Fischi e fiaschi

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I fischi sono quelli dei grillini e del popolo viola che abbiamo sentito alla festa del PD. I fiaschi sono l'esito di questo modo di fare politica: la deriva reazionaria e l'ulteriore imbarbarimento della vita politica e sociale italiana. L'opposto, cioé, di quanto abbiamo bisogno

 

La vicenda è nota: alcune decine o centinaia di persone (definiti grillini o popolo viola) hanno contestato pesantemente Renato Schifani; ad una scena analoga si è assistito pochi giorni or sono nei confronti di Marcello dell'Utri.

Poche cose irritano di più che dar ragione a Pietro Fassino, che li ha definiti "squadristi". Una di esse è dover difendere il diritto di cattivi cittadini come Schifani e dell'Utri di parlare in pubblico e dire ciò a loro pare. Ma ce l'hanno quel diritto e Fassino, evento raro in vita sua, ha detto il giusto. Per svariate ragioni.

Una persona che pure abbia delle condanne passate in giudicato è libero di parlare e di dire la sua opinione qualora lo voglia. La cosa è di evidenza cristallina. Le sentenze che condannano un individuo possono magari prevedere limitazioni all'esercizio di pubblici uffici, o l'esclusione dall'elettorato passivo o attivo, ma di certo non privano di quei diritti civili che si definiscono libertà di parola, pensiero e così via. Dunque dire che Dell'Utri vada contestato (impedendogli di parlare) perché condannato (per altro non in via definitiva) per reati di mafia, o che Schifani debba rendere conto fra i fischi delle sue frequentazioni (che peraltro non risultano essere state oggetto di condanna penale) è semplicemente una clamorosa idiozia. L'argomento è banale: non c'è nulla, nella costituzione italiana, che qualifichi il diritto alla libertà di parola aggiungendo che non vale per "i mafiosi e sospetti tali, gli assassini, i delinquenti di tipo A, B, C, ...". Niente. La libertà di parola vale per tutti, punto. L'argomento è lapalissiano, ma la "sinistra alternativa" italiana sembra non capirlo.

Non lo capiscono, in particolare, a Il Fatto che si dedica alla continua apologia di questo "mobbing organizzato" contro i riprovevoli soggetti che sono ora al governo del paese. Riprovevoli soggetti e probabilmente anche delinquenti, sia chiaro, ma con il diritto di parola. Antonio Padellaro, Marco Travaglio e tanti altri sembrano non cogliere questa banalità. E fanno molto male, perché così facendo danneggiano tutti e soprattutto loro stessi o la parte che sembrano voler appoggiare. Di certo danneggiano noi. Fra non molto si renderanno conto d'aver danneggiato anche se stessi, massimizzando le vendite nel breve periodo ...

Danneggiano noi e tutte le minoranze per una banalissima ragione: la contestazione eretta a metodo di confronto politico è pericolosa per motivi prudenziali. Se quelle che sono attualmente minoranze politiche si propongono di contestare le maggioranze con strumenti quali fischi, grida e "mobbing" ci si infila in una china che potrebbe divenire pericolosa, specie per quelle stesse minoranze. Cosa succederebbe se gli elettori del PdL si organizzassero per contestare gli incontri pubblici di grillini, Italia dei Valori e popolo viola? Sarebbe prevedibilmente il caos ed in quel caos vincerebbe, anche fisicamente, il PdL perché ha dalla sua sia la maggioranza della popolazione sia la legge, quindi le forze dell'ordine. Si parva licet e tutto il resto: riflettere sulle conseguenze del biennio rosso o, in tempi più vicini, dell'estremismo autonomista della seconda metà degli anni '70 ...

Ed è esattamente questo il vaso di Pandora che sarebbe bene non aprire nel rispettare gli spazi di discussione altrui. L'ultima osservazione spiega perché, nella sostanza, abbia ragione Fassino a tacciare tali comportamenti come tipici degli "squadristi". I finti intellettuali che si sono affrettati a sfottere Fassino, sottolineando che gli squadristi non fischiavano ma picchiavano, evidentemente hanno scarsa conoscenza della storia d'Italia e di quella del ventennio in particolare. Prima delle squadracce punitive e violente v'erano, da entrambe le parti occorre dire, quelle che si dedicavano al dileggio, al fischio, al mobbing nello stile del tempo. L'inizio dello squadrismo vide proprio un organizzarsi di svariati gruppi che volevano fondamentalmente impedire agli esponenti dell'altro gruppo di parlare "in piazza". Da allora, infatti, vive nella testa della sinistra e della destra italiana questo mito della "piazza": se il nemico parla nella piazza del paese, è un affronto. Un affronto che va evitato con la "contestazione militante". Le conseguenze storiche di questo tipo d'escalation le conosciamo. Ora questo non implica che debba succedere lo stesso nel 2010, il ritorno a quei livelli di violenza è altamente improbabile per una varietà complessa di ragioni storiche, ma il livello ideologico dello scontro è alto abbastanza senza doverci aggiungere ulteriori comportamenti squadristici di una parte, o dell'altra. Vale la pena ricordare, sempre su questa linea, che questa era anche la teoria sulla quali si vennero a costruire le bande dell'Autonomia e le varie forme di "terrorismo leggero e diffuso" che caratterizzarono gli anni '70 italiani. Le prime "squadracce" vennero organizzate proprio per impedire ai fascisti di parlare in piazza, guarda caso.

Le giustificazioni adotte a difesa di tale pratica sono prive di sostanza, ipocrite o totalmente demenziali.

- Che Sandro Pertini o Romano Prodi o anche Gesù Cristo - che invece disse di "non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te", suggerimento MOLTO rilevante in questo contesto - abbiano sostenuto che il fischio organizzato per impedire di parlare è una bella cosa, prova nulla. Nessuno è perfetto, men che meno Romano Prodi ed anche Pertini aveva le sue. Non sappiamo nel caso di Prodi, del quale non abbiamo eccessiva stima, ma Pertini, di cui invece ne abbiamo parecchia di più, proprio non sosteneva il diritto d'impedire a parlare. Difendeva il fischio spontaneo della piazza, che per le persone non in malafede è altra cosa da quanto stiamo vivendo in questi giorni.

- Anche l'argomento secondo cui BS, Schifani e compagnia hanno plaudito e probabilmente organizzato i fischi a Prodi, qualche anno fa, è ovviamente privo di senso: il fatto che il tuo "nemico" abbia violato i principi elementari della convivenza politica giustifica forse il tuo fare altrettanto?

- Molti chiedono che spazio rimanga alla contestazione di uomini pubblici che alcuni elettori ritengono indegni di rivestire certe posizioni politiche. Il punto è duplice. Da un lato si associa la contestazione degli uomini politici all'essenza della democrazia: secondo questa visione, ingenuamente e pericolosamente populista, la democrazia consiste nel poter "contestare" il politico con cui non si è in accordo, quando e come si vuole. La cosa è ingenua perché confonde la democrazia e la delicatezza del suo funzionamento con uno dei tanti trash-show pomeridiani dove tutti si parlano addosso, con una veemenza che è direttamente proporzionale all'ignoranza e alla grossolanità di quanti prendono la parola. Sia chiaro: in un paese in cui i La Russa e simili godono di grande visibilità non è sorprendente che la controparte pensi sia legittimo fare lo stesso, ma nondimeno sbaglia per la ragione precedente.

- Ed è anche pericolosa, questa pratica, perché se si diffondesse come metodo ci troveremmo innanzi a un'orgia di voci dove a prevalere sarebbero quelle maggioritarie che, piaccia o meno, ora non sono quelle dei grillini o del popolo viola. Tanto per dire, sostituite al nome di Schifani quelli di Renato Curcio, Valerio Morucci, Antonio Negri, Adriano Sofri. Oreste Scalzone e poi chiedetevi: come reagirebbe il popolo di sinistra se gruppi organizzati dalla destra fischiassero costoro ogni volta che appaiono in pubblico, impedendo loro di parlare? Questi sono esempi estremi ma è facile pensare ad altri. Per esempio, qualsiasi gruppo anti-abortista potrebbe ritenere legittimo fischiare quei massacratori di bambini che approvano l'aborto e ne permettono la pratica, tanto per dire. O qualsiasi collettivo di fondamentalisti religiosi potrebbe fare lo stesso contro i dediti alla sodomia, notoria pratica immorale maledetta dal loro iddio ... e via elencando principi morali superiori che, come sa, abbondano nel sottobosco della politica italiana. Questo pericolo, evidentemente, fra i grillini e nella redazione de Il Fatto, non viene colto.

- Tornando allo spazio della contestazione si può solo notare che i modi di quella possono essere infiniti. Si può scegliere di volantinare all'ingresso o nelle immediate vicinanze del luogo della manifestazione che si intende "contrastare"; si può fare un presidio; ci si può sedere in platea e, quando la persona indesiderata inizia a parlare, alzarsi in piedi mostrandole le terga con (magari) scritto sulle spalle qualcosa del tipo "taci mafioso" (pratica molto frequente nei college USA) ... si possono fare mille cose... il punto fondamentale da comprendersi è che la contestazione non può implicare che una minoranza rumorosa arrivi in una manifestazione privata ed imponga una agenda o un programma che non è quello di chi ha organizzato e pagato la manifestazione. Se un gruppo di elettori del PdL andasse agli spettacoli di Grillo imponendo che Grillo risponda alle accuse che loro ritengono di dovergli lanciare, vedremmo tutti che Grillo non tollererebbe intrusioni di quel genere, e giustamente. Dunque la libertà di contestazione non sarebbe stata limitata se gli oppositori avessero scelto forme meno aggressive di manifestazione: sarebbe bastato che l'esercizio legittimo della loro libertà di critica non conculcasse il diritto di Fassino e Schifani a parlare.

- Anche l'argomento secondo cui l'esponente politico, quando parla in piazza, deve mettere in conto che la piazza lo fischi è irrilevante, ed ipocrita. Certo, la piazza può spontaneamente fischiare, a volte. Questo era ciò che Pertini voleva difendere con la sua battuta. Ma questa è cosa ben diversa: qui siamo di fronte ad un mobbing organizzato che vuole impedire ad alcune persone di parlare, a prescindere. Ci sono riusciti con dell'Utri, ci sono arrivati vicini con Schifani e l'intenzione è di continuare con altri. È tutta un'altra storia, non rappresenta alcun "spontaneo sdegno popolare" come vediamo populisticamente, e falsamente, affermare in giro. È mobbing di una minoranza che si auto-arroga la rappresentanza della parte "sana" del paese e che sta rischiando orami di diventare violenta. Il tutto ricorda molto il comportamento dell'Autonomia a fine anni '70, che ebbe il suo punto d'arrivo nella "cacciata" di Luciano Lama, a mano armata, dalla Sapienza.

- Infine, un'ultima considerazione. Tutto questo è anche, e fondamentalmente, il prodotto del modo di far politica che BS ha imposto al paese, ossia è un riflesso della sua vittoria, che è politica ma soprattutto culturale. Non si discute più in Italia, nessuno ascolta l'altro, non vi sono argomenti e proposte, nessuno si occupa dei problemi concreti. Si urla e basta: fascista, comunista, mafioso, perdigiorno, ladro, violento, bacchettone, ateo, servo dei padroni, terrorista, disfattista, mercatista, e via dicendo. L'un contro l'altro armati, in un crescendo di comizi ideologici e populisti, con i media dell'una e l'altra parte schierati come fossero divisioni di panzers. Qui BS vince alla grande, ovviamente, lui ha (in tutti e tre i casi la terminologia è strettamente militare) sia i panzers, che i maiali, che i drones pronti a sparare contro il nemico proiettili diffamatori.

