In quell'articolo mi chiedevo se l'augurio di "Buon Natale" avesse un significato laico. Ne copio due passaggi per fornire qualche spunto di discussione.
La Nascita e' l'evento che segna la creazione della persona autonoma, libera ed indipendente che, crescendo, assumera' responsabilita' propria. Il Natale cristiano celebra un concetto non molto diverso da questo. Ricorda il Dio che assume forma umana, che nega la sua diversita'al punto tale da non poter evitare la propria morte, un dio incapace di evitare persino le tragedie umane. La nascita di Dio rivela dunque la responsabilita' dell'uomo per la propria sorte, e per quella di chi gli sta accanto, e con essa la libertà dell'uomo. Ed il concetto di liberta' della persona è un valore laico, e pure lo è quello di responsabilita' individuale. [...]
Il 2006 è stato per me un anno speciale. Ho assistito per la prima volta alla nascita di una persona, mia figlia, che dopo pochi mesi ha gia' adottato una sua mini-personalita' e ha i suoi mini-desideri specifici di persona libera e distinta da noi genitori. Ed è difficile, tanto difficile, non fare su di lei progetti speciali ritagliati attorno a certi miei desideri. [...] Augurare Buon Natale a mia figlia significa ricordare l'importanza della sua libertà, dei suoi desideri distinti da quelli miei. Significa ricordare l'importanza della responsabilita' mia di aiutarla a crescere seguendo i suoi istinti. E quando faccio questi auguri ad amici e conoscenti possono valere simili atteggiamenti: il ricordo reciproco della rispettiva libertà, e della responsabilità nei confronti di ciascuno e della società.
Buon Natale e buon anno a tutti, anche a nome della redazione! L'anno nuovo porterà qualche novità per nfa, ve ne parleremo presto.
Che auguri sofisticati e carini! Io non conoscevo l'articolo originale...e benchè abbia scandagliato nfa in lungo e in largo (anzi: credevo di averlo fatto) questo mi era sfuggito.
E fai davvero bene a sottolineare la possibilità di leggere l'avvento di Dio come un momento di libertà individuale, che è poi la cosa che qui credo interessi tutti....e su questo voglio dire una cosa anche io.
Senza voler fare l'analista dei tuoi moventi psicologici, mi sembra naturale che tu, diciamo così, enfatizzi l'aspetta della libertà e della responsabilità che provengono dalla nascita di Cristo e dal suo averci redenti e rimessi a nuova vita. La Chiesa Cattolica, rispetto a dottrine contrastanti che davano per scontata la predestinazione dei credenti, ha sempre mantenuto un salutare et et: sia azione salvifica di Dio, tramite misericordia e liturgia di penitenza ed espiazione, sia fattiva "collaborazione" del credente a guadagnarsi la vita eterna. Siccome tutta questa cosa mi ha fatto venire in mente le discussioni dottrinari di S. Agostino, che contrastò (almeno a un certo punto della sua vita) concezioni teologiche eccessivamente inclini a concedere troppa capacità alla libera volontà umana (che troppo potente, non avrebbe più avuto bisogno di gerarchie e riti per salvarsi), ho guardato se c'era qualche link sul Pelagianesimo, almeno su wikipedia, e l'ho trovato. Certo è un contributo molto sbrigativo, ma dice una cosa che mi era venuta in mente leggendo il tuo post, e in generale pensando alla rilevanza che una religione che rimarchi la libertà può avere nel produrre appunto persone:
In realtà, le cose secondo me non sono così lineari, perchè sappiamo che anche Weber (pur riferendosi al protestantesimo) ha parlato di ascesi intramondana, pur in un quadro di pre-destinazione...quindi secondo me il punto non è tanto stabilire se siamo più o meno predestinati, ma comprendere se una certa religione lascia spazio al fiorire autonomo della personalità (e il cristianesimo, a dispetto delle sue varianti più o meno eretiche, sembra davvero concepire uno spazio speciale per gli individui) si concilia meglio con la nostra sensibilità moderna. Di questa "modernita" del cristianesimo si sono portate varie ragioni: l'infusione di un anima individuale che è nostra e solo nostra; una resurrezione dei corpi che ci ricongiungerà esattamente al corpo con il quale ora scrivo...e così via. Certi riti orientali, secondo cui invece noi saremmo destinati a un ciclo di reincarnazioni in animali che io elimino quando vedo, o concezioni animistiche che assimilano la mia sensibilità a quella di un agrifoglio agghindato a festa, non sembrano avere lo stesso rispetto per la nostra individualità o originalità. Tutta l'apologetica cristiana dei primi secolo del cristianesimo, e anche quella attuale, lo scrivono bene, e con parole di grande ispirazione.