Il 13 luglio 2009 il quotidiano Repubblica si occupa di uno dei temi di politica interna più scottanti del momento e apre la prima pagina col titolo "Scontro sullo scudo fiscale". Casualmente, anche la sezione degli approfondimenti "R2 l'inchiesta" pag. 29, apre con un approfondimento di Roberto Mania sull'evasione fiscale, intitolato "Io, evasore totale", e poi "La mia vita senza pagare le tasse".
L'approfondimento si prende in giro da solo: l'evasore totale è un residente di Arzano, provincia di Napoli, ma il giornalista si premura di informare il gentile lettore, subito sotto il titolone di pag.30 "La mia vita senza pagare le tasse", che "Checché se ne pensi gli evasori totali stanno più al nord e al centro che nel mezzogiorno".
L'affermazione come ho già mostrato è palesemente falsa e va contro ogni evidenza fattuale disponibile. Ma può essere smontata anche solo usando le affermazioni contenute nel medesimo articolo ... il giornalista, come potrebbe succedere per un povero ladro di polli colto in flagranza di reato, finisce per auto-contraddirsi raccontando i fatti in maniera reticente.
Cosa si legge dopo l'affermazione incriminata?
Dei 3.200 scoperti da gennaio a maggio, il 35 per cento era nel settentrione, il 36 per cento al centro e il 29 per cento al sud. Nell' arco del 2008 sono stati individuati 6.414 evasori totalmente sconosciuti, per un totale di redditi occultati di 27,5 miliardi. Sono nell' edilizia, nel commercio (all' ingrosso e al dettaglio) ma anche nell' attività immobiliare.
Il giornalista si è già contraddetto da solo, perché il 36% del Centro supera il 35% del Nord. Sembra che la forza dell'ideologia obnubilatrice e/o la volonta' di propaganda e disinformazione abbia sconfitto anche la matematica.
Risalta poi una ovvia reticenza, che non può essere spiegata con un banale refuso: non vengono esposti, né si tiene conto in alcun modo, del numero degli abitanti nel Nord, Centro e Sud Italia. Non viene nemmeno esposto come le regioni italiane siano state assegnate alle tre ripartizioni geografiche (esistono modi diversi per farlo, anche se uno è il prevalente). Noto che questo non è l'articolo del giorno su qualche diatriba del pollaio della politica italiana, è un articolo di approfondimento nelle pagine interne: due numeri in più, per "approfondire", magari non avrebbero guastato. O forse che sì?
Usando i dati ISTAT 2008 abbiamo, per la ripartizione più comunemente utilizzata:
- Nord, 45.5% degli abitanti, 27116943
(Val D'Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna) - Centro, 19.6% degli abitanti, 11675578
(Toscana, Umbria, Marche, Lazio) - Sud, 34.9% degli abitanti, 20826769
(Sardegna, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia)
Da cui segue che il rapporto tra evasori scoperti nei primi 5 mesi del 2009 e abitanti in Italia ammonta a:
- Centro: 9.87 ogni 100mila abitanti
- Sud: 4.46 ogni 100mila abitanti
- Nord: 4.13 ogni 100mila abitanti
Quindi, assumendo eguale intensità ed efficienza nella ricerca degli evasori, al primo posto saldamente sta il Centro, poi viene il Sud, che supera di poco il Nord. Anche secondo questi dati di dubbia affidabilità, data l'inefficienza dello Stato italiano, oltretutto significativamente dipendente dalla latitudine, Il Nord è quindi l'area geografica dove, checché se ne dica, ci sono meno evasori in rapporto agli abitanti.
Seguendo un certo stile cavilloso quanto spudorato purtroppo diffuso nel Belpaese, il giornalista di Repubblica potrebbe assestarsi sulla linea del Piave secondo cui: sarà pur anche vero che ci sono più abitanti al Nord, ma ci sono anche in numero assoluto più evasori che nel Sud.
Ci sono mille modi per informare con correttezza formale e sostanziale assieme: o si danno le frequenze di evasori scovati rispetto agli abitanti (meglio ancora: rispetto alle forze di lavoro o agli abitanti in età lavorativa), oppure si aggiunge una nota sul fatto che a Nord ci sono più abitanti che al Centro e al Sud, o si usano ripartizioni geografiche aggiustate per avere un numero simile di abitanti in ogni area ... Se invece si vuole disinformare, allora si dà un'informazione che è in parte matematicamente falsa (35% > 36%) ed in parte corretta solo formalmente ma fuorviante nella sostanza.
C'è poco da aggiungere, perché l'articolo di "approfondimento" quello contiene ... ma è utile notare che nella stessa pagina c'è la testimonianza aneddotica di un comandante provinciale della Guardia di Finanza. Egli opera ora a Treviso ma in passato ha lavorato a Palermo. Leggiamo:
Lei ha svolto la sua attività anche a Palermo: che differenza c'è tra l'evasore totale al nord e quello residente nelle regioni meridionali? «La differenza più rilevante è che al sud c'è tanto sommerso. Ci sono aziende completamente sconosciute al fisco. Nel contesto del nord est un fenomeno del genere è ormai improponibile. In una situazione come quella della provincia di Treviso dove c'è una partita Iva ogni dieci abitanti, non si può sopravvivere senza emergere. Questa è la differenza».