Questo vuoto di contenuti è ovviamente ciò che BS e gli altri masnadieri che lo seguono desideravano ottenere ed hanno ottenuto; questo è il terreno dove essi vincono. Ma questo vuoto è anche responsabilità della classe dirigente del PD e di IdV che si manifesta ogni giorno di più incapace di offrire contenuti, proposte, idee realizzabili e nuove. Una classe dirigente di inetti ed ignoranti travet della politica che sanno solo sopravvivere, abbarbicati al residuo potere che BS loro concede, eredità di un passato poco illustre in cui loro erano il perno centrale della casta.

Sopra questo vuoto intellettuale e politico, BS sguazza ed impera con le sue TV, i suoi giornali, il suo populismo che tutto ammorba. Sotto ad esso crescono queste nuove forme di squadrismo giustizialista, moralisti arrabbiati e pericolosamente intolleranti di chiunque sia tacciato di stare dall'altra "parte". La "sinistra" italiana sembra essere sempre più preda di costoro e dobbiamo tristemente riconoscere che, finché l'attuale casta gestirà il potere da un lato e dall'altro della barricata, il paese continuerà a camminare lungo questo smottante sentiero.

P.S. Quasi scordavamo! No: ieri a Mirabello non è successo nulla di rilevante, men che meno di epocale. Non si è manifestata alcuna alternativa a nulla. Fini ha semplicemente perso un'altra occasione, rivelando che ha molto poco di nuovo da dire, che il suo discorso è determinato dagli altri di cui è succube culturalmente (e ad essere succubi intellettualmente di Tremonti, ce ne vuole!) e che anche lui si gioca tutto sulla sceneggiatura. Nel suo caso ha scelto il piccolo borgo italico, il tricolore, la donna del capo, il vecchio e fedele combattente, le giovani leve ... Non si può cavar sangue dalle rape: alla fin fine, senza i fuochi artificiali del populismo di BS, Gianfranco Fini è ancora e semplicemente l'ala destra, patriottica e sudista, della casta.

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Commenti

Ci sono 267 commenti

sono d'accordo, anche se non vedo proprio per quale motivo alla fin fine si debba sempre dare la colpa di tutto a Berlusconi: la politica dell'insulto e dell'intolleranza non l'ha certo inventata lui, è una tradizione italiana incubata caso mai dalle ideologie totalitarie, come del resto si è detto correttamente nella prima parte dell'intervento.

Al di là di questo, comunque, il vero motivo di disgusto evocato da "popoli viola" e simili è un altro, ed è sintetizzato da un loro slogan: "intercettateci tutti". Finchè si pretende di limitare la libertà degli altri si ricade in una pratica riprovevole ma ahimè nota, ma quando si giunge perfino a tollerare, anzi peggio, a pretendere che si limiti anche la propria, vuol dire davvero che lo spirito pubblico in Italia è giunto al livello più basso della sua storia.

 

Bravissimo Wellington sono perfettamente d'accordo con te. Anche nella parte su Mr.B che è populista finchè vogliamo, ma non si è certo inventato certi modalità di attacco dell'avversario, anzi mi sembra che i vari Fede, Feltri e Belpietro siano molto più maldestri e scoperti nel loro gioco dei Santoro, Floris e compagnia cantante. O perlomeno meno bravi in assoluto. ;)

p.s.

Sei il Wellington che aveva un blog con lo stesso nome qualche tempo fa?

 

ogni tanto fa piacere non ritrovarsi soli

Concordo, e concordo sopratutto nella considerazione che sarebbe stato comunque possibile manifestare il proprio dissenso senza impedire di parlare ad altri, che è forse il punto fondamentale che sfugge a molti.

PS: Una domanda un po' impicciona: visto che pubblicate a volte articoli sul Fatto, avete provato a proporgliene uno sulla questione per stimolare un dibattito all' interno della comunità che vi gira intorno? IMHO sarebbe culturalmente proficuo, ma si sa, io son sognatore.

Ha rilasciato una intervista a Repubblica che mette tristezza. D'altra parte aveva già pisciato fuori dal vaso al tempo dell'attentato a Berlusconi. Pino Arlacchi, che era stato uno degli acquisti più prestigiosi di Italia dei Valori, si è autosospeso dal partito. Sospetto che, se continua così, altri lo seguiranno.

 

Sandro, ma quando mai Di Pietro ha capito qualcosa di democrazia, oltre che di economia?

Ovviamente l'intervento è condivisibile al 100%. E' condivisibile al 100% perchè si tratta veramente di un principio elementare. Davvero non capisco (o non voglio capire) come Il Fatto possa titolare (nella pagina web, non so se nella versione cartacea hanno fatto lo stesso) "Il PD ha scelto Schifani". Proprio non capisco (o proprio non voglio capire). Qui, come è stato più volte sottolineato, non si tratta di libertà di contestazione ma delle modalità con le quali la si esercita (le terga al vento sarebbero geniali. Oltre che legittime e più rispettose).

 

 

Secondo me c'è un interessante equivoco: cosa vuol dire "impedire di parlare"? Io ho l'impressione che i vari Schifani e Dell'Utri sono talmente abituati a parlare davanti a una corte di sudditi timorosi e osannanti che alla prima, seppur minima, manifestazione di dissenso si offendono e se ne vanno. 

Gli schifani vari avranno pure il diritto di esprimersi, ma non hanno il diritto di avere la standing ovation assicurata. Se sono dei codardi è un problema loro, non del sistema, né dei contestatori.

Oddio che Schifani alla festa del PD avesse la standing ovation assicurata sinceramente lo dubito (ma non ci metto la mano sul fuoco). In ogni caso lo lasci parlare, lasci che dica le sue cazzate, poi urli a squarciagola "smettila di dire cazzate". Chiaramente il tutto accompagnato (prima, durante e dopo) dal volantinaggio, dalle terga etc.

www.laprovinciadicomo.it/videos/Video/6287/

A Parolario non si è espresso dissenso, ma si è adottato un inammisibile comportamento squadrista (i sinceri democratici antifascisti…), laddove l’unica contestazione ammissibile, e interessante, sarebbe stata relativa ai presunti diari del duce. Si è preso di mira il mafioso, mentre ci si sarebbe dovuti rivolgere allo “storico”. La riprovazione non può che essere netta e incondizionata.

Per fortuna anche all’interno della Lega, oltre alle voci demagogiche, si levano anche quelle civili e democratiche: «Non entro nel merito della scelta di invitarlo. Certo, se avesse dovuto parlare di giustizia sarebbe forse stato fuori luogo, ma non mi sembrava questo il tema. In ogni caso il diritto di parola va garantito, è lecito fare volantinaggio e criticare una tesi ma zittire una persona non è corretto».

Il PdL ha esagerato un filo: Dell'Utri come Matteotti... Siamo seri

 

 

 

Secondo me c'è un interessante equivoco: cosa vuol dire "impedire di parlare"?

 

Se l'italiano è uno strumento adeguato alla comprensione "impedire" vuol dire cio' che è scritto in ogni comune vocabolario: rendere impossibile. Ho assistito una volta ad una contestazione durante una manifestazione pubblica fuori d'Italia. Un gruppo di giovani è entrato nella sala in cui si teneva un comizio ed ha esposto uno striscione e gridato slogan. Un cordone di sicurezza si è creato attorno a loro (ad opera degli organizzatori dell'evento) e li si è lasciati bellamente sfogare per 5 minuti. Trascorsi i quali è stato detto loro che poteva bastare cosi' e loro sono usciti con calma (tra qualche fischio ricambiato).
Il comizio è continuato secondo programma. La definirei una contestazione pacifica. Se invece la contestazione fosse continuata per un'ora, impedendo lo svolgimento della manifestazione ecco che essa avrebbe subito in impedimento e sarebbe stato violato un diritto di libertà.  Il fatto che qualcuno non sia abituato alla contestazione (ma sarà poi vero?) non è un alibi per impedigli di parlalre.

Francesco

 

 

personalmente, se mi fossi trovato lì, avrei lasciato parlare entrambi. E poi avrei fischiato tutti e due. Fassino di più però, perchè non sa scegliere gli ospiti.

Assolutamente d'accordo. La "rivoluzione" operata da BS è, soprattutto, culturale.

 

Cosa succederebbe se gli elettori del PdL si organizzassero per contestare gli incontri pubblici di grillini, Italia dei Valori e popolo viola?

 

 

Qualcosa del genere, per la verita', successe: quando Prodi venne contestato ad un convegno (di qualche associazione di categoria, forse confindustria) da una claque di berlusconiani ...

Insomma, l'imbarbarimento c'e' gia' stato.

Altra osservazione: i "dibattiti" del PD sono in genere delle messe cantate, dove il pubblico non ha parola. Al pubblico che volesse dissentire (da Schifani, per quel che dice, ma anche Fassino, per la scelta di invitare un figuro cosi' losco) non rimangono molte alternative.

Certo, ci sarebbe l'opzione "volantinaggio", che pero' rischia di esser utile solo a farsi schedare dalla Digos. A me e' successo qualcosa del genere, proprio ad una kermesse del PD; solamente che, grazie al fattore sorpresa, la Digos e' intervenuta quando la contestazione (silenziosa :-) aveva ormai sortito il suo effetto.

Con Schifani non era invece possibile alcun effetto sorpresa :)

 

Comunque su una cosa concordo con voi: penso che un clima cosi' nervoso non sia un elemento positivo.

 

 

 

- Infine, un'ultima considerazione. Tutto questo è anche, e fondamentalmente, il prodotto del modo di far politica che BS ha imposto al paese, ossia è un riflesso della sua vittoria, che è politica ma soprattutto culturale. Non si discute più in Italia, nessuno ascolta l'altro, non vi sono argomenti e proposte, nessuno si occupa dei problemi concreti. Si urla e basta: fascista, comunista, mafioso, perdigiorno, ladro, violento, bacchettone, ateo, servo dei padroni, terrorista, disfattista, mercatista, e via dicendo.

 

Ora, io non sono vecchio, ma non sono neanche piu' giovanissimo e seguendo la politica fin dai tempi delle medie, in Italia non ricordo un "dibattito" politico altro che quello descritto qui sopra. In altre parole, questa ideologizzazione retrograda mi appare come una caratteristica prettamente Italica, affine al secolare provincialismo che appesta lo stivale. Spero di sbagliarmi, ma se cosi' fosse questo tipo di scontro politico potrebbe addirittura essere inevitabile nei prossimi anni (Ma BEN VENGA, ovviamente, la critica).

 

P.S. Quasi scordavamo! No: ieri a Mirabello non è successo nulla di rilevante, men che meno di epocale. Non si è manifestata alcuna alternativa a nulla. Fini ha semplicemente perso un'altra occasione, rivelando che ha molto poco di nuovo da dire, che il suo discorso è determinato dagli altri di cui è succube culturalmente (e ad essere succubi intellettualmente di Tremonti, ce ne vuole!) e che anche lui si gioca tutto sulla sceneggiatura. Nel suo caso ha scelto il piccolo borgo italico, il tricolore, la donna del capo, il vecchio e fedele combattente, le giovani leve ... Non si può cavar sangue dalle rape: alla fin fine, senza i fuochi artificiali del populismo di BS, Gianfranco Fini è ancora e semplicemente l'ala destra, patriottica e sudista, della casta.

 

Un Fini che spinge per la legalita' e che si e' espresso a favore dell'integrazione etnica APPARE, ai miei occhi, come la piu' grande novita' politica Italiana degli ultimi anni. Ma visto che il discorso non l'ho ancora ascoltato, mi devo fermare alle apparenze - apparenze che comunque sono ben forti.

 

 

Un Fini che spinge per la legalita' e che si e' espresso a favore dell'integrazione etnica APPARE, ai miei occhi, come la piu' grande novita' politica Italiana degli ultimi anni. Ma visto che il discorso non l'ho ancora ascoltato, mi devo fermare alle apparenze - apparenze che comunque sono ben forti.

