Sul Post possiamo leggere una sintesi dell'intervista al Financial Times di Fassina. Devo dire che ho trovato veramente inquietante questa frase virgolettata (ringraziamo Floris per riprodurre l'originale inglese in commento sotto ndr):
A questo scopo, il centrosinistra «cercherà un accordo con i sindacati e le imprese: congelare gli adeguamenti di stipendio in cambio di investimenti. Negli ultimi dieci anni gli investimenti nel settore privato sono stati molto scarsi».
È inquietante, oltre che per l'ovvio connotato antioperaio e antipopolare (sì, ho deciso pure io di divertirmi a usare un linguaggio antico; ma perdinci, qua Fassina sta chiedendo espressamente di ridurre i salari reali) per l'idea totalmente delirante che sottende l'affermazione.
In sintesi: perchè in Italia si investe poco? Fassina non lo dice, ma dato che la soluzione che lui propone è abbassare i salari reali direi che si può inferire che una delle due vale: a) gli investimenti rendono poco perché il costo del lavoro è troppo alto b) le imprese non hanno soldi perché pagano salari troppo alti.
Se è a), forse ci sono altri modi per ridurre il costo del lavoro (il termine ''cuneo fiscale'' forse lo conosce anche Fassina). Se è b), dico solo che è meglio che lasciamo perdere. Ma a pensarci c'è una terza spiegazione, e temo sia quella che Fassina ha in mente: c) gli investimenti vanno fatti anche se improduttivi e poco profittevoli (vedete, servono a ''stimolare la domanda''). Ma siccome non si possono costringere le imprese a fare investimenti non profittevoli (quelli profittevoli li fanno comunque) allora bisogna compensarle per le perdite. E come le compensiamo? Ma con i soldi degli operai, naturalmente. Non sia mai che debba essere la politica a rimetterci con un taglio delle tasse.
L' ho rubata a un commentatore che l' ha riportata su Il Post