Ancora sul Monitoraggio delle Assenze

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Torno brevemente, per completezza di informazione, sul monitoraggio delle assenze dei dipendenti pubblici, e in particolare sul campione utilizzato dal Ministero per la Pubblica Amministrazione (MPA).

Lo scopo del post non è quello di rilanciare la polemica -- i termini della questione sono ormai molto chiari e non c'è bisogno di aggiungere altro -- ma completare l'informazione e riprendere alcuni spunti interessanti dai commenti al post dei redattori.

Ho riassunto nella figura qui sotto le serie mensili del numero di amministrazioni e numero di dipendenti monitorati, e le corrispondenti variazioni delle assenze rispetto allo stesso mese dell'anno precedente. La fonte dei dati è il MPA, che pubblica mensilmente la sintesi delle rilevazioni.

La serie rossa traccia la dimensione del campione, che come sappiamo consiste da un anno a questa parte di circa la metà del personale pubblico. Il numero accanto a ogni triangolo è il numero di amministrazioni monitorate ad una certa data. La serie azzurra traccia la corrispondente variazione registrata nella assenze per malattia (retribuite e non).

La riga verticale tratteggiata rappresenta il primo compleanno, diciamo così, delle nuove norme di contrasto dell'assenteismo. Poiché le variazioni sono misurate sul mese precedente, quello che ci si aspetta è che le assenze si riducano a sinistra della riga e smettano di ridursi alla sua destra: dopo l'iniziale riduzione seguita all'introduzione delle norme, il ciclo delle assenze riprende a un livello più basso e quindi passato l'anno non dovrebbero più esserci variazioni di rilievo se le norme hanno indotto cambiamenti permanenti. A me la figura rivela quattro fatti degni di nota.

 

serie monitoraggio MPA

 

(1) Il campione varia nel tempo in maniera non sistematica. Questo riflette la natura volontaria della rilevazione: le amministrazioni possono entrare e uscire a piacere.

(2) Il processo di entrata e uscita che si inferisce dalle serie è curioso. Tra agosto 2008 a settembre 2008 il flusso netto è di circa 160 amministrazioni in uscita mentre i dipendenti monitorati aumentano di 700mila unità, ossia raddoppiano. Quindi, con molta probabilità, devono essere uscite molte amministrazioni piccole e devono essere entrate poche grandi amministrazioni. Al contrario, tra dicembre 2008 e luglio 2009 il numero di amministrazioni partecipanti è più che triplicato ma il numero di dipendenti monitorato è rimasto pressoché costante (anzi si è lievemente ridotto). Questo implica che, con molta probabilità, in questo periodo sono uscite poche grandi amministrazioni e sono entrate moltissime amministrazioni piccole. La persistenza della riduzione delle assenze rilevata nonostante questo non trascurabile processo di turnover potrebbe far concludere a qualcuno che il risultato è robusto. Tuttavia il turnover è volontario, e questo resta un problema.

(3) Il valore algebrico della variazione delle assenze registrate tende a muoversi nella stessa direzione del numero di dipendenti monitorati. Cioé: aumenta (minore riduzione delle assenze) quando il campione è più grande e diminuisce (maggiore riduzione delle assenze) quando il campione è più piccolo. Pur avendo implicazioni quantitative modeste (la riduzione delle assenze oscilla tra il 30% e il 40% prima della conclusione del ciclo annuale) questo fatto è coerente con la presunzione che le assenze nelle amministrazioni non monitorate si riducano meno che in quelle monitorate.

(4) Ad agosto 2009 le assenze registrate sono aumentate di quasi il 20% rispetto ad agosto 2008. Può darsi che la riduzione delle assenze ad agosto 2008, quando il campione comprendeva 700mila dipendenti (cioé meno della metà di quanti ne comprendeva un anno dopo) fosse sopravvalutata e quindi stiamo assistendo ad una correzione automatica delle stime. Più probabilmente agosto è un mese particolare che non fa testo. Sarà interessante, oltre all'analisi dei dati della Ragioneria Generale di prossima pubblicazione, vedere cosa succede nelle prossime rilevazioni mensili.

