Non sto qui a riassumere i termini della questione, il lettore che non ci abbia seguito può recuperarli usando i link riportati nel sommario.
I fatti salienti sono tre, che vado subito a riassumere per poi entrare nei dettagli:
- Per il 2008 le indagini a campione prevedevano una riduzione di circa il 20% delle assenze per malattia nei comparti monitorati. La riduzione effettiva, in questi comparti, è stata del 18,5%. Quindi la previsione di Brunetta (20%) era piu' vicina al valore realizzato di quella che io feci (10%). Su questo punto l'evidenza è in suo favore e gliene do credito.
- La riduzione delle assenze per malattia nell'intera pubblica amministrazione è stata molto minore, pari all'11%. Quindi il risultato dei comparti monitorati non si estende all'intera amministrazione pubblica, per la quale l'effetto è circa la metà di quello annunciato. Questa evidenza farà meno piacere al Ministro.
- Il totale delle assenze (per malattia e non) nel comparto pubblico è rimasto invariato. Cosa è successo dunque? Semplice: fatti rientrare dalla finestra dalla quale scappavano, i dipendenti pubblici sembrano essere poi riusciti dalla porta. In altre parole, alla riduzione delle assenze per malattia corrisponde nel 2008 un pari aumento delle assenze per altre cause. Quindi non si è recuperato praticamente nulla in termini di giornate lavorative. Questa evidenza farà ancora meno piacere al Ministro.
Iniziamo dal primo fatto. La figura sotto mostra l'andamento delle assenze per malattia, misurate come giornate annue per dipendente, nei comparti monitorati dal Ministro (ossia tutti tranne istruzione, forze di polizia e forze armate), nel comparto scuola, e nell'intera Pubblica Amministrazione, per le ragioni di cui dirò sotto.
Figura 1. Giorni di assenza per malattia (retribuiti e non retribuiti)
Fonte: elaborazione da dati Ragioneria Generale
L'effettiva riduzione delle assenze nei comparti monitorati è in linea con quella che veniva suggerita dalle indagini mensili di Brunetta. Queste rilevavano per il semestre luglio-dicembre 2008 una riduzione del 41,3% rispetto allo stesso semestre del 2007. Su base annua quindi (assumendo per il primo semestre assenze stabili o in leggero calo lungo il tred pre-esistente) la riduzione prevista per il 2008 era di circa il 20%. Con una riduzione effettiva del 18,5% Brunetta ha avuto ragione: la riduzione registrata nel 2008 è superiore alla riduzione cumulata dal 2003 al 2007 (-15%). In percentuale, ovviamente, non in valore assoluto.
Preciso che questo non significa che le critiche che gli abbiamo mosso fossero sbagliate, infondate, o inopportune. Significa che il problema di autoselezione che avevo sollevato non ha avuto conseguenze di rilievo. In altre parole, a posteriori, la correzione delle stime per l'autoselezione e gli altri problemi di campionamento effettuata dall'Istat ha sostanzialmente funzionato. Trattandosi di una correzione per fenomeni basati su caratteristiche inosservabili delle amministrazioni, questo non era affatto scontato a priori. L'assunzione dell'Istat (le caratteristiche che osservo sono correlate alla propensione, che non osservo, a riportare i dati mensilmente) ha battuto la mia (non sono correlate).
C'è però un fatto singolare da osservare. Nel comparto istruzione (scuola e università), al quale si applicano le stesse norme degli altri comparti monitorati (le norme non si applicano invece a forze di polizia e difesa), la riduzione delle assenze è stata molto minore della media (4,5%). In particolare nella scuola, dove le indagini del Ministero presieduto da Mariastella Gelmini rilevavano tra marzo e maggio 2009 una riduzione di oltre il 40% delle assenze per malattia (i dati si trovavano qui), che farebbe inferire una riduzione del 20% nel 2008 in linea con gli altri comparti, le assenze nel 2008 si sono effettivamente ridotte solo del 3%. Questa minore riduzione è evidente nella figura riportata sopra, dove quello che colpisce è proprio il diverso andamento delle due serie nel 2008. Visto il crollo delle assenze nei comparti monitorati, uno si aspetterebbe una riduzione molto maggiore di quella osservata nel comparto scuola, che da solo costituisce un terzo dell'occupazione pubblica.
Cosa c'è di speciale nella scuola? Perché le assenze non sono diminuite sensibilmente nel 2008 come negli altri comparti? Che i dipendenti pubblici nei comparti monitorati si siano sentiti più sotto pressione? Può darsi, ma sarebbe sorprendente se la riduzione venisse tutta da un effetto di moral suasion generato dal monitoraggio di per sé piuttosto che dall'effetto dell'incentivo monetario, cioé la decurtazione dello stipendio. Ma non possiamo escluderlo sulla base di questi dati, naturalmente. È un punto che merita attenzione.
Questo puzzle (agli economisti piace chiamare puzzle un fatto empirico che non ha un'evidente spiegazione) introduce il secondo fatto. Se nei comparti non monitorati (che costituiscono metà dell'occupazione pubblica) le assenze per malattia si sono ridotte marginalmente, la riduzione nel complesso della pubblica amministrazione deve essere molto minore di quella realizzata nei comparti monitorati. La tabella sotto riporta i giorni di assenza per malattia (retribuita e non) per dipendente nel 2007 e nel 2008 nei diversi comparti.
