L'industria dei treni a vapore era il fiore all'occhiello di quel paese e rappresentava uno dei suoi principali motivi di vanto e di notorietà nel resto del mondo. A partire da un brutto giorno, tuttavia, per motivi oscuri,che forse hanno a che fare con qualche bieco complotto, ordito sicuramente da spregevoli affossatori di popoli, nel mondo hanno iniziato a diffondersi i treni elettrici.
Inutile dire che la reazione degli intellettuali e dei politici di Pirlonia è stata di ferma difesa dell'industria nazionale e di forte condanna nei confronti della nuova tecnologia sovversiva. Con mirabolante dissonanza cognitiva, gli stessi Pirlonii (abitanti di Pirlonia) che apprezzavano nella pratica i treni elettrici come utilizzatori (in Pirlonia i treni a vapore li producevano ancora, ma li usavano sempre meno) condannavano come un odioso attacco alla loro libertà economica e di conseguenza politica il fatto che il resto del mondo comprasse un numero sempre minore dei suoi meravigliosi treni a vapore.
Come osservatore esterno ho trovato rilevante che i Pirlonii cercavano numerose e fantasiose cause alle proprie disgrazie, ma mai prendevano in considerazione che il problema potesse essere produrre qualcosa che gli altri non volevano.
Tra le cause più ricorrenti:
- L'adozione del Neuro, una valuta comune con i paesi circostanti
- La concorrenza sleale dovute alle prestazioni eccessive dei treni elettrici
- La volontà dei paesi circostanti di conquistare/impoverire Pirlonia e/o acquistare le sue preziose industrie per un tozzo di pane
di conseguenza le soluzioni proposte per la crisi erano
- Chiedere alla vicina Furbonia di ristabilire l'equilibrio producendo treni meno veloci ed efficienti
- Sussidiare il settore dei treni a vapore per tutelare l'occupazione e difendere la nazionalità delle imprese Pirlonie
- Minacciare l'abbandono del Neuro e l'adozione delle vecchia gloriosa valuta chiamata quisquilia (una quisquilia=100 pinzellacchere)
- Invitare alla creazione di nuova moneta per sostenere il calo temporaneo di domanda per i treni a vapore
Tornato a casa ho tirato un sospiro di sollievo pensando che nessuno nel mio universo è talmente miope da cercare di difendere l'industria dei treni a vapore... Oppure no?
La stessa storia, purtroppo, la vedo nell'agricoltura con gli OGM. Ma la libertà di impresa nello Stato di Pirlonia è scritta anche in costituzione?
Nell' ipotetico caso descritto almeno i costruttori di treni a vapore avevano un vantaggio, il divieto di coltivazione degli OGM non porta vantaggio assolutamente a nessuno.
Insomma mi sembra la nota differenza tra criminali e stupidi descritta da Cipolla, gli stupidi fanno danni senza averne nessun vantaggio.