Questa settimana: Stefano Feltri sull'ultimo libro di Latouche; lo stato dei conti greci; sul fare impresa in Italia; un argomento libertario per imporre licenze per essere genitori; le primarie di Genova; caccia all'errore.
Buona lettura e buon fine settimana.
- Su Il Fatto, Stefano Feltri recensisce l'ultimo libro di Latouche, risparmiando ad altri di farlo (e di leggere il libro). Son cose che costan fatica, per cui ringraziamo molto Stefano per il suo contributo. Le ragioni del successo di Latouche a me continuano a restare incomprensibili. Ricordo anche la recensione di Andrea al libro precedente qui su nfa.
- Mario Seminerio descrive l'andamento delle finanze pubbliche greche, che sono passate da un deficit primario del 10,6% del Pil nel 2009 al 2,4% nel 2011. Ho l'impressione che questi numeri possono funzionare un po' come test di Rorschach, in cui ognuno vede un po' quello che vuole vedere. Per esempio, per me che non conosco bene la realtà greca, la prima reazione è stata ''ma allora la cura sta funzionando''. Miglioramento dei conti pubblici e della competitività è esattamente quello di cui il paese sembra aver bisogno, per cui è poco sensato interrompere il programma di risanamento ora che inizia a funzionare. Inoltre, i timori che le manovre di austerità potessero condurre a una recessione così grave da impedire il miglioramento del bilancio sembrano non essersi materializzati. La recessione, e anche brutta, c'è ma i conti sono nettamente migliorati lo stesso. Senza dubbio altri leggeranno i dati e penseranno ''i greci hanno già fatto tanto, meritano una pausa''. Sono genuinamente interessato ai pensieri dei lettori su questo punto, particolarmente quelli che conoscono bene la situazione greca.
- Massimo Famularo, nel suo blog su Linkiesta, mette in fila un po' di dati sulla facilità (o mancanza di) fare impresa in Italia. Niente che sorprenderà i lettori abituali di questo blog, ma sono fatti che è bene ricordare spesso.
- Le discussioni recenti su questo sito su dignità umana e transazioni volontarie mi hanno fatto tornare in mente un articolo letto un po' di tempo fa. Non è esattamente sullo stesso tema, perché il diventare genitore implica mettere al mondo qualcuno che non sceglie di essere tuo figlio e non ha senso parlare di volontarietà quando dei minori sono coinvolti, ma l'argomento di Andrew Cohen a favore di un sistema di licenze per diventare genitori mi ha fatto pensare. Non che sia giunto ad alcuna conclusione. Anche qui mi piacerebbe sentire le opinioni dei lettori, particolarmente i filosofi.
- Su Repubblica si spiega chi è il vincitore delle primarie di Genova. È un marchese, consigliere della Compagnia di San Paolo, fondazione che controlla la banca Intesa-San Paolo, nonché professore di storia economica. Non posso fare a meno di nascondere una certa diffidenza, ma questo è quello che passa per rinnovamento a sinistra. Spero mi sorprenda. Su un tema similare, non so se qualcuno ha notato che la tesi di Marta Vincenzi di aver perso perché vittima di pregiudizio antifemminile (si è addirittura paragonata a Ipazia) risulta abbastanza bizzarro un una elezione in cui il 51% dei voti è andato a delle donne. Per non parlare dell'ignoranza della Vincenzi sui meccanismi delle primarie in Amerika. La tesi che un sindaco, o comunque detentore di carica elettiva, dovrebbe essere sottratto alle primarie ed essere automaticamente candidato è veramente strana.
- Compito per il fine settimana. Spiegare in meno di cento parole a chi ha messo il titolo (spero non sia il giornalista) a questo servizio di Repubblica perché il risparmio è cosa diversa dai nuovi depositi. Al giornalista invece chiedere: ma non è che nel 2011 è successo qualcosa in campo fiscale che può aver scoraggiato i depositi? E chje forse valeva la pena menzionare?
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Visto e strabuzzato gli occhi anch'io stamattina. Leggendo il pezzo si ha l'impressione che non sappiano dire (loro) se i depositi si sono ridotti perche' la gente si e' mangiata parte della ricchezza durante la crisi (nel qual caso il titolo e' corretto, a parita' di altri stock) o perche' la ricchezza depositata presso le banche sia ora detenuta sotto altra forma (nel qual caso il titolo e' malamente fuorviante), o una combinazione delle due (nel qual caso la correttezza del titolo dipende dalla differenza tra la ricchezza mangiata e quella trasformata, sempre a parita' di altri stock). [spiegato in 98 parole, va bene?]
Insomma, su tre possibili scenari il titolista ha scelto il piu' sensazionale, anche se probabilmente falso.