All'Università di Roma Tre, durante l'estate 2009, sono spuntati due nuovi posti per professore ordinario. Uno era in diritto tributario, l'altro in economia politica, ed entrambi erano "per trasferimento", ossia aperti solo a persone che già fossero titolari d'una posizione di professore ordinario in altro ateneo. I due posti sono stati assegnati, con voto del Consiglio di Facoltà in data 11 Dicembre 2009, a Valeria Termini (economia politica) e Giuseppe Marini (diritto tributario).
Poiché non pretendo di conoscere il diritto tributario a sufficienza per poter giudicare i metodi accademici del vincitore e degli altri concorrenti (c'erano, poi?), mi concentrerò sul concorso di economia politica. Alcuni fatti.
0. I due posti, con i relativi finanziamenti, sono stati concessi dal ministero (ossia, dal Ministro Gelmini) all'università di Roma Tre in assenza, che si sappia, di una richiesta formale da parte del Consiglio di Facoltà di Economia. Questi ultimi due anni sono stati notoriamente di vacche molto magre per l'università italiana: di nuovi posti, in giro, non ce n'è per nessuno. Però questi due, sorprendentemente, sono spuntati per generosità ministeriale e si è scelto (via il meccanismo del trasferimento) di restringerli a chi già fosse professore ordinario.
1. Roberto Perotti, uno dei pochi se non l'unico che sembra avere ancora il coraggio di denunciare pubblicamente la degenerazione del meccanismo concorsuale italiano, fece osservare immediatamente, su LaVoce.info, che c'era qualcosa di poco chiaro. Notava, infatti, che "L'articolo 3 del bando di concorso afferma tra l’altro che i candidati interessati possono presentare domanda esclusivamente a mano al Preside della Facoltà di Economia". Sembra palese che il codicillo avesse l'unica funzione di rendere molto difficile la partecipazione di candidati residenti lontano da Roma. Michele Boldrin, tanto per dire ...
2. Vennero presentate in tutto quattro domande, tutte di economisti con le caratteristiche suddette. Oltre alla menzionata Valeria Termini, gli altri candidati erano Francesco Lippi, Fabiano Schivardi e Paolo Vitale. [Nota: via Google non ho trovato un sito personale di Valeria Termini dove, similmente agli altri tre candidati, sia disponibile un suo CV e dove sia documentata la sua attività di ricerca. Ho quindi linkato i due siti che mi sembravano più appropriati alla bisogna. Il CV l'ho ricostruito usando una mezza dozzina di altri siti, oltre a questi due.]
3. Se andate su Google Scholar, Repece Ideas (per una misura del numero di lavori pesati per IF) ottenete i seguenti risultati (in ordine alfabetico)
- Lipp-GSi, Lippi-R, Lippi-IF.
- Schivardi-GS, Schivardi-R, Schivardi-IF.
- Termini-GS, Termini-R (non c'è), Termini-IF (non c'è).
- Vitale-GS, Vitale-R, Vitale-IF.
Potrei continuare con altri indici (citazioni sul SSRIndex, h-index, ...) ma il risultato non cambia: anzi si rafforza visto che la vincitrice del concorso non appare praticamente in nessun ranking internazionale rilevante, mentre gli altri tre candidati, chi più chi meno, vi appaiono tutti.
Esiste poi, ovviamente, la possibilità di leggersi quello che queste quattro persone hanno scritto sino ad ora e di farsi un'idea di quale sia il loro rispettivo status nel campo della ricerca scientifica in economia. Ma, poiché, spiegare questo richiederebbe troppo tempo, tralascio e m'impegno, se fosse necessario, ad esprimere un giudizio articolato nei commenti.
Perché "manipolato". È ovvio da questi fatti e dati che, dei quattro candidati, una (Valeria Termini) risulta essere assolutamente incomparabile agli altri tre sia in termini di produttività scientifica sia in termini di rilevanza internazionale dei suoi lavori, sia in termini di capacità accademiche misurate attraverso l'insegnamento e la ricerca svolti sino ad ora.
Lungo qualsisi dimensione oggettivamente misurabile le caratteristiche di Valeria Termini erano e sono inferiori a quelle di Francesco Lippi, Fabiano Schivardi e Paolo Vitale per quanto attiene alla qualifica di professore ordinario di economia politica.
Quindi - ai termini della legge italiana secondo cui i risultati dei concorsi dovrebbero basarsi su una "valutazione comparativa" ed anche secondo il bando di Roma Tre medesima che faceva esplicito riferimento al "merito scientifico" - questo concorso è da considerarsi manipolato.
Manipolato nel preciso senso seguente: in base ad ogni possibile criterio oggettivo il vincitore avrebbe dovuto essere uno dei tre perdenti (Lippi, Schivardi, Vitale). Quale dei tre, ovviamente, sarebbe dipeso da giudizi soggettivi sull'importanza di un lavoro rispetto ad un altro, ragione per cui esistono le commissioni esaminatrici ed il Consiglio di Facoltà era chiamato a votare la scelta finale. Ma, poiché le valutazioni comparative ed il merito scientifico non possono essere ortoganali a TUTTI (sottolineo: tutti, non alcuni che piacciono a me) i criteri obiettivi di misurazione della produttività scientifica medesima, mi sembra ovvio dedurre che, o ben a livello di Dipartimento, o ben a livello di Facoltà, o ben a qualche altro livello, questo ranking naturale è stato alterato, ossia manipolato. Ha vinto l'unica dei quattro che non avrebbe mai dovuto vincere se criteri obiettivi e trasparenti di comparazione fossero stati utilizzati.
