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La conta dei morti nella piazza
di Ez Zauia sfidava il rosso
dei pomodori allineati nel cortile
le mosche ronzavano il canto funebre
delle carogne
cercavo di dirti una parola
ma correvano forte / troppo forte
e gridavano via anche la mia voce
che si spegneva corta sul tuo viso
avrei voluto trovare fiato da soffiare al sangue
pomparti il cuore /dirti /che ancora /dovevi /lottare
mi trascinarono via ancora in ginocchio
uno per braccio
vedevo solo polvere] polvere e rumore
sono tornata a cercarti
nel velo nero
della luna come faro
ma non c’eri
stamattina mi hanno detto che stanno scavando buche
sulla spiaggia dove correvamo fino alle onde.
Eri il più piccolo, quello ribelle,
il mangialibri che cantava in inglese
non ti capivo, t i c r e d e v o
guardavi il mondo come un animale selvatico
d e s t i n a t o a l l a v i t a
e ridevi e ti facevi serio
sfidando il cielo
perché la povertà non diventasse miseria
e la dignità significasse g i u s t i z i a.
Io sorridevo della tua follia
mi sentivo libera nel tuo respiro
dove sei adesso?
Qui cadono tutti
Volevo portare dei fiori
dove hai lasciato il tuo sangue
con quello di Anuar e Fa’ez e gli altri amici
ma non sopravvive più nulla in questa terra
i colori sanno di fumo
il grigio brucia le congiuntive
Mi asciugo gli occhi
Ho mani secche strette nei pugni
e unghie nere piene di terra
Tahir ha detto che stanno reclutando anche le donne
quelle più giovani e veloci
Domani mi daranno il fucile di uno di quei venduti
che hanno sgozzato ieri
Cercherò di ucciderne più che posso
prima di raggiungerti sulla nostra spiaggia
Rasha e Halima sono al sicuro con i bambini
Forse domani correranno per noi
dentro le onde.
Molto toccante.
grazie Corrado... adesso vado a leggermi l'articolo di Michele... l'incipit della Zambrano mi chiama. abbraccio.