 

Fini è stato il principale alleato di SB per 15 anni.

Da un anno a questa parte è diventato il principale denunciatore dell'illegalità del berlusconismo (semplifico per brevità).

Per come la vedo io, delle due una: o è l'uomo meno perspicace d'Italia (15 anni?!), o sta facendo la commedia.

Il modo non commediante di porre la questione sarebbe stato: per 15 anni ho sostenuto un malfattore; ho fatto approvare leggi che lo favorivano e ho contrinuito a sconfiggere i suoi oppositori; oggi occupo la terza carica dello stato grazie a lui che mi ha messo qui anche per garantire che non sopraggiungessero intoppi o tranelli nei suoi confronti. Ebbene, un anno fa la mia coscienza ha iniziato a scuotermi e oggi chiedo scusa a tutti e mi reco seduta stante dal più vicino magistrato per costituirmi e inizio a raccontargli tutto ciò che so, in quanto complice, affrontando il giudizio come un buon collaboratore di giustizia.

Se la questione non è tanto giudiziaria, quanto politica, cambiano forse i dettagli, diciamo procedurali, ma la sostanza dovrebbe essere quella.

Vederlo tutto tronfio denunciare il berlusconismo come fosse vissuto in Giappone o sulla Luna negli ultimi 16 anni, mi ha fatto una pessima impressione.

L'episodio è senz'altro da condannare. 

La presunta e autoproclamata superiorità morale di certa sinistra è ciò che fa più male a chi spera ancora in una Italia migliore. In nome di questa, alcuni personaggi si arrogano il diritto di poter fare qualunque cosa superando qualsiasi limite.

Penso ad esempio a Piero Ricca, o a Grillo quando dichiara, inquietante: "Questo è solo l'inizio. Devono rendersi conto che è finita. Che si blindino con i poliziotti antisommossa, chiamino Maroni e l'esercito. Paghino la gente che va ai comizi per applaudirli. Oppure se ne vadano a casa"

Detto questo, esiste anche una seconda chiave di lettura che io ritengo più adeguata. Io non vedo nessuna deriva fascista, nessun pericolo squadrista, solo gente che è esasperata, costretta ad avere oltre al danno di un Dell'Utri politico, anche la beffa di vederlo dispensatore/esempio di cultura.Queste persone attendono una risposta concreta dal loro partito di punta (il PD) e invece, oltre all'immobilismo a cui tocca assistere, devono pure ritrovarsi di fronte Schifani, un autentico affronto alla pazienza dei propri elettori. Da questo fatto discendono 2 possibilità: o Fassino e compagnia sono stupidamente distanti anni luce dal proprio elettorato oppure perseguono l'inciucio spudoratamente.

 Ci si auspica allora che la contestazione non si plachi (anzi si faccia più insistente) ma adoperando sistemi più democratici e magari pure più ironici (non farebbe male risfoderare la classica pernacchia)

 

 

 

Detto questo, esiste anche una seconda chiave di lettura che io ritengo più adeguata. Io non vedo nessuna deriva fascista, nessun pericolo squadrista, solo gente che è esasperata, costretta ad avere oltre al danno di un Dell'Utri politico, anche la beffa di vederlo dispensatore/esempio di cultura.Queste persone attendono una risposta concreta dal loro partito di punta (il PD) e invece, oltre all'immobilismo a cui tocca assistere, devono pure ritrovarsi di fronte Schifani, un autentico affronto alla pazienza dei propri elettori. Da questo fatto discendono 2 possibilità: o Fassino e compagnia sono stupidamente distanti anni luce dal proprio elettorato oppure perseguono l'inciucio spudoratamente.

 Ci si auspica allora che la contestazione non si plachi (anzi si faccia più insistente) ma adoperando sistemi più democratici e magari pure più ironici (non farebbe male risfoderare la classica pernacchia)

 

 

Questa analisi  mi sembra molto lucida: condivido al 100%.

Evviva la pernacchia!

:)

Dispiace constatare ancora una volta come il comportamento dei dirigenti PD e di BS sia messo nella vulgata dei bravi maestri sullo stesso piano. La cosa paradossale è che l'articolo inizia con una "lode" a Fassino. E' la stessa onda lunga e oleosa che scorre sulle pagine del corriere della sera, negli articoli del geniale Battista, per esempio. Vi dispiace dare ragione a Fassino? datela pure ai Grillini allora e dite che rappresentano il popolo di sinistra! Alla festa del PD del resto tutti hanno fischiato Schifani, no? A no, quelli che non fischiavano erano solo dei coglioni di sinistra diversi dai coglioni di sinistra che fischiavano a causa della diversa quantità di aria che passava per i loro polmoni.

Ma stiamo assistendo o no ad un'umiliazione senza precedenti nel dopoguerra della repubblica? Ma abbiamo o no una legge elettorale inclassificabile? ma abbiamo o no una gestione privatisitca del potere? E la colpa e' del vuoto di proposte del PD!!! pensavo ci fossero degli altri motivi. Ah no ma sarei uno sporco uomo di sinistra moralmente superiore se non dessi la colpa al PD. Ora vado a fare un pò di training per convincermi e non pensarci più, del resto in ogni paese in cui la sinistra ha un vuoto di proposte sono nella nostra situazione.

 

Beh, sono molto d'accordo con queste considerazioni di Overconfidence.

Però il pezzo di Boninu e Boldrin mi è piaciuto davvero assai lo stesso. Perché nella parte fondamentale dell'argomentazione, hanno ragione da vendere 

Vediamo se si riesce a discutere con calma.

Il "potere esecutivo" è qualcosa di tendenzialmente sconfinato se non è limitato da altri "poteri", uno di questi è senza dubbio quello dell'opposizione, che rappresenta interessi diversi e talvolta contrapposti a chi in quel momento detiene il potere esecutivo.

Il vuoto del PD (il maggior partito di opposizione) è tale per cui chi, in questo momento, detiene il potere esecutivo, fa un pò come gli pare. E la colpa è tutta della classe dirigente del PD, che dopo aver perso tutte le elezioni dal 2006 in poi non fa una serena autocritica e dice: evidentemente quello che dico e faccio non va bene alla maggioranza degli italiani, poichè un "partito" è una comunanza di valori e di idee, visto che i valori sono fondanti saranno le idee che non vanno bene, proviamo a cambiare idee e persone che le rappresentano.

Come dici, che mancano ancora i valori fondanti del PD ? Ecco, allora son proprio cazzi.

La confusione è tale che è invitato alla festa principale del PD il Presidente del Senato, che è un ruolo istituzionale, quindi di politico può dire ben poco (sempra che nel PDL se la prendano molto se fai il politico ed hai un ruolo istituzionale..), e che, tra l'altro, è in un momento mediatico poco simpatico, avendo avuto delle amicizie un poco pericolose in gioventù (nulla da eccepire, da qui a dire che è un complice ci passa un mare).

A un errore della direzione del PD (uno più, uno meno, capirai..) si è aggiunto l'errore di chi ha manifestato "rumorosamente", perchè per far fare la figura che, secondo i contestatori, Schifani meritava, bastava avere atteggiamenti canzonatori (una risata vi seppellirà non appartiene, evidentemente, ai grillini e popolo viola). Il rischio di una evoluzione in senso negativo della cosa sarebbe dovuto bastare a chi pretende di essere meglio degli altri, invece con questo atteggiamento infantile ha solo dimostrato la pochezza delle proprie idee. La violenza (anche verbale) è l'ultimo rifugio degli incapaci. Sempre.

Questo è il mio primo commento in questo splendido sito che seguo da circa tre mesi, pieno di spunti positivi e spiegazioni esaurienti in materia economica e non solo, in assoluto una delle forme di cultura moderna più belle che io abbia incontrato in più di 8 anni di internet.

Detto ciò scrivo questo commento perché per la prima volta mi trovo in aperto contrasto con quello che scrivete.

I due casi di cui avete parlato, benché vicini nel tempo, non sono a mio parere slegati come motivazioni (magari qui mi sto sbagliando e lo sottolineo visto che non conosco personalmente gli ideatori) e in tutti e due i casi li trovo un giusto rigurgito popolare di fronte a ciò che a mio parere rappresenta un vero e proprio attentato al significato di democrazia in questo paese, e poco importa se con questo si è leso il diritto di parola di persone che comunque hanno una valanga di spazi da cui possono parlare ogni giorno.

Nel primo caso si contesta la presentazione di diari che sono stati valutati falsi storici quasi unanimemente dal mondo accademico, in questo caso io penso che quando si presenta o si dichiara il falso storico o scientifico la condanna deve essere non solo unanime, ma immediata, visto che si tratta di una truffa verso il sapere e verso la conoscenza, quindi ben vengano persone che lo contestino subito e pesantemente perché il diritto di parola ha un limite ed è appunto quello della falsità. Se poi questo viene reso ancora più odioso dal fatto che il personaggio continui a fingersi acculturato per cambiare la sua immagine pubblica che probabilmente (sottolineo probabilmente, non ho la sfera di cristallo) altrimenti sarebbe quella di un mafioso affarista, allora entriamo in un altro argomento che al momento non vorrei trattare.

Nel secondo caso non ha a mio parere molto senso la contestazione per l'indagine di mafia che pende sulla testa della seconda carica dello stato, perché si fa il suo gioco dipingendolo come una vittima di persone cariche d'odio nei suoi confronti, sono però molto d'accordo sulla contestazione dei grillini (Movimento 5 Stelle) sulla mancata messa in agenda da più di tre anni (dopo 2 anni di disinteresse pure del precedente presidente Marini) della proposta di legge di iniziativa popolare Parlamento Pulito, perché, giuste o sbagliate che siano, queste proposte di legge sono state presentate da cittadini a cui in questo paese sappiamo non si da quasi mai ascolto, a questa censura e questo silenzio da parte del presidente del senato si è dunque scatenata una protesta che coerentemente ha censurato a sua volta il presidente del senato, trovatemi una protesta più azzeccata di così!

Sottolineo ancora una volta che non si può dire che la libertà di parola è stata lesa a persone che comunque hanno infiniti altri mezzi di comunicazione a loro disposizione per esporre le proprie idee, in maniera anche più pervasiva di quello che avrebbero potuto fare in due piccoli convegni e che è in parte falso quello che dite sulla situazione italiana di continua contestazione con urla, perché quella è la situazione dei governanti, mentre io vedo un popolo continua ad arrangiarsi ogni giorno come può e non si indigna e non alza la voce da ormai mooolto tempo, e magari queste contestazioni stessero a significare una sua insofferenza verso questa situazione, sarei molto più contento di vivere in un paese in cui qualche volta non si lascia parlare un politico in piazza, ma si combatte l'immobilismo di questa classe politica, piuttosto che in questa italietta dove ormai si è abituati a tutto e nulla più desta scandalo o indignazione.

Saluti a tutti e continuate il vostro splendido lavoro (non sono né voglio essere ironico, lo penso veramente)

 

Nel primo caso si contesta la presentazione di diari che sono stati valutati falsi storici quasi unanimemente dal mondo accademico, in questo caso io penso che quando si presenta o si dichiara il falso storico o scientifico la condanna deve essere non solo unanime, ma immediata, visto che si tratta di una truffa verso il sapere e verso la conoscenza, quindi ben vengano persone che lo contestino subito e pesantemente perché il diritto di parola ha un limite ed è appunto quello della falsità.

 

Non è stata contestata l’autenticità dei diari, bensì è stato aggredito Dell’Utri per quello che è! Anch’io so chi è Dell’Utri, sia chiaro. 

Peraltro i  diari apocrifi non si smontano inveendo, spintonando e insultando (spero che concordiamo tutti su questo), ma adducendo tutti gli argomenti possibili, ed esistenti, contro la pretesa autenticità, o persino ridicolizzandola in un dibattito civile, che sia a distanza o in piazza.