Infine, tre cose che vale la pena (ri)segnalare:

(a) L'indebolimento approvato dal governo di alcune norme di contrasto alle assenze, fatto che è passato piuttosto inosservato.

(b) L'analisi di MicheleElle che mostra, in particolare, che la ripulit... pardon, correzione effettuata dall'Istat sulla variazione delle assenze è a volte al rialzo (il che implica autoselezione dei virtuosi) e a volte al ribasso (il che implica autoesclusione dei virtuosi).

(c) La relazione del MPA al Parlamento [pdf] (gentilmente segnalata da MicheleElle), che contiene molte informazioni interessanti. Tra le altre cose, una survey sinottica della letteratura economica in tema di assenteismo e i dettagli tecnici della correzione effettuata dall'Istat -- questi non provo a tradurveli ma non c'è nulla di nuovo rispetto a quanto detto: chi sa leggerli riconoscerà che questa correzione su observables, di per sé, non risolve il problema di selezione su unobservables.

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Commenti

Ci sono 47 commenti

Scusa, fammi capire meglio, perché l'ora è tarda qui e mi pare di intendere che l'assenteismo sta aumentando, non diminuendo e che tuttavia se non aveva senso statistico prima (dato il campione autoselezionato) non lo ha nemmeno adesso (idem).

FF

Certo, Francesco. Non e' che il campione del MPA e' cattivo quando le assenze diminuiscono e diventa buono quando le assenze aumentano.

Infatti se rileggi al mattino dopo il caffe' :-) noterai che al punto (4) dico che l'aumento di agosto 2009 potrebbe essere il riflesso dell'autoselezione ad agosto 2008. E' comunque troppo presto per concludere che l'assenteismo sta aumentando.

Fammi pero' andare oltre, per un minuto, sul terreno speculativo. Supponiamo che il meccanismo di autoselezione sia tale da indurre a sovrastimare sistematicamente la riduzione delle assenze. Allora se le assenze riprendessero ad aumentare lo stesso meccanismo implicherebbe sottostima sistematica dell'aumento.

Azzardo una previsione: nei prossimi mesi osserveremo ulteriori variazioni in aumento delle assenze e queste saranno attribuite all'indebolimento delle norme di contrasto (su cui finalmente verra' gettata luce mediatica).

E sarà un'attribuzione corretta.

Ciò che, spero, si concluderà è che la PA non è stata riformata per nulla, il sistema di incentivi è ancora e sempre lo stesso, le regole le stesse, il monitoraggio della produttività lo stesso, i compensi per dirigenti e dipendenti gli stessi, eccetera.

A parte che promulgare e poi ritirare provvedimenti punitivi e puramente propagandistici - perché tali erano i provvedimenti dell'anno scorso: nessuna persona sensata (ed a maggior ragione uno dei massimi esperti mondiali di economia del lavoro e potenziale premio Nobel, quale l'attuale ministro della PA autodichiaratamente è) può pensare di risolvere il problema della bassa produttività e dell'assenteismo nella PA togliendo lo stipendio comunque a chiunque si ammali e per qualsivoglia motivo! - il ministro Brunetta in un anno e mezzo di duro, indefesso, coraggioso e, soprattutto, altamente competente lavoro d'esperto non ha fatto nient'altro.

P.S. Ah, no scordavo. È andato in TV tre volte alla settimana, si è trovato una morosa bionda, è stato finalmente in vacanza a Cortina (invitato) ed ha insegnato agli italiani come cucinare la pasta e fasioi (mal).

 

 

 

Il processo di entrata e uscita che si inferisce dalle serie è curioso

 

Mi pare understatement britannico, Giulio. Quantomeno "bizzarro", se non "assurdo". 

Il fatto gli e' che avevo fatto voto di essere nonjudgmental :-)

Ma se me lo chiedi ti dico che condivido il tuo standard.

io lo farei santo davvero (non scherzo) per almeno un merito scientifico:

con questa nuova manovra ha generato una variazione esogena che permettera' di separare l'effetto dell'orario di reperibilita' da tutti gli altri effetti (decurtazione dello stipendio, "effetto brunetta" in senso stretto eccetera)

ringrazio un gentile anonimo lettore (nonche' compagno di sventure di lunga data ;-)) per la segnalazione.

