Gli eventi che racconterò iniziano con la gara che alla fine degli anni 90 vide fronteggiarsi due ATI (Associazione Temporanea di Impresa), i cui capofila erano l’Enel e Impregilo per la realizzazione di un ciclo integrato dei rifiuti in Campania, per superare "l'emergenza rifiuti" sancita nel 1994 da un Decreto dell'allora Presidente Ciampi (eh, si l'emergenza rifiuti dura da almeno 16 anni...).
Come è noto, a vincere la gara fu Impregilo. Il capitolato prevedeva la realizzazione di un ciclo industriale fatto da raccolta differenziata, combustione da rifiuti (CDR), discariche e termovalorizzatori, realizzando così il "ciclo integrato". Le opzioni vincenti della Fibe-Impregilo sono due:
La consegna degli impianti di CDR funzionanti in 300 giorni
Il prezzo d’offerta più basso a chilogrammo di rifiuto bruciato.
La commissione che aggiudicò il bando, presieduta dal Rettore dell’Università di Salerno, Raimondo Pasquino, fu però impietosa nel giudicare il progetto. La commissione scriverà che le pagine descrittive sugli impianti di CDR "sono per larga parte identiche e ripetute per tre volte", mentre per l’impianto di Acerra, "manca la relazione tecnica, sostituita da un opuscolo illustrativo di un inceneritore tedesco della Babcock, che brucia rifiuti indifferenziati e produce energia in quantità molto inferiore di quella richiesta dal bando, alla voce consumi di energia, carburante e lubrificante [...] non fornisce alcun dato".
Altra chicca è il bilancio di massa in uscita degli impianti. Valga per tutti quello di Caivano del 2001:
Residuo a discarica 14,6%, combustibile da rifiuti (CDR) 31,6%, compost stabilizzato 35,8%, sovvalli 15,4%, metalli ferrosi 2,5%.
Da comparare con la composizione reale dei rifiuti di ingresso allo stesso impianto, stesso anno:
Carta e cartone 26,65%, inerti 1,54%, legno 2,09%, metalli 3,38%, organici 30,99%, assorbenti 2,79%, cuoio e pellame 1,24%, plastiche 11,35%, stracci e tessuti 4,00%, vetro 5,20%, non classificati 1,78%, materiali fini 6,32%.
Da cui si evince (sommando le materie organiche in ingresso) che abbiamo un totale del 34% circa di roba organica. Considerando il calo fisiologico dell’umido, che si aggira intorno al 40/50%, del 34% di ingresso ne dovrebbe rimanere circa il 20%, sicuramente non più di quello in entrata così come sottoscritto da Fibe Impreglio, che ne dichiara il 35% (compost stabilizzato).
Ancora, garantire una produzione di residui da discarica di solo il 14,6% voleva dire sostanzialmente avere la necessità di poche discariche, e non percolanti, visto il grosso recupero di materiale organico.
Gli "esperti" nel settore dei rifiuti della Regione Campania non si accorgono che il bilancio di massa, oltre che impossibile, era anche in netto contrasto con lo schema di flusso dell’impianto, ma tant'è, è matematica, e abbiamo visto che la matematica in Italia è una opinione.
A questo punto intervengono anche le banche, che esprimono interesse al finanziamento dell’operazione, ma sono necessarie due condizioni: che il CIP6 venga pagato su tutti i rifiuti inceneriti, e non solo sulla metà come stabilito dal capitolato e che il CDR sia bruciato "entro la scadenza dell’affidamento", permettendo in sostanza l'accatastamento nelle more dell’entrata in funzione dell’inceneritore, invece di bruciare il CDR in impianti dedicati anche fuori regione, come previsto invece dal capitolato di gara.
Corollario: alti volumi di fatturato, col risultato che ai comuni viene di fatto ostacolata la raccolta differenziata, in quanto è pretesa da essi il pagamento della TARSU (tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani) in base a quanto prodotto e non a quanto conferito.
Nel 2000 le vicissitudini politiche della Regione Campania portano alle elezione di Antonio Bassolino, che accetta di firmare un contratto da centinaia di milioni di euro preparato dal suo predecessore. Dopo dichiarerà di averlo firmato "senza averlo letto".
Il capolavoro è l'Art. 22 del contratto “Oneri e obblighi a carico dell’affidatario”, che è praticamente una copia dell’articolo 24 del capitolato d’oneri. Una copia quasi conforme, ma mancano venti parole, la cui scomparsa ha permesso alla Fibe di non dare mai seguito al contratto.
