Sorprendentemente, durante il festival sono riuscito ad andare sia a pranzo che a cena - e anche a colazione, ma quelle erano frettolose ed io comatoso. Ne ho approfittato per chiacchierare con amici e conoscenti della zona, ossia di quel "Nord Est" che oramai comincia là dove Emilia, Lombardia e Liguria si toccano. Ho avuto così conferma che, come trent'anni fa, l'ostacolo principale alla rinascita italiana risiede ancora nella divisione ideologica e culturale dei produttori.
Sabato sera abbiamo cenato con due imprenditori medio-grandi del triveneto che operano nel molto avanzato e conosco da tempo; la sera prima eravamo, assieme ad un amico giornalista milanese, in compagnia di due piccoli imprenditori padani che operano in settori tradizionali e conosco da meno tempo.
[Nota di colore: entrambe le sere, pur avendo cambiato posto, ci siamo incrociati con Epifani ed un largo gruppo di amici suoi. È bello sapere che, nonostante la crisi, i dirigenti sindacali possono permettersi di frequentare i medesimi posti dove gozzoviglia la controparte. Parentesi interna alla nota di colore: entrambi posti buoni, ma si mangiava meglio in quello che costava meno, ossia quello del venerdì sera. La demenziale fissazione mondiale di offrire "menù degustazione" in cui fanno tutti finta di essere Ferran Adrià senza esserlo (non mi è nemmeno chiaro che valga la pena esserlo) ha scocciato: appena scendi un po' sotto la soglia delle stelle Michelin ne escono tartine mediocri di cui ti scordi la mattina dopo ...]
Bene, i quattro imprenditori in questione dicevano esattamente le stesse cose su praticamente tutto il da farsi: dalla manovra tremontiana di cui tanto si discute ai problemi di lungo periodo, alla necessità di riformare lo stato in senso liberale e federalista. D'accordo su tutto, dunque, fuorché sulla questione "morale" e sul ruolo di BS. Quest'ultima, sollevata dall'amico giornalista milanese la sera del venerdì nella forma (semplifico brutalmente) del "BS ed i suoi governi tollerano e proteggono l'evasione fiscale, sulla base di un patto scellerato per cui le sue grandi nefandezze individuali vengono bilanciate dalle piccole nefandezze fiscali di parte del suo elettorato", l'ho infilata di striscio io nella conversazione del sabato perché volevo vedere le reazioni.
La differenza è presto detta. Per i due amici del venerdì sera BS è il male minore: le sue violazioni della legge e della moralità pubblica vanno condonate visto che in alternativa a lui governerebbero gli amici di Epifani. La sinistra, nella loro esperienza quotidiana, consiste di sindacalisti professionisti che, pur di aumentare la conflittualità aziendale, son disposti anche a difendere i dipendenti che rubano, e di impiegati pubblici che si candidano al consiglio comunale, provinciale e regionale. Per quelli del sabato, invece, le cose appaiono meno ovvie ed il fastidio per la criminalità dell'agire di BS e per l'evasione fiscale era palese. Ho anche scoperto, cosa di cui sino ad ora non mi ero reso conto ma il campione in questione è troppo piccolo per generalizzare, che il carico fiscale sui grandi è a volte maggiore che sui piccoli. Questo spiega, credo, la molto minore condiscendenza personale verso l'evasione fiscale riscontrata alle due mense. La "questione morale" come questione nazionale costituiva, in ogni caso, l'unica differenza d'opinione fra queste quattro persone i cui livelli d'istruzione sono pure omogenei: un ingegnere per parte, un non laureato per parte.
Come avrete sospettato, i due piccoli votano Lega/PdL, il piu grande dichiara non avere alcuna preferenza e quello mediano voda PD turandosi il naso solo perché cosi avrebbe fatto suo padre.
Sabato, poi, ero stato a pranzo con un gruppo composto da accademici, dirigenza statale, un imprenditore che gestisce l'impresa familiare di lunga tradizione, ed altri (per completare le cronache culinarie: venerdì pranzo nFA, domenica famiglia ...). La provenienza di questo gruppo era da Roma in giù e le preferenze politiche erano chiaramente per il PD senza alcun bisogno di turarsi il naso. Bene, qui il consenso sul da farsi era minore e si concentrava sulla necessità di maggior moralità nella vita pubblica, risoluzione del conflitto d’interessi e riduzione dell’evasione fiscale. Sul terreno del da farsi economico, mentre tutti condividevano la natura raffazzonata e quasi da presa in giro della manovra tremontiana, ho sentito anche esprimere solidarietà ai dipendenti pubblici e perplessità sull'operazione di aumento dell'età pensionabile "perché vuole Bruxelles" - divagazione: secondo voi quanto ha implorato Tremonti che, per favore, gli ordinassero di farlo senza remore e posticipi? Ma c'era anche consenso su liberalizzazioni, riduzione del carico fiscale, riforma del mercato del lavoro, eccetera: insomma, le cose più o meno socialdemocratiche di destra che sembrano aver preso piede nella componente "liberale" del PD. È mia opinione che, tirandoli per la giacca, i membri di questo gruppo finirebbero per sottoscrivere il programma di politica economica proposto da tutti e quattro i miei amici imprenditori.