 

L'uomo è veramente un poveretto. Non che non lo sapessi, ma vederlo governare ("riformare" dice lui) la PA con questi metodi e criteri è veramente un poveretto.

Cambia criteri e regole seguendo la giornata, senza un piano in testa, senza un metodo, senza una strategia che non sia seguire gli umori dei media. Ha letto che si sono accorti (che sia colpa nostra, ancora una volta?) che le assenze in Agosto sono aumentate ed eccolo che con l'approssimarsi della stagione invernale, delle influenze e dei raffreddori, ricambia la normativa terrorizzato che ottobre o novembre gli segnalino un altro aumento!

Che personaggio patetico.

E gli economisti del lavoro italiani, a cui paga il giornalino per giocare, tutti zitti a far finta che sia uno accademicamente rispettabile. Ma che si vergognino tutti, compresi gli amici miei! Ma che gente!

Sara' per deformazione professionale (visto che da un paio di anni mi occupo di raccogliere dati oltre che di analizzarli) ma mi sembra che prima di parlare di campioni rappresentrativi, distorsioni e tutto il resto bisognerebbe chiedersi come vengono raccolti i dati e chi ne garantisce la qualita'.

Mi spiego con un esempio didascalico. Nel Comune di Rocchetta di Sopra il Sindaco fa il macellaio e si reca in Municipio due giorni a settimana per una mezz'ora, giusto il tempo di firmare qualche carta. Il Segretario Comunale ha capito l'andazzo e a sua volta va a lavorare saltuariamente (se dovesse arrivare il Sindaco inaspettatamente si fa chiamare dall'usciere e arriva di filato). Gli impiegati (escluso l'usciere, poveretto) arrivano e se ne vanno quando vogliono, non si preoccupano nemmeno di chiedere il permesso per malattia, tanto nessuno controlla. Dai dati rilevati, questa amministrazione e' assolutamente virtuosa. Nessuna giornata persa per malattia, tutto funziona come un orologio (sulla carta, ma per i certificati occorrono almeno tre settimane, se si rompe una tubatura nessuno la ripara etc.).

Nel Comune di Rocchetta di Sotto invece il Sindaco e' un pensionato che soffre di insonnia e passa tutto il tempo (tranne le poche ore di sonno) in Municipio perche' ha a cuore i problemi della comunita'. Se il Segretario Comunale arriva con un minuto di ritardo gli fa una scenata davanti a tutti sulla pubblica piazza e gli congela le ferie per tre mesi. Gli impiegati, meta' dei quali sono assunti con contratti a tempo determinato rinnovato ogni sei mesi, si assentano solo quando sono effettivamente malati (anche perche' il Sindaco manda loro inesorabilmente la visita fiscale, che viene effettuata da suo cugino in secondo grado con la fama di essere rigidissimo). Rispetto a Rocchetta di Sopra i dati di questo Municipio rilevano una situazione peggiore perche' effettivamente ogni tanto qualcuno si ammala davvero.

Morale della favola (che era stata gia' in qualche modo sottolineata in alcuni commenti ai post precedenti): se il rilevamento dei dati non e' fatto da un'entita' indipendente con criteri omogenei su tutto l'universo (o sul campione accuratamente selezionato) e durante l'intero periodo di rilevazione, i numeri non significano niente. Dubito fortemente che queste condizioni sussistano nella PA italiana, ma sono pronto a ricredermi di fronte ad evidenze solide.

 

 

Le tue considerazioni rafforzano, anziché sminuire, le perplessità di Giulio dovute al selection bias. Nel tuo esempio, il comune di rocchetta di sotto invierà i dati sull'assenteismo con maggiore probabilità dell'altro comune. Se poi dai la possibilità a rocchetta di sopra di inviare dati fasulli, ancora peggio!.

