Il 12 Giugno 2009 il popolo iraniano ha votato nei seggi elettorali di tutto il mondo per eleggere il proprio decimo presidente. L'affluenza alle urne è stata un assoluto record.
Quando arriva - qualche ora dopo la chiusura dei seggi - il risultato ufficiale risulta scioccante per tutti. Anche per il leader supremo Sayed Ali Khemenei che lo definì "un miracolo di Dio". Più di 39 milioni di persone hanno votato, e il presidente in carica Mahamoud Ahmadi Nejad ha vinto le elezioni con il 63% dei voti (24.5 milioni di voti). Subito dopo l'annuncio ufficiale dei risultati, lo sfidante Mir Hossein Mousavi ha sollevato la questione dei brogli elettorali e questo ha portato il paese a disordini senza precedenti a partire da sabato scorso. Gli eventi che si sono succeduti all'indomani delle elezioni sono veramente storici e cambieranno quasi certamente il futuro dell'Iran, in un modo o nell'altro. Cercherò qui di riassumere quello che sta succedendo ed illustrare il mio punto di vista.
Cos'è scioccante e perché è scioccante?
L'affluenza dell'85% dei votanti ha ribaltato ogni previsione elettorale. La più alta partecipazione precedente (pari al 79%) avvenne nel 1997 e portò all'elezione del riformista Mohammad Khatami. Le più ottimistiche previsioni davano una pertecipazione alle urne del 70%. Per questo l'affluenza alle urne è risultata scioccante.
Un altro numero sorprendete è che 24 milioni e mezzo di persone abbiano votato per Ahmadi Nejad. Anche questa cifra supera le più ottimistiche previsioni. Rispetto al tasso di partecipazione, il numero è sorprendentemente alto, come spiego immediatamente.
Il mistero si fa più fitto se mettiamo insieme questi due numeri. Ahmadi Nejad quest'anno ha vinto col 63% dei voti. Perché questo numero è poco credibile? Confrontiamo i numeri con le elezioni del 2005. In quell'anno, l'affluenza alle urne fu del 62%, e lui vinse con 17 milioni di voti, circa il 63%. Ciò significa che, se i numeri sono esatti, le persone che hanno scelto di partecipare alle elezioni di quest'anno e che non avevano partecipato nel 2005 hanno votato Ahmadi Nejad nella stessa percentuale, 63%, di coloro che votarono nel 2005. Questo non può essere vero. Perché? La risposta è: demografia.
I votanti di Ahmadi Nejad provengono da due gruppi: gli ultraconservatori e la gente delle aree rurali e delle periferie. La partecipazione di questi gruppi alle votazioni non è cambiata significativamente rispetto al 2005. Questi gruppi hanno sempre votato e sempre voteranno per i candidati conservatori. Gli "swing voters" vengono dalla classe media colta che vive nelle città. Queste persone o stanno a casa oppure votano per i riformisti. Così quando la partecipazione aumenta, aumenta anche il voto verso i candidati riformisti.
Nel 2009, 12 milioni di persone in più (rispetto al 2005) sono andate a votare. Basandosi sulla demografia dei nuovi votanti e sui risultati elettorali precedenti, io credo che Ahmadi Nejad non possa aver vinto più del 40% fra i nuovi elettori. Questo significa che, assumendo sia ruscito a mantenere i 17 milioni di elettori del 2005, il miglior risultato che si sarebbe potuto aspettare non superava i 22 milioni (che sarebbero bastati comunque per una sua vittoria).
D'altra parte, Ahmadi Nejad ha perso consensi durate le due ultime settimane di campagna elettorale. I dibattiti televisivi non hanno giocato a suo favore. Inoltre, in queste settimane molte persone, hanno cambiato idea e hanno deciso di andare a votare. Molti di loro non avevano mai votato negli ultimi trent'anni.
Basandosi su questi numeri e sull'ipotesi che l'alto tasso di affluenza alle urne favorisce i riformisti, la gente è scioccata nel vedere Ahmadi Nejad uscire fuori dalle elezioni vittorioso con tali proporzioni. Agli occhi dell'elettore medio (specialmente nelle grandi città) questo può voler dire solo una cosa: c'è qualcosa che non quadra.
Dove sono le pistole fumanti?
La verità è che nessuno lo sa. Non è ancora chiaro a nessuno quale sia la verità, perché nessuno è in grado di trovare prove evidenti di imbroglio. Intanto il Ministro degli Interni, incaricato delle elezioni, ha rifiutato di pubblicare i risultati dettagliati dei distretti. Anche se lo facesse, questo non aiuterebbe il governo, la cui credibilità è seriamente danneggiata: qualsiasi numero che venga prodotto a supporto dei risultati ufficiali viene immediatamente tacciato come falso.
D'altra parte, il partito di Mousavi obietta che i suoi rappresentanti non sono stati presenti allo spoglio delle schede (il Ministro degli Interni contesta quest'affermazione). Questo significa che hanno ben poco da mostrare per supportare le forti accuse che stanno facendo. La cosa migliore che possano fare è sollevare domande e chiedere indagini. Una di queste ha a che fare con il comportamento della minoranza Azeri (Mousavi è un Azeri). Storicamente, il popolo degli Azeri ha sempre votato sproporzionatamente per i candidati Azeri. Quest'anno, tuttavia, Mousavi ha vinto nelle province Azeri con un margine notevolmente ridotto (tra il 52% e il 51%).
