Avevo sentito parlare del film. Non solo perché ha avuto un buon successo in Italia, ma anche perché la regista, Roberta Torre, era al liceo con mia moglie. Le amiche di mia moglie sostengono che io l'abbia anche conosciuta, anche se io non lo ricordo assolutamente. Proprio per questo, forse, non l'ho mai voluto vedere, per non dare soddisfazione a mia moglie e alle sue amiche milanesi. Ma questa sera mi ci son fatto trascinare.
Il film è un musical che racconta la storia di un omicidio di mafia (Tano Guarrasi) alla Vucciria - sì, quella di Guttuso a Palermo. O meglio, il film racconta di un funerale (quello di Tano) e di un matrimonio (di sua sorella Franca, finalmente libera di sposarsi dopo la morte del gelosissimo fratello).
Le canzoni del musical sono di Nino D'Angelo - la maggior parte ispirate alla sceneggiata napoletana e cantate in napoletano. La contrapposizione del siciliano degli attori nei dialoghi e del napoletano in musica è bellissima: dà questa idea (almeno a un nordico come me) di una lingua originale - come il peccato (ok immagine un po' retorica la mia; passatemela che non so far di meglio). Il tono è allegro, anzi esilarante. I mafiosi appaiono personaggi di un mondo antico (gli anni '70, nei vestiti e in molte delle canzoni - con citazioni a West Side Story e a Saturday Night Fever) - finti duri con le donne, effeminati omosessuali tra di loro. Una delle canzoni "Simm'a mafia" fa impressione a questo proposito nella sua esilarante brutalità.
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Le donne di mafia, mentre chiaccherano dal parrucchiere prima del matrimonio, sono da urlo. La scena in cui hanno teste di pesce spada al posto dei caschi per la permanente a me pare poesia pura (mi spiace, non l'ho trovata su you tube).
Il film è anche colto; le citazioni si sprecano, dal Padrino (il funerale iniziale) a Hieronymous Bosch (il pesce spada e tanto altro), alla tragedia greca (le sorelle di Tano che commentano la sua vita in fianco al cadavere), alle maschere e i pupi,..., oltre a West Side Story e Saturday Night Fever. Per non parlare della citazione (di più - dell'assunzione, direi) del neorealismo: gli attori sono tutti o quasi non professionisti (le loro professioni sono evidenziate nelle note conclusive). E si vede!! Facce vere, spaventose e divertenti; recitazione diretta, canti e danze sbracate - roba da gente che si sta divertendo.
Come dicevo, davvero una meraviglia questo film. Gli amici con cui l'ho visto mi chiedono a cosa è dovuto il mio entusiasmo (a loro è parso un bel film ma nulla da strapparsi le vesti). Io invece le vesti me le strappo volentieri (niente paura, nessuna foto mia come mamma mi ha fatto). L'entusiasmo è dovuto al fatto che il film non è solo bello e divertente, è NUOVO. Nuova l'idea della mafia in musical, nuova la commistione di lingue, nuove le immagini e la musica, tutto.... E tutto questo nonostante io l'abbia visto all'Istituto di Cultura, in fianco alla solita fauna di vecchie e bums che popolano questi ambienti, in una piccola sala con pessimo audio e peggior ancora immagini. Ma la prossima settimana esce in una sala vera a New York.
Il pezzo finale, "O rep 'e Tano" è da antologia. Enjoy.
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Io non ho mai visto il film, però specie il rap finale, "Tano da Morire", mi impressiona. A parte gli attori, che più che il neorealismo mi fanno venire in mente qualcosa fra un omaggio a Lombroso e il cinema di Ciprì e Maresco, mi colpisce questo eccesso accatastato di barattoli di conserve, teste bovine scuoiate appese, verdura e cassette di frutta, il pesce, il polpo bollito, il dolore iniziale delle donne anch'esso eccessivo: mi verrebbe da dire che la regista è riuscita a fare un affresco di un kitsch pauroso semplicemente insistendo sui tratti tipici del sud. Però benchè il kitsch sia in genere privo di originalità, come dici tu invece questo film è originale...
E sono certo che l'amica di tua moglie ama la Sicilia. Il suo è uno sguardo "da fuori", ma molto partecipato.