Quindi non si capisce perché si debba parlare dell'efficienza della pubblica amministrazione "prima di parlare di campioni rappresentativi, distorsioni, ...". Parliamone assieme invece. È stato il ministro a sbandierarei i dati prendendoli come oro colato. Di motivi per dubitarne della qualità ce ne sono molti. 

 

Concordo, Fabio, c'e' un problema di raccolta dati che precede logicamente il problema inferenziale. Messi assieme, questi problemi rendono del tutto oscuro quello che si sta misurando.

Prima di essere risucchiati in questa polemica dall'articolo dell'Espresso avevamo infatti cercato di spostare il dibattito su un'altra questione, che e' meno metodologica e piu' di sostanza (vedi conclusione del mio post di dicembre 2008), ossia la produttivita' della PA.

Qui e' evidente che il primo nodo da affrontare e' quello che sottolinei, ossia la corretta definizione e misurazione dell'oggetto di interesse. E' stato da pochi giorni emesso il decreto attuativo della "riforma Brunetta", sul quale conto di tornare presto, che commette lo stesso errore di fondo perche' delega definizione degli obiettivi e misurazione della produttivita' di un'amministrazione ai dirigenti della stessa.

La cosa che piu' mi stupisce e' questa. Noi abbiamo iniziato questa discussione da 15 (quindici) mesi. Se Brunetta e i suoi invece di incazzarsi perche' lo sbarbatello giovanotto e gli spocchiosi professori che lavorano in America (e che son sbarbatelli pure loro per gli standard italiani) gli hanno pestato i piedi si fossero fermati a riflettere onestamente su quello che stavamo dicendo -- che non era dettato da alcun pregiudizio -- avrebbero potuto correggere certi errori. Quando faccio un seminario e mi dicono che quella cosa li' e' sbagliata e quell'altra fa schifo non e' che mi incazzo: ringrazio, prendo appunti, rifletto, e miglioro il paper. Io faccio cosi', almeno.

 

OK Brunetta è antipatico, arrogante, bugiardo, leccapiedi di SB etc..etc.. La Gelmini è lo stesso ed in più nessuno sa come mai è diventata ministro.... Sono pasticcioni ed inesperti, sono più interessati all'effetto mediatico che al funzionamento della Pubblica Amministrazione etc.. etc.. Se volete continuo ad insultarli per mezza cartella

Ma non riesco a togliermi un dubbio dalla testa.  Le riforme ben concepite, efficientiste, con gli  incentivi giusti, liberali etc. che tutti vorremmo non le fa nessuno per ragioni abbastanza ovvie. A questo punto, forse anche il casino di Brunetta (e della Gelmini) potrebbe essere meglio che niente - cioè meglio che l'andazzo tradizionale. Il dubbio mi si rafforza quando noto l'odio che Brunetta e la Gelmini suscitano nei sindacalisti CGIL e nei miei colleghi professori universitari.

Per favore, toglietemi questo tarlo....

 

 

 

Per favore, toglietemi questo tarlo ...

 

Niente di più facile, Giovanni. Mai sentito parlare, per caso, della dialettica "hegeliana" (da bar sport) dove uno ha bisogno dell'altro?

Nelle baruffe chioggiotte della politica italiana i sindacalisti della CGIL hanno bisogno di Brunetta e Gelmini, perché così hanno un nemico contro cui organizzare i "lavoratori" giustificando il proprio salario e le tessere. Simmetricamente, Gelmini e Brunetta, hanno bisogno dei sindacalisti della CGIL e dei fannulloni contro cui sbraitare in TV e lanciare appelli ed editti, altrimenti come giustificherebbero le loro continuamente ripetute intenzioni di riformare tutto, cambiare tutto, intraprendere una svolta ... e poi non fare nulla, se non avessero a disposizione tali sceneggiate e tali ovvi obiettivi?