Il punto dell’art. 24 del capitolato d’oneri specifica gli oneri e obblighi relativi alla gestione (peraltro in conformità con l’Ordinanza 2774/98) tra cui:
LA GESTIONE DEL SERVIZIO DI SMALTIMENTO RIFIUTI, A VALLE DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA , PER IL PERIODO CONVENUTO IN CONTRATTO, IVI COMPRESA L’UTILIZZAZIONE DEL COMBUSTIBILE DERIVATO DAI RIFIUTI NELLE MORE DELLA MESSA IN ESERCIZIO DELL ‘ IMPIANTO DEDICATO DI PRODUZIONE DI ENERGIA, ASSICURANDO IL RECUPERO ENERGETICO DEL COMBUSTIBILE PRODOTTO.
Il corrispondente punto all’articolo 22 del contratto diventa:
LA GESTIONE DEL SERVIZIO DI SMALTIMENTO RIFIUTI , A VALLE DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA , PER IL PERIODO CONVENUTO IN CONTRATTO IVI COMPRESA L’UTILIZZAZIONE DEL COMBUSTIBILE DERIVATO DAI RIFIUTI.
Di fatto alla Fibe non è più dovuto di far bruciare il CDR fuori dalla Regione Campania, se non riesce a farlo ad Acerra lo può accantonare.
Vi è un altro punto: l’incentivo CIP6 è previsto per l’incenerimento del CDR prodotto da tutti i rifiuti urbani della Campania, non della metà come prevedeva la legge per non disincentivare la raccolta differenziata.
A proposito delle famose venti parole scomparse, ecco il commento del GIP (testuale) nel processo “Lo stato Italiano contro Bassolino Antonio e altri 27”:
”Improvvida omissione che, indubbiamente, ha comportato conseguenze di considerevole e negativa portata sul successivo rapporto contrattuale e sulla corretta esecuzione del servizio, oltre che danni evidenti, a causa di una messa in riserva sine die di milioni di ecoballe che hanno invaso il territorio regionale, determinando le proteste delle popolazioni locali, comportando la ricerca spasmodica di nuove e sempre più vaste aree di stoccaggio a fronte di quantitativi di CDR prodotto in misura assai superiore rispetto alle percentuali previste dagli originari bilanci di massa “
Ricapitolando: la Fibe vince una gara di appalto senza avere alcuna competenza in materia di rifiuti, salvo quella della Babcock tedesca (la Be finale di Fibe...) che realizza termovalizzatori per l'indifferenziato, in fase di stesura del contratto si fa inserire delle clausole contrattuali ancora più favorevoli, sparisce l'unica frase che poteva salvare la Campania, quella che obbligava Fibe a bruciare i CDR fuori della Campania in attesa degli inceneritori locali (poi divenuto uno solo: il megainceneritore di Acerra), la raccolta differenziata è scoraggiata (avete letto bene: scoraggiata), in quanto il contratto con Fibe non prevede alcuno sconto per i comuni che differenziano, e quindi conferiscono meno: si paga sul prodotto, a prescindere. Inoltre il contributo CIP6 è previsto sul 100% del CDR, non il 50% come prevede la legge: è evidente che Fibe non ha lacun interesse a gestire la differenziata: più brucia, più guadagna, e cosa brucia meglio di carta e plastica? Il contratto lo firma Bassolino Antonio (sinistra), che non cambia nemmeno le virgole a quello preparato da Rastrelli Antonio (destra), caso quasi unico di continuità destra-sinistra..
Arriviamo al 2008, le discariche sono chiuse (a che servono? C'è la CDR...) il sito di stoccaggio di Taverna del Re (Giugliano) ha raggiunto il massimo (beh, superato anche), il Ministro Pecoraro Scanio si oppone all'apertura di nuove discariche nel Salernitano, salvo poi firmare l'apertura di quattro nuove megadiscariche in giro per la Campania e tre termovalorizzatori, insomma lil solito casino all'italiana: le immagini del 2008 ce le ricordiamo tutte.
Fino a qua le responsabilità sono tutte della classe politica campana (incapace anche di gestire un condominio: figuriamoci una regione), dal 2006 la gestione del casinò, con il DL. 263 del 9 Ottobre 2006 passa alla Protezione Civile, il primo Commissario “non politico” è Guido Bertolaso. Nel 2005 è anche “risolto” il contratto con la Fibe, che continua però a operare in regime di “prorogatio”. Perchè questo? Perchè è dal 2006 che la gestione dei rifiuti in Campania non è più in mano ai ras/capataz locali, ma è devoluta a una Amministrazione Centrale dello Stato: la Protezione Civile di Guido Bertolaso. Dal 2006 non c'è più un atto, una delibera, una semplice mozione, della Regione Campania sulla “questione ciclo integrato” (ce ne sono altre, alcune vere e proprie chicche per lo sperpero di denaro pubblico nella gestione rifiuti, ma questa è un'altra storia).
