Amen vs. Ay-men

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Dove si discetta ancora sulle differenze linguistiche fra Italia e Stati Uniti.

Commentando in questi giorni privatamente, fra noi redattori di nFA, la ormai nota vicenda dell'articolo di tale Francesco Magris sul Sole 24 Ore, ci siamo imbattuti in una di quelle differenze linguistiche fra Italia e Stati Uniti che finiscono per essere estremamente illuminanti sulla differenza di mentalità che, al di là di tanti modelli econometrici, aiuta a spiegare le diverse traiettorie di questi paesi.

Dunque, commentando privatamente, dicevo, si deplorava lo squallore dell'intera vicenda, e come essa fosse un esempio cristallino di "come si fanno le cose" in Italia. A un commento particolarmente sconsolato di uno di noi, chiamiamolo Tizio, Caio ha risposto: "Amen!"

Siccome lo scambio era in italiano, lì per lì ho pensato che Caio volesse dire "amen, pazienza, che ci vuoi fare?". Perché in italiano, nel linguaggio corrente (e non in Chiesa) "amen" vuol dire "pazienza, fine, morta lì, non ci si può far nulla, cosa pretendi?".

La cosa m'aveva sorpreso, soprattutto conoscendo l'animo per nulla rinunciatario di Caio. Poi invece ho capito che Caio non voleva dire "amen" per niente, voleva invece dire "Ay-men!!" E li' mi si e' allargato il cuore, ho sentito squillare le trombe e uno squarcio di sole mi ha illuminato il volto (sì, proprio come John Belushi negli indimenticabili Blues Brothers: cazzo, grandissimo film! La parolaccia è messa lì apposta, così, a scopo dimostrativo).

Eh sì, perché come chiunque abbia avuto occasione di assistere ad un servizio religioso in una Chiesa americana - soprattutto se i fedeli sono in maggioranza neri - può testimoniare, negli Stati Uniti "amen" vuol dire "Sì, assolutamente, concordo in pieno, sante parole" e anche "alleluia, vai così, coraggio, GO FOR IT!!"

Insomma, differenza maggiore non potrebbe esservi. Da un lato, un amen rassegnato e rinunciatario, dall'altro un amen volitivo, affermativo, positivo, rinfrancato e rinfrancante. Lo so, è trito continuare a sottolineare queste differenze di atteggiamento mentale, è trito e probabilmente poco fine (nel senso dei saggisti barocchi) sottolineare la mentalità "can do" degli americani. È riduttivo e superficiale ricondurre tutto all'american dream e minchiate simili. Pur tuttavia, la differenza di mentalità è anche sacrosantemente vera, e l'Italia ha disperato bisogno che ci si scrolli di dosso questa mentalità fatalistica e rassegnata, e che si cominci a fare le cose con passione, coraggio, serietà ed onestà.

AY-MEN!!

 

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Commenti

Ci sono 3 commenti

Sempre molto gustosi e illuminanti questi "aneddoti" (aneddoto non è la parola giusta, ma non mi viene in mente nulla di meglio). Davvero piccole e apparentemente insignificanti differenze sono spesso il simbolo di abissi culturali che separano due società.

Una piccola nota aggiuntiva: sono gli italiani che hanno "storpiato" il significato originario del termine, cioè il significato che la Chiesa Cattolica gli attribuisce, non gli americani! 

 

Negli anni '60 del secolo scorso in Italia al posto di Amen si diceva "così sia"

 

Ma questa pantomina e' divertentissima ... ed abilissimo il Fini, come tattico. Ha fatto la svolta di 180 gradi, rimangiandosi senza batter ciglio tutte le sue affermazioni roboanti pre natalizie, ma cosi' facendo si e' fregato il Casini, che invece tale faccia tosta non e' riuscito a metter su subito (forse sperando nell'arrivo di aiuti da Mastella ed il mitico centro ...). Ora Fini e' l'unico candidato a succedere BS alla guida del nuovo partito peronista italiano e puo' permettersi di far mettere Casini in ginocchio implorando alla porta di esser lasciato entrare. Fossero egualmente abili in altre attivita' ...