Era quasi verso sera
se ero dietro, stavo andando
che si è aperta la portiera
ho cacciato giù... pardon... è caduto giù l'Armando.
Questo e' un appello ad un misterioso Cavaliere Bianco che, nei nostri sogni di avvocati delle cause perse, un volto ed un nome anche ce l'avrebbe ma che, per scaramanzia non menzioniamo. (Scaramanzia sempre piu' necessaria nella vita, soprattutto dopo il 2-2 di ier sera a San Siro).
A dire il vero, non ci importa chi sia il cavaliere bianco, non ci importa proprio per nulla. Ma abbiamo bisogno di un cavaliere, un cavaliere paziente. Uno di quelli in grado di perdere una partita, o anche due, per vincere il campionato. Mancini, certo, speriamo tiri fuori le palle per farle tirar dentro ai suoi cavalieri argentini ed ai suoi arcieri slavi quando andiamo al Mestalla, che la Champions, come l'italiano, e' importante. Mancini non basta alla bisogna, pero': la Champions e' importante ma e' lo sfascio italiano tutto che che ci preoccupa, ancora piu' che non l'Inter di Moratti.
La verita' e' che la strada che il paese sta di nuovo percorrendo l'abbiamo percorsa negli ultimi 40 anni avanti e indietro. Ne conosciamo ogni angolo, ogni asperita', ogni piccola discesa che ci fa sperare, a cui purtoppo seguono i tornanti dello Stelvio sotto la grandine. Ci siamo gia' passati per questa via Crucis, e' dal 1992, anzi dal 1972, che questa pantomina si ripete, e molti degli attori e delle comparse sono i medesimi.
E' il momento della strada nuova, nel senso di "road not taken" (la citazione e' da una poesia di Robert Frost, che ogni bimbo amerikano conosce; e' recitata in parte da Roberto Benigni in Daunbailo' - il neretto e' nostro)
Two roads diverged in a yellow wood
and sorry I could not travel both
And be one traveller, long I stood
and looked down one as far as I could
to where it bent in the undergrowth;Then took the other, as just as fair,
and having perhaps the better claim
because it was grassy and wanted wear;
[...]I shall be telling this with a sigh
Somewhere ages and ages hence:
Two roads diverged in a wood, and I --
I took the one less travelled by,
and that has made all the difference
Il paese ha bisogno di un Cavaliere Bianco che prenda la strada che non ha preso mai nessuno in Italia, quella del PLV (Partito Liberale Vero).
Il PLV non si puo' fare da destra, purtroppo. Il che e' una jella, perche' ovviamente il PLV dovrebbe essere un partito che fa delle politiche da vera "destra". Meglio detto: il PLV va fatto (anche con) il popolo della destra per fare politiche liberali, ma non lo puo' fare questa destra politico-intellettuale. La destra italiana e' un coacervo di nani, ladri e ballerine; ladri che rubano alle vecchiette in pieno giorno, nani che non fanno ridere e ballerine che ballano come noi. Chiamatelo snobismo intellettuale, chissenefrega, ma questa e' gente che non sa leggere, non sa scrivere, fa di conto a spanne, e fa fatica ad allacciarsi le scarpe. Buffoni da circo di periferia. Eredi mal sortiti e mai pentiti del catto-corporativismo dei bottegari fascisti. Populisti che hanno in Peron il loro modello politico.
Hanno promesso meno tasse ed hanno aumentato la spesa pubblica finanziandola a base di condoni. Hanno promesso liberalizzazioni, e stiamo ancora cercando di regalare Alitalia (per non parlare della Rai, che serve per l'allegro duopolio con l'azienda del capo). Hanno promesso la fine del predominio culturale della sinistra, e abbiamo Sgarbi, Pera, Veneziani, e Urbani. Hanno promesso uno stato federale, ed abbiamo una buffonata che invece di ridurre l'intrusione statalista la moltiplica. Hanno promesso una regolazione del conflitto d'interessi, ed abbiamo avuto un governo che, invece d'essere il comitato d'affari della borghesia era l'ufficio legale di una banda bassotti. Hanno promesso le grandi opere, ed abbiamo avuto le grandi chiacchere. Hanno promesso concorrenza e meritocrazia, ed abbiamo ... oh, basta, lo sapete anche voi cio' che abbiamo.
