1. Su questo sito abbiamo gia’ parlato a piu’ riprese del precariato.
Abbiamo anche in cantiere, da mesi (!), un pezzo sulla legge Biagi. Mi sento di
riassumere la mia posizione in questo modo: e’ vero, il precariato fa schifo,
ed e’ ipocrita perche’ questa gente viene spesso mantenuta nel limbo del
precariato, senza un contratto a tempo indeterminato, per anni. Allora facciamo
cosi’: aboliamo i contratti precari, ma al tempo stesso permettiamo alle imprese di
licenziare cosi' saranno anche piu’ libere di assumere. Mi gioco una palla (due no,
ma una si’ – chi e’ che sa da che film viene questa?) che questa semplice
riforma da sola produce piu’ occupazione di tutte le politiche industriali del
nostro beneamato presidente del consiglio. [Una precisazione: i vincoli ai licenziamenti non nascono solo dall'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, ma soprattutto dalla legge n. 604 del 15 luglio 1966 sui licenziamenti individuali, la famosa legge della "giusta causa". Questa stipulo' che il licenziamento deve essere motivato da una giusta causa o giustificato motivo, che a richiesta devono essere provati dal datore di lavoro. Quindi il motivo del licenziamento dev'essere esplicitato, e l'onere della prova ricade sul datore di lavoro. Qualora il giudice decidesse che non sussisteva giusta causa, il datore di lavoro poteva scegliere fra riassumere il prestatore d'opera o pagare un'indennita'. L'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori semplicemente elimino' la seconda possibilita' (l'indennizzo), rendendo cosi' obbligatoria la riassunzione - per imprese con piu' di 15 dipendenti.]
Nota, per chi gia’ pensasse che mi sono fumato il cervello e sono diventato
servo dei padroni. La legge della giusta causa e lo statuto dei lavoratori erano sacrosanti negli anni
sessanta, quando davvero c’erano i “padroni” che licenziavano uno se osava
andare a pisciare fuori dell’intervallo, o se aveva idee politiche che non gli
sconfinferavano. Ma, osservazione quasi lapalissiana, non siamo piu’ negli anni
sessanta, e oggi casomai il pendolo e’ tutto dall’altra parte...
2. Le dichiarazioni dei vari esponenti che hanno partecipato alla
manifestazione sono una piu’ incredibile dell’altra. Il sottosegretario all’Economia
Paolo Cento dice: "E' giusto che la piazza si muova anche con un governo
di centrosinistra, io condivido la piattaforma e se si vuole una riforma vera
degli ammortizzatori sociali bisogna introdurre il reddito sociale di
cittadinanza". Il reddito sociale di cittadinanza, a occhio, mi sembra una
mostruosita’ gigantesca. Se anche (cosa del tutto improbabile) assomigliasse
alla lontana ad un credito di imposta per famiglie con redditi in certe fasce,
con prole, in Italia rischierebbe di essere una grossa minchiata vista
l’evasione galoppante.
3. La senatrice Manuela Palermi (capogruppo di Verdi-Pdci al Senato) dice
che "Si tratta di una manifestazione molto critica nei confronti del
governo - vediamola come ci pare, ma così è. Bisogna correggere la Finanziaria
e dare risposte a questa gente, si tratta di una condizione
irrinunciabile". La senatrice ha spiegato che occorre "un
segnale" e ha sostenuto che "costerebbe pochissimo assumere i 250
mila precari del pubblico impiego. Si tratta di posti fissi, di cui non si può
fare a meno, e che oggi vengono rinnovati comunque e di continuo". Di
nuovo, resto a bocca aperta. Costerebbe pochissimo? Ma su quale pianeta? Torno
alla tesi del punto 1: ammesso e non concesso che siano davvero lavoratori
produttivi, che aumentano l’efficienza della pubblica amministrazione e i
servizi da essa erogati (cosa di cui dubito fortemente), benissimo, assumiamoli
pure, purche’ sia passata anche una “leggina” che consenta di licenziare gli
stessi qualora si rivelino non essere poi cosi’ produttivi come si pensava.
4. Ancora una volta, mi duole dirlo, ha ragione Fini. (mi duole perche’ a
me Fini alleato di Berlusconi e schierato contro i diritti di omosessuali,
immigrati, eccetera da fastidio). Sempre dal sito di Repubblica: “"Arrivare
a dei sottosegretari in piazza significa che il governo non sta facendo
nulla", incalza il leader di An Gianfranco Fini.” Hanno ragione,
purtroppo, ad affondare la lama nelle contraddizioni di questo governo.
Continuiamo cosi', facciamoci del male.
"Mi gioco una palla che questo e' un linfoma di Hogkin. Due no, ma una si'"
"Caro diario" di Nanni Moretti. Terzo episodio, "medici"
"Continuamo cosi', facciamoci del male".
"Bianca" di Nanni Moretti.
L'ordine sparso di questo governo e' davvero preoccupante. Non so poi se sono gli incentivi (distorti) ad evere piu' visibilita' possibile che spingono certi esponenti politici a dire qualsiasi cosa, oppure davvero ci credono.
Una domanda relativa all'articolo 18. Se non erro l'articolo non si applica per imprese sotto i 15 dipendenti. Esiste evidenza sugli effetti di questo cut off, ad esempio che ci sono molte imprese con un numero di dipendenti minore ma prossimo a 15, e poi c'e' un salto dopo i 15? Un po' come gli incentivi non lineari in agency theory a la Holmstrom-Milgrom che hanno effetti solo per coloro intorno al cut off. Ma immagino che l'evasione/elusione/sommerso diffusi rendano le statistiche sul numero dei dipendenti molto inesatte.
Nicola: esiste evidenza , ma l'effetto pare molto piccolo. Secondo me dipende, come giustamente dici tu, da evasione e lavoro nero: se devo assumere un lavoratore in piu' e con questo arrivo a 16 dipendenti, significa che entro sotto la norma della reintegra PER TUTTI I MIEI 16 DIPENDENTI. Pago un costo bello grosso, quindi, vista questa discontinuita'. Sembra pertanto sensato ipotizzare che l'imprenditore al margine assuma in nero.