L'articolo in questione è questo. Veniamo informati che
Dal 1° gennaio al 31 ottobre 2010, al Soccorso Violenza Sessuale (Svs) di [Milano] sono arrivate 314 donne.
E fin qui niente di strano, a parte naturalmente il fatto che tutti vorremmo che quel numero fosse zero. Il resto dell'articolo è un completo sbrodolamento sui numeri, messi lì per dimostrare quello che non dimostrano.
Subito dopo il paragrafo citato si legge:
Un numero in aumento rispetto all'anno scorso: in tutto il 2009 i casi sono stati infatti 333.
In aumento? A me risulta che, primo, 333 sia un numero più grande di 314 e che, secondo, non si può confrontare gennaio-ottobre con gennaio-dicembre. La giornalista intende forse suggerire che poiché al 31 ottobre si arriva a 314 cioé circa un caso al giorno, allora al 31 dicembre si arriverà probabilmente a oltre 370. Può essere come può non essere: se non conosciamo la distribuzione dei casi nell'arco dell'anno non si può dire nulla sulla probabilità che i casi nel 2010 siano in aumento rispetto al 2009. O forse la giornalista ha i dati sul periodo gennaio-ottobre del 2009; ma allora farebbe bene a dirceli per poter fare un confronto omogeneo.
Si domanda poi la giornalista:
Ma ci sono più donne che denunciano o più stupri in città? Difficile stabilirlo, anche se i dati rielaborati dalla Sigo [Società italiana di ginecologia e ostetricia] sulle denunce alla Questura e ai carabinieri arrivano a parlare addirittura di 480 violenze, solo a Milano, nel 2009.
In realtà è facilissimo stabilirlo, almeno se assumiamo che non ci siano donne che si divertono a denunciare di essere state stuprate anche se non lo sono state. In tal caso infatti il numero di denunce non può essere superiore a quello degli stupri. Forse la giornalista voleva dire che l'aumento del numero degli stupri denunciati può essere dovuto non all'aumento del numero di stupri ma al fatto che è più probabile che una donna denunci uno stupro dopo averlo subito. Se è così la giornalista dovrebbe imparare a scrivere più chiaro.
Quell'"anche se", poi, introduce un non sequitur, visto che il dato sulle denunce a questura e carabinieri riguarda appunto le denunce, che si possono contare, e non gli episodi di strupro dei quali dopo questa informazione sappiamo solo (esattamente come prima) che sono in numero o uguale o maggiore a quello delle denunce. A meno che la rielaborazione del Sigo non corregga in qualche modo il divario tra abusi e denuncia degli stessi, cosa sulla quale non veniamo informati.
Arriva poi a una solenne conclusione:
Una cosa è, comunque, certa: le statistiche [...] rovesciano il luogo comune degli stranieri che violentano le italiane. «In realtà, la metà delle vittime sono donne straniere stuprate, nel 23% dei casi, da italiani»
Ora, anche se volessimo ignorare che gli strupri riportati sono un sottoinsieme di quelli commessi, il fatto che la metà delle vittime siano donne straniere e che un quarto di queste siano state stuprate da un italiano non ci dice assolutamente nulla su chi abbia stuprato la restante metà delle vittime, che sono italiane. Se quest'altra metà fosse sistematicamente stuprata da stranieri, voi capite che se ne dedurrebbe l'esatto contrario di quello che secondo la giornalista è certo dall'analisi di questi dati. I dati, si sa, non sono politically correct e quindi è buona norma non affrettarsi a trarre conclusioni solenni (del tipo "una cosa è certa") prima di averli scrutati bene.
Infine si riportano le dichiarazioni del,
vicesindaco Riccardo De Corato che contesta i dati: «I casi di violenze sessuale "di strada" da 61 nel 2007 (ovvero 5 al mese) sono scese a 13 nel 2010, quindi poco più di uno al mese».
Quest'affermazione non contesta però i dati riportati nell'articolo, incluso il dato che il 45% dei casi riportati all'Svs di Milano da gennaio a ottobre 2010, cioé 142 casi, avvengono tra le mura domestiche. Il fatto che fin qui ci siano state 13 violenze "di strada" non contraddice il fatto che ce ne siano state 142 tra le mura domestiche sul totale di 314: il resto può essere avvenuto tra mura non domestiche, ad esempio.
In conclusione, denuncio quindi anch'io uno stupro: quello subito da questi numeri e da chi dopo aver letto un articolo come questo chiude il giornale o il browser confuso e convinto di "non essere portato per la matematica".
Non capisco molto che cosa c'entri la psicanalisi con la matematica, puo' aiutarmi?
In Francia peraltro la matematica si e' fatta a livelli top per parecchio tempo e penso che tutt'ora oltralpe i numeri siano considerati con un po' piu' di rispetto rispetto che da noi.
PS: Leggo ora sulla wikipedia che Lacan venne abbastanza criticato per un uso piuttosto disinvolto della matematica, seppur come metafora. Forse e' a questo che si riferiva?