Gomorra, di Roberto Saviano e' un libro interessantissimo. E' una specie di studio personale della camorra. E' studio perche' molto attento e documentato (Saviano e' un ricercatore dell'Osservatorio della Camorra del Corriere del Mezzogiorno). E' personale perche' l'autore ha seguito da vicino la guerra di Secondigliano, andando ai funerali dei morti ammazzati, visitando i luoghi in cui la guerra ha imperversato e parlando a varie persone connesse (non tanto coi boss o con presunti-boss, ma con i bambini nelle piazze, la manovalanza). A un certo punto l'autore si era addirittura procurato una radio con cui entrare nelle frequenze della polizia per essere informato in tempo reale degli avvenimenti e poter accorrere.
Mi pare di capire che Gomorra abbia avuto grande successo in Italia. A mio avviso il libro merita tutto il successo che ha avuto. Purtroppo, il successo e' stato tale che l'autore e' stato messo sotto la protezione del Ministero
degli Interni (cioe', non si sa dove viva, non appare in pubblico, ...): terrificante.
L'immagine della camorra che il libro presenta e' vivida, chiara, sconvolgente e sorprendente (almeno per un lettore che, come me, ha solo conoscenze da giornale). Bellissimi, intensi ed anche divertenti, i quadretti dei vari boss, da quello che va in Russia a conoscere Kalashnikov a quello che si fa costruire una villa identica a quella di Toni Montana (Al Pacino) in Scarface, a quello che colonizza la Costa del Sol.
Il libro e' ben scritto ed e', tutto sommato, di piacevole lettura, dettagli truci a parte. Una immagine truce per tutte: la pratica delle ambulanze che, se arrivano a soccorrere qualcuno ancora vivo dopo un agguato camorristico, aspettano - solo se la polizia arriva prima del "secondo tentativo" lo portano in ospedale.
Cio' che ho pero' trovato di interesse davvero eccezionale e' la descrizione della strategia manageriale della camorra moderna. Nessuna struttura centralizzata di famiglie che controlla il territorio: le famiglie ci sono e il territorio lo controllano, ma delegano gli affari ad una struttura tipo franchising. Le famiglie fanno gli affari grossi, ad esempio l'importazione della coca dall'America Latina, e curano la struttura militare, ma poi la distribuzione viene lasciata alla "piccola imprenditoria," creando un enorme "indotto." Riferendosi al clan Di Lauro a Secondigliano,
la vendita di partite medie e' stata scelta per far diffondere una piccola imprendtoria dello spaccio capace di creare nuovi clienti. Una piccola imprenditoria libera, autonoma, in grado di far cio' che vuole con la merce, metterci il prezzo che vuole, diffonderla come e dove vuole [...] vengono attirati a Secondigliano tutti coloro che vogliono mettere su un piccolo smercio tra amici, che vogliono comprare a quindici e vendere a cento e cosi' pagarsi una vacanza, un master, aiutare il pagamento di un mutuo. La liberalizzazione assoluta del mercato della droga ha portato a un inabissamento dei prezzi.(pg. 79)
Le famiglie controllano anche gli appalti, gli appalti pubblici come l'alta velocita' Napoli-Roma, ma anche e soprattutto gli appalti privati, dal contrabbando con la Cina alle commesse delle industrie tessili del nord. Anche gli appalti pero' vengono distribuiti in subappalto in piccole tranches, cedute all'asta a imprenditori locali. E naturalmente, le famiglie garantiscono il credito finanziario a tutta questa rete di imprenditori: certo non e' la liquidita' che manca.
L'autore ha una tesi, una tesi ardita: la camorra come manifestazione estrema dell'economia di mercato liberale. La tesi ha una implicazione in forma di metafora: Secondigliano e Scampia sono quello che diventerebbe l'Italia intera qualora venisse lasciata all'economia di mercato. La tesi e la sua implicazione sono continuamente ricordate in modo sottile (come nella citazione sopra, nell'uso del termine liberalizzazione, nel riferimento a consumi borghesi come la vacanza e il master, e all'inabissamento dei prezzi); ma mai sono spinte con ardore retorico o argomentativo. Il risultato e' che il libro si legge bene, e anche il lettore che trovasse la tesi e la sua implicazione ridicole e un po' infantili, come me, non ne e' affatto infastidito.
Ogni tanto poi l'autore si fa prendere la mano,
Qui e' il cuore dell'Europa. Si foggia la maggior parte dell'economia della nazione. (pg. 135)
ma non fa nulla, accettiamo pure l'occasionale iperbole, pur di avere un cosi' bel libro.
Sto leggendo anche io Gomorra, e ho l'impressione che appunto i camorristi siano i piu' grandi imprenditori della storia del meridione. Con un piccolo caveat che smonta completamente la tesi di Saviano: l'economia di mercato presuppone che il governo garantisca i contratti. Non che i contratti siano garantiti dai privati a colpi di kalashinikov.