In questo gruppo, però, vale anche l’idea secondo cui, nella vita pubblica, la questione morale non va posta nella forma “assoluta" (la moglie di Cesare ...) ma in quella “valutativa”: i peccati si accettano sino ad un certo punto che, se ben intendo, è determinato da criteri soggettivi ed “identitari” (termine non mio) di tolleranza. Ragione per cui BS è condannabile mentre D’Alema o Di Pietro sono assolvibili. Lo stesso raffronto è uscito la sera del sabato con i triveneti i quali sono, invece, per la regola secondo cui chi sgarra va subito cacciato, destra o sinistra che sia - il terremoto d'Abruzzo essendo, nella loro esperienza, l'ennesima prova che la corruzione è uniforme anche se quantitativamente più forte nel PdL.
Assieme ai tecnici e managers delle grandi imprese e al relativamente sparuto numero di "professionisti internazionalizzati", i tre gruppi di persone che ho qui descritto definiscono la parte dell'elite italiana che, nel bene o nel male, tiene in piedi il paese. Il resto della classe dirigente italica (5 milioni di persone in tutto, inclusi vecchi e bambini) consiste di parassiti dello stato (dai magistrati di cassazione ai politici superstipendiati delle regioni e province autonome passando per i funzionari del Quirinale e di CGIL-CISL-UIL-Confindustria-Confcommercio-Confquestoequello), di famiglie imprenditoriali storicamente intrallazzate con, ed organiche al, la casta politica, e dell'intellighenzia ufficiale che, in secula seculorum, obbedisce alla voce del padrone e per questo controlla 3/4 dei media italiani. Che da quest'ultima congerie si possa estrarre qualcosa di sano e utile è possibile, ma questo potrebbe avvenire se e solo se l'altra parte esprimesse una decisiva leadership sia culturale che politica, nel senso di una chiara coscienza dello stato delle cose ed un disegno compiuto del da farsi.
Ma questo non succederà. Non so se succederà mai, ma credo non possa proprio succedere durante il tempo esistenziale utile di questa generazione. La ragione l'ho descritta sopra.
Il fossato ideologico è troppo profondo e la posizione "mediana" (in realtà sia più radicale che "oltre") emersa il sabato sera viene rifiutata come "poco pratica". D'altra parte, i soggetti del sabato sera evitano qualsiasi contatto con la politica che non sia quello del taxi: salgo, mi faccio portare dove voglio, pago e scendo. Rinunciano, quindi, ad agire da collante sociale e politico fra le altre due componenti che continuano a dividersi sul piano ideologico ("fascista/leghista" vs "comunista") ed a condividere l'accettazione amorale della corruzione, purché sia favorevole alla propria parte politica. Il combinato disposto di queste due scelte - probabilmente motivate da un vissuto personale, ma in politica il vissuto va filtrato dall'analisi dei fatti collettivi ed il "particulare" sorpassato dalla comprensione dei meccanismi sociali rilevanti - rende impossibile la comunicazione e la cooperazione fra gruppi i cui interessi materiali sono, in realtà, allineati. Separandoli, il fossato ideologico-amorale, li rende facili prede delle rispettive bande ideologiche di riferimento, all'interno delle quali operano in condizioni di ovvia minorità e debolezza come utili (ma non a se stessi) idioti.
Michele, attento alla dieta....
Non mi è chiaro in quale misura il gruppo del pranzo di sabato
Si differenza socialmente ed intellettualmente dal
A parte il fatto che viene a pranzo con te invece di agitare capi di aglio statalista alla visione del ben noto vampiro liberista affamatore di poveri pensionati etc...
PS Ma cinque milioni non ti sembrano troppi per dirigere un paese (sopratutto dopo aver levato i virtuosi)?
Credo che l'equazione:
accademici, dirigenza statale, un imprenditore che gestisce l'impresa familiare = parassiti dello stato
sia sullo stesso livello di quella:
lavoratore autonomo, imprenditore = evasore, nemico del popolo
no?