Si vede che germi di fascismo non si annidano soltanto nel berlusconismo, ma anche nei sedicenti antifascisti, che denunciano ad ogni pie' sospinto attentati alla democrazia, tranne quando ne sono essi stessi i promotori.

 

 

 

Nel primo caso si contesta la presentazione di diari che sono stati valutati falsi storici quasi unanimemente dal mondo accademico, in questo caso io penso che quando si presenta o si dichiara il falso storico o scientifico la condanna deve essere non solo unanime, ma immediata, visto che si tratta di una truffa verso il sapere e verso la conoscenza, quindi ben vengano persone che lo contestino subito e pesantemente perché il diritto di parola ha un limite ed è appunto quello della falsità.

 

Ok, quando andiamo in piazza San Pietro a contestare il papa durante l'angelus?

Tutta 'sta storia di resurrezioni non ha alcun fondamento scientifico.E sinceramente in Europa si sente un po' la mancanza di una bella guerra di religione.

 

Nel secondo caso non ha a mio parere molto senso la contestazione per l'indagine di mafia che pende sulla testa della seconda carica dello stato, perché si fa il suo gioco dipingendolo come una vittima di persone cariche d'odio nei suoi confronti, sono però molto d'accordo sulla contestazione dei grillini (Movimento 5 Stelle) sulla mancata messa in agenda da più di tre anni (dopo 2 anni di disinteresse pure del precedente presidente Marini) della proposta di legge di iniziativa popolare Parlamento Pulito, perché, giuste o sbagliate che siano, queste proposte di legge sono state presentate da cittadini a cui in questo paese sappiamo non si da quasi mai ascolto, a questa censura e questo silenzio da parte del presidente del senato si è dunque scatenata una protesta che coerentemente ha censurato a sua volta il presidente del senato, trovatemi una protesta più azzeccata di così!

 

Giusto, che si parli di ciò che preme a noi o si taccia per sempre.Democrazia e diritto di parola son roba da pusillanimi, eleggiamo Grillo Dittatore Benevolo a Vita e liberiamoci di tutta 'sta marmaglia.

Più seriamente, condivido le motivazioni dei protestanti, ma l' esecuzione è fascista.

Come ricorda Michele in un altro commento, in USA il diritto di parola viene riconosciuto anche al KKK, e ci aggiungo pure i nazisti dell' Illinois (video).

Non che si debba copiare tutto dagli USA, ma il primo emendamento si.

Mi permetto di dissentire da queste argomentazioni. Per argomentare il mio dissenso dovrei scrivere un post molto lungo, ma in breve a nessuno verrebbe in mente di contestare un criminale qualsiasi che parla pubblicamente e, se fosse, sarebbe grave. Qui abbiamo persone che occupano una carica pubblica di altissima responsabilità che in nessun paese democratico decente potrebbero occupare. E' a questo connubio che si urla; si urla perché alle domande poste pacatamente non viene data risposta (basta vedere i video di Piero Ricca); si urla perché molti giornalisti non fanno il loro mestiere.

Alcuni di voi vivono in Amerika. Potrebbe il presidente del Senato americano occupare la sua sedia se fosse stato condannato in primo grado per Mafia? Cosa succederebbe? Pensate veramente che potrebbe parlare liberamente ad un qualsiasi dibattito? Potrebbe permettersi di non ricevere domande sui suoi guai giudiziari?

Tutto giusto.

Ma lo lascerebbero, qui ed altrove, parlare lo stesso. Poi lo fischierebbero, denuncerebbero pubblicamente, eccetera. Ma lo lascerebbero parlare. Qui lasciano parlare quelli del KKK e l'ACLU, una cosa di cui andare fieri, difende questo loro diritto. It's that simple.

Poi, con grande probabilità perché ci sono orrende eccezioni qui ed altrove, non lo eleggerebbero.

Fine della storia.

Lasciarli parlare non vuol dire assolverli delle loro colpe.

"alcuni di voi vinono in Amerika", "tu non vivi in Italia, non puoi capire...", "stai bene dove stai ed eveita di fare commenti su cose che non conosci", "qui e` tutto diverso"...

Sono tutti commenti tipici rivolti a chi vive all'estero e puo` mantenersi sano rapportandosi a realta` meno distorte di quella italica.

L'Italia e` un paese malato in cui le persone al potere hanno comportamenti quanto meno disgustosi, secondo i parametri del resto del mondo civile. Spesso non lo si nota se non quando si lascia il suolo natio. Ma Michele e Marco hanno ragione da vendere a ricordarci che se si vuole fare dell'Italia un paese nuovo e migliore, bisogna avere un livello di sanita` un po' diverso da quello che hanno attualmente gli oppositori di B e del suo sistema. Tutto qui.

Non-violenza contro i fucili. Verita` contro le menzogne. Educazione e risolutezza contro la cafonaggine. Rispetto contro le prevaricazioni. Legalita` contro i mafiosi. Intelligenza contro la stupidita`. Opporsi significa non piegarsi al sistema in nessun modo, non diventare come loro vorrebbero che fossimo. Servira` piu` perseveranza che se non fossimo in un altro paese, probabilmente. E quello che Michele e Marco dicono e`: altrove si fa diversamente... non sarebbe forse meglio? Oppure vogliamo fare ancora a modo nostro e ricadere negli stessi errori?

Un messaggio semplice semplice che vedro` di ricordare ;)

Per argomentare il mio dissenso dovrei scrivere un post molto lungo, ma in breve a nessuno verrebbe in mente di contestare un criminale qualsiasi che parla pubblicamente e, se fosse, sarebbe grave. 

Le persone contestate non hanno sentenze passate in giudicato (Dell'Utri si, ma non per mafia).

Alcuni di voi vivono in Amerika. Potrebbe il presidente del Senato americano occupare la sua sedia se fosse stato condannato in primo grado per Mafia? Cosa succederebbe? Pensate veramente che potrebbe parlare liberamente ad un qualsiasi dibattito? Potrebbe permettersi di non ricevere domande sui suoi guai giudiziari?

Non discutiamo di quello, che per noi è ovvio. Discutiamo dell'opportunità e legittimità di una pratica, quella della cagnara organizzata, che non ha utilità pratica (non convince nessuno che già non lo sia), non ha legittimità politica (perché nega ad altri di esprimere le sue ragioni), è pericolosa perché se si diffondesse sarebbe il caos e l'impossibilità a confrontarsi pubblicamente.

Ps: ora, in US, the land of free, c'è molta libertà di parola, sicuramente più che in Italia. Ma come insegnano alcuni episodi le forme della contestazione non devono travalicare certi limiti, specie se sei in casa d'altri e il padrone di casa ti fa capire che ok, va bene così ed è ora di smetterla. Un esempio estremo: Do you remember?

 

Dell'Utri alla fine ha parlato :

qui

<em>

Dell'Utri ci riprova parla

Forza Nuova contesta in silenzio

<em>

<em>COMO - Le scritte comparse nella notte in via Rovelli (Foto by COMO)<em>

 

 

Centro città blindato per l'incontro con il senatore Marcello Dell'Utri nella sede del quotidiano "l'Ordine" in via Rovelli. Chiusi, per precauzione, i giardinetti pubblici di via Vittorio Emanuele. Tra piazza Medaglie d'Oro, le Poste e l'incrocio tra via Rovelli e via Odescalchi ci sono poliziotti, carabinieri e finanzieri in assetto antisommossa. Nessuna traccia di contestatori riconducibili alla sinistra. In via Rovelli c'è un presidio silenzioso di Forza Nuova. I militanti di estrema destra, con diversi tricolori, espongono il seguente striscione: "Nostalgici di un'Italia senza mafia".
Nella notte ignoti hanno scritto con lo spray nerro messaggi di insulti al senatore condannato in secondo grado per concorso esterno in associazione mafiosa.

 

 

I fischi sono una cosa, impedire a qualcuno di parlare usando anche violenza è altra cosa e prassi antiica a sinistra, soprattutto estrema. SB non c'entra.

Un esempio per tutti, quello che successe nel 1977 all'università quando parlò Lama.

Francesco

Re: Lama

 

io all'epoca c'ero. E non con gli autonomi. L'università era occupata, e il comizio di Lama fu percepito come una operazione strumentale: creare un incidente per permettere alla polizia di intervenire e sgombrare l'università, come avvenne. Teoria del complotto? Può darsi. Forse nel '77 PCI e CGIL non avevano alternativa dal fare da baluardo e antemurale dello stato, però il risultato alla fine è stato la vittoria di Craxi e del CAF.

Ora, Grillo aveva anticipato la contestazione di Schifani, e non mi piace, è una operazione puramente strumentale per galvanizzare la sua base, ma a pensar male, che si cercasse la provocazione o si fosse pronti a sfruttarla per "cambiare spalla al fucile", scaricare Di Pietro per (tentare di) imbarcare Casini, il sospetto ti viene. Oltretutto, secondo uno che conosco su un altro blog, il dibattito è stato assolutamente insignificante nei contenuti, e allora perché farlo, non è per piaggeria verso gli ospiti, ma non era meglio Boldrin? 

standing ovation

letto l'articolo, condivisibile se fossimo in un paese normale, nel nostro caso diventa pura accademia. Se ci fosse una vera opposizione quelle domande le avrebbe dovute fare fassino. E' palese l'aggressione da parte dei grillini e popolo viola, ma prima di arrivare a questo c'è dell'altro, se permettete moooolto più preoccupante e di gran lunga più pericoloso per la democrazia.

E' palese l'aggressione da parte dei grillini e popolo viola, ma prima di arrivare a questo c'è dell'altro, se permettete moooolto più preoccupante e di gran lunga più pericoloso per la democrazia.

Ma posto pure che sia vero (e se comprendo i tuoi riferimenti lo è a mio avviso) dobbiamo per forza di cose ordinare tutto in uno scala infinita finendo per esimerci dal giudicare certe cose perché le cose gravi sono sempre altre?

Io poi porterei anche il punto dell'efficacia. Cosa sortiscono queste piazzate? Dico a livello pratico, a cosa portano? 


Bellissimo post. Solo la conclusione mi lascia perplesso.

 

La "sinistra" italiana sembra essere sempre più preda di costoro e dobbiamo tristemente riconoscere che, finché l'attuale casta gestirà il potere da un lato e dall'altro della barricata, il paese continuerà a camminare lungo questo smottante sentiero.

 

A me non pare proprio che la ""sinistra"" italiana sia preda di costoro. Ok, dipende cosa si intenda per sinistra italiana (o dove si piazzi la barricata!). Ma dico, sia il PD che Vendola & Co - al di là della valutazione che si dia di entrambi - sembrerebbero piuttosto distanti dall'area viola e grillina. Per quanto possano esserci persone che si sentono in parte vicine, almeno su alcuni temi, a tutte e tre le aree.

Analogamente, Grillo & Co - again, al di là della valutazione che si abbia di questa gente - non mi pare si possa considerare un pezzo di casta che controlla "l'altra parte della barricata". Se anche si consideri casta l'IdV, non mi pare che Di pietro sia in grado di controllarli. Semmai ne è succube...

Insomma, o non capisco l'affermazione degli autori o mi pare poco condivisibile... magari verso la fine del pezzo siete arrivati d'abbrivio e vi siete fatti prendere la mano...?

Ah! Standing ovation davvero per:

 

Fra non molto si renderanno conto d'aver danneggiato anche se stessi, massimizzando le vendite nel breve periodo ...

 

e anche

 

alla fin fine, senza i fuochi artificiali del populismo di BS, Gianfranco Fini è ancora e semplicemente l'ala destra, patriottica e sudista, della casta.

 

 

 

Good point. Il tuo ragionamento fila.