Ma ognuno dei due gruppi ha bisogno che l'altro non venga sconfitto per davvero: se a Gelmini e Brunetta togli i sindacalisti della CGIL essi, G&B, dovrebbero cominciare a GOVERNARE e RIFORMARE per davvero! Dovrebbero studiare i problemi, acquisire conoscenze e competenze che non hanno (sai quanti show televisivi e festine romane perse, se devi rimanere al ministero a lavorare?) e poi, udite udite, dovrebbero anche prendere provvedimenti tecnicamente appropriati e magari arrivare a toccare sacche di potere vere (per esempio: i dirigenti ministeriali, l'esercito di "colleghi" che fanno i consulenti, i baronati universitari vicini ad "essa" ...): sarebbero, allora, cazzi amari assai. Da un lato perché non saprebbero da che parte voltarsi, dall'altro perché dovrebbero confrontarsi con l'incazzata reazione di chi vota per loro.

Sul perché, poi, il "cialtronico" sindacalista guevarista della CGIL-PI non possa desiderare un ministro serio e competente al potere, spero mi eviterai di dilungarmi. Assumo tu lo sappia già.

Spero di aver cosi' contribuito a toglierti il tarlo. La casta non sono solo Brunetta e Gelmini, la casta sono anche i sindacalisti della CGIL, i capi del PD, i grandi dirigenti ministeriali, gli alti magistrati, eccetera. È un equilibrio, caro Giovanni, è un equilibrio ed è pure piuttosto stabile.

P.S. To pre-empt the next question: ma allora perché BS vuole forzare questo equilibrio in una direzione peronista? Non potrebbe far cosi' saltare l'equilibrio che descrivo? Certo, questo rischio c'è. Infatti, anche Brunetta è preoccupato e dichiara che Napolitano è un "galantuomo" mentre Amato a Tremonti si "sentono" per fare dotte riunioni dell'Aspen Institute sul ... da farsi. D'altro lato, a BS occorre capirlo: rischia la galera e l'ignominia, cose evidentemente poco gradevoli. E lui, d'altra parte, cerca di rassicurare i beneficiari dell'equilibrio romano: guardate che io i poteri speciali li voglio solo per stare al di sopra della legge ed evitare la galera, rimanendo immune dalle conseguenze dei miei molti delitti, e magari zittire i magistrati che provassero a perseguirli. Punto. Fatto questo il resto continua come prima, con pane e fica per tutti. Non ho nessuna intenzione di far scassare la baracca, infatti se ben guardate nemmeno ci provo: presento solo leggi che servono direttemante a me stesso e solo della mia condizione di "divo" al di sopra della legge mi preoccupo. Tranquilli, ragazzi, fidatevi: sono uno di voi dopo tutto, son qui da 16 anni e c'ero anche prima, via Bettino. Non ho mai fatto danni, oops riforme, com'è che ora non vi fidate più? Forse che in 15 anni di potere, più o meno interrotto, ho mai toccato l'equilibrio della casta? Forse che vi ho mai minacciato lo status? Al contrario, l'ho rafforzato in mille modi! Fidatevi dunque, a mantenere l'equilibrio di sempre, se mi garantite l'immunità e mi lasciate fare il capopopolo osannato che mi piace tanto, ci penso io.

Cosa pensate intenda dire quando affermo che "alla democrazia ghe pensi mi!"?

 

Sta annunciando a porta a porta il nostro caro ministro un sistema di incentivi per i dipendenti pubblici: distribuire i premi di produttività dando il 50% al 25% piu' produttivo e il 50% al 50% di mezzo (dal punto di vista della produttività). Forse meglio di distribuirlo in maniera uniforme, ma in ogni caso non mi convince: chi definirà i più produttivi? non è chiaro come cambiano le cose per i dirigenti (dice che li repsonsabilizza sull'assenteismo e che li obbliga a controllare)!

Daltro canto ammette che il suo sistema per diminuire le assenze era un pò "rozzo" ma efficace... Tutti d'accordo sul primo punto.

www.video.mediaset.it/mplayer.html

papagna

 

Guardando quei due sul salotto che sparano cifre e percentuali totalmente inventate, mi viene voglia davvero di andare domani (e nelle prossime settimane) in ufficio a grattarmi da mattina a sera. Tanto, se la "gggente" continua a considerarci fannulloni, tanto vale esserlo per davvero.

