nelle avventure del marinaio dalle belle basette appare (nella 24-sima) in Siberia un pazzo, tal Nikolai Roman Maximilain Fyodorovich Ungern von Sternberg, noto a chi seguì le guerre civili dopo il 1917 come uno dei guerrieri che si battè contro i bolschevichi.
Suggerisco di
JAMES PALMER
THE BLOODY WHITE BARON
Faber & Faber, London 2008
La storia è interessante an sich, ma se non lo fosse lo è per un dettaglio che non sfuggì. Nella eterna dibattitura sugli effetti della religione, tutti e le loro sorelle hanno sempre notato come le varie religioni hanno effetti devastanti in termini militari. Vale a dire producono guerre (le Crociate in terra "santa", le crociate contro i Baltici --dove mai si capì cosa si doveva conquistare, anche con molta generosità e' difficile che cristo venisse sepolto a Hiiumma, Bin-Laden, i genocidi fatto dagli Hindus in due o tre stati in India, etc. etc.)
Tutti han sempre fatto l'eccezione per i buddhisti che sembran pacifici meditatori addetti alla propria lunghissima ricerca di Nirvana.
Ebbene, ho trovato il contro-esempio. Il suddetto barone è un guerriero buddhista per il buddhismo, quanto Bernard de Clarivaux -- quello che tormentava Abelard sulla Trinità-- lo fu per i cristiani.
Se o quando avete tempo da perdere nei meandri della storia (la maggior parte degli eventi accadde in Mongolia, per cui non è esattamente un problema da G20).
Da quanto si capisce dalla review sul NYT, credo che mai controesempio abbia piu' meritato la qualificazione di "patologico" - o, per maggiore precisione in questo caso, "psicopatologico"!