Oggi a Milano c'e' stata battaglia fra le forze dell'ordine e la gente nella zona dove abita tradizionalmente la popolazione di origine cinese (via Paolo Sarpi, via Canonica, dietro a corso Sempione). La polizia (o i vigili, non so) hanno multato un commerciante apparentemente per una infrazione stradale, questi si e' ribellato, la popolazione lo ha sostenuto, sono apparse bandiere rosse (cinesi, non comuniste, che c'e' una bella differenza, nonostante la comune origine), e ci sono state botte.
Il sindaco Moratti dichiara che e' inaccettabile che ci siano zone a Milano dove non si possa multare una infrazione stradale, "nessuna zona franca a Milano".
Chi puo' non essere d'accordo (a parte i cinesi con le bandiere rosse, suppongo)?
Pero' allora ce l'ho anch'io una zona franca da denunciare; sta nello stesso quartiere praticamente, dietro corso Sempione. Via Pucci, per la precisione. E' la via dove sta la Rai. Si da' il caso che ci stia anch'io; abito li' quando sono a Milano. Non che non faccia comodo, ma i vigili non sono mai entrati in via Pucci. Le macchine si possono parcheggiare in doppia fila, sulle righe gialle, blu, sulle zebre, davanti ai passi carrai, dappertutto. Non passano mai, i vigili.
Partiamo da li', sindaco Moratti. Che per mandare la polizia contro le bandiere rosse cinesi ci vuole poco, ma per mandarla contro le bandiere rosse dei dipendenti Rai ci vogliono palle quadrate.
P.S. Si noti lo sprezzo dell'interesse personale del vostro editorialista, che fino ad ora ha parcheggiato anch'egli impunemente e senza danni, tanto la sua sembra una macchina da ricco dirigente Rai ... Cosa non si fa per il bene pubblico.
Neanche l'origine, in verita': anche la bandiera taiwanese (R.O.C. Flag: qīng tiān, bái rì, mǎn dì hóng, ossia "cielo azzuro, sole bianco e intera terra rossa", usata in tutta la Cina dal 1928 al 1948) e' rossa per tre quarti, col riquadro in alto a sinistra con sole bianco su campo azzurro che e' il simbolo del Guomindang. Il rosso e' un colore tradizionalmente considerato di buon auspicio, come sa chiunque abbia assistito a banchetti nuziali in ristoranti cinesi; ma i giornalisti italiani non perdono mai l'occasione di scrivere un "pezzo di colore"...