Non solo hanno fatto tutto il contrario di quanto avevano promesso e di quanto vorremmo che la destra facesse, hanno pure provato a prenderci per i fondelli raccontando che questa era una politica liberale teorizzando il nuovo stato corporativo e protezionista dei monopoli nazional-regionali. Contro i cinesi, contro l'euro, contro il libero commercio, contro la ricerca bio-medica ... il medioevo prossimo futuro. Le elites politico-"intellettuali" della destra italiana i loro seminari di studio li fanno al Billionaire, meglio arrendersi e riconoscerlo. Forse i giovani brillanti che fanno i blogs delle citta' dei liberi cambieranno tutto, vedremo (e speriamo). Quando arriveranno loro a guidare i partiti della destra, ci ripenseremo. Per il momento, la realta' e' quella che e'.
Nella nostra folle follia, che se volete chiamarla disperazione fate pure, il Cavaliere Bianco lo vediamo quindi arrivare dall'attuale personale politico della "sinistra". Fra virgolette, perche' ci sembra chiaro che, oramai, una fetta minoritaria ma non infinitesimale del personale politico che in questo governo ci ha rimesso le penne, di "sinistra" non e' piu', solo che non ha ancora trovato il coraggio intellettuale, personale e politico di dirlo. A se stesso, ed alla propria amata consorte con cui parla dai tempi dell'universita' in primis.
Ma il cavaliere bianco, lui si' che l'ha capito: questa classe dirigente non e' piu' legittimata a governare, deve andarsene. In ogni caso, lui sa bene che nessuna delle due classi politiche che oggi si confrontono puo' portare l'Italia fuori dal pantano della decadenza, lenta sino ad ora ma non necessariamente lenta per sempre.
A destra nessuno ha neanche pensato di poter dire "andatevene, avete chiuso"; a destra, purtroppo, non esiste nessun raggrupamento intellettuale che possa almeno tentare di dire "aria, aria" e che miri alla costruzione d'un PLV. Se ci sbagliamo, correggeteci, ma noi non vediamo nessuno: tutti allineati e coperti. A sinistra, invece, si agitano forze confuse e timide che percepiscono la necessita' d'una rivoluzione liberale, anche se hanno paura di chiamare le cose con il loro nome. Non la dicono perche' si vergognano: la parola "liberale", per retaggi culturali e religiosi, in Italia suona come "peste" o "sifilide" ...
Invece e' l'altra meta' della verita' che occorre saper gridare: occorre una classe dirigente nuova e dev'essere dichiaratamente liberale, senza se e senza ma. Senza complessi d'inferiorita' e senza sudditanza intellettuale al social-corporativismo catto-sindacalese ed anti-occidentale che sta massacrando questo paese. A questo serve il cavaliere bianco: per dire in modo che tutti le odano queste semplici verita'. Che faccia questo, traghetti il PLV verso la sua creazione, e poi ritorni al galoppo (o veleggiando se preferisce) da dove e' venuto, con la nostra gratitudine come solo compenso. I grandi uomini fanno la storia, i quaquaraqua s'accalcano alle porte di Porta a Porta.
