Oggi il neo-governo, dando prova del suo encomiabile praticismo, ha varato i primi provvedimenti. Sono di natura economica, ma non solo.
Hanno dichiarato lo stato di emergenza per Napoli e la Campania, mandando l'esercito a fare il lavoro dei vigili urbani. Siamo al riconoscimento che è lì in corso una guerra civile non dichiarata ufficialmente, ma ugualmente tragica. Non mi sorprende, fa solo ridere amaro. Non avendo né forzato le dimissioni del governatore della Campania, né del sindaco di Napoli (e men che meno invocato il loro arresto per alto tradimento, truffa, peculato e diosolosa quant'altro) le misure repressive adottate ammontano alla solita farsa italiana dell'emergenza che non finisce mai, si dichiara sempre, e produce poi degenerazioni ancor peggiori. Per le quali ovviamente si dichiarerà, sei mesi dopo o sei anni dopo, un'altra emergenza nazionale. Buffonate da Pulcinella, nella città giusta questa volta. Hanno anche dichiarato guerra ai mendicanti e all'immigrazione "illegale", gli auguro buona fortuna. Con una polizia che non arresta neanche gli stupratori, sarà da ridere a vedere come ora arresteranno le valanghe di rei dei nuovi reati d'accattonaggio e d'immigrazione illegale.
Niente di nuovo. Anche le misure economiche hanno la stessa natura e seguono la stessa logica: eclatanti (ossia, ridicole) pezze appiccicate al culo dei pantaloni di un vestito economico che cade a pezzi ed occorrerebbe gettare, riconoscendo di essere nudi. Invece ci si attaccano con i denti e le unghie, vittime o della loro ignavia o della loro meschinità, o di entrambe. Valga per tutti l'incredibile commento della neo-eletta presidentessa di Confindustria:
"È un primo segnale forte sulla strada dell'aumento della produttività
e dei salari - ha commentato invece il nuovo presidente degli
industriali, Emma Marcegaglia - è un risultato di cui essere fieri, è
positivo, dobbiamo dirlo con forza".
Se questa è la cultura economica delle grandi elites imprenditoriali,
che cosa dovremmo mai aspettarci dalle masse del lavoro dipendente e
delle partite IVA? Perché sorprendersi che i sindacati, CGIL in testa, protestino
perché ai loro amati dipendenti pubblici non son stati detassati gli
straordinari? Logico, no? Finalmente il sindacato operaio dichiara alla
luce del sole d'essere il sindacato dei ministeriali: nulla di
sorprendente, ma almeno fa un po' di chiarezza. Come fanno chiarezza le
dichiarazioni del ministro ombra,
mai attributo fu più appropriato, Pierluigi Bersani il quale continua a
confondere produttività con redistribuzione. Perdonarli non è il caso,
ma che non sappiano ciò che fanno e dicono è oramai cosa ovvia, seppure comunque grave.
Non avendo più a disposizione le "svalutazioni strategiche" del tasso di cambio, le elites (si fa per dire) economico-politiche italiane si sono inventate le misure di finta detassazione che avranno lo stesso, deleterio, effetto delle svalutazioni: droga per sei mesi, hangover per sei anni. Della stupidità di tali misure abbiamo già detto in abbondanza - sulla follia di abolire l'ICI per rimpiazzarlo con un'imposta statale mentre ci si riempie la bocca di federalismo han detto altri - mentre sul pastrocchio d'accordo fra ABI e Tremonti sui mutui, e sull'ennesima truffa che trasforma il prestito di 300 milioni ad Alitalia in "patrimonio netto", preludio ad un'altra nazionalizzazione, nessuno ha ancora scritto; effetto dell'attivismo: quando le cazzate son troppe, alcune passano inosservate. Non importa: la presa in giro dovrebbe essere evidente anche ai più ciechi. Non vale la pena insistere, tanto nessuno ascolta ed ogni tanto persino io mi stanco di predicare al vento.
Preso da sconforto (che mi si manifesta quasi sempre nella forma d'una risata un po' cinica), non tanto per la ridicola sostanza economica della cosa ma per l'esiziale reazione della società italiana all'ennesima presa in giro, m'è venuto alla mente un libretto letto quest'inverno mentre mi nascondevo in Badia.
L'autore è Sebastiano Vassalli, i cui libri ho continuato a leggere nell'attesa che un giorno sarebbe arrivato quello utile. Questo sembra adattarsi alla bisogna. Lo si capisce dall'incipit:
Il giorno del Giudizio Universale, Dio chiamò a sé tutti gli uomini
del mondo, con le rispettive consorti. Chiamò l’Inglese e l’Inglese
rispose:
“Eccomi!”
Chiamò il Cinese e il Cinese rispose:
“Sono qui!”
