precondizione affinché un paese riesca a ridurre il proprio rapporto debito/PIL (precondizione perché poi bisogna vedere qual è il tasso d'interesse che si paga sul debito e qual è il tasso di crescita del PIL).
La stima del Fondo Monetario per l'Italia, sempre secondo queste tabelle che Tremonti ha visto, è di 4 punti percentuali di PIL, di poco inferiore (ci dicono gli articoli) a quella per la Germania. Tremonti così esulta:
Per tanto tempo siamo stati la pecora nera. Vedere oggi l'Italia vicina alla Germania e molto meglio di tanti altri grandi paesi - ha detto Tremonti – è una cosa che, come governo Berlusconi, ci riempie di orgoglio. Certo, i tedeschi hanno virtù; noi abbiamo dovuto fare di necessità virtù. Ma abbiamo fatto le cose giuste ed è giusto che ci vengano riconosciute
Ebbene, Tremonti si è sbrodolato ancora una volta, per quattro ragioni.
Primo, dice che le riunioni degli economisti sono come le riunioni dei maghi e che le loro previsioni non valgono nulla, non si possono fare e vanno ignorate. Oggi si attribuisce grandi meriti di fronte a una di queste previsioni rilasciata a una di queste riunioni. Signor ministro, scusi la pedanteria ma quei quattro punti percentuali che la rendono così felice sono il numero x che risolve:
[D2030/PIL2030] = [D2010 - Σ(x·PILt - rt·Dt)]/[PIL2009·Π(1+gt)] = 0,6,
dove D è il debito pubblico, r il tasso di interesse sullo stesso, g è il tasso di crescita del PIL, Σ la sommatoria da t=2010 a t=2030 e Π la produttoria sullo stesso periodo. Stiamo parlando cioé di un numero basato su previsioni a vent'anni su variabili davvero difficili da prevedere, come il tasso di interesse sul debito pubblico e il tasso di crescita del PIL di ciascun paese. O com'è che oggi queste previsioni sono prese come oro colato dal nostro ministro? Non era lui a dire che non si potevano fare? Forse le previsioni sono buone quando ci danno vincenti ma non quando ci danno perdenti?
Secondo, quali sono le cose giuste fatte dal governo di cui Tremonti fa parte e che oggi gli vengono riconosciute? Non certo essersi presi cura del saldo primario. Il saldo primario dell'Italia e degli altri grandi paesi eropei ha avuto questo andamento negli ultimi anni (Fonte: IMF):
Il lettore può notare, anzitutto, come l'avanzo primario dell'Italia sia sistematicamente diminuito durante i periodi in cui Tremonti era al governo. Il merito ch'egli si attribuisce, quindi, dev'essere quello di aver contenuto la riduzione dell'avanzo primario nel 2009. Al pari della Germania il deficit primario dell'Italia è cresciuto meno di quello di Francia, Spagna ed UK. Bene. Questo prova - non che la cosa ci sorprenda - che i vari stimoli di stampo keynesiano in cui gli ultimi tre paesi (UK e Spagna in particolare) si son lanciati, servono a nulla e probabilmente fanno danno. Prenda nota del fatto anche il ministro Tremonti, che invoca il ritorno a politiche di questo tipo come ristabilimento del primato della politica sul mercat(ism)o. Un fulgido esempio è il suo ultimo "mini stimolo fiscale" di 460 milioni per l'acquisto di lavastoviglie e motori fuoribordo.
Peccato, però, che un anno virtuoso dopo trenta di vizio non possa fare una grande differenza: il debito pubblico italiano è ancora molto maggiore di quello tedesco quando rapportato al PIL. In queste condizioni era assai più difficile spendere perché qualsiasi incremento autonomo del deficit avrebbe scatenato il panico nei mercati finanziari ed il debito pubblico italiano avrebbe immediatamente fatto la fine di quello greco. Ecco il merito, quindi: governare un paese dove non ci sono più neppure gli occhi per piangere.
Terzo, il successo non consiste nell'avere un compito meno gravoso degli altri ma nel portarlo a termine, soprattutto se anche gli altri lo fanno. L'avanzo primario medio negli ultimi 10 anni è stato circa il 2% del PIL. Per arrivare al 4% che le tabelle che ha visto Tremonti riporterebbero manca un altro 2%. Stiamo parlando di circa 20 miliardi di euro all'anno di minore spesa o maggiori imposte. Maggiori imposte è impossibile perché siamo già a un livello indecente. Dovrà quindi essere minore spesa. Ben venga. Da dove iniziamo?
Quarto, che tabelle ha visto Tremonti? Consideriamo i seguenti fatti. 1) Anche se il disavanzo primario è lo stesso, quello finale non lo è. In particolare, i tassi sul debito italiano tendono ad essere sempre superiori ai tassi su quello tedesco. 2) Il debito tedesco sarà circa l'86% del PIL a fine 2010 (sempre stime FMI), quello italiano il 121%. 3) Nell'ultimo decennio la Germania non è cresciuta molto, ma è cresciuta comunque più dell'Italia e, al momento, non v'è ragione di credere che questa differenza si rovesci. Messi insieme essi portano logicamente a chiedersi: com'è possibile che a Germania e Italia sia richiesto lo stesso sforzo per ridurre il rapporto debito/PIL al 60%? L'unica traccia di quello di cui Tremonti parla l'ho trovata in un grafico del chart 1.7 del World Economic Outlook, che riporto sotto e che discute anche Ugo Arrigo su Chicago Blog
Sull'asse orizzontale c'è il rapporto tra saldo primario e PIL potenziale nel 2009. Sull'asse verticale c'è lo stesso saldo necessario a stabilizzare il debito (neppure ridurlo), basato su proiezioni di crescita per il periodo 2009-2014. Il saldo primario necessario a Germania e Stati Uniti è assai inferiore a quello necessario all'Italia. Anzi, proprio all'Italia è chiesto il saldo primario maggiore tra tutti i paesi rappresentati. Il che ha perfettamente senso dato che il nostro debito pubblico è, in rapporto al PIL, uno dei più elevati al mondo.
Perché questi dubbi non sono venuti anche ai giornalisti italiani che intervistavano Voltremont ed hanno poi redatto gli articoli? Loro che erano lì hanno dato un'occhiata alle tabelle o hanno creduto a Voltremont sulla parola?
"per far la giornalista devi far arrabbiare ogni giorno qualcuno" massima della BBC, indipendente dai partiti per via della Carta reale, ma qui abbiam la RAI, e non sai mai che scusa utilizeranno per cancellarti dallo schermo. La 7 è telecom e potrebbe subire danni per via di certi programmi (caso Crozza-Italia docet), Mediaset invece...
Ma anche il Sole, che si vorrebbe una specie di FT italiano, non fa una piega quando uno le spara cosi grosse. E allora uno dice "quotidiano economico" di che? pero sapendo che direttore e riotta, per il quale il massimo del contradittorio con un intervistato e dire "ma..." per poi passare alla domanda seguente appena lo guardano male...