Lo dico seriamente, e mi sembrerebbe (per il presidente Bush ed i Repubblicani tutti) una maniera semplice semplice di vincere le prossime elezioni. Altro che "surge" in Irak ... O magari potrebbero proporlo Hillary e Obama, per mostrare al popolo americano che anche loro son disposti a fare una guerra "giusta" quando ne esistano le ragioni.
Sarebbe sufficiente dirottare verso le coste Birmane, attraverso l'oceano Indiano, una parte della grande flotta che gli USA tengono in questo momento nelle acque a sud dell'Iran e dell'Iraq, o nei porti della Penisola Araba. La base Diego Garcia è, aeronauticamente parlando, a due passi ed è un pelino più grandina di Aviano ... Bombardiamo le basi militari Birmane per un paio di settimane, poi mandiamo dentro un 30.000 marines, ad occhio e croce non credo servano di più per finire il lavoro di smantellamento della dittatura. Non vorrei sembrare un inetto Rumsfeld pro-monaci buddisti, ma ho la sensazione che in questo caso la popolazione sarebbe dal nostro lato e non molto propensa al looting. Ho anche l'impressione che i monaci buddisti siano tendenzialmente più pacifici e maggiormente propensi al dialogo dei loro "colleghi" musulmani ....
La Tainlandia sicuramente non potrà rifiutarci il passaggio delle truppe alleate sul suo territorio (ce le avevamo sino a pochi anni fa) e comunque possiamo letteralmente fare lo sbarco sulle coste Birmane. L'esercito Birmano e' una enorme sanguisuga (si mangiano il 20% del PIL, direttamente) capace solo di ammazzare i propri cittadini. Per quanto Wikipedia ci informi che The judgment was echoed in 1983, when another observer noted that "Myanmar's infantry is generally rated as one of the toughest, most combat seasoned in Southeast Asia" il poco che conosco della storia Birmana mi suggerisce che sono "combat seasoned" solo a fare anti-guerriglia, o a sparare sulla propria popolazione inerme, o sui monaci buddisti e le donne, come in questi giorni. Dopo dieci giorni di bombardamenti delle caserme con i B-2 si scioglieranno come neve irakena al sole. La Forza Aerea Birmana mi sembra risibile, la si cancella in due giorni.
La domanda di democrazia mi sembra esista, questa volta. Non credo ci sia bisogno di links ai quotidiani di tutto il mondo per provarlo. E non mi sembra vi siano problemi di tipo irakeno, ossia di divisioni etniche e religiose che spaccherebbero il paese una volta che venga cancellato l'attuale regime. Restiamo lì 6 mesi, e poi tutti a casa. Un mordi e fuggi socialmente utile, per una volta.
Diranno gli strateghi internazionali: ma la Cina, ma l'India ... E' vero, ma la Cina, ma l'India WHAT? A nessuno dei due, se capisco bene, interessa molto fare da sostenitore e protettore d'una dittatura militare sanguinaria che, comunque, sta diventando sempre di più un'anomalia nel panorama in evoluzione della regione. Per il momento sia Cina che India fanno finta di privilegiare la stabilità, ma non mi sembra che i loro interessi strategici sarebbero mal serviti se la "comunità internazionale" togliesse dalle loro dita la patata bollente. Certo, occorrerebbe consultarli e cercarne il consenso ed anche l'appoggio attraverso un contributo simbolico di truppe. Di nuovo, da dilettante delle relazioni internazionali ho l'ardire di prevedere che non sarebbe impossible convincerli.
Una volta ancora vale il principio economico di offrire un bene laddove la domanda sia alta e pre-esistente, non laddove a nessuno interessa il nostro prodotto. Ah, se George W. Bush fosse il liberista che dice di essere!
Let's give war another chance: invade Birmania, restore democracy, and go home.
Michele, Michele, non hai imparato niente dalla chance N-1? (Per non parlare della N-2, quando la guerra si concluse abbordando gli elicotteri sul tetto dell'ambasciata a Saigon). Considera:
1. La Birmania non ha petrolio.
2. Se vuoi creare una credibilita' a un governo discreditato, dagli l'occasione di fare il difensore dagli attacchi stranieri.