Un altro punto che viene sollevato è che in alcuni posti il numero dei voti eccede il numero dei votanti di addirittura il 40%. Secondo il Ministro degli Interni, questo è dovuto al fatto che molte persone potrebbero esser tornate dall'estero al loro paese per votare.
Infine, la più pesante accusa uscita dal partito di Mousavi è l'accusa di golpe. Nella prima conferenza stampa di venerdì notte egli ha dichiarato di essere il vincitore, e che ogni altro risultato ufficiale fosse da considerarsi fraudolento. Ha anche chiesto alla gente di uscire per strada e rimanervi finchè non verrà detta la verità. Questa è la prima volta, in trent'anni, che una persona facente parte del gruppo dirigente abbia invitato apertamente il popolo alla resistenza civile.
Praticamente, Mousavi ha dichiarato che qualche elemento all'interno del sistema di potere è rimasto sorpreso ed insoddisfatto dei risultati ed ha deciso di cambiarli durante la notte. Ciò che ha fatto in modo che la gente gli credesse è stato un annuncio delle Guardie Rivoluzionarie, apparso il giovedì (il giorno dopo delle elezioni) nel quale veniva dichiarato che non sarebbe stata tollerata una "rivoluzione colorata". Hanno anche annunciato un "servizio di sicurezza" a Tehran per sabato (in pratica: un avviso alla popolazione che le forze armate sarebbero scese in strada per dimostrare il proprio potere). Hanno anche disabilitato il sistema di invio di SMS e staccato i segnali telefonici a partire da venerdì mattina. Suona un po' come se l'avessero preparata.
Questi sono i fatti significativi. Mousavi ha fatto una mossa incisiva, ed ha portato milioni di persone in strada. Ha messo la sua vita, e la stabilità del regime al quale è fedele da sempre, in pericolo. Deve per forza sapere qualcosa. Apparentemente sembra non avere prove evidenti di imbroglio. Ma deve avere per forza qualcosa in mano per fomentare questi moti. Ma nessuno sa cos'è.
Il sistema politico in Iran è molto complicato. Anche le dinamiche in atto tra i giocatori chiave di questa partita sono molto complicate. Molte dispute negli ultimi trent'ani sono state risolte a porte chiuse. Questa è la prima volta che un disaccordo tra le fazioni del regime sfocia in strada e viene ripreso dai media di tutto il mondo. Questo rende molta gente del regime estremamente nervosa.
Cosa succederà?
A dispetto delle proteste contro i risultati ufficiali di sabato, il leader [religioso NdR] si è congratulato col vincitore, e con ciò ha confermato il risultato. Anche se più tardi ha chiesto al Consiglio dei Guardiani di considerare le proteste, ha anche menzionato che, dal suo punto di vista, queste sono state delle elezioni oneste. Il supporto del leader [religioso NdR] ed il fatto che il governo ignori e reprima le proteste hanno effettivamente eliminato la possibilità di una risoluzione pacifica della disputa all'interno del sistema politico iraniano esistente.
In una conferenza stampa Ahmadi Nejad ha dichiarato che l'Iran è "lo stato più stabile del mondo". Temo che, stavolta, non abbia fatto centro con il suo giudizio. L'Iran era un paese stabile fino a sabato. Ma la cattiva gestione delle elezioni e le dispute conseguenti hanno cambiato tutto per sempre. Centinaia di migliaia di persone sono in strada ogni giorno. La Basji Milita ha attaccato fisicamente gli studenti in molte università. Da domenica, almeno 15 persone sono state risultate morte (7 di loro sono studenti attaccati nel proprio dormitorio). Tutto ciò di fronte agli occhi del mondo. Potete immaginare quale effetto faccia vedere i giocatori di calcio mostrare la loro solidarietà alla popolazione che protesta indossando dei bracciali verdi in una competizione internazionale (e rischiando così la loro futura carriera). Questo significa che la protesta ha raggiunto anche i viziati bambini ricchi del nord di Tehran.
Dal mio punto di vista la preghiera del prossimo venerdì [domani, NdR] sarà l'evento chiave da osservare. Il leader supremo sarà lo speaker nella preghiera del venerdì. Mousavi e Karroubi (l'altro candidato riformista) hanno chiesto ai loro sostenitori di manifestare durante la preghiera, e di fare in modo che il leader ascolti la loro voce direttamente. Ciò che il leader [religioso, NdR] avrà da dire e il modo in cui lo dirà determinerà la direzione che seguiranno gli eventi. Ad ogni modo qualcuno dovrà piegarsi ed accettare seri compromessi, altrimenti correrà ancora sangue. Qualsiasi cosa ne venga fuori, l'Iran è cambiato per sempre. Ahmadi Nejad ne è responsabile, paradossalmente.
Dopo la rivoluzione arancione, la rivoluzione verde... Vai Ci Ai Ei!