Il Cavaliere Bianco e' uno che ha letto gli stessi libri che abbiamo letto noi. Ci ha messo di piu' a capirli e probabilmente non li ha ancora letti tutti ... diciamo uno su dieci, ma non fa nulla. Noi siamo pagati per leggerli e capirli i libri, lui no. Ma arriva, adesso arriva. Ha capito che non vale la pena tentare ancora una volta di governare con Prodi, Bertinotti, Ferrero, e gli altri compari della salumeria. Ha capito che prendere sempre lezioni di politica dal principe sardo e dal principe nero non porta a nulla, perche' poi costoro ti fottono giusto per provarti che loro sono piu' astuti, che loro sono il potere, non tu. Ha capito che stringere patti di non-belligeranza con i fighetti del quartierino, con i bellocci romani aspiranti premiers non serve, perche' la testa per te non se la giocano, e nemmeno per le riforme che dicono di voler fare, 'che' a loro della dignita' e del paese normale non gliene puo' fregare di meno, anche loro giocano per il posto a palazzo Chigi. Le riforme, per questi della sinistra perbenista, sono palline di gomma che rimbalzano sui muri senza mai entrare in buca. Governare con costoro non vale la pena perche' loro non hanno alcun interesse a che il paese ci provi a uscire dal buco. Loro non la vedono nemmeno la seconda strada, quella erbosa (grassy), quella dove non ci va quasi nessuno (less traveled by). Loro devono fare contento un 1-2% della popolazione, quelli che il kapitalismo ...., quelli che l'amerika ..., quelli del Leonka. Questi non hanno nulla da perdere, sono mangiapaneatradimento, non lavorano, non investono, non fanno un c@$$% di nulla. E quando fanno qualcosa e' per rompere, nel senso di distruggere, spaccare, fracassare.
Non si puo' prendere la strada nuova se questi sono al volante. E sono al volante. E' ovvio, basta guardare a cosa e' successo in questi mesi. Cosa e' successo del Programma Giavazzi (la Rosa nel Pugno non lo sosteneva? Non era in maggioranza?), cosa di Nicola Rossi? Cosa di Bersani? Gli gira ancora la testa dalle sberle che ha preso, al Bersani. Hanno fatto una Finanziaria scandalosa, tutte tasse (nuove tasse, esose) e niente tagli di spesa (ne' di tasse). Ne abbiamo parlato a lungo. Molti amici ci hanno detto, "si' e' vero" la Finanziaria e' uno schifo, "pero' anche Berlusconi" ... Ed allora cosa? Siccome Berlusconi ha sgovernato dobbiamo essere contenti che Bertinotti, per interposte persone, sgoverna ancor peggio? E che una banda d'estremisti impazziti e di astuti parassiti ricatti il paese per sempre? No signori nostri, no: a questo ricatto non si puo' sottostare per sempre. La storia d'Italia non puo' ritornare ciclicamente al "A ridatece er puzzone!"
E allora, Cavaliere Bianco dei nostri sogni di psicopatici in esilio, abbi il coraggio di perdere una battaglia, o anche due. Mostra al mondo che non hai letto solamente Togliatti, ma anche Gramsci (ed un pochino di Nozick? Forse persino Hayek?) ed hai capito il problema della rivoluzione liberale che non c'e' stata e che finche' non si fa noi restiamo nel medio evo, o nella tarda signoria quando ci va bene. Mostra soprattutto che, di tutto il Vladimir Ulianov di cui ti sei pasciutto, t'e' rimasta in mente una cosa sola. Una citazione da uno scrittore russo di fiabe - e neanche tu sei mai riuscito a scoprire chi fosse - che il Vladimir fece sulla Pravda del 16 aprile 1924 e che dice
le aquile possono saltuariamente volare più in basso delle galline, ma le galline non potranno mai salire alle altitudini delle aquile.
Che caschi questo governo, che fa schifo comunque. Che governi la destra che ora abbiamo, comandata a bacchetta dal suo puzzone; che governi e si scavi la fossa ancora piu' profonda di quanto non sia' gia'. E nel frattempo tu, Cavaliere Bianco, raggruppa, scegli gli uomini e le idee, soprattutto le idee. Fa propaganda, e fottitene dei partiti della tua ex casa madre, della sinistra demenzial-poltronara. Se c'e' riuscito il puzzone a farsi un partito dal nulla, perche' non devi riuscirci tu? Guarda che le sezioni non servono, c'e' la web, ci sono i blogs e le chat rooms. Neanche i comizi in tutte le piazze servono, la gente guarda la TV ... E ricevere donazioni dai ricchi non e' peccato, anzi e' un bene: basta dichiararle e non nasconderle. Falla davvero la Fabbrika, ma con gente intelligente/libera/professionale, gente che lavora e non fa politica, gente con idee nuove e ardite, "grassy" e "less traveled by".