(ho spento la tv disgustato)

 

Non so, a me non pare tanto malvagia come idea, fatto salvo che il diavolo sta nei dettagli.

Alla fine non e' necessario sapere di quanto A sia meglio di B; per stimolare competizione e' sufficiente un ranking (cioe' una misura ordinale), e un "premio" che sia funzione del ranking (cioe' non uguale per tutti).

Cio' che mi pare necessario, in un sistema cosi', e' che: 1) si sappia il nome di chi decide, 2) il ranking sia pubblico (intendo, reso noto a tutti coloro che erano in gara). Il problema piu' complicato e' 3) avere un sistema che responabilizzi chi sta decidendo il ranking. 

Anzi, via via che scrivo, mi spingo piu' in la': rendendo maggiori i guadagni marginali (cioe' in piu') per piccole differenze nella classifica, si puo' aumentare l'incentivo a lavorare di piu' (non ho chiaro cosa intendevi con "distribuiti in maniera uniforme"). In quale parte della classifica vogliamo cambiare gli incentivi, questo non lo so a priori: dipende da quanto delle differenze viene da diverse abilita' individuali, e quanto dall'impegno. La proposta di Brunetta (scusate, ma per qualche motivo non riesco a caricare il video, quindi mi baso su quello che ho letto da Papagna) non da' alcun incentivo a lavorare un po' di piu' a chi ora starebbe nella parte bassa della classifica, e molto ai piu' volenterosi: questo sistema credo funzionerebbe se assumiamo che l'abilita' di tutti quelli in gara e' la stessa, e differenze nel ranking riflettono solo differenze nell'impegno (cioe' se tutti possono competere per la fascia alta). 

Ci sono un paio di problemi che vedo. Primo, sospetto che questo sistema crei dei problemi di coesione, ma su questo non ho molto da dire; d'altra parte, immagino che problemi di coesione ci siano gia' ora tra chi lavora e chi no. Secondo, temo che un tale sistema "venda" implicitamente il diritto di poltrire: "non prendero' il premio, quindi se non lavoro non ti rubo niente". Anche qui, la questione e' spinosa; idealmente, la frazione di remunerazione che NON dipende da questo sistema dovrebbe essere bassa abbastanza; ma di nuovo, non credo che la situazione di ora sia molto diversa.

My two cents.

Il ragionamento di Fabio non solo può essere utile
per una più corretta raccolta/analisi/interpretazione dei dati,
ma può addirittura diventare oltremodo efficace
per la soluzione del problema dell'efficienza della PA.
Credo il suo ragionamento possa aprire alla definizione di un "nuovo metodo" (si fa per dire)
per combattere l'assenteismo. E avere un'AP virtuosa.
E' il metodo "SottoSopra".
Seguiamo/utilizziamo il suo ragionamento.
La situazione nel comune di Rocchetta di Sopra appare assolutamente virtuosa, ma non è,
grazie al Sindaco macellaio, firmaiolo assenteista.
Non appare, al contrario, virtuosa la situazione di Rocchetta di Sotto, ma è,
grazie al Sindaco pensionato, con cugino medico fiscale rigidissimo.
Il metodo "SottoSopra" pare suggerire la seguente relazione:
se a sindaco macellaio, firmaiolo assenteista, corrisponde un'AP virtuosa sulla carta,
ma disastrosa nell'efficienza;
e se a sindaco pensionato, con cugino medico fiscale rigidissimo,

corrisponde un'AP non virtuosa sulla carta, ma ampiamente efficiente,
sarà bastante, per riportare efficienza nell'amministrazione,
sostituire il sindaco macellaio con il sindaco pensionato?
In verità, la mia esperienza di lavoro dirigenziale insegna proprio questo:
a dirigente, preparato, scrupoloso, responsabile, collaborativo, aperto al dialogo,
capace di comprendere le esigenze di tutte le persone, lavoratori o utenti,
e soprattutto competente e convinto sostenitore dei valori dell'imparzialità e della trasparenza,
pur orbo di un cugino medico fiscale rigidissimo,
corrisponde una PA sempre all'altezza del suo compito
(anche se per qualche "no" a chi conta, può soffrire qualche amarezza),
a dirigente preoccupato solo di sopravvivere, disposto a chiudere un occhio,
perché legato a un sistema di rapporti clientelari,
o a dirigente semplicemente inadeguato,
corrisponde una PA inefficiente.
La qualità del lavoro in una PA dipende molto, molto,