Tabella 1. Giorni medi di assenza per malattia, per comparto
Comparto | 2007 | 2008 | Variazione |
---|---|---|---|
Ministeri | 15.82 | 12.68 | |
Agenzie | 13.27 | 11.44 | |
Presidenza Consiglio | 16.19 | 14.42 | |
Monopoli | 15.03 | - | |
Vigili del Fuoco | 16.00 | 9.16 | |
Magistratura | 2.91 | 2.59 | |
Diplomatici | 2.47 | 2.21 | |
Prefetti | 5.03 | 4.38 | |
Carriera Penitenziaria | 10.24 | 8.50 | |
Enti non economici | 13.62 | 11.72 | |
Enti locali | 13.88 | 11.00 | |
Enti locali Stat. Spec. | 9.83 | 10.68 | |
SSN | 16.23 | 13.33 | |
Enti di ricerca | 11.33 | 8.70 | |
Totale comparti monitorati | 14.81 | 12.07 | -18.52% |
Scuola | 12.57 | 12.17 | |
AFAM | 7.32 | 6.24 | |
Universita' | 8.10 | 6.31 | |
Corpi di Polizia | 17.77 | 17.13 | |
Forze Armate | 5.67 | 7.67 | |
Totale comparti non monitorati | 12.67 | 12.29 | -3.07% |
TOTALE PA | 13.71 | 12.18 | -11.16% |
Fonte: elaborazione da dati Ragioneria Generale
Questa tabella mostra quanto riassunto sopra: la riduzione è del 18,5% nei comparti monitorati, solo del 3% negli altri, e dell'11% nel complesso della pubblica amministrazione. La tabella mostra anche che ci sono notevoli differenze tra comparti che con alcune ovvie eccezioni (lavorare nei corpi di polizia ha implicazioni per la salute diverse da lavorare nella magistratura) risultano difficilmente giustificabili. Notate infine che nei comparti dove la decurtazione dello stipendio per assenze causa malattia non si applica (corpi di polizia e forze armate) le assenze diminuiscono molto meno che negli altri comparti o addirittura aumentano, come uno si aspetterebbe.
Veniamo ora al terzo fatto. La tabella qui sotto riporta le giornate annuali di assenza per dipendente nel 2007 e nel 2008, disaggregate per tipologia.
Tabella 2. Giorni medi di assenza, per tipologia
Tipologia | 2007 | 2008 |
---|---|---|
Ferie | 30.06 | 29.55 |
Malattia retribuita | 11.69 | 10.27 |
Legge 104/92 | 1.30 | 1.54 |
Maternita' | 3.29 | 3.71 |
Altre assenze retribuite | 3.20 | 3.17 |
Sciopero | 0.25 | 0.29 |
Altre assenze non retribuite | 2.02 | 1.91 |
Formazione | - | 1.20 |
Totale | 51.82 | 51.65 |
Fonte: elaborazione da dati Ragioneria Generale
Il totale dei giorni di assenza per dipendente e' sostanzialmente invariato dal 2007 al 2008. Gran parte della riduzione delle assenze per malattia (che, ricordo, include malattia retribuita e non) è compensata da una (per me) misteriosa voce "formazione" che appare per la prima volta nel Conto Annuale. Non so se questa voce sia stata scorporata da una tipologia preesistente (nel qual caso le assenze per formazione venivano contabilizzate anche in passato) oppure no. Nell'attesa di risolvere questo dubbio, se prendiamo per buono il totale contabilizzato dalla Ragioneria Generale la conclusione e' che i giorni di assenza complessivi nel 2008 sono gli stessi del 2007!
Quello che sembra accadere è quindi un fenomeno curioso ma tutt'altro che sorprendente: alla forte riduzione delle assenze per malattia corrisponde un altrettanto forte aumento delle assenze per altre cause. Come dire: si trova comunque il modo di giustificare le stesse assenze che si facevano prima. L'implicazione è che alla riduzione delle assenze per malattia non segue affatto l'aumento delle giornate di lavoro a favore dell'utenza che doveva essere il principale beneficio dell'azione di Brunetta. Segue certamente un risparmio di denaro pubblico nella misura in cui si fanno meno assenze retribuite e più assenze non retribuite. Ma lo scopo delle misure anti-assenze non è far cassa.
Infine, se le stime a campione del 2008 erano sostanzialmente buone, dobbiamo credere che siano buone anche quelle per il 2009. Nell'anno in corso, ad una iniziale riduzione mensile sostanzialmente in linea col secondo semestre 2008 hanno fatto seguito negli ultimi mesi tre aumenti consecutivi che invertono il trend mensile e lo rendono progressivamente più pronunciato: +16,7% ad agosto, +24,2% a settembre, e +28,3% a ottobre. Ci sarà ancora di che discutere.
Grazie. Interessantissimi il dettaglio mensile e la scomposizione sia per genere che per fasce di eta'. Riportano i dati solo fino a dicembre 2008, sai se li hanno mensili anche per il 2009?