Questa settimana: hey, hanno tassato le fondazioni bancarie; Krugman su Salvini e Grillo; altre correlazioni morbose; le grandi manovre sul sistema elettorale; Barry Eichengreen sul piano Juncker.
Buona lettura e buon fine settimana.
- Sul nuovo giornale online Gli Stati Generali, Lorenzo Dilena racconta un po' in dettaglio il cambiamento della tassazione sulle fondazioni bancarie (se ne è parlato anche qui). In sostanza la legge di stabilità ha eliminato una eccezione che permetteva alle fondazioni di pagare meno tasse sui dividendi distribuiti. Nelle parole di Dilena: ''Finora, infatti, il 95% dei utili percepiti dagli enti non profit (e fra questi, i dividendi pagati dalle banche partecipate) erano infatti esenti dall’Ires (aliquota 27,5%). Con l’articolo 3, comma 27, del ddl Stabilità (si veda la nota esplicativa del Senato, pag. 296) l’esenzione si riduce al 22,26 per cento. Di contro la parte tassabile sale al 77,74 per cento. Vuol dire che su 100 euro di dividendi percepiti, prima le fondazioni pagavano 1,375 euro di Ires (=27,5% x 5%), adesso ne pagheranno 21,38 euro (ovvero il 27,5% del 77,74%).'' A me sembra che se alle fondazioni bancarie non piace questa tassa possono sempre vendere i pacchetti di controllo delle banche e comprare titoli del tesoro. Eliminare distorsioni nel sistema fiscale è in principio una buona cosa.
- Il link a questo articolo di Krugman non è perché l'articolo sia di per se particolarmente interessante, è la solita tirata su austerità etc., ma per il giudizio che esprime su Salvini e Grillo. Questo è il passaggio rilevante: ''Look at Italy, where about half of voters support radical parties like the Northern League and the Five-Star Movement. ... It would be a terrible thing if any of these groups — with the exception, surprisingly, of Syriza, which seems relatively benign — were to come to power.'' Traduzione: ''Guardate l'Italia, dove circa metà degli elettori sostiene partiti radicali come la Lega Nord e il Movimento 5 Stelle. ... Sarebbe una cosa terribile se uno di questi gruppi — con l'eccezione, sorprendentemente, di Syriza, che sembra relativamente benigno — giungesse al potere.'' Ora, uno può dire: ma a noi che importa di quel che pensa Krugman di Salvini e Grillo? E in effetti non molto. Però, visto che non tanto tempo fa si favoleggiava di un sostegno di Krugman (e Stglitz) al M5S è bene mettere i puntini sulle i. Nessun economista degno di questo nome sostiene il M5S. Nessun economista degno di questo nome sostiene la Lega Nord. Fine della storia.
- Vi ricordate il dibbbattito su ''l'ebola è colpa del neoliberismo''? Luciano Capone ci ha preso gusto e su Il Foglio si prende la briga di analizzare i paesi in cui negli ultimi 10-15 sono aumentati i casi di malaria. I casi sono scesi praticamente ovunque, ma c'è un'eccezione: il Venezuela. Attendiamo con ansia i commenti dell'onorevole Boldrini.
- È molto difficile capire cosa sta succedendo sulla riforma elettorale. La riforma del Senato appare essenzialmente un escamotage per aggirare l'impossibilità (art. 57 cost.) di assegnare un premio nazionale, a cui Berlusconi sembra tenere così tanto. Senza quello, il premio nazionale solo alla Camera previsto dall'Italicum non servirà a nulla, nel senso che alle prossime elezioni nessuno avrà la maggioranza al Senato, come in questa legislatura. Quindi, o si fa in modo che il Senato conti nulla o siamo da capo. Ma che le forze minori di centro, al governo con Renzi, si facciano strappare dalle mani l'attuale sistema, essenzialmente proporzionale, che garantisce loro la pratica certezza di essere al governo, a me è sempre parso improbabile. Ora i nodi vengono al pettine e sembra che per superare le difficoltà ci sia una proposta di reintroduzione del nattarellum, suppongo sia alla Camera sia al Senato. Quanto Renzi veramente appoggi questa proposta non lo capisco. Né capisco quanto la appoggi il M5S, che mi pare l'unico in grado di farla passare insieme al PD. In buona sostanza, ammetto di capire molto poco di quel che sta succedendo.
- Barry Eichengreen, che è generalmente favorevole a un aumento della spesa pubblica per infrastrutture nella Unione Europea, ha l'onestà intellettuale di discutere i problemi che questo comporta in termini di maggiore corruzione e maggiori sprechi. Ho trovato particolarmente rilevanti due paragrafi. Nel primo si dice: ''there is the worry that ambitious new infrastructure projects will feed corruption. Contracts would favour politically well-connected contractors. Part of the process of structural reform is supposed to be rooting out corruption and cronyism in countries like Italy and Greece.''. Sì, certo. Buona fortuna con le riforme strutturali anti-corruzione in Italia e Grecia; arriveranno sicuramente in tempo per usare la spesa in modo anticiclico. Nel secondo si dice che bisogna ''delegate the decision of which infrastructure projects to pursue to an independent panel of experts. Those experts could be drawn from the worlds of academia and finance. The decision of whom to appoint could be turned over to a panel of wise men like Alexandre Lamfalussy and Mario Monti.'' Non so, forse mi sbaglio io, ma ho veramnete l'impressione che qua l'ottimismo su quel che si può fare a livello europeo sia veramente sfrenato. E il pezzo successivo, in cui Eichengreem dice sostanzialmente che siccome si è fatto in Svezia allora si può fare in Europa, non è molto incoraggiante.
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Evito la battuta su "economista degno di questo nome" ma il fatto che a PK non vadano bene M5S e la LN ma vada invece bene Syriza e' l'ennesima prova che l'uomo e' in mala fede ed e' motivato da pure considerazioni ideologiche. Strano non abbia aggiunto Podemos accanto a Syriza, vedrai che lo fara' presto.
La ragione del mio giudizio e' semplice: il programma economico di Syriza [il sito ufficiale e' quasi tutto in greco, ma potete cercare in rete i siti di Syriza all'estero, quello inglese in particolare contiene vari documenti che dovrebbero schiarire le idee persino a Krugman] non e' tanto distinto da quello del M5S o della LN, anzi su certi aspetti e' ancora piu' folle. QUINDI, se a PK piace uno e dispiacciono gli altri v'e' una sola ragione: qualche amichetto/a nel salotto di turno gli ha spiegato, o ha comunicato alla di lui consorte che poi gliel'ha spiegato, che quelli di ΣΥΡΙΖΑ son "compagni" mentre gli altri son "differenti".