dalla qualità professionale/deontologica dei suoi dirigenti.
Investire sulla formazione professionale dei dirigenti (ma non solo dei dirigenti)

è la strada più trasparente per una PA al perfetto servizio dei cittadini.
Un solo esempio.
Nella scuola X, diretta dal Capo d'Istituto Y, alcuni docenti furbi, ma non necessariamente fannulloni,
erano soliti utilizzare il certificato medico per l'irrinunciabile settimana bianca.
Al solo cambio del capo d'Istituto, preceduto semplicemente da fama di normale "serietà",
l'uso del certificato medico cessò senza necessità di alcun intervento dirigenziale.
Nella PA lavorano e "vivono" persone di grandi qualità, da ogni punto di vista.
E sono queste persone a costruire la civiltà delle relazioni sociali in un paese democratico.
Basta non affidare a un macellaio firmaiolo/festaiolo/fannullone la responsabilità della PA.
O no?

Il tuo ragionamento non fa una (proverbiale) piega. In sostanza il rendimento nella PA, come in qualsiasi altro organismo sia pubblico che privato dipende dal sistema di incentivi individuali e dall'efficacia dei controlli (come non si stancano di ripetere gli economisti). Per esperienza personale, avendo lavorato sia in istituzioni pubbliche che in societa' private, non e' necessariamente vero queste ultime siano piu' efficienti o meglio organizzate. Dipende appunto da come sono strutturate e valutate.

Ma tornando all'esempio didascalico vale la pena di mettere in evidenza un punto cruciale. I sindaci di Rocchetta di Sopra e di Rocchetta di Sotto (cosi' come il governo italiano) sono eletti, non nominati. Quindi dovrebbero essere gli elettori a compiere questa selezione della classe dirigente seguendo il loro interesse.

Perche' lo fanno di rado, almeno in Italia? Perche' il macellaio sotto elezioni regala un po' di carne ai concittadini sapendo che poi si rifara' con le gare di appalto? Perche' il sindaco e' un anticomunista (o anti-qualcosaltro) e gli elettori preferiscono essere amministrati da un incompetente, purche' di provata fede? Perche' il macellaio finanzia il bollettino parrocchiale e la televisione locale diretti da suo cognato che le usa per tessere le lodi del sindaco e dire che i suoi oppositori sono farabutti? Perche' gli oppositori sono notoriamente (sulla base di esperienze passate) ancora piu' incompetenti del sindaco? Perche' gli interessi sono troppo diffusi e quindi le coalizioni (e i processi decisionali) che ne scaturiscono sono paralizzate da veti incrociati? Una combinazione piu' o meno lineare di tutte queste cause?

E, domanda angosciante, una volta individuate le cause si potra' mai raddrizzare la situazione?

Io non ho seguito tutta questa storia, ma mi sembra - ad occhio - che ora Brunetta vi stia dando ragione...

RR

be' mi pare stia continuando a dare ragione a se stesso, perche' attribuisce l'aumento del 20% ad agosto ed ora anche settembre alla riduzione delle ore di reperibilita' per la visita fiscale piuttosto che a possibili problemi con la sua indagine mensile.

forse e' veramente l'effetto del cambiamento delle norme, non lo so. lo scopriremo quando le riportera' (se mai potra' farlo) al livello precedente.

«Ho sbagliato e mi dovrò correggere: +20/22% ad agosto e settembre»

 

http://www.corriere.it/politica/09_ottobre_19/brunetta-assenteismo_5da06bc2-bc82-11de-9662-00144f02aabc.shtml