Lo scopo del post non è quello di rilanciare la polemica -- i termini della questione sono ormai molto chiari e non c'è bisogno di aggiungere altro -- ma completare l'informazione e riprendere alcuni spunti interessanti dai commenti al post dei redattori.
Ho riassunto nella figura qui sotto le serie mensili del numero di amministrazioni e numero di dipendenti monitorati, e le corrispondenti variazioni delle assenze rispetto allo stesso mese dell'anno precedente. La fonte dei dati è il MPA, che pubblica mensilmente la sintesi delle rilevazioni.
La serie rossa traccia la dimensione del campione, che come sappiamo consiste da un anno a questa parte di circa la metà del personale pubblico. Il numero accanto a ogni triangolo è il numero di amministrazioni monitorate ad una certa data. La serie azzurra traccia la corrispondente variazione registrata nella assenze per malattia (retribuite e non).
La riga verticale tratteggiata rappresenta il primo compleanno, diciamo così, delle nuove norme di contrasto dell'assenteismo. Poiché le variazioni sono misurate sul mese precedente, quello che ci si aspetta è che le assenze si riducano a sinistra della riga e smettano di ridursi alla sua destra: dopo l'iniziale riduzione seguita all'introduzione delle norme, il ciclo delle assenze riprende a un livello più basso e quindi passato l'anno non dovrebbero più esserci variazioni di rilievo se le norme hanno indotto cambiamenti permanenti. A me la figura rivela quattro fatti degni di nota.
(1) Il campione varia nel tempo in maniera non sistematica. Questo riflette la natura volontaria della rilevazione: le amministrazioni possono entrare e uscire a piacere.
(2) Il processo di entrata e uscita che si inferisce dalle serie è curioso. Tra agosto 2008 a settembre 2008 il flusso netto è di circa 160 amministrazioni in uscita mentre i dipendenti monitorati aumentano di 700mila unità, ossia raddoppiano. Quindi, con molta probabilità, devono essere uscite molte amministrazioni piccole e devono essere entrate poche grandi amministrazioni. Al contrario, tra dicembre 2008 e luglio 2009 il numero di amministrazioni partecipanti è più che triplicato ma il numero di dipendenti monitorato è rimasto pressoché costante (anzi si è lievemente ridotto). Questo implica che, con molta probabilità, in questo periodo sono uscite poche grandi amministrazioni e sono entrate moltissime amministrazioni piccole. La persistenza della riduzione delle assenze rilevata nonostante questo non trascurabile processo di turnover potrebbe far concludere a qualcuno che il risultato è robusto. Tuttavia il turnover è volontario, e questo resta un problema.
(3) Il valore algebrico della variazione delle assenze registrate tende a muoversi nella stessa direzione del numero di dipendenti monitorati. Cioé: aumenta (minore riduzione delle assenze) quando il campione è più grande e diminuisce (maggiore riduzione delle assenze) quando il campione è più piccolo. Pur avendo implicazioni quantitative modeste (la riduzione delle assenze oscilla tra il 30% e il 40% prima della conclusione del ciclo annuale) questo fatto è coerente con la presunzione che le assenze nelle amministrazioni non monitorate si riducano meno che in quelle monitorate.
(4) Ad agosto 2009 le assenze registrate sono aumentate di quasi il 20% rispetto ad agosto 2008. Può darsi che la riduzione delle assenze ad agosto 2008, quando il campione comprendeva 700mila dipendenti (cioé meno della metà di quanti ne comprendeva un anno dopo) fosse sopravvalutata e quindi stiamo assistendo ad una correzione automatica delle stime. Più probabilmente agosto è un mese particolare che non fa testo. Sarà interessante, oltre all'analisi dei dati della Ragioneria Generale di prossima pubblicazione, vedere cosa succede nelle prossime rilevazioni mensili.
Infine, tre cose che vale la pena (ri)segnalare:
(a) L'indebolimento approvato dal governo di alcune norme di contrasto alle assenze, fatto che è passato piuttosto inosservato.
(b) L'analisi di MicheleElle che mostra, in particolare, che la ripulit... pardon, correzione effettuata dall'Istat sulla variazione delle assenze è a volte al rialzo (il che implica autoselezione dei virtuosi) e a volte al ribasso (il che implica autoesclusione dei virtuosi).
(c) La relazione del MPA al Parlamento [pdf] (gentilmente segnalata da MicheleElle), che contiene molte informazioni interessanti. Tra le altre cose, una survey sinottica della letteratura economica in tema di assenteismo e i dettagli tecnici della correzione effettuata dall'Istat -- questi non provo a tradurveli ma non c'è nulla di nuovo rispetto a quanto detto: chi sa leggerli riconoscerà che questa correzione su observables, di per sé, non risolve il problema di selezione su unobservables.
Scusa, fammi capire meglio, perché l'ora è tarda qui e mi pare di intendere che l'assenteismo sta aumentando, non diminuendo e che tuttavia se non aveva senso statistico prima (dato il campione autoselezionato) non lo ha nemmeno adesso (idem).
FF
Certo, Francesco. Non e' che il campione del MPA e' cattivo quando le assenze diminuiscono e diventa buono quando le assenze aumentano.
Infatti se rileggi al mattino dopo il caffe' :-) noterai che al punto (4) dico che l'aumento di agosto 2009 potrebbe essere il riflesso dell'autoselezione ad agosto 2008. E' comunque troppo presto per concludere che l'assenteismo sta aumentando.
Fammi pero' andare oltre, per un minuto, sul terreno speculativo. Supponiamo che il meccanismo di autoselezione sia tale da indurre a sovrastimare sistematicamente la riduzione delle assenze. Allora se le assenze riprendessero ad aumentare lo stesso meccanismo implicherebbe sottostima sistematica dell'aumento.