What?
O meglio, cosa? Credo che questa sarebbe la risposta d'acchito di buona
parte della popolazione italiana, se gli fosse chiesto cosa sia il
CNEL . Si tratta del Consiglio
Nazionale per l'Economia e il Lavoro. Chiunque abbia seguito un corso
di diritto pubblico e/o diritto costituzionale all'Università, avrà distratti ricordi dei compiti che la Costituzione gli affida, ma credo non sia male se ci rinfreschiamo tutti la memoria. L'articolo 99 recita:
Il Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro è composto,
nei modi stabiliti dalla legge, di esperti e di rappresentanti delle categorie
produttive, in misura che tenga conto della loro importanza numerica e
qualitativa.
È organo di consulenza delle Camere e del Governo per le materie
e secondo le funzioni che gli sono attribuite dalla legge.
Ha l'iniziativa legislativa e può contribuire alla elaborazione
della legislazione economica e sociale secondo i principi ed entro i limiti
stabiliti dalla legge.
Inizio
il predicozzo cimentandomi in un'attività, l'interpretazione della
Costituzione, in cui ho probabilmente uno svantaggio non solo
comparato, ma anche assoluto. Ma tant'è...
Il primo comma parla della composizione: esperti e rappresentanti delle
categorie produttive, in misura che tenga conto della loro importanza
numerica e qualitativa. Esperti di che? Di economia e lavoro, si
suppone. Fin qui, niente di particolarmente strano. In molti Paesi i
politici si avvalgono della consulenza di comitati di esperti di
economia. La parte che, al contrario, è estranea alla maggior parte
degli ordinamenti (o, almeno, a quelli che piacciono a me), è
l'inclusione nell'organismo di rappresentanti delle categorie
produttive. Tale inclusione cambia totalmente il prior
circa le funzioni di un organismo che, a giudicare dal nome, avrebbe
potuto semplicemente essere un organo tecnico di consulenza. Semmai, il
CNEL appare come la riproposizione del Consiglio Nazionale delle
Corporazioni, voluto da Mussolini nel 1926.
Il
corporativismo, maledizione storica del paese, fa capolino nella
Costituzione Repubblicana. Il dettato costituzionale sancisce la
necessità di un foro in cui interessi particolari vengano
rappresentati e promossi. Nonostante abbia ricevuto un'enfasi
particolare durante il Ventennio, il corporativismo non è esclusivo di alcuna fazione politica ed ebbe già un ruolo
rilevante nell'organizzazione della vita politica ed economica di molte città italiane dal dodicesimo secolo in poi. E, mi dicono, rappresentanze di imprenditori (collegia) erano attive già in epoca romana. In una società corporativa, le attività di rent-seeking, tra cui la richiesta allo Stato di trasferimenti pecuniari
e di ostacoli alla concorrenza, sono istituzionalizzate e quindi fortemente agevolate. Per le organizzazioni imprenditoriali,
tali ostacoli consistono di barriere all'entrata di nuovi operatori,
sia nazionali che stranieri. I sindacati, invece, sono soliti invocare legislazione
a protezione dei loro associati (quelli che un posto ce l'hanno), a discapito di coloro (tra cui i giovani) che un lavoro non ce l'hanno.
Così
come appare essere stato il caso per il Consiglio Nazionale delle
Corporazioni, il CNEL è stato un fallimento totale. In gergo metereologico, non è pervenuto. Alla luce di
quanto si è appena accennato, è probabilmente un bene. Non vi
sono dubbi circa la natura corporativa della società italiana (vi dice
nulla la parola concertazione?), ma un CNEL di successo avrebbe potuto
peggiorare la situazione ulteriormente. Pertanto, una prima conclusione è che il danno arrecato dallo stesso
CNEL al Paese è essenzialmente non distorsivo. Non mi pare una buona
ragione per tenerlo in piedi....
L'attuale Presidente del CNEL è il 73enne Antonio Marzano, già ministro delle attività produttive dal 2001 al 2005. Marzano vanta una lunga carriera accademica, essendo stato Professore Ordinario di Politica Economica e Finanziaria prima all'Università Abruzzese e poi alla Sapienza. Non ho ragione alcuna di dubitare delle conoscenze tecniche di Marzano, anche alla luce della copiosa messe di pubblicazioni (ben 150, secondo cnel.it, ma solo 10 secondo EconLit) di cui figura come autore. Secondo il sito del CNEL, il Professor Marzano si è anche distinto per una lunga serie di onorificenze.
Oltre ad essere Grande Ufficiale della Repubblica Italiana e Cavaliere
di Gran Croce dell'Amicizia del Belize, ha ricevuto la Gran Croce
dell'Ordine Equestre della Repubblica di San Marino, il Premio “Dirigibile d’oro 2003” per
il suo impegno a sostegno delle attività di ricerca e produzione nei settori
ad alta tecnologia, e il “XXXV Premio Scanno” per la sezione
Economia (conferito, tra gli altri, anche a PaulSamuelson - mi chiedo se Samuelson ne sia al corrente...).
