Siete tifosi della Lazio e una notte, madidi di sudore, vi svegliate di soprassalto. Ancora inebetiti ricordate l'incubo. La prossima domenica ci sarà il derby capitolino e il designatore arbitrale ha affidato ad Aristide Totti, l'incarico di dirigerla. Aristide è fratello del più famoso rampollo della stirpe Totti, Francesco. È proprio vero, el sueño de la razón produce monstruos, ma adesso che siete finalmente svegli vi rassicurate. Nessun infausto presagio: è tutta colpa della birra gelata che vi siete avidamente tracannati prima di andare a dormire. Dopotutto, vi dite subito dopo, questo non può accadere: neppure la più sguaiata fantasia di un tifoso della Maggica potrebbe partorire un simile mostro.
Questo è vero nel calcio, ma altrove? Altrove, questo delirio si è già materializzato. Per dimostrarlo basta fare un semplice esercizio. Sostituite mamma Totti con le Ferrovie dello Stato, e i suoi due amati pargoli rispettivamente con Trenitalia e Rete Ferroviaria Italia (RFI). Trenitalia è il fratello giocatore, RFI il fratello arbitro. Il disegno regolamentare in vigore stabilisce che l'assegnazione delle tracce orarie su cui viaggiano i treni è svolta da RFI; il servizio ferroviario è svolto da Trenitalia. Funzioni separate, ma all’interno dello stesso gruppo, ovvero tutto in famiglia. Ci sono dispute sull'operato dell’arbitro? Niente paura e soprattutto niente moviole né, tanto meno, interminabili chiacchiericci televisivi fra tifosi. Nel Bel Paese, terra natale del diritto, si sono posti il problema e, ci mancherebbe altro, lo hanno felicemente risolto.
L'articolo 16 del DPR 2 luglio 2004, n. 184 al comma4 vi tranquillizza perché:
Ai sensi delle disposizioni di cui all'articolo 37 del decreto legislativo 8 luglio 2003, n. 188, recante attuazione delle direttive 2001/12/CE, 2001/13/CE e 2001/14/CE in materia ferroviaria, è istituito l'«Ufficio per la regolazione dei servizi ferroviari».
Il comma successivo vi rincuora:
l'Ufficio per la regolazione dei servizi ferroviari svolge i compiti individuati nell'articolo 37 del decreto legislativo 8 luglio 2003, n. 188 con particolare riferimento alla vigilanza sulla concorrenza nei mercati del trasporto ferroviario, al controllo sulle attività del gestore delle infrastrutture ed alla risoluzione del relativo contenzioso.
Dunque tutto a posto? Non commettete l'errore proprio alla fine dell'esercizio, ricordatevi che siete nel Bel Paese. Se nonostante questa dritta non ci arrivate, ebbene fate un piccolo passo indietro e ritornate al comma 4 dello stesso articolo che finalmente vi illumina:
Per garantire assoluta autonomia e piena indipendenza di carattere organizzativo, giuridico e decisionale, l'Ufficio è posto alle dirette dipendenze del Ministro.
Ovvero il capotribù della famiglia Totti.
Come dire, riprendendo l'esempietto calcistico di prima, che le partite di Totti non solo sono arbitrate dal fratello ma che il loro babbo è il capo degli arbitri.
Se siete un concorrente di Trenitalia, non siete messi per niente bene.
Non c'entra molto, ma l'anno scorso ho sentito diversi pendolari lamentarsi che "da quando le hanno privatizzate le ferrovie peggiorano a vsta d'occhio".E' successo solo a me o c'è una leggenda metropolitana sulla privatizzazione delle ferrovie?
Personalmente credo che la separazione societaria dei vari rami di FS un po' di confusione l'abbia generata:diverse volte alla richiesta di qualche informazione ho ricevuto risposte stile "non so, dipende da un'atra società" da persone per altri versi gentili e disponibili.
Inoltre le stazioni sono invase da nuovissime macchinette per i biglietti del "sistema dei trasporti regionali" perfettamente inutili: in primis stampano solo biglietti di regionali ed interregionali (usati per lo più da abbonati) e non di intercity &c., ed inoltre non funzionano ne con carte di credito ne con bancomat, ma solo con la famigerata "carta regionale dei servizi"; dulcis in fundo, anzichè dare il resto in contanti danno dei buoni spendibili nelle biglietterie manuali.