Il riferimento era al "popolo dei militanti" che mi dà l'impressione d'essere solo incazzato e volere la luna nel pozzo ... Del gruppo dirigente abbiamo detto e sappiamo cosa (non) pensano. Ma l'impressione è che la base dei militanti (non gli elettori) sia sempre più vicina alla "bava alla bocca". Ma magari mi sbaglio, deviato dall'impressione che me ne dà la rete. Credo sia in parte dovuto a frustrazioni, ma anche ad una profonda incomprensione di come va il mondo e di cosa sarebbe necessario fare.

Mi dicono anche che Di Pietro non sia proprio un modello di razionalita' e decenza, da questo punto di vista, o no? I giornali di sinistra, da Unita' a Repubblica, che ho letto per quasi due mesi mi facevano bastanza impressione, nel senso di spavento, per la quantita' di guevarismo populista che pubblicavano ...

Ma, ripeto, forse ho la percezione deviata dai segmenti di media che seguo qui negli USA.

Me ne assumo la responsabilità, comunque: quella frase l'ho messa io non Marco.

A me sembra che la situazione sia molto più grave di quanto non emerga da questo dibattito. Più grave perché non sembra esserci scampo e non si salva nessuno, né il contestato né i contestatori. Se c’è stata una “rivoluzione” culturale in Italia, e se è addebitabile a Berlusconi, si vede forse nella televisione ma, dal mio punto di vista, si tratta di un evento piuttosto superficiale. In realtà, nulla è cambiato, né poteva cambiare,  nel potere, nei suoi mezzi e nei suoi fini e, semmai, la sua invadenza si è estesa, da “destra”, dal “centro” e da “sinistra”. Sono abbastanza vecchio per aver visto la stessa vocazione alla sopraffazione e all’arroganza attraversare la Democrazia Cristiana, il Partito Comunista, il Partito Socialista e via fino a noi e arroccarsi nei centri di potere che soffocano e dilaniano la nostra società. Non esistono i bei tempi andati. E la nostra situazione non è forse il risultato di un processo ininterrotto che dura da almeno quarant’anni e nel quale nessuno può dirsi innocente? La mia regione è stata governata per cinque anni dalla destra e prima e dopo dalla sinistra. I personaggi, perfino gli stessi un po’ di qua e un po’ di là, trionfanti e senza vergogna, i comportamenti, le motivazioni, le regole “ad personas” e quelle “ad partitos”, il saccheggio sistematico della società e la sistematica distruzione del capitale umano non sono cambiati in questi quindici anni, come nei quindici più quindici precedenti. L’Italsider, la Tirrenia, L’Alitalia, le Ferrovie dello Stato, il porto (sono genovese), il debito pubblico e il resto non sono problemi noti e scandalosi che durano da sempre e, grosso modo, approvati da tutti? Le manifestazioni oceaniche e quelle che paralizzano tutti i giorni le nostre città, benedette dai Tremonti, Fassino, Fini, DiPietro, Prodi e Berlusconi. Grillo! Grillo? E tutti gli altri, noi compresi. Per carità! Si invoca la caduta di Berlusconi, ed è anche giusto, perché tutto cambi? Bene, tutto cambierà perché nulla cambi. Temo che non se ne possa uscire se non attraverso lo shock epocale che conseguirà alla rovina economica.

Mah. Vedo ragioni da entrambe le parti. E' vero in generale che la libertà di parola è sacra, ma è vero anche che in un paese decente un dell'Utri sarebbe da tempo al gabbio e non sarebbe invitato a presentare alcunchè (tantomeno una patacca). Su Schifani hanno sbagliato di sicuro, ma davvero non c'era nessun altro di più interessante e presentabile da invitare? Il "popolo dei militanti", Michele, è davvero furibondo (non voglio usare il turpiloquio per scelta culturale ed estetica), ma non vuole la "luna nel pozzo": solo dei dirigenti decenti e serie proposte politiche. Per finire, non concordo per nulla con il giudizio sprezzante sul discorso di Fini. Archiviare il Berlusca e cominciare a intravedere una destra decente sarebbe una boccata d'ossigeno per questo paese disgraziato.

Ma in questo Paese, che sarebbe indecente, Dell'Utri è ben avviato per diventare ospite delle patrie galere: a meno che si intenda contestare la presunzione d'innocenza, sancita da quella Costituzione che non si deve cambiare (art. 27, secondo comma).

Medio tempore, nessuno può privarlo del diritto di svolgere le attività che gli interessano (ma anche dopo il passaggio in giudicato della condanna non si potrebbe privarlo del diritto di esprimere le proprie opinioni).  

E' vero che il corso della giustizia è lungo ... ma lo è per tutti, purtroppo!

Da quel poco che sono riuscito ad imparare.

1. porgere SEMPRE l'altra guancia è da fessi, perché gli altri se ne approfittano.

"è troppo semplicistico affermare che chi ha contestato Prodi a Bologna è solo un gruppo di propagandisti. Il professore chiude gli occhi di fronte ad una realtà che non gli piace e che ha colpevolmente determinato. I fischi al Motor Show sono l’ennesimo segnale della protesta diffusa in tutto il Paese contro questa Finanziaria… quello che sorprende è che oggi Prodi si sorprenda"

2. ognuno cerca il proprio vantaggio

si afferma che è giusto l'intervento di Fassino a difesa di Schifani perché fa rispettare la libertà d'espressione.

ma che ci guadagna il Pd da questo (l'ente organizzatore di cui Fassino fa parte)? è chiaro che l'obiettivo principale di un partito è guadagnare voti. è quindi chiaro che la difesa della libertà d'espressione di Schifani è vantaggiosa al partito se questa porta voti.

in Amerika (probabilmente) un'accorata difesa della libertà d'espressione, anche dell'avversario politico più controverso, può essere considerato dall'elettore "volatile" (che vola da un partito all'altro) come elemento di pregio da premiare alle prossime elezioni.

questo comportamento quindi si diffonde, per "vantaggio evolutivo" al momento delle elezioni, piano piano a tutti i partiti, che imparano poi ad evitare di contestare le libertà altrui per paura di avvantaggiare il partito avverso.

in Italia il comportamento è considerato da FESSI. e come tale punito, o, tutt'al più non considerato alle elezioni. anche perchè sono i prìncipi che ti danno la pagnotta, non i princìpi (secondo la vulgata, poi in realtà è falso...)

3. domanda agli amerikani (che esula dalla libertà d'espressione, ma pone un problema di opportunità/stupidità politica): ma in una qualunque festa nazionale, convention, caucus (ocomesichiamaoltreoceano) del partito repubblicano, vengono regolarmente invitati a discutere Joe Biden o Nancy Pelosi, "dato il loro ruolo istituzionale"? o viceversa, nelle convention democratiche c'è un posto riservato al dibattito per Dick Cheney o John McCain? No, perchè qui in Italia, a sinistra, si crede che sia FONDAMENTALE che un partito "responsabile verso il Paese" preveda, nelle proprie feste/congressi, l'intervento di avversari politici; tanto più che si afferma che, l'assenza, nei raduni leghisti o nelle convention berlusconiane, di rappresentanti del centrosinistra, è "un chiaro segnale dell'irresponsabilità verso il Paese" di questi partiti.

Volevo spaere se in un Paese con una storia democratica più lunga e partiti storicamente non compromessi con l'unione delle repubbliche socialiste, vige questo particolare principio "di responsabilità verso il Paese".

 

 

 

 

Non sono un sostenitore di Grillo e non ero presente alla manifestazione, ritengo però sia sempre bene informarsi sui fatti prima di esprimere giudizi, magari affrettati, ancor più se poi da quei giudizi si pretende di trarre conclusioni generali. Quello che le testimonianze raccolte mi dicono circa l’episodio di Torino è che un paio di gruppi, l’uno facente parte del “Popolo Viola” e l’altro del “Movimento Cinque Stelle”, hanno richiesto di poter intervenire nel dibattito facendo domande a Schifani (cosa solitamente possibile in un dibattito pubblico), richiesta che è stata negata. Dopodiché gli stessi si sono accontentati di esporre striscioni al di fuori della sala, in una forma quindi perfettamente civile e consentita tanto più in uno spazio pubblico come i Giardini Reali. Qualcuno, che non mi è chiaro se è la polizia o il servizio d’ordine del PD, ha strappato a quel punto di mano ai manifestanti gli striscioni, atto del tutto illegittimo sul suolo pubblico. Non mi stupisco del fatto che a quel punto qualcuno, all’interno dei suddetti gruppi, si sia alterato e ne sia nata una contestazione sonora.

Non è certamente corretto reagire con un atto violento ad un atto violento, ma se le cose sono andate come riferitomi, forse il tema più importante non è chiedersi perché qualcuno di fronte ad un atto violento non è riuscito a mantenere la calma, ma piuttosto perché qualcuno ha ritenuto corretto impedire l’esposizione di striscioni sul suolo pubblico. Non credete? Non vale la pena di porsi almeno il problema del rapporto tra politica e cittadini che oggi sembra potersi attuare solo in ambienti asettici e acritici? Soprattutto non credi che sia sempre il caso di mettere in discussione ciò che ci arriva dai media tradizionali, non solo per evitare imprecisioni, ma soprattutto per non propagare una visione distorta della realtà che i media purtroppo spesso ci propongono?

 

 

Questo post mi ha creato un bel problema di coscienza, da un lato difendo con tutte le mie forze l'idea che la libertà di parola è sacra, dall'altra mi viene da vomitare vedendo un dell'utri o uno schifani dare lezioni a destra e a manca.

Quello che a me pare chiaro è che siamo davvero alla canna del gas, il paradosso che si è creato è di volere una politica di livello più alto e per quello siamo disposti a scendere di livello nella vita sociale.

Sono d'accordo con pielle, il popolo dei militanti è stufo e non vede soluzioni, BS è sempre li e non molla, fini non è certo un modello di coerenza e la sinistra è sparita, ma in qualche modo bisogna venirne fuori e in assenza di buoni politici io mi accontenterei di politici mediocri che almeno ci facciano passare 'a nuttata, non solo mi tapperei il naso, ma mi taglierei anche la mano che ha votato fini, se solo mi garantisse un minimo di politica decente negli anni a venire, indipendetemente da chi governi.

 

Il problema è appunto questo: l'assenza di democrazia chiama risposte non democratiche in una spirale che ci conduce dove nessuno di noi vorrebbe.

Per fermare questa spirale non basta suggerire a chi voglia contestare Schifani di farlo in modo civile e rispettoso della libertà di espressione, bisogna anche chiedere ad esempio all'organizzazione della festa del PD perché è stato impedito a chi voleva manifestare dissenso in modo civile e rispettoso della libertà di espressione altrui, di poterlo fare.

Un articolo fresco fresco per tutti quelli che si affrettano a paragonarci al mondo anglosassone...

Non sono sicuro di capire il senso del commento, marco, pero guarda che l'episodio di Blair va assolutamente A FAVORE dell'argomenti di michele boldrin e marco boninu. Per far rispettare il diritto di Blair a parlare, c'era tanto di polizia a caricare i manifestanti, che non sono stati fatti entrare ovviamente nella libreria.

... e peraltro Dublino si trova in Irlanda, paese che si guarda bene dall'essere anglosassone. Sono celti e fieri di esserlo! Che siano stati conquistati e che sia stata loro imposta una lingua che non amano e' un'altra storia.

Troppi interventi dimenticano che la democrazia esige il rispetto delle forme e delle procedure. A loro parere, il semplice fatto che Schifani appartenga ad uno schieramento politico diverso dal loro giustifica ogni tentativo di zittirlo, vale a dire di impedirgli di fare quello per cui era stato invitato dal PD, cioé partecipare ad una discussione.

I dubbi sull'opportunità dell'invito, manifestati da qualcuno, potrebbero giutificate una discussione interna al PD, in cui si chiedesse conto ai dirigenti della scelta fatta: ma chi autorizza un gruppo qualsiasi di persone, organizzate o incazzate che fossero, ad intervenire ad una manifestazione per interromperla?