Roba da liberali: tassa unica proporzionale al 25%, settore pubblico ridotto a meta', nessun ordine professionale, mercato del lavoro che sia tale (cioe': mercato), imprese che falliscono quando devono e competono per fondi in un mercato dei capitali (la Borsa, stiamo parlando della Borsa) degno di questo nome, pensioni comediocomanda, e una rete di sicurezza (educazione, sanita', sussidi di disoccupazione) minima ma efficiente, privatizzare tutto quello si muove a partire da universita', Rai ed Alitalia, uno stato federale per davvero non l'acqua santa del Po ed il lamentismo terrone, una legge sul conflitto d'interessi tradotta dall'americano, la polizia che sembra quella svizzera ed i giudici pure ... - roba da pazzi, insomma. Roba da aquile, non da galline.
E con queste idee corri nel 2012, caro Cavaliere. Nessuno ti fermera'. E che Bertinotti, Ferrero, Caruso, Negri, e Scalzone ci provino: facciano opposizione, dove vogliono - in piazza o in parlamento - o in galera se la fanno violentemente, l'opposizione.
Si', quelli del Cavaliere Bianco sono sogni di psicopatici. Ma sono sogni, almeno. Ci dispiace che dispiaccia, ma a noi tira ancora.
Tutti quelli che adesso si sgoleranno a sostenere il prossimo governo Prodi, a urlare allo spauracchio della destra, a convincere se stessi e gli altri che il prossimo governo Prodi fara' bene, fara' le riforme liberali (o quelle socialiste - a seconda dell'impercettibile inclinazione), che sogni hanno? Sognano di tornare indietro, che Prodi cancelli gli "errori" di Berlusconi, che il paese torni a prima dell'arrembaggio dei pirati di Mediaset. Ma che sogni sono? Ma non sono nemmeno sogni, sono allucinazioni: il paese prima dell'arrembaggio dei pirati del puzzone non stava andando da nessuna parte comunque. Non e' importante se adesso stia peggio o meglio, questi sono effetti di secondo ordine. Possiamo discuterne per mesi senza incontrare accordo, ma non importa: in decadimento andava allora, in decadimento va adesso, e in decadimento andra' dopo il prossimo governo Prodi. O il prossimo governo del puzzone, se la salumeria venisse giu' sul serio, come ci auguriamo venga. E allora, via coi sogni; senza vergogna. Ma occhio ai draghi, Cavaliere Bianco:
Un giorno i draghi decisero di riunirsi a congresso. La situazione si era fatta insostenibile. Il Cavaliere Bianco li stava uccidendo tutti. A singolar tenzone, a gruppi, addirittura a manipoli, in campo aperto e in proditori agguati. Tra vampe e fumi, tra sbattere di ali e mulinare di code draghi cornuti e draghi crestati, draghi fatati e draghi farabutti si ritrovarono nella caverna di Alvaro il decano, onusto di gloria e carico di esperienza per essere sfuggito alla caccia di Lancillotto e aver quasi ammazzato Parsifal. [Per chi avesse gusto a giocare tra le metafore, la favola di Luciano Sabetti continua qui.]
Ed ora, dopo lo sfogo retorico e le parole in liberta' proviamo a ricapitolare per bene.