Uno dopo l’altro, Dio chiamò il Russo, il Francese, il Greco,
l’Americano, il Giapponese, il Polacco, il Finlandese, l’Arabo,
l’Australiano, il Turco, l’Indiano, il Nigeriano, il Marocchino, il
Sudafricano nero e il Sudafricano bianco, il Portoghese, l’Israeliano e
tutti, nella loro lingua, risposero:
“Presente!”
Di ognuno Dio esaminò le virtù e i vizi e mandò tutti in Purgatorio:
perché nessuno meritava il Paradiso, e nessuno era abbastanza malvagio
da meritare l’Inferno. Poi Dio chiamò l’Italiano, ma non ebbe risposta.
“Cosa può essergli successo, - si chiese – perché l’Italiano sia
assente?” Tornò a chiamarlo. Allora l’Italiano, vedendo che tutti si
erano voltati verso di lui e lo stavano guardando, spalancò gli occhi e
si mise una mano sul petto. Domandò:
“Chi, io?”
Fanno seguito undici, brevi, racconti storici (avevo virgolettatto l'attributo, poi ho tolto le virgolette), che sono più delle macchiette o forse delle parabole - nel senso in cui lo fu Prova d'orchestra (tralasciate l'Analisi, basta la Trama) il film che mi convinse che Fellini aveva capito tutto da tempo e che io ero indietro su di lui - ma che, nel loro essere delle "parabole storiche e macchiettistiche" (uff, cosa non mi invento per fare una recensione!), colgono nel segno proprio grazie agli aggettivi. La storia d'Italia È una storia fatta di e da macchiette. Le quali, nel caso de L'italiano di Vassalli sono, nell'ordine
- Il doge (Ludovico Manin): "Sto mondo xe una cheba de mati, e i più sani sta de casa a San Servolo!". Entrò in chiesa, per rimettere la sua decisione nelle mani di Dio.
- Il prete (Gaspare Del Bufalo): "Veniamo da Roma. siamo preti [...] Chiedete a Dio di aiutare la sua Chiesa e i suoi preti. Ripetete insieme a noi: Pater noster qui es in coelis ..."
- Il commendatore (Emanuele Notarbartolo): "Quella donna, - rispose tranquillo [l'assassino di Notarbartolo] [...] - non ha visto niente."
- Il padre della patria (Francesco Crispi): "Stai tranquillo, - gli diceva, - e butta la pistola. Se io non muoio, te la cavi con poco!"
- Il tenore ("Caruso", sopranome d'un milite ignoto): "Insomma, - concluse il portinaio, - fu una delusione per tutti!"
- Il dissidente (Cesare Forni): "Giulia è una donna libera, - aveva aggiunto il conte [Carminati Brambilla, marito di Giulia, dopo aver fatto massacrare di botte il CF], [...] - e va a letto con chi vuole. In quanto a me, se è questa la ragione della vostra domanda, sono qui soltanto per fare un favore al partito. Non ho niente di personale contro Cesare Forni."
- Il trasformista (Saverio Polito): Nel 1956, Polito chiese al tribunale di Forlì di rivedere il processo di Bergamo, e ne ebbe l'assoluzione <>. Morì nel 1959.
- Il carabiniere (Orazio Petruccelli): "Morirò da carabiniere, - pensò [...] - anche se, in fondo, non ha senso. Ma quella nuvola, ha senso? E quell'uccello sul mare? E noi?" Si scoprì il petto e gridò: "Viva l'Italia! Viva il Re!"
- La femminista (Sibilla Aleramo): Si raddrizzò e chiuse la finestra. Mormorò: "Al diavolo le canzoni e le loro chimere. Al diavolo i ricordi."
- I due rivoluzionari (Palmiro Togliatti ed Adriano Sofri): Ma Pippo Pippo non lo sa / che quando passa ride tutta la città. [...] "Falla tu la rivoluzione, mio giovane eroe, visto che sei così bravo e che noi non siamo stati capaci di farla." [...] "Ci proverò, compagno Togliatti: può esserne sicuro!"
- Il signor B. (quello che ieri, fattivo, ha presieduto a Napoli lo storico Consiglio dei Ministri): Vedo che finalmente hai capito tutto. La verità sull'Arcitaliano può anche non piacere, ma è questa e non ce ne sono altre.
Scusa Michele, dove hai letto che il "prestito" alitalia è stato trasformato in patrimonio netto ? Perchè sui giornali non c'è (ancora). Non commento sui rifiuti, perchè da napoletano sono parte in causa e ci potrei scrivere un libro (o volete un articolo?), sulla "emergenza sicurezza" ho una sola cosa da aggiungere: senza un processo per direttissima non serve a niente, solo ad ingolfare una macchina ferma, quindi, come al solito, all'italiana, siamo "tutte chiacchere e distintivo". Sulla parte economica, da imprenditore, quoto al 1000 % (mille per cento) quanto da te detto, ma la Marcegaglia rappresenta le grandi imprese, quindi quando lei parla senti parlare le grandi imprese.Previsioni ? Sei mesi di overboost e poi crash landing.