Schifani, poi, si trova ad essere investito di una carica istituzionale e, suppongo, era stato invitato proprio in considerazione di tale investura. I difensori della pubblica moralità, autodesignati, hanno dunque leso sia i diritti dei partecipanti alla manifestazione, sia il rispetto per le istituzioni. O no?

 

 

La sostanza dell'articolo la condivido, pero' secondo me e' stato tralasciato un elemento importante: il Movimento a 5 stelle ha presentato una legge di iniziativa popolare nel 2005 (una tra le forme piu' alte di democrazia) per far sì che in parlamento non vi siano persone con condanne definitive in cassazione (attualmente in Italia ci pregiamo di aver 24 persone condannate in cassazione che comodamente siedono in parlamento, tra cui anche Dell’Utri).  Purtroppo i giornali non ne parlano, la proposta è sotterrata da 5 anni 5, in maniera bipartisan, senza alcuna possibilità di essere discussa: in un paese che si vuole definire democratico è logico che avvenga una cosa del genere?

Qual e' la vostra opinione riguardo tale proposta?

Secondo me in qualsiasi posto minimamente serio, con poche norme di autoregolamentazione all’interno dei partiti, si risolverebbero tutte queste criticita' e si scongiurerebbero queste forme di protesta; purtroppo siamo in Italia e quindi si evita di affrontare la sostanza del problema, ossia una minima presentabilità dei rappresentanti pubblici.  

 

La proposta di Grillo è interessante per carità, e poi interessante o meno andrebbe comunque discussa in parlamento non sotterrata sotto codicilli usati solo per inculcare nella gente l'idea che le procedure e la forma siano solo l'espediente con il quale una massa di bolliti si para le terga.

 

La mia opinione è che la legge proposta da Grillo risponde a esigenze giuste, ma tecnicamente è fatta male e si espone a profili di incostituzionalità. Incidentalmente, questo depone negativamente per la credibilità della "politica 2.0" che propone Grillo: se la legge in questione fosse un programma open source, i bug li avrebbero corretti

Perdonami, ma il problema dei condannati in parlamento (che esiste ed e' grave) non lo risolvi con una legge (e peraltro forme di interdizione ai pubblici uffici esistono gia').

Lo dovrebbero risolvere gli elettori non votando i candidati pregiudicati e le loro liste alle elezioni. Ovviamente, in ordine di importanza:

1. Bisogna cambiare la legge elettorale populista che ci ritroviamo oggi (e ricordatevi grazie a chi), in modo che sia di nuovo possibile eleggere i parlamentari e non solo il capo del governo come accade oggi.

2. Rendere piu' libera l'informazione, cosicche' gli elettori possano essere liberamente informati della fedina penale e di altri peccatucci dei candidati.

il Pd è una associazione privata, quindi può invitare chi vuole a casa propria.

E' un pò come se invitassi a casa un amico con precedenti penali o di dubbia moralità e altri condomini organizzassero una manifestazione sul pianerottolo urlando improperi contro di me...

Comunque, a mia opinione un aspetto grave della faccenda e che schifani utilizza i soldi dei contribuenti ( vedi auto blu e personale di scorta che potrebbe essere più utilmente impiegato per acciuffarre lestofanti) per andare ad una festa privata.

Chissà perché ma è successo di nuovo, ed in forme peggiori.

Forse le preoccupazioni di Marco e mie non erano così fuori luogo, o no?

P.S. Vorrei commentare i commenti, ma mi mancano sia il tempo che la voglia, al momento. L'atteggiamento mentale di fondo che molti commenti "giustificazionisti" rivelano è quello di chi ha già deciso che, comunque, la libertà di parola è secondaria, quando è quella del "nemico". A che serve, quindi, discutere?

...e probabilmente accadrà di nuovo, magari in forme ancora più eclatanti. Purtroppo un brutto segno, ma è un termometro dello situazione che ci indica che il paese è febbricitante e possiede ben pochi anticorpi democratici...

 

perche' non notare che c'e' qualcuno che considera secondario affrontare proposte tramite leggi di iniziativa popolare per avere un parlamento pulito? forse e' piu' polite non affrontare di proposito un argomento per 5 anni, rispetto a gridare e non far parlare? probabilmente si, ma alla fine l'effetto e' il medesimo e voi considerate solo il comportamento di una parte, sottovalutando il fatto che chi nasconde in silenzio lo fa perche' ha il coltello dalla parte del manico. Il fattoquotidiano informa qui che Schifani e' invitato a Cesena dal Movimento 5 stelle, ma gli si chiedono informazioni sulle 350.000 firme per il parlamento pulito. Secondo me la questione sollevata e' di vitale importanza e meriterebbe piu' attenzione da parte  vostra. 

 

Ho leto solo oggi il vostro articolo.

Lo trovo veramente importante proprio perchè rimarca concetti che ritengo fondamentali. Verità che dovrebbero apparire lapalissiane.

Il diritto alla libera espressione non è qualcosa di fondamentale ed irrinunciabile per chi si dichiara liberale? Mi stupisco un po' di certi commenti e distinguo.

 

 

Stento a capire che cosa c'entri la libertà di parola sig. Boldrin. Qui è in discussione la pazienza delle persone, che è finita da un pezzo.

Queste povere vittime delle contestazioni hanno A DISPOSIZIONE televisioni, giornali, radio, salotti buoni, convegni esitivi in piacevoli località, senza uno straccio di interlocutore che ponga domande, muova critiche, obietti alle fesserie. Per ANNI hanno potuto dire quello che volevano, quando volevano, come volevano, in nome dei diritti sanciti dalla Costituzione.

E possono ancora farlo, se per caso Le fosse sfuggito questo particolare.

Dunque, di cosa state discettando Lei e Marco? Lana caprina? Quanto so' belli gli USA che fanno parlare anche quelli che vogliono bruciare i negri? Non ci faccia la lezioncina sul sacro diritto di parola: non ne ha proprio i titoli. Ancora due parole: Guantanamo Bay, neppure il diritto ad un processo viene garantito al "nemico" nei grandi USA, non faccia finta di dimenticarselo quando conviene.

Avete scritto un bellissimo articolo. Fatico a credere alla maggior parte dei commenti! Possibile che agli italiani manchino le basi del pensiero democratico ? Forse si, anni di Berlusconi seguiti ad anni di fascismo e di "contrordine compagni" hanno minato queste basi (spero non definitivamente). Anche l'articolo, a guardar bene, è scritto da un americano e da un sardo ( ;-) ), addirittura criticate "il Fatto" che ospita gli articoli di uno degli autori... decisamente un comportamento poco italiano!

 

Responsabile del democratico ed antifascista lancio del fumogeno una signorina radical chic che rivela la profondità e la finezza della sua analisi politica rendendo omaggio al demagogo Grillo.

Questo per la cronaca. Comunque il gesto è da condannare senza riserve in sé, evitando accuratamente di prendere in considerazione in alcun modo la nuance cromatica che connota l'identità politica del lanciatore o del bersaglio.

Se ci mettiamo a fare i distinguo sulla base della qualità psico-socio-giuridico-politico-morale della vittima o sulla base della gravità delle lesioni o dell'intensità dell'intenzione violenta, ci avventuriamo in un ginepraio intricato e pericoloso.

 

La quintessenza della democrazia antifascista: "Se poi quel qualcuno è Bonanni è giusto persino impedirgli di parlare"

 

 

e' questa l'idea di democrazia che hanno i nostri parlamentari, vogliono solo tanti yes men.  si puo' parlare se a loro va bene cio' che si dice, altrimenti zittiscono chiunque in ogni modo

 

Impedire a qualcuno di parlare è ingiustificabile. Però vorrei porre una domanda a Michele. Che nel post fa un passo in più:

contestazione non può implicare che una minoranza rumorosa arrivi in una manifestazione privata ed imponga una agenda o un programma che non è quello di chi ha organizzato e pagato la manifestazione

Premetto che non considero il consesso privato. Non vorrei fare confusione con i termini. E' privato giuridicamente. Ma la partecipazione è aperta, con le logiche conseguenze.

L'agenda è sostanza. Chi la controlla non pone temi scomodi (a meno che non sia autolesionista). Ora io chiedo: non riteniamo che in un dibattito pubblico (non si trattava di un discorso alla nazione, nè di un comunicato istituzionale) ci si possa proporre di introdurre un tema, anche se non previsto dall'agenda setter?

Ripeto a scanso di fraintendimenti. Non ribaltare l'agenda. Inserire un tema.

Penso che free speech implichi a) diritto di parola (in questo caso anche per Schifani) e b) dovere di prendere in considerazione chi pone delle domande.

Certo.

Io ho il diritto di proporre un tema non previsto nell'agenda. Infatti, anche nelle riunioni formali c'è sempre un "varie ed eventuali", alla fine.

Io ho il diritto di proporlo e tu hai diritto di rispondere che non ne vuoi discutere. E finisce lì. Dopodiché, alla prossima elezione, non mi dai il voto ed inviti gli altri a fare lo stesso.

P.S. Quella frase, di fatto, era stata scritta da Marco. Ma la condivido e visto che la domanda è rivolta a me, rispondo. Magari Marco ha un'altra opinione.

P.P.S. Ho risposto accettando la tua ipotesi che valesse il seguente

 

È privato giuridicamente. Ma la partecipazione è aperta, con le logiche conseguenze.

 

In realtà non condivido l'implicazione che, palesemente, dai a questa frase.

X organizza un dibattito sul tema Z, aperto al pubblico. Se nel pubblico vi sono n% d'individui che vogliono discutere del tema K, deve X sottostare ai suoi desideri, qualsiasi sia il valore di n? La mia risposta è no. L'incontro l'ha organizzato X, la sala la paga lui, gli oratori li paga e li ha invitati lui, la pubblicità l'ha fatta lui, eccetera. Quindi si discute di ciò che X ha deciso, ossia Z. Quello il tema. Anche se fosse n=99.9999%, X avrebbe lo stesso il diritto di dire "cari signori, andate dove volete, abbandonate tranquillamente la sala ed andate altrove, a casa vostra, a discutere del tema K, che a voi interessa. Io resto qui, da solo, con i miei oratori a discutere di X, che a noi interessa X." A me sembra tutto molto banale. Forzare X a discutere di K quando ha organizzato un dibattito su Z NON è una logica conseguenza d'aver ammesso l'acceso libero del pubblico. A me sembrano conseguenze banali del combinato disposto "libertà individuale" e "diritto di proprietà privata".

Scusate l'OT, ma la storia della motovedetta che abbiamo fornito alla Libia per farci sparare addosso è kafkiana.

La cosa peggore di tutte è la toppa che Maroni ha cercato di metterci: se anche fossero stati clandestini è lecito spararli?

 

Sconcertante come giustificazione ! Mancava che aggiungesse "...è comunque erano siciliani"!

PS

Per OT come questo ti consiglio i commenti al post "Una chiappa ciascuno"

La risposta l'ha appena data Crozza a Ballarò: i patti prevedono che noi diamo le motovedette alla Libia e in cambio ci spariamo da soli

Io sono in Francia, e le cronache italiene mi arrivano un po' attutite. Incursioni di fischianti alle feste del PD, Schifani che si tramuta in rispettabile carica dello Stato, e quant'altro.

Ma ogni tanto qualcuno mi manda un link come questo, e allora penso che in Italia c'è proprio un brutto clima.