3. I problemi politici della Birmania sono piu' profondi e di antica data di una giunta militare (peraltro orribile), e rispunterebbero fuori appena i marines se ne fossero tornati a casa.
La narrativa standard "nazione di pacifici democratici oppressa da un pugno di cattivoni, che basta far fuori per fare trionfare la democrazia", che in America pare non solo essere usata da Time magazine per spiegare la politica internazionale alle masse di mezza cultura, ma, incredibilmente, sembra essere creduta almeno in parte anche dai vertici governativi, non e' quasi mai corrispondente alla realta': e infatti ogni intervento si risolve puntualmente in disastro, e nell'instaurazione di altri dittatori (parte della responsabilita' va anche all'incompetenza degli ambasciatori, che sono spesso amici del presidente di turno ricompensati per i contributi alla campagna elettorale, anziche' diplomatici di carriera che conoscano geografia e storia del posto dove operano).
Nel caso Birmano, se guardi alla storia ti rendi conto di quanto complicata sia la situazione reale. Il principale fautore dell'indipendenza prima e durante WWII, Aung San, era una specie di Badoglio in versione locale che all'inizio combatte' per i Giapponesi, salvo poi voltare gabbana nel 1945 (e il suo assassinio nel 1947 non dispiacque al governo inglese). La ragione principale per cui Aung San Suu Kyi ha appoggio popolare ha poco a che fare con la democrazia, e molto con l'essere figlia di Aung San, secondo i principi feudali per cui quel che conta e' la linea dinastica (stessa storia per Benazir Bhutto, o la famiglia Nehru sotto il brand name Gandhi). Anche solo la struttura etnica (popolazione dei centri cittadini con forte componente indiana, importata a suo tempo dai britannici e detestata dai
birmani nelle campagne) fa del paese una polveriera. Per cui:
4. America should not go abroad, in search of monsters to destroy. Questa e' una gatta da pelare che va lasciata ai Birmani, o tutt'al piu' ai paesi vicini (Thailandia, India e Cina).
come sei cinico, enzo, vale la pena vivere perché nella vita c'è poesia, se non ci fossero stati buoni ideali e persone che hanno combattutto e perso la vita per perseguirli vivremmo in un mondo addirittura peggiore di quello in cui viviamo. Aung San Suu Kyi sarà anche la figlia del più importante uomo politico birmano dell'ultimo secolo, ma con tutta la fortuna che ha avuto, invece di andarsene dal suo paese e vivere una vita più che ricca e soddisfacente, per quel poco che ne so, ha dedicato buona parte della sua vita al suo paese rischiando molto e vivendo gli ultimi non so quanti anni agli arresti domiciliari. Avrà avuto il suo interesse a farlo? va bene. Non ti stanno simpatici i buddisti? neanche a me. Però non puoi ridurre tutto a squallidissimi giochi di potere. L'unica cosa che vale in birmania sarà pure la linea dinastica, ma sapere che ci sono persone che stanno ora rischiando la propria vita per migliorare il proprio paese ti dovrebbe suscitare per lo meno un minimo di rispetto, se non di ammirazione.
Allora se vogliamo dirla tutta la Birmania cosi' come la conosciamo e' uno Stato inventato dagli inglesi in epoca coloniale, un po' come l'Iraq...
Sul lasciare pero' la gatta da pelare ai soli Birmani non sono d'accordo. Sarebbe possibile, se non ci fossero interferenze esterne di vario tipo. Insomma se il Ministro del Petrolio dell'India va a firmare un accordo con la Giunta Militare, mi sembra una chiara ingerenza negli affari interni, anche se i soldi dei "regali" probabilmente transiteranno verso la Svizzera.
Detto questo un intervento militare cosi' come siamo e' impraticabile, perche' gli invasori naturalmente farebbero gli affari loro, e non il bene dei locali.