i seguenti:
http://www.philostv.com/john-dupr-and-alex-rosenberg/
J. Dupre and A. Rosenberg sono sulle opposte sponde della discussion su riduzionismo/nonriduzionismo
Per chi di voi voglia veder alcune conseguenze eliminate dal tavolo del possibile, vedasi pure l'articolo del 2009 di alex, che è semplicissimo.
Mi permetto di affiggere e di infliggere ai tre lettori che di tal coacervo vedranno il fine, il breve sunto seguente
Vi sono due (in competizione) visioni in phil of science. La maggioranza è fisicalista/anti-riduzionista e dice, grosso modo: mentre il mondo è quello che la fisica ci dice - campi e quattro forze e qualche spare part - il MONDO non è riducibile al "fisico".
Alex - collega di Duke - assieme ad altri nella minoranza, è dell'idea che la metafisica che è fisicalista può esser solo riduzionista. Di nuovo grossomodo: una volta che si accetta che la fisica - come disciplina - ci consegna l'immagine del mondo che ne è rappresentazione corretta, non c'è ALTRO, né spiriti, né nazioni, né progresso, né storia, né la sciocchezza dell'anima, e nessuna delle corbellerie de "il discorso è ben altro". C'è il mondo come rappresentato dalla fisica, e morta lì.
Non so se avrò il tempo di leggere gli articoli (spero di sì perché il tema mi intriga), intanto pongo la domanda: gli anti-riduzionisti dicono che il mondo non è riconducibile al fisico in linea di principio o solo in pratica?
Lo chiedo perché tempo fa ho letto un articolo (pdf) di Elio Fabri (un professore di fisica non famosissimo ma "con gli attributi", che si è occupato anche di filosofia della fisica) che avevo trovato molto convincente. Riporto qui la conclusione:
è la stessa risposta che mi sono dato io. ma mi pare anche l'unica spiegazione possibile. la scienza è prodotto umano e il cervello umano pesa un kilo e mezzo. e il poveretto arriva dove arriva.
d'altra parte chiedersi:
è errato. così come lo è affermazione:
la linea di principio la si può lasciate ai filosofi, cui piace saltarla spesso. quel che conta è l'esperimento pratico e la spiegazione logico-matematica del medesimo.
quel "riconoscere che è sempre riducibile" è un'affermazione un po' presuntuosa. è riducibile solo se qualcuno dimostra che è riducibile. al massimo si può affermare: "da un lato bisogna lasciare aperta la possibilità che la realtà possa essere riducibile ad un livello inferiore". cosa è molto utile in via operativa, quando bisogna disegnare un esperimento, poi però quel che vale è il risultato dell'esperimento.
la differenza può sembrare labile, ma è la stessa enorme differenza che c'è tra il postulato newtoniano: "[la legge del]la natura è semplice" ed il rasoio di occam: "A parità di fattori la spiegazione più semplice è da preferire". il primo è appunto un postulato, quindi non dimostrato (e quindi non scientifico: come si fa a dimostrare che la natura è semplice?). il secondo deriva dalla constatazione che il nostro cervello è quello che é: un kilo e mezzo di massa gelatinosa (almeno in prima approssimazione ;) ), quindi leggi semplici sono da preferire.