Senza troppi giri di parole. L'insofferenza verso l'italia eterogenea quant'altri mai, unificata ma mai fusa, e sperequatissima, ovvero verso il Sud, è un dato di fatto ed è palpabile, ed è fondata. Non si tratta soltanto di trasferimenti che pure incidono in misura rilevantissima (a quale approdo sono giunti, se non quello di perpetuare lo staus quo? ben vengano il costo standard, sempre che a qualcuno interessi e abbia voglia di calcolarlo davvero, e l'applicazione di necessari meccanismi perequativi). Per esempio, ci sono settori purtroppo statali e centralizzati che sono tradizionalmente affossati dalla zavorra meridionale che li ingorga e li rende inefficienti, purtroppo ovunque - occorre sottolineare -, non soltanto nel Mezzogiorno. Mentre almeno una parte del paese, se avesse potuto avocare a sé una gestione separata ed autonoma (ovviamente aperta anche ai candidati meridionali, ma senza subire coattivamente giochetti furbi e un pesante scaricabarile) da sempre si sarebbe potuta allineare con gli altri paesi evoluti (inclusi quelli mediterranei), che non devono farsi carico di un Mezzogiorno d'italia.

La fenomenologia a cui dà luogo il parassitismo è varia; il nucleo generatore delle varie manifestazioni resta il parassitismo; l'attenzione si appunta prevalentemente sull'uno o sull'altro a seconda degli interessi prevalenti dell'osservatore, ma sono tutti riconducibili alla medesima matrice. La locuzione "appendice necrotizzata" coniata e utilizzata sarcasticamente da Saviano, altrove viene percepita come azzeccata.

Pare che ci sia un conto da pagare e che nessuno voglia pagarlo, come testimoniano le reazioni alle pungenti parole di Brunetta.

 

Ricca potrebbe, volendo, organizzare una manifestazione in cui, garrulo,  sventoli il tricolore; difficilmente riuscirebbe a mobilitare masse oceaniche di veneti.

Ciò detto, il modo in cui i dissidenti provocatori sono stati apostrofati da un leghista mi fa schifo e corrobora il mio desderio che il processo inevitabile, e auspicabilmente graduale quanto più si può, sia pilotato da altra gente in grado di depurarlo da contaminazioni ripugnanti. Il funzionario avrebbe dovuto declinare le sue generalità. Ricca resta comunque quello che è.

 

Visto che si è parlato spesso nei commenti della proposta di legge c.d. "Parlamento Pulito" vorrei esprimere i miei dubbi a riguardo, dubbi che mi sorgono immediatamente dopo il pensiero "ci vorrebbe una legge per tener fuori i delinquenti".

L'impianto principale della legge prevede che cittadini condannati (in via definitiva) per reati (alcuni o tutti non fa differenza nel mio ragionamento, se anche sono previsti "alcuni" si tratta di elenchi che devono per forza di cose essere decisi e poi aggiornati col tempo) non possano sedere in parlamento e che chi ha già partecipato a 2 legislature non possa essere ricandidato.

Secondo me una legge di questo tipo inserisce delle possibilità di manovra nella formazione del parlamento MOLTO pericolose.

Io capisco perfettamente che la volontà sia quella di svecchiare la classe politica e di smantellare la casta (evitando che si riformi) ma il rischio è quello di trovarsene una non abbattibile (democraticamente parlando).

Intanto chi viene condannato e sconta la sua pena è da considerarsi una persona riabilitata altrimenti la pena come percorso riabilitativo va a farsi benedire.

Secondariamente con una legge del genere evitare che alle prossime elezioni si ricandidi chi noi (noi nel senso gruppo di potere) non vogliamo e fin troppo semplice, basta farlo condannare (per alcuni reati se non ricordo male la proposta basta il 1o grado, poi se dopo 15 anni l'accusato viene assolto intanto il danno è fatto e poi se si tratta di una legge ordinaria basta poco ad aggiungere reati qui e là).

In ultimo con il limite a 2 legislature nel giro di pochi anni si potrebbe "spazzare" via un'intera classe dirigente (che adesso ci sta anche bene, ma se fossero politici "buoni"?) anche in pochissimo infatti basterebbe un minimo di accordo tra le parti e il PdR può (ipoteticamente) sciogliere le camere 2 volte di fila e tanti saluti.

A chi obbietta che comunque per mettere in atto un piano del genere sono necessari forzature del sistema, ricordo che negli ultimi 15 anni un certo SB si è spinto a forza di forzature (pardon) là dove nessuno prima era mai arrivato...

Insomma a me sta legge fa paura, sdogana "idee" che mi spaventano e soprattutto si vuole sostiturie a quello che dovrebbe essere il normale rigurgito dei cittadini verso certe schifezze uno scudo normativo, cosa che sappiamo non funziona mai. Come a dire visto che fumare fa male e la gente da sola non vuole smettere io vieto la vendita di sigarette...

 

 

un certo SB si è spinto a forza di forzature (pardon) là dove nessuno prima era mai arrivato...

 

"to boldly go..." peccato che i Klingon non li ha ancora trovati :-)

 

limite dei due mandati: penso che in questi termini sia incostituzionale. Privare qualcuno di un diritto costituzionalmente protetto per il fatto di averne goduto mi suona strano. Limiti a due mandati consecutivi o divieto temporaneo (sei mesi-un anno) di candidarsi ad altre cariche elettive una volta scaduto un mandato, invece, sarebbe auspicabile. Poi, col limite ci sarebbe il rischio dei prestanome e dei droni. Viene in mente il deputato israeliano che votava sempre dopo aver telefonato al suo rabbino di New York. O alcuni professori universitari che tiravano le fila senza mai esporsi a una elezione per preside.

Ineleggibilità dei condannati: potrebbe essere una sanzione accessoria, come l'interdizione perpetua dai pubblici uffici che rimane pure se hai scontato la pena. Andrebbe valutata con estrema attenzione. 

evitare che alle prossime elezioni si ricandidi chi noi (noi nel senso gruppo di potere) non vogliamo e fin troppo semplice, basta farlo condannare

basterebbe una discussione veloce delle controquerele per calunnia. Per condannare qualcuno ci vogliono le prove. Per cui, o ti incastrano con prove assolutamente false (la Spectre?), o ti espongono per dei comportamenti reali. Vedi Marrazzo. (Che aveva tutto il diritto di andare a trans...previo divorzio, e che NON aveva il diritto di pippare coca, visto che per tutti è reato...poi posso anche non essere proibizionista, ma un candidato che si mette in condizione di essere ricattato io non lo voterei)

 

 

 

Carissimi,

Leggere l'articolo "fishi e fiaschi" (di M.Boninu e M.Boldrin, entrambi con un curriculum veramente impressionante, complimenti) mi ha risvegliato un certo numero di sensazioni contrastanti. Mi sembra che alcune questioni di fondo siano state dimenticate e mi piacerebbe discuterne con qualcuno disposto ad impegnarsi in un'analisi un po' piu' attenta della vicenda invece di accontentarsi dei soliti, frettolosi commenti troppo spesso imposti dalla natura stessa dei blog.

La tesi dell'articolo e' chiara gia' dal sottotitolo: "I fischi sono quelli dei grillini e del popolo viola che abbiamo sentito alla festa del PD. I fiaschi sono l'esito di questo modo di fare politica: la deriva reazionaria e l'ulteriore imbarbarimento della vita politica e sociale italiana. L'opposto, cioé, di quanto abbiamo bisogno".

Ebbene, e' mio modestissimo parere, che l'articolo sia troppo teso a dimostrare l'assunto, tanto da risultare a tratti un po' "disordinato" e soprattuto da dimenticare alcuni aspetti fondamentali della vicenda.

Le stesse manchevolezze mi sembrano emergere anche quando si affronta una rilettura del passato in chiave di esperienza storica.

Vorrei cominciare con una precisazione, rieditando la prima frase dell'articolo per mettere in evidenza alcuni aspetti fondamentali della "vicenda" , aspetti troppo spesso trascurati anche dai media:

"alcune decine o centinaia di persone (definiti grillini o popolo viola, piu' il popolo delle Agende Rosse, quelli di Falcone e Borsellino per intenderci, piu' probabilmente qualcuno dei Centri Sociali" ed altri ancora, che so gli "studenti" del Prof. Francesco "Pancho" Pardi e tutti gli altri che, pur riconoscendosi nell' area del centro sinistra, non si sentono rappresentati ne' da Fassino, ne' da Letta, ne' da D'Alema) si sono presentati alla manifestazione con largo anticipo. Hanno chiesto di partecipare al dibattito ed in particolare di avere la possibilita' di porre a Schifani alcune domande. Non e' stato permesso loro ne' di partecipare alla discussione ne' di essere presenti in sala. Allontanati da un "nervoso" servizio d'ordine, hanno contestato pesantemente, sia Renato Schifani che la gestione del dibattito; ad una scena (che forse non era cosi' analoga) si è assistito pochi giorni or sono nei confronti di Marcello dell'Utri".

Converrete con me che una descrizione piu' completa della vicenda la mette in una luce molto diversa da quella evocata dall'assunto/sottotitolo dell'articolo di cui stiamo parlando.

In particolare vanifica la parte propositiva dell'articolo che gira intorno alla frase:"Dunque la libertà di contestazione non sarebbe stata limitata se gli oppositori avessero scelto forme meno aggressive di manifestazione". Lo hanno fatto e non e' servito a niente perche' sono stati cacciati dalla sala a spintoni.

E questo anche senza voler considerare l'assurdita' di una delle tesi sostenute: che "grillini o popolo viola" avrebbero effettivamente privato Schifani del suo inalienabile diritto di parola!

Non e' banale interferire con l'ampia facolta' di parlare che Schifani ha nel suo duplice ruolo di politico e di "seconda carica istituzionale", supplente del Presidente della Repubblica. Per di piu' Schifani parla dall'interno dell'Impero mediatico che in Italia controlla TV e giornali. Mi trovo la sua faccia in casa, sui teleschermi, almeno quattro volte al giorno ad esprimere le sue opinioni (che spesso sono discorsi che ispirano acquiescenza, quando non istigano, al tradimento della Costituzione, l'unica Costituzione vigente in Italia) senza che nessuno possa contraddirlo, proprio secondo le regole imposte da Fassino in occasione della "vicenda". Sono veramente queste le regole di liberta'?

I "grillini o popolo viola", cosi' come i cittadini tutti che si riconoscono in partiti a sinistra del PD o alla destra di Fini, non hanno oggi la possibilita' di esprimersi in sede parlamentare od in altre sedi istituzionali e sono oscurati dai media.

Salgono all'onore della cronaca solo nel caso in cui possano, a torto o a ragione, essere indicati come i "cattivi" (o gli inaffidabili) di turno.

Giovera' forse anche ricordare che il PD, ignorando il suo stesso statuto, ha addirittura rifiutato la tessera a molti di questi cittadini.

In conclusione mi sembra che una descrizione solo un poco piu' accurata della "vicenda nota" ed una sua presentazione nel quadro un po' piu' ampio dello stato della democrazia in Italia rendano piuttosto difficile attribuire il reato di attentato alla liberta' di parola (ex Art. 21 Cost.) ad una sola parte.

Il "deficit di democrazia" in Italia c'e' ed e' forte, ma non sembrano trascurabili le responsabilita' sia di Schifani e del suo partito, che quelle di una corrente maggioritaria nel PD che tenta stalinianamente (come da lunga tradizione vetero-PCI) di zittire le voci di numerose sue correnti minoritarie.

Queste correnti minoritarie, che non trovano nessuna strada istituzionale o mediatica per esprimersi, vedono anche negarsi ogni possibilita' di partecipare ad un dibattito interno all'unico partito di centro sinistra che siede in Parlamento.

Per conseguenza molte della successive affermazioni dell'articolo, che sono incardinate sulla proposta, lacunosa descrizione dei fatti avvenuti, perdono automaticamente la loro efficacia.

Per esempio, si afferma che il ricorso alla contestazione danneggia tutte le minoranze.

Cosa vuol dire, che le minoranze devono "chiedere educatamente" di essere "ammessi" a partecipare ad un dibattito o di essere "autorizzati" a porre un paio di domande ad un ospite scomodo ? Vuol dire che una corrente maggioritaria ha il diritto, autoritariamente, di far scomparire dal dibattito politico le correnti minoritarie?