Adesso arriviamo alla sequenza del 2008, in cui in piena (vera) emergenza rifiuti una serie di decreti del Governo Berlusconi sanciscono:
L'apertura di 10 nuove discariche.
La realizzazione di altri quattro inceneritori, oltre a quello di Acerra.
La chiusura dei centri per il CDR e la loro conversione in Centri di Compostaggio.
Il completamento dell'inceneritore di Acerra da parte della Fibe, nello stesso decreto è stabilito che l'inceneritore costerà 355 milioni di euro, tutti a carico della Regione Campania (io, da miscredente liberista, mi domando come può un decreto stabilire il costo di un bene pagato da altri. Ma io sono un miscredente, appunto).
Aumenti della Tarsu dal 115% al 40% per i comuni che non raggiungono il 35% della differenziata entro il 31.12.2009 e il 50% entro il 31.12.2011. Qui il dato di Napoli negli anni 2000-2010..
Il commissariamento dei comuni inadempienti.
In deroga (barba) ai regolamenti UE è autorizzato lo sversamento in discarica e l'incenerimento anche dei rifiuti pericolosi (comma 2 art. 9-bis decreto 17272008), qui un elenco dei codici autorizzati (solo in Campania)
La fine dell'emergenza rifiuti al 31.12.2009
È evidente che dal 2006 in poi la gestione del ciclo rifiuti in Campania è stata demandata allo Stato Centrale (con i relativi pazzeschi costi, che nel frattempo si sono magicamente incrementati), che nel 2008 il Governo decide anche cosa è buono e giusto e cosa no, ma soprattutto che tutta la problematica dei rifiuti ruota intorno alla città di Napoli e alla sua ridicola percentuale di Raccolta Differenziata. È stata commissariata la città di Napoli ? No. Perchè? Boh... i cittadini possono fare qualcosa? Ni.
Ma senza meccanismi premianti, (incentivi, maledetti incentivi), o punenti in qualche modo (tipo multe salate ai negozi che abbandonano i cartoni in strada, invece di conservarli fino al ritiro, oppure l'umido raccolto dai negozi di alimentari nei banchi dei vari mercati e abbandonato a marcire sui marciapiedi) non c'è Raccolta Differenziata, salvo quella lasciata al (scarso, 1 su 5) senso civico dei cittadini napoletani.
Adesso i numeri (ma sono davvero numeri) sul “ciclo integrato dei rifiuti”, così come disegnato dal duo Berlusconi-Bertolaso, sulle rovine di quello bassoliniano. Il famigerato gallo sulla spazzatura.
I dati sono al 31.12.2009 (quando, per legge, l'emergenza rifiuti non c'è più), per chi vuole c'è di tutto e di più qua, comunque questa è la tabella, basata sui dati del sito, e le cose che abbiamo letto all'inizio:
Quantità rifiuti annua |
Quantità umido prodotta (max 33% della Raccolta) |
Quantità di rifiuti in inceneritore (max) annua |
Quantità di rifiuti da R.D. (con il 50% di R.D.) |
2.700.000 circa |
800.000 tonnellate circa |
750.000 circa |
400.000 circa |
Mancano all'appello 750.000 tonnellate, che evidentemente avranno qualche potere magico, o più semplicemente finiscono in discarica, tale e quale. Ma si può fare? Ovviamente no, le discariche, anche a seconda del tipo di terreno, possono accogliere un certo tipo di rifiuti, e non altri, non solo, i numeri di cui sopra sono al massimo possibile (max raccolta differenziata, max incenerimento, max recupero di compostaggio), per cui in discarica ci finisce molto di più. E adesso le proteste anti-discarica. Perchè? I rifiuti dovranno pure andare da qualche parte, o no? Certo, ma non puoi buttare i rifiuti tale e quale in un buco (al di là della normativa comunitaria, di cui comunque l'Italia si fa beffe), devi buttarli dove non inquinino le falde acquifere (pare che poi l'acqua la bevi, sembra un processo irreversibile del funzionamento dell'organismo umano), non dovresti mai buttare il FOS in una discarica non attrezzata con vasche di raccolta di percolato (es.: cava Sari, Terzigno, non può accogliere il FOS, non perchè gli abitanti di Terzigno sono brutti, sporchi e cattivi, ma perchè non è attrezzata, dato il tipo di terreno). Peggio ancora per Taverna del Re (Giugliano), che non è nemmeno una discarica, ma un sito di “parcheggio per ecoballe”. Quindi ? Quindi con una semplice calcolatrice da due euro si sa già che, stante la follia di un piano che prevede la produzione di 200.000 tonnellate di FOS e circa 200.000 tonnellate di compost (tranquilli la matematica non è una opinione, la materia organica è composta al 50% da acqua, che evapora) le discariche non sono in grado di reggere, l'inceneritore l'umido non lo può bruciare e quindi si butta tutto ovunque capiti. E i cittadini si arrabbiano, perchè se dici: ho risolto tutto, e invece sei perfettamente cosciente (mmmhhh, dubbio personale sulla coscienza di certi personaggi) che non è vero, stai solo facendo “o gall' 'ncopp 'a munnezza”. Anche se i cittadini della Campania (ma Napoli soprattutto) si dessero come pazzi alla raccolta differenziata il sistema non è in grado di reggere, perchè le quantità in gioco sono di molto superiori alle possibilità del sistema stesso, basato su umido, R.D., inceneritore e discariche, in cui queste ultime sono l'unico anello funzionante (ma hanno un difetto: si saturano, e se ci butti dentro di tutto puzzano pure).