Secondo le norme attuative del dettato costituzionale, il CNEL è composto da 121 consiglieri (erano 88 nella prima consiliatura
1958-1961). Dodici dovrebbero essere esperti, "scelti fra qualificati
esponenti della cultura economica, sociale e giuridica di cui otto
nominati dal Presidente della Repubblica e quattro, nominati dal
Presidente della Repubblica, su proposta dal Presidente del Consiglio
dei Ministri, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri". La
lista corrente si può
trovare qui.
Tra gli esperti nominati dal Presidente della Repubblica (Ciampi,
presumo), si notano: Paolo Bagnoli, ordinario di Storia delle Dottrine
Politiche a Siena e studioso del pensiero politico italiano dei primi
decenni del novecento; Enrico Bollero, primario di anatomia patologica presso l'ospedale di Verbania; Maria Teresa Fagà, sindacalista della CISL e già Ordinaria di Italiano e Storia presso l'Istituto Tecnico Grimaldi di Catanzaro; Carlo Pinzani,
funzionario del Senato con interessi per la ricerca storiografica.
Evidentemente questi signori devono avere conoscenze, non desumibili
dai loro curricula, che li rendono esperti di questioni economiche. O,
alternativamente, visto che la Costituzione non dice di cosa gli
esperti debbano intendersi, il Presidente della Repubblica potrebbe
aver propeso
per un'interpretazione alternativa, secondo cui è sufficiente nominare
qualcuno che sia esperto di qualcosa. Di cosa, non è importante. Ecco qundi
che, visto che almeno in un campo - la storia del Toro - vanto una
notevole erudizione, ho in mente di candidarmi alla presidenza
dell'Ente Nazionale Risi. (Chi ignori l'esistenza di questa autentica
perla, può erudirsiqui .)
Sempre secondo le norme attuative della Costituzione, il Consiglio si compone di "Novantanove rappresentanti delle categorie produttive, dei quali quarantaquattro in rappresentanza del lavoro dipendente, diciotto in rappresentanza del lavoro autonomo,
trentasette
in rappresentanza delle imprese e dieci in rappresentanza delle
associazioni di promozione sociale e delle organizzazioni del
volontariato", tutti "nominati con Decreto del Presidente della
Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri,
previa deliberazione del Consiglio dei Ministri". In pratica, i
consiglieri si dividono tra: (i) rappresentanti dei lavoratori autonomi
(Confartigianato, Coldiretti, Legacoop, Confcooperative,...), (ii) rappresentanti dei lavoratori dipendenti (leggi sindacalisti), (iii) rappresentanti delle imprese (Confcommercio, Confesercenti, Confindustria,...), (iv) rappresentanti dell'associazionismo sociale e del volontariato (ARCI, ACLI, Compagnia delle Opere,...).
Insomma, una marea di soggetti, sicuramente di grandi
capacità, le cui retribuzioni dovrebbero essere informazione pubblica
e facilmente reperibile. Nonostante i notevoli sforzi profusi, non
sono riuscito a trovarle. Il sito del CNEL riporta il testo integrale
della Legge 30 Dicembre 1986, numero 936, il cui articolo 9, intitolato
"Indennità, diaria di presenza e rimborso delle spese dei membri del CNEL," recita:
Il regolamento di cui all'articolo 20 disciplina le indennità, le diarie di presenza
e il rimborso delle spese spettanti al presidente, ai vice presidenti e ai consiglieri.
Lo stesso sito pubblica il testo di quello che credo sia il regolamento di cui sopra. Si intitola "Regolamento concernente le indennità spettanti al Presidente, al Vice-Presidente, ed ai Consiglieri." All'articolo 1, comma 2, sancisce che
La misura dell'indennità prevista dall'art.9 della legge 30 dicembre 1986,
n.936, è determinata annualmente con deliberazione del Consiglio, in sede di approvazione
del bilancio di previsione, su proposta dell'Ufficio di Presidenza, previo parere
del Collegio dei Revisori, in misura non superiore al tasso programmato di inflazione
e tenendo conto dei sistemi di adeguamento delle indennità previste per i componenti
di altri organismi similari.
Ergo:
non ci è dato sapere. La cosa fa persino sorridere... si noti come il testo sancisca che "La misura dell'indennità... è determinata
annualmente... in misura non superiore al tasso programmato di
inflazione...". È proprio vero, gli scribacchini ministeriali non
conoscono più il giuridichese.