Non sono cose che dovrebbero essere un naturale diritto in qualsiasi ambiente democratico?

La pratica della soppressione del dissenso ricorda pericolosamente il modo di essere dei personaggi come Berlusconi!

Piu' che pateticamente considerare Prodi o Pertini come "compagni che sbagliano" un partito democratico all'opposizione che avesse sani anticorpi verso la tirannia dovrebbe dare il benvenuto a chi non condivide il modello di societa' proposto da Berlusconi ed e' disposto a una partecipazione diretta alla vita politica.

Se consideriamo disdicevole che la partecipazione si faccia un po' troppo rumorosa basta che ci si ricordi in tempo che anche ai "grillini", al "popolo viola" ed a molti altri deve essere garantitala possibilita' di partecipare e di esporre le proprie idee. Qesto non puo' essere un privilegio esclusivo, riservato ai Dell'Utri, gli Schifani, o a Bonanni!

La citazione del "biennio rosso" (1919-1921) a questo proposito mi sembra un po' fuori proporzione. Mi ricorda un'amica di famiglia che, per non far avvicinare la figlioletta al mare l'aveva convinta che il mediterraneo pullulava di coccodrilli!

Nel '19 si usciva da un conflitto epocale. Gli "Stati Nazione" Europei emettevano profondi scricchiolii. Nasceva l'idea di una "Governance" mondiale con i primi tentativi di costruire la Societa' delle Nazioni.

I limiti della "Rivoluzione Industriale" erano sotto gli occhi di tutti, il pensiero di Marx illuminava speranze nuove ed incubi mai sopiti.

Una rivoluzione, annunciatasi come "marxista" fra S. Pietroburgo e Mosca, si era poi trasformata in una rivoluzione contro il latifondo (una specie di rivoluzione francese con 120 anni di ritardo). Aveva spazzato via l'impero Russo e toglieva il sonno a proprietari e capitalisti.

In questo contesto le generazioni che avevano affrontato armi terribili come mitragliatrici, carri armati, aerei e gas, che avevano conosciuto altri modi di vivere e di pensare, tornavano a case in cui li attendevano le miserie ed i soprusi sempre.

Il capitale, il clero ed i proprietari terrieri d'Europa decisero di appoggiare due figure populiste ed autoritarie per "tenere a bada il contagio comunista”.

Mi sembra veramente fuori proporzione e poco credibile sostenere che qualche "contestazione" in meno allora avrebbe potuto evitare la Marcia su Roma o la Notte dei Cristalli...

Forse all'Italia avrebbe giovato un rapporto meno diviso tra le varie componenti delle sinistre ed una loro piu' stretta collaborazione. Avrebbe giovato comprendere che la politica del "che tutto crolli per ricostruire tutto da capo" avrebbe solo aperto un vuoto di potere che sarebbe stato subito occupato dalle forze reazionarie e non certo dai democratici.

Ci sarebbe voluta anche un'opposizione seria in Parlamento e nel Paese invece del ritiro sull' Aventino! ci sarebbero forse stati un po' di Matteotti in piu', e tante sofferenze in meno.

La lezione da imparare da quella Storia sembra dunque che ci sarebbe stato bisogno di piu' partecipazione, magari piu' consapevole e lungimirante, non certo di meno manifestazioni.

Anche i riferimenti agli anni '70 mi sembrano assai incompleti, vi offro alcuni ricordi.

Gia' nel '67 le Universita' erano in fermento. Si stava scoprendo una cosa semplice ma veramente rivoluzionaria, nel senso migliore del termine: "La liberta' e' partecipazione".

Si', la democrazia rappresentativa e' bella, ma funziona meglio se c'e' una partecipazione diretta ed attiva dei cittadini alla vita politica del Paese, soprattutto se i cittadini pensano con la propria testa!

Attorno a questa idea di base si coagulo' quello che poi sarebbe diventato il Movimento Studentesco.

In quegli anni un giovane figlio di cotanto padre, Massimo D'Alema, si iscriveva alla Scuola Normale Superiore di Pisa.

Studio' (pochissimo, infatti lascio' gli studi incompleti), porto' l'ortodossia comunista nelle manifestazioni (ma nessuno, nonostante lo abbia pubblicamente vagheggiato, lo vide mai "tirare qualche sampietrino") e soprattutto, dall'interno della FGCI, si applico' moltissimo a soffocare il Movimento Studentesco ed a porre le basi per la sua lunga carriera.

Il lievito del rinnovamento intellettuale, le energie e gli entusiasmi di tanti giovani fu cosi' disperso nel vento. Molti studenti che cercarono di partecipare alla vita politica della sinistra furono invitati a rimanere in silenzio. Affermare il proprio diritto a partecipare, provare ad esprimere concetti "non ortodossi", voleva dire essere emarginati.

In altre citta' (Roma, Milano, Trento, ecc.) altri personaggi ed altri scenari dettero vita ad analoghe situazioni.

Alla fine la maggior parte dei giovani di sinistra si dispersero in gruppuscoli ideologizzati e furono spinti nel limbo di una "area extraparlamentare" spesso senza voce ne' rappresentanti.

Quelli che rimasero nella politica attiva furono causa di tante divisioni a sinistra, ma altri purtroppo, caddero nelle trappole della strategia della tensione, della criminalita' e di tutti quelli interessati, per un motivo o l'altro, alla destabilizzazione dell'Italia (e dell'Europa). Insomma, finirono per essere usati senza troppi riguardi dalle forze oscure che agitavano quella stagione, che fu poi chiamata "gli anni di piombo".

La vicenda degli anni '70 sembra quindi indicare una direzione quasi opposta a quanto sostenuto nell'articolo.

In un'Europa che vedeva l'Inghilterra associata nella sua "relazione speciale" con gli USA, la Spagna ed il Portogallo nelle mani delle destre, la Svezia e la Norvegia saldamente atlantiste, la Germania con qualche velleita' di "oostpolitik", ma ancora praticamente occupata, solo Francia, Italia e Grecia davano qualche preoccupazione.

In Grecia, come si sa, arrivo' a compimento un golpe militare.

La Francia, a causa della posizione di De Gaulle che volle una "Force de Frappe" nucleare indipendente dalla NATO e le sue forze armate, alleate ma non "integrate" nell'Alleanza, fu oggetto di una campagna di destabilizzazione (i molti film di Hollywood in cui De Gaulle era presentato come un dittatore fascista che tutti ricordiamo ne erano la punta dell'Iceberg). Fu una campagna che coinvolse molti intellettuali della sinistra francese... e che funziono' "troppo bene": sfocio' nel "maggio francese" che accese la miccia degli anni di piombo in Europa.

Come si vede il Vaso di Pandora del terrorismo di quegli anni fu scoperchiato dalla prima PSIOP (Operaazione Psicologica) della NATO in Europa, dalla follia della guerra fredda, non dai quattro studenti che contestarono i Professori (qualcuno disse per il "voto politico") ed i fascisti.

Una piu' saggia gestione degli intellettuali democratici, la creazione di un vero, libero spazio di discussione avrebbero forse potuto ridurre il numero di coloro che, privati di ogni possibile fiducia nella politica e nelle istituioni, divennero facile preda dei recrutatori per la destabilizzazione.

Si ricordera' che il terreno piu' fertile per questi raccolti furono i giovani che militavano nell'estrema destra e quelli che si trovarono dispersi nei gruppuscoli della sinistra extraparlamentare.

Anche questo esempio evidenzia il rischio che una societa' corre quando si predica l'emarginazione delle posizioni politiche delle minoranze e si e' insofferenti della partecipazione dei cittadini alla democrazia.

 

 

 

Scusa, non ho capito il senso del commento.  Affermi che:

Il "deficit di democrazia" in Italia c'e' ed e' forte, ma non sembrano trascurabili le responsabilita' sia di Schifani e del suo partito, che quelle di una corrente maggioritaria nel PD che tenta stalinianamente (come da lunga tradizione vetero-PCI) di zittire le voci di numerose sue correnti minoritarie.

Questo nessuno lo ha mai negato, ma due torti non fanno una ragione.  Il fatto che PD e PDL abbiano dei grossi deficit in senso di democrazia non giustifica altri comportamenti civicamente sbagliati.

Affermi anche che ci vuole più partecipazione: ma impedire a qualcuno di esprimersi (fosse anche uno con molte occasioni di farlo quale è Schifani) è partecipazione?  A me sembra l'esatto contrario.

Insomma, dai toni sembri molto polemico con l'articolo, ad esempio quando dici:

 

La vicenda degli anni '70 sembra quindi indicare una direzione quasi opposta a quanto sostenuto nell'articolo.

Tralasciando il fatto che non ho proprio capito l'affermazione (ma, senza ironia, può essere l'ora tarda)... qual'è la tua tesi?  Non vedo, in quanto scrivi, obiezioni sostanziali a quanto scritto.

PS: non è un po' eccessivo pensare che ci sia gente che si è data alla lotta armata perché non trovava spazio nella politica dal momento che la sua organizzazione era stata egemonizzata da D'Alema?  Chi si è dato alla lotta armata lo ha fatto perché non aveva spazio "politico" di azione, ovvero aveva istanze radicalmente aliene al resto della società (per essere buoni) e ha fatto una scelta troppo radicale: credo molto alla responsabilità individuale e poco agli alibi e alle spiegazioni "diagonali".

 

 

Ecco, poi si arriva qui. Un piano estremamente scivoloso.

E, naturalmente, qualcuno si affretterà a dire che non c'entra, che il discorso è un altro, che costui è uno squilibrato, che ........

Alleluja, brava gente.

Esatto Franco...e poi prova a dare una scorsa ai commenti dei lettori del Fatto: il problema per costoro è se non sia tutto un complotto, dicono proprio così, e chi paga la scorta di Belpietro. 

Il Fatto alle volte mi sembra il Libero di sinistra.

Bisogna essere parecchio in mala fede per sostenere che l'imbarbarimento civile e politico sia opera solo d'una parte o, addirittura, d'un giornale (Il Fatto Quotidiano) come qualche sparviero due righe più sotto fa. Se non altro perché le campagne d'intimidazione basate su falsi sembrano più la specialità di Libero e Giornale che di altri, le ronde padane o gli assalti a chi ha la pelle del colore sbagliato (o anche solo l'orecchino sull'orecchio destro) uno sport a cui si dedicano le masse della cosidetta "destra" in modo sostanzialmente superiore a quelle della cosidetta "sinistra" e gli epiteti di "coglione" attribuiti a chi vota per gli altri non mi ricordo fossero usciti dalla bocca di Prodi ...

Detto questo, e detto non a caso perché è ESATTAMENTE di quella malafede, di quel manicheismo, di quella volgare ed ignorante riaffermazione della lotta tra il "bene" ed il "male" che la violenza degli idioti si alimenta, devo ammettere che a volte anche io ho un po' di timore e mi sento protetto, oltre che dalla mia Colt 45, solo dalla distanza fra gli idioti tentati dalla violenza ed il posto dove vivo. Anche qui su nFA abbiamo notato, negli ultimi mesi, una crescita del numero di trolls agressivi, quasi tutti di "sinistra", almeno nella loro qualificazione.

Non fa per nulla piacere e mi domando come si senta la gente in Italia che cerca di ragionare su questioni del genere. Io reagisco o con indifferenza o con insulti a costoro, perché mi va di far così e provo una certa pena per questa gente. Ma capisco chi reagisce con timore ed anche paura. Un altro segno, fra i tanti, della degenerazione del paese. Ma degenerazione uniforme e bipartisan, non raccontiamoci cretinate per favore. Anche perché, ribadisco, raccontarsi che la violenza e l'intolleranza vengono da una parte sola è la maniera migliore per alimentarle.