Altri fatti, ossia, il paradigma indiziario al lavoro: spie, tracce, sintomi ed indizi.
4. La vincitrice, Valeria Termini, ha dietro a se una sostanziale carriera nella pubblica amministrazione, in luoghi e ruoli che denotano "prossimità " ai poteri veri, quello politico e quello ministeriale, che a Roma, come sappiamo, funzionano bene e tendono ad essere ecumenicamente bi-partisan nella protezione degli adepti.
6. Essa è anche consorte del Professor Salvatore Biasco (una testa veramente pensante della sinistra italiana) il quale ha ben pensato di offendersi seriamente per le oggettive osservazioni che Roberto Perotti (sempre lasciato molto da solo dal resto degli economisti italiani in questa sua lodevole battaglia) aveva pubblicato sul Sole 24Ore in merito al risultato del concorso.
7. Non si è offeso solo Salvatore Biasco. Anche il Preside della Facoltà di Economia di Roma Tre, il celebre storico economico Carlo Maria Travaglini (CV), ha ben pensato di offendersi per le medesime osservazioni. Non solo: ha anche rilasciato alla Stampa una deliziosa intervista che meriterebbe d'essere commentata se vi fosse lo spazio, perché manifesta una coda di paglia, ma una coda di paglia che avrebbe potuto prender fuoco persino con il tempo che fa oggi a St Louis ...
8. Sembra che anche il Rettore dell'università medesima, l'economista agrario Guido Fabiani, non abbia preso molto bene le poche critiche sollevatesi e che, all'interno della facoltà, tiri una brutta aria per quegli sparuti due o tre che han provato a mettere in discussione la manipolazione sopra descritta, ed hanno ovviamente perso. Ma queste, cosa volete, son chiacchiere intercontinentali ed il Professor Fabiani, ne sono certo, sarà di sicuro estraneo all'intera vicenda nella quale non avrà mai messo il dito. Come, ovviamente, mai mosse un dito perché il suo caro nipote, nonché figlio del Presidente della Repubblica, pure venisse chiamato ad un posto di ordinario nella medesima Roma Tre qualche tempo fa.
Sorgono spontanee alcune DOMANDE.
- Alla Signora Ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca, Mariastella Gelmini:che ne pensa, signora Ministro? È questa l'auspicata meritocrazia e professionalità? È a questo fine che il suo ministero ha concesso, in un periodo di tante ristrettezze, queste due cattedre addizionali all'università di Roma Tre?
- A quei (pochi, devo riconoscere) colleghi membri del Dipartimento di Economia di Roma Tre che o ben fanno o ben hanno fatto ricerca in ambito internazionale, e/o s'incontrano a conferenze, e/o han difeso o difendono, almeno in privato, la qualità della ricerca scientifica come criterio primo nella selezione del personale universitario: che ne pensate di questa decisione? Anzi, visto che contro la scelta della Facoltà si sono espressi (che io sappia, ma magari mi sbaglio ...) solo Gaetano Bloise, Giancarlo Martinengo e Paola Potestio, vorrei chiedere per esempio a Giancarlo Corsetti, Mariano D'Antonio e Pierangelo Garegnani: davvero pensate che il CV della vostra nuova collega, la professoressa Valeria Termini, sia superiore a quelli di Lippi, Schivardi e Vitale? Davvero?
- A quei (pochi, ma sufficienti) colleghi italiani membri del Settore Scientifico Disciplinare Economia Politica: che ne pensate di questa decisione? È mai possibile che solo Roberto Perotti (ed il sottoscritto, ma io non conto nulla) pensi che questo risultato sia dovuto ad una scandalosa manipolazione del merito relativo dei quattro candidati e debba essere denunciato? Ho capito che non è successo a casa vostra e che i panni sporchi si lavano in casa, ma la qualità accademica dei membri della vostra stessa disciplina nell'università italiana non dovrebbe essere un po' anche "casa vostra", ossia un bene pubblico da difendere?
Secondo me ogni lettore di nfA potrebbe portare almeno un esempio di concorso manipolato (quindi sostanzialmente illegale!!!) a corredo di quanto scritto sopra...quando uno poi si chiede perchè nessuno denuncia, la risposta candida candida è la seguente: in realtà il concorso è formalmente ineccepibile, perchè costruito attorno alla figura/professionalità/ che corrisponde perfettamente al/ai candidato/i vincitore/i...questa è la mia ultima esperienza ad un concorso nella pubblica amministrazione (a cui non ho partecipato, per pietà) e che è stato vinto da un ex collega imbarazzato. La risposta che ho riportato me l'ha data colei che ha materialmente preparato l'esame.
Ma allora, mi chiedo: perchè non eliminare i concorsi pubblici ed assumersi fino in fondo la responsabilità delle proprie decisioni/azioni?
Marco
Me lo chiedo anche io. Le malefatte documentate sarebbero meno vergognose se non ci fosse stata la farsa del concorso pubblico: qualcuno avrebbe dovuto prendersi la responsabilita' di scegliere, motivando, il candidato meno titolato, e avrebbe dovuto sopportarne tutte le conseguenze (almeno in una societa' sana e ben funzionante).