Seguendo prassi consolidata, i maggiori media hanno dato notizia della relazione Visco ripetendo il sommario preparato dalla fonte. Sole 24 Ore, Corriere, Repubblica e pure Il Giornale ripetono più o meno le stesse cose, che risultano poi essere i punti riassuntivi proposti all'inizio della relazione stessa (che potete scaricare dal sito del Sole 24 ore). Succede purtroppo molto spesso, sia in ambito politico sia in ambito industriale e finanziario; non è necessariamente indice di un atteggiamento collusivo e cospiratorio (infatti Il Giornale si comporta come gli altri), sono convinto che il più delle volte sia semplicemente dovuto al fatto che per il giornalista è più importante dare la notizia in modo tempestivo che in modo accurato.
Però questo è un blog di professori di economia, quindi magari non siamo tempestivi ma cerchiamo di guardare i documenti un pelino più a fondo. Mi sono quindi letto per intero la relazione di Visco e riporto qui i punti che a me paiono più importanti. In modo un po' poco rituale inizierò da quello che non c'è nella relazione.
Quello che non c'è: l'evasione a livello regionale. A pagina 4, paragrafo 11 della relazione si afferma, e molti quotidiani ripetono,
A livello geografico, le differenze tra nord e sud del Paese sono spesso minime. I dati dell’evaso IRAP sono, in termini assoluti, simili in Campania e Lombardia, come simili sono in Veneto e in Puglia e per città come Napoli e Torino. In termini relativi, l’evasione risulta tuttavi maggiore in alcune regioni del sud del paese, sebbene a livello provinciale tanto nel nord come nel sud d’Italia ci sono province in cui la base imponibile evasa supera addirittura la base imponibile dichiarata.
Alcuni di noi hanno già fatto notare che la comparazione dei livelli assoluti dell'evasione stimata è decisamente fuori luogo, data la diversità di popolazione e di Pil pro-capite tra le regioni menzionate. Qui mi preme sottolineare che la relazione non riporta alcun dato nuovo riguardo al riparto regionale dell'evasione. Non ci sono tabelle né grafici. I dati su cui si basano le affermazioni sono apparemente quelli relativi al periodo 1998-2002 contenuti in questo documento di lavoro di Pisani e Polito, e di cui ha già parlato Alberto Lusiani su questo sito. Vengono invece presentati dati sull'evasione nei diversi settori, in formato pie-chart. I dati sono a pagina 4 sono stati ampiamenti ripresi, ma si tratta in realtà di dati vecchi tratti dal documento appena menzionato. Nessuna vera notizia su questo fronte, quindi.
L'unico dato contenuto nella relazione che presenta una disaggregazione territoriale è la tabella di pagina 22 sui provvedimenti di sospensione dell'attività attuati nel 2007.
Numero provvedimenti di sospensione/chiusura notificati dall’Agenzia delle
entrate sulla base della nuova normativa 565
di cui Nord Italia 275
di cui Centro Italia 134
di cui Sud e Isole 156
Sono ovviamente dati molto limitati ma che sembrano indicare una maggiore attività repressiva al Nord. Se c'era una notizia da riportare era questa.
L'efficacia della lotta all'evasione. Il rapporto fa uno sforzo per valutare gli effetti della lotta all'evasione. Il Sole 24 ore riporta, così come altri quotidiani
23 miliardi di euro di maggiori entrate non pagate recuperate fra il
2006 e il 2007, legate al miglioramento della tax compliance dei
cittadini e all'aumento del 20% delle entrate da ruoli e riscossioni.
La terminologia è ambigua. 'Fra il 2006 e il 2007' va inteso come 'Nel 2006 e 2007', ossia i 23 miliardi sono da spalmare su due anni. Leggendo la relazione risulta che i miliardi recuperati sono 11,2 nel 2006 (tabella pag. 13) e 12,1 nel 2007 (tabella pag. 18).
Come si calcolano questi numeri? Essenzialmente si utilizza il 'modello di previsione delle entrate in uso presso il Dipartimento per le Politiche Fiscali (MEF, 2006)' (non sono riuscito a trovarlo sul sito dell'Agenzia delle Entrate, se qualcuno lo trova per favore lo metta nei commenti) per stimare l'incremento di entrate dovuto alla crescita economica. Secondo tale modello, dei €35,8 miliardi di nuove entrate 2006 rispetto all’anno precedente, circa €11 miliardi sono puramente dovute alla crescita. A questi si aggiungono 8,7 miliardi di entrate straordinarie e una tantum (si veda pag. 12 per una descrizione) e 5 miliardi dovuti alle nuove tasse. Il residuo, afferma Visco, è dovuto a minore evasione fiscale e da lì si ricavano gli 11,2 miliardi. Personalmente non conosco il modello di previsione delle entrate usato, e mi sarebbe piaciuto vedere qualche dato in più sull'affidabilità statistica delle stime. Per esempio, quanto si è discostata la previsione dal gettito effettivo negli anni passati? Però a naso direi che l'effetto sembra esserci.
Evidenza addizionale sulla riduzione dell'evasione si trova a pagina 12, dove si presentano stime dell'elasticità del gettito tributario rispetto al PIL (ossia di quanto crescono in percentuale le entrate se il PIL aumenta dell'1%). Il dato 2006 si discosta enormemente dai dati anteriori, è 2,5 contro una media inferiore a 1. Il dato è abnorme e non so se ci possono essere altre spiegazioni o problemi di stima, ma credo fornisca supporto alla tesi di una diminuzione dell'evasione.
Il resto del documento. Non c'è molto. Ci sono altri dati che cercano in vario modo di dimostrare un aumento della tax compliance, e c'è una bella lista di buone intenzioni per il futuro. Vediamo se il governo regge, e se regge cosa combina.
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Malgrado lo sforzo, anch'io non sono riuscito a trovare "il modello di previsione delle entrate in uso presso il Dipartimento per le politiche fiscali" se non un risibile documento in ppt di 3 pag. di Sabatino Alimenti. I primi documenti da mettere nel sito del Ministero dovrebbero essere le strutture dei modelli usati per le previsioni ed i risultati in dettaglio delle medesime per consentire agli addetti ai lavori di valutarne la bontà. Poi per quanto riguarda le pagine economiche dei quotidiani; aumenta l'approssimazione delle analisi visto che i giornalisti sono costretti ad occuparsi di tutti gli argomenti e le uniche cose decenti restano le analisi degli opinionisti ospitati. Due punti presenti nel documento che hanno attirato la mia attenzione: punto 18) il livello di evasione di un paese (sic!) dipende anche da variabili quali la complessità delle norme fiscali ed il grado di regolamentazione dell'economia (lamentela simile a quella di colui che dopo aver ucciso i genitori si prostra alla clemenza della corte affermando: "abbiate pietà di me sono un orfano"); -)"Le piccole e medie imprese occultano al fisco quasi il 55% in più della base imponibile di quanto facciano le imprese di maggiori dimensioni (dimendicando di dire che le piccole imprese sono assoggettate ad un aliquota reale di molto superiore)
P.S. La stima dell'elasticità del gettito rispetto al PIL del 2,5% mi sembra eccessiva; neanche con i condoni l'abbiamo raggiunta: è stata sempre intorno ad 1 come ci dice la media.
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