Veniamo
ora ad una breve disamina dell'attività del CNEL. A giudicare dalla
mole di documenti disponibili in rete, i consiglieri lavorano senza
sosta. Le opinioni e i pareri del CNEL sono organizzati per materia:
politiche economiche, del lavoro, sociali, regionali/locali e
europee/internazionali. La sezione dedicata alle politiche economiche
si divide a sua volta in sub-aree tra le quali congiuntura economica e
finanza pubblica. Tra i documenti dedicati alla congiuntura, i più
voluminosi sono rapporti sul quadro macroeconomico e le previsioni a
breve e medio termine per l'economia italiana. Vi si trovano quelli del
2003, 2004 e 2007, peraltro curati dai centri di ricerca Prometeia, Cer, e REF. Dei rapporti degli altri anni, non v'è traccia. In materia di finanza pubblica, gli ultimi quindici
documenti, pubblicati dal maggio 2002 ad oggi, sono indicati come
"Osservazioni e Proposte". Vale a dire che, in circa sei anni, i nostri
consiglieri hanno osservato e proposto ben quindici volte su questioni
inerenti alla finanza pubblica. A titolo di esempio, l'ultima
osservazione (e proposta) ha come argomento il DPEF
2008 varato dal governo Prodi. Si tratta di nove paginette di una
pochezza disarmante. Contiene osservazioni mirabolanti del tipo
Da
un lato va confermata l'esigenza di proseguire l'opera di risanamento
del bilancio e di riduzione del debito (e non solo del rapporto tra
debito e PIL). Dall'altro proprio le più recenti elaborazioni del
Dipartimento delle Politiche Fiscali evidenziano come, in relazione
all'elevato livello di evasione, l'effettiva pressione fiscale media, a
carico dei cittadini che compiono il loro dovere, sia superiore al 50%
e affermazioni profonde come
Il
CNEL ha sottolineato come i ritardi sin qui accumulati abbiano
comportato l'accentuarsi di squilibri gravi tra i vari territori del
Paese (con un aggravamento della divaricazione tra il Centro-Nord e il
Mezzogiorno) anche in materie (a partire da sanità e istruzione) nelle quali, a norma di Costituzione, lo Stato deve garantire pari diritti a tutti i cittadini.
Presso il CNEL sono anche insediati altri organismi di importanza cruciale per l'economia nazionale. Fra questi, l'Osservatorio Nazionale del Mercato dei Prodotti e dei Servizi Forestali, cui è assegnato il compito di individuare e promuovere azioni per lo sviluppo del mercato
dei prodotti e dei servizi forestali, ivi compresa la salvaguardia
degli aspetti di conservazione del patrimonio forestale e della
biodiversità. Al mero fine di suscitare ilarità, si noti al margine che tra i consiglieri CNEL assegnati a tale osservatorio v'è anche il signor Luigi Giannini, un esperto in diritto internazionale marittimo che, a giudicare dai suoi cenni biografici, ha dedicato la sua vita pubblica ai problemi della pesca.
Vista
la mole immane di lavoro, e la necessità di ottenere
professionalità sempre più specializzate, il CNEL pare affidarsi con
una
certa frequenza anche a collaboratori esterni. Si è già fatto cenno
delle collaborazioni con istituti privati di ricerca. Dal sito si
evince che,
nell'anno corrente, il CNEL ha commissionato consulenze per un
ammontare di 150mila Euro. Di questa somma, un quinto andrà a Nomisma,
cioè agli amichetti dell'ex Presidente del Consiglio. Quasi un
terzo, su proposta del Presidente Marzano, è stata destinata al
Professor Beniamino Quintieri, Ordinario di Economia Politica a Tor
Vergata, per un incarico di consulenza in materia di economia
internazionale. Secondo EconLit, il Professor Quintieri, già presidente dell'Istituto per il Commercio Estero, risulta autore di ben
tre articoli scientifici in materia, pubblicati sulle riviste Labour
(di cui era editor) e Bancaria. Sono portato a credere che in primo
luogo Marzano si sia rivolto al vasto numero di economisti italiani di
fama internazionale che sono esperti in materia e che, constatati i
loro dinieghi, si sia poi rivolto al collega Quintieri. Ci sono ipotesi alternative?
Non posso escludere che, ben nascoste sul sito, o
addirittura su altri media, si possano annidare informazioni che
dimostrino come il lavoro degli instancabili consiglieri del CNEL sia
di spessore ben diverso da quello che emerge dalle fonti da me
consultate. Io, nonostante i ripetuti sforzi, queste informazioni non
le ho trovate. La mia personale sentenza,
per il valore che ha, è ineluttabile. Il
CNEL è il baraccone clientelare per antonomasia. Nient'altro che comode
sedie, presumibilmente ben pagate, su cui far accomodare ben 122
persone, più personale amministrativo vario, ovviamente. SI DEVE
CHIUDERE. E SUBITO. Vista la rilevanza costituzionale, per farlo sarà necessaria
una legge costituzionale. In attesa di questa, si potrebbe modificare
rapidamente la legge attuativa, diminuendo il numero di consiglieri, chesso', a tre, e il personale ausiliario a zero. Dubito fortemente che succederà.
Se ti nominano in qualità di esperto della storia del Toro grido allo scandalo se non nominano anche me.