Qui un uso alternativo della “biomassa da Rifiuti” (grazie a Gilberto Bonaga per la segnalazione che esistono già tali discariche, e che funzionano benissimo. Sembra che ci si guadagni addirittura, ma non ditelo a B&B), così, giusto per far capire che non si sono assolutamente esplorate alternative realizzabili.
E, per finire, alcune “perle”:
il 25 Gennaio 2008 (in piena emergenza!!) la giunta regionale approvava una spesa di 228.000 euro per una "Analisi sulla percezione della qualità del proprio territorio/ambiente, durante l'emergenza rifiuti, da parte delle imprese e dei cittadini campani rispetto a quella dei cittadini del resto d'Italia" . Qui
40°57'33.57” N 14°04'16.99” E Non è la combinazione del Superenalotto, ma le coordinate su Google Earth di Taverna del Re, posizionatevi a 15 miglia di altitudine e godetevi lo spettacolo. Dallo spazio.
Questi sono i dati (pag.12) sul consumo annuale di compost in Italia: 350.000 tonnellate. Il piano di Bertolaso prevede di produrne 200.000 tonnellate solo in Campania...
Bertolaso ha firmato un'intesa nel 2008 per la chiusura definitiva di Taverna del Re, riaperta in questi giorni. Comprereste un auto usata da Bertolaso?
La Commissione di inchiesta sul ciclo dei rifiuti in Campania ha calcolato i costi connessi al “non ciclo dei rifiuti” (quelli di pertinenza regionale e comunale: spazzamento e trasporto RSU). La prima fase del non-ciclo dei rifiuti(spazzamento, raccolta, trasporto) costa ai cittadini campani circa 96,00 euro/anno (su un costo totale pro capite di circa 134 euro/anno). In particolare, il solo costo delle risorse umane è pari a 60,80 euro/anno per abitante, risorse dislocate in larghissima parte presso i consorzi, e non utilizzate. " NdR: vuol dire che sono pagati per non lavorare.
La munnezza è oro...
Ti confermo che la gestione in attivo di una discarica non e' un sogno possibile solo in Svizzera o in Germania, ma che che i romagnoli (bestiali, hanno un amarcia in piu') stanno facendo dei bei soldi con le loro discariche che producono corrente elettrica da biogas e ci hanno preso tanto gusto che hanno investito dei soldi per produrre ancora piu' biogas con la societa' romagnacompost. Da quello che so e' il primo impianto del genere in Italia, tanto e' vero che e' stata chiamata una societa' tedesca a progettarlo, perche' in Italia non c'erano la tecnologia e l'esperienza necessarie.
Per dare un'idea di quello che ottenevano dalla discarica, coi soldi della soglianoambiente, di cui il comune di Sogliano e' socio al 70%, si pagavano un autobus che al giorno di mercato andava a prendere la gente a casa per portarla i piazza, pagavano le rette scolastiche ed i testi di studio "dall'asilo alla laurea" dei residenti in pari con gli studi, offrivano un bonus "cash" alle nuove coppie che decidevano di andare a vivere nel territorio del loro comune. Questo fino a un paio di anni fa, quando sono andato in visita alla discarica l'ultima volta.
La discarica e' curata come un giardino e non fa puzza, perche' ogni litro di biogas scappato sono soldi in meno che si prendono dalla generazione di elettricita', per cui e' un continuo correre a coprire e sigillare il rifiuto per recuperae tutto il biogas possibile.
Perche' non sia possibile riutilizzare questo modello da altre parti non mi e' chiaro, o forse si', ma poi dite che sono un complottista, quindi non mi esprimo.
dai, esprimiti :-) se poi non siamo d'accordo te lo diciamo.