Cosa e' successo da Giugno ad oggi
Han governato sindacalisti, comunisti e simpatizzanti dei terroristi. Nessun provvedimento di qualche rilevanza e' stato preso contro l'unione (nel senso insiemistico) di questi tre gruppi politici. Essi hanno saputo approfittare perfettamente del loro ruolo di ago della bilancia e del patetico ed infermo desiderio di Prodi & Co di essere il Governo per avere il potere e le auto blu. Tali gruppi hanno mantenuto il resto dell'Unione (mai nome fu peggior scelto) ostaggio del loro ricatto impedendo qualsiasi riforma che non fosse puramente simbolica (ossia, i due decreti Bersani) mentre sia all'atto della Finanziaria, che dell'accordo sul contratto dei dipendenti pubblici, che nel caso Alitalia che, nella recente proposta di legislazione energetica che, infine, sulle scelte di politica estera, questo governo ha fatto cio' che hanno voluto sindacalisti, comunisti e simpatizzanti dei terroristi.
A pensarci, il tutto segue logicamente, vista la distribuzione delle forze, le strategie a disposizione, le regole del gioco e, soprattutto, le preferenze degli agenti. Il piccolo gruppo che ha un obiettivo chiaro (per folle che sia) d'ingegneria sociale fa leva sul potere parlamentare del gruppo grande ed amorfo che ha come unico obiettivo il mantenimento del potere e dei privilegi che questo reca. Il risultato e' quello che abbiamo visto: la politica del governo Prodi e' stata la politica di un gruppo di persone che non rappresenta piu' del 15-20% della popolazione.
Cosa e' altamente probabile succeda ora
La cosa piu' probabile, che segue dal ragionamento precedente, e' che rifacciano un governo dell'Unione usando il voto di fiducia, per poi continuare come prima. Quanto si legge sui giornali, per esempio qui, conferma che questo e' il piano. Il voto di fiducia a null'altro serve se non a garantirsi il potere. Non implica nessun atto concreto di governo, se non l'occupazione dei ministeri. Votare la fiducia vuol dire semplicemente "l'esecutivo siamo noi". Poi, sugli atti concreti, sui singoli provvedimenti, sui decreti, sulle politiche vere, si decide in base a botte di contrattazionedura: e come tutti sanno, quando si contratta, i risultati dipendono dalla posizione in cui le due parti finiscono in mancanza di accordo. Insomma, quando si contratta, come si e' visto ieri al Senato, chi non ha nulla da perdere vince.
La Causa Persa, ovvero la Missione Impossibile del Bianco Cavaliere
La causa persa si chiama: Partito Liberale d'Italia.
Il luogo di fondazione e': Livorno, Teatro San Marco.
La data di fondazione e': 21 Gennaio 2008.
Il motto e': Fare meglio che in Amerika.
Il programma politico, riassumibile nello slogan "vogliamo un'Italia democratica, federale, liberale, laica, ed occidentale" si articola nei seguenti dieci punti (il testo e' quello originale, di oltre 86 anni fa; beh, quasi originale: e' ammodernato solo un pizzico):
- Nell’attuale regime social-corporativo si sviluppa un sempre crescente contrasto fra le forze produttive e la forma dello Stato, dando origine all’antitesi di interessi ed allo scontro fra parassiti e produttori.
- I metodi di produzione avanzati e progressivi sono ostacolati dal potere dello Stato social-corporativo, che, fondato sul sistema del parlamentarismo proporzionale, del sindacalismo, della concertazione corporativa, e dell'agitazione di piazza, costituisce l’organo per la difesa degli interessi dei gruppi sociali parassitari.
- I produttori non possono infrangere né modificare il sistema di tassazione, regolazione e redistribuzione che li opprime senza l'acquisizione di una maggioranza parlamentare solida e non ricattabile da interessi particolari, che sappia procedere verso la creazione di uno stato liberale e federale.
- L’organo indispensabile del riscatto politico ed economico dei produttori è il partito politico che li rappresenta. Il Partito Liberale, riunendo in sé la parte più avanzata e cosciente dei produttori, unifica gli sforzi degli stessi, volgendosi dalle lotte per gli interessi di gruppi e per risultati contingenti alla lotta per la emancipazione meritocratica dei produttori; esso ha il compito di diffondere nelle masse la coscienza liberale, di organizzare i mezzi materiali di azione e di dirigere nello svolgimento della lotta politica il collettivo di coloro che producono ricchezza competendo.
- La globalizzazione, causata dalle intime forze di progresso del sistema capitalistico che produssero la rivoluzione industriale prima, l'espansione della democrazia poi e che stanno ora generando una crescita senza precedenti del benessere mondiale, ha aperto la crisi di disgregazione del social-corporativismo in cui il conflitto d'interessi fra produttori e parassiti non può che risolversi attraverso la rivoluzione liberale e l'edificazione d'uno stato ed un sistema economico adeguati alla sfida globale.
- Dopo l’abbattimento del potere social-corporativo dei parassiti, i cittadini produttori non possono organizzarsi in classe trainante che con la dissoluzione degli apparati dello stato centralistico e social-corporativo e con la instaurazione della democrazia liberale e federale compiuta. Ossia basando la struttura dello Stato sui principi dello stato minimo e non intrusivo, della sussidiarieta', della neutralita' religiosa dello stato, della solidarieta', e sull'equilibrio dei poteri siano essi verticali, orizzontali o territoriali, in armonica concorrenza tra loro.
- La forma di rappresentanza politica dello Stato liberal-democratico e federale è il parlamento eletto nazionalmente, su base maggioritaria in 400 distretti d'uguale dimensione, ed il senato federale, in rappresentanza degli stati regionali la definizione dei quali e' lasciata all'assemblea costituente eletta con suffragio universale.
- La necessaria difesa dello Stato liberal-democratico, laico, occidentale e federale contro tutti i tentativi anti-democratici ed anti-liberali può essere assicurata solo col togliere ai suoi nemici ogni mezzo di agressione armata e di agitazione violenta attraverso l'azione trasparente delle forze di di polizia e giudiziarie, e con la creazione ed il mantenimento di stabili rapporti strategici di alleanza militare con le altre nazioni liberal-democratiche, per respingere gli attacchi violenti sia interni che esterni. Tale politica di difesa dello stato liberale e democratico puo' e deve avvenire senza la violazione dei diritti fondamentali dell'uomo, su cui tale stato si fonda e giustifica.
- Solo lo Stato liberale e federale potrà sistematicamente attuare tutte quelle successive riforme nei rapporti dell’economia e della societa' con le quali si effettuerà la sostituzione del sistema social-corporativo con la gestione liberale e privata della produzione e della distribuzione e con l'amministrazione federale dei beni pubblici.
- Per effetto di questa trasformazione economica e delle conseguenti trasformazioni di tutte le attività della vita sociale, eliminandosi la divisione della società in corporazioni sindacali, religiose e professionali, andrà anche eliminandosi la necessità dello Stato social-corporativo, centralizzato e regolatore, vessatore e redistributore di risorse, il cui ingranaggio si ridurrà progressivamente a quello della razionale amministrazione dei beni pubblici.
il cavaliere bianco non arriverà dalla sinistra. non sono culturalmente pronti (né probabilmente lo saranno mai). a guardarli bene sono gli stessi di 50 anni fa (intendo gli ideali, non le persone) ripuliti delle parole capitale, lavoro e padronato (e sostituiti con precari, corporations e globalizzazione). la testa è la stessa.
quelli moderni (dico, i comunisti) che così tanta passione suscitano (e ancora non so perchè) in molti sono quelli che hanno sostituito il feticcio del "consumatore" a quello del lavoratore. adesso lo stato interviene a proteggere il consumatore. ma interviene. ancora non hanno capito che si deve fare gli affaracci suoi (dico, lo stato). hanno imparato che le vecchie soluzioni che proponevano sono state distrutte dalla storia ma le nuove soluzioni che ci propinano sono quelle vecchie in salsa moderna.
il cavaliere bianco, se mai arriverà, arriverà dalla prossima destra (se coloro che credono nelle politiche "di destra" non la abbandoneranno per seguire le chimere del "mercato è di sinistra").