Che altro aggiungere? Quanta mala fede ci vuole per riportare i fatti e le affermazioni che questa pagina di Repubblica contiene e poi continuare ad insistere che "Checché se ne pensi ..." gli evasori totali son di più al Nord che al Sud? La mia impressione è che ce ne voglia tanta.
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Alle giornate di Villa La Pietra, Michele Boldrin ha chiesto quali fossero le metodologie di stima dell'evasione fiscale nelle regioni italiane, stima illustrata in Repubblica Affari e Finanza del 2 giugno 1997 e che ho riportato sommariamente nell'intervento sopra citato. Colgo l'occasione per dare qui dei collegamenti e riportare alcuni brani utili da due articoli di Repubblica Affari&Finanza del 2 giugno 1997: Salvati perché sommersi e Il comma-22 del fisco italiano.
Alcuni brani dal primo articolo:
Uno studio "top secret" commissionato dalle Finanze a un gruppo composto da esperti della Sogei, della Banca d' Italia, del Secit, dell' Inps e dell' Istat, che Affari & Finanza è in grado di rendere noto, mette adesso, se non la parola fine, almeno un punto fermo. Lo studio, che confronta il valore aggiunto fiscale con quello che risulta dalla contabilità nazionale dell' Istat, mostra un minor valore aggiunto ai fini tributari di circa 365 mila miliardi. [...] La ricerca delle Finanze è il più attendibile tentativo di ricostruire la mappa della produzione sommersa in Italia. Lo studio è stato effettuato con i più sofisticati mezzi tecnici oggi a disposizione: si pensi che milioni di dati inseriti nalla banca dati dell' Anagrafe tributaria sono stati confrontati con quelli dell' Istat e dell' Inps. I dati che emergono, da una parte confermano cose che già si sapevano, dall' altra permettono di apprendere fatti nuovi che saranno molto utili nella lotta all' evasione, su cui questo governo punta molto visto che prevede di recuperare 2.500 miliardi nel '98. Lo stesso studio, come si legge nell' introduzione, è stato commissionato proprio con lo scopo di dare indicazioni attendibili agli uffici sulle "piste" da seguire per scovare gli evasori. La prima pista da seguire è senz' altro quella delle vendite al pubblico. È qui che si consuma la parte più grossa dell' evasione. La ricerca mostra, molto semplicemente, che molte merci sono vendute lontano dagli occhi del fisco. Il commercio, con i suoi 124 mila miliardi in meno nel valore aggiunto fiscale rispetto ai dati Istat, assorbe da solo un terzo di tutta l' evasione. Una fetta ancora più grossa, 183 mila miliardi, va ricercatanel variegato mondo degli "altri servizi", dove si trovano servizi di ogni tipo, dall' idraulico alla consulenza aziendale: un comparto "immateriale" che riesce facilmente a dileguarsi anche agli occhi dell' erario. L' industria in senso stretto partecipa meno al banchetto dell' evasione, con soli 94 mila miliardi. Come si vede, molte merci e servizi vengono venduti senza che il fisco lo sappia.
[...]
la sovrafatturazione dei costi. Secondo la contabilità nazionale, gli "impieghi intermedi" sono di 633 mila miliardi, per il fisco sono invece 760 mila. I produttori li hanno "gonfiati" con costi fasulli, inventati, sottraendo reddito all' erario.
[...]
L' ultimo elemento interessante dello studio è come questa evasione si distribuisce sul territorio. In termini assoluti, la prima è la Campania, che sottrae 20.000 miliardi di valore aggiunto, seguita dalla Lombardia con 17 mila miliardi. [nota di A.L.: a queste cifre aggiungo io che la Campania aveva ~5.6 milioni di abitanti e la Lombardia ~8.9 milioni, e la Lombardia ha un reddito pro-capite circa doppio di quello Campano, quindi l'evasione è circa quattro volte più intensa in Campania sulla base di queste cifre]. In termini relativi, è il Sud a fare la parte dl leone: in Campania sfugge all' erario ben il 64,2 per cento del valore aggiunto calcolato dall' Istat, in Basilicata addirittura l' 83,2. Al Nord, la regione più retta sembra la Lombardia, con il 19,1 per cento di economia sommersa. [nota di A.L.: per la verità io avevo letto 13%, come nella successiva indagine sull'IRAP, per la Lombardia nelle tabelle allegate all'articolo, che riportano tutte le regioni]
[...]
Tanto alte da domandarsi seriamente se l' alto tasso di evasione non sia da collegarsi anche a un fisco troppo esoso. Victor Uckmar, uno dei più noti fiscalisti italiani, [...] ha scoperto che il suo prelievo fiscale arriva intorno al 75 per cento del reddito; [...] Un professionista che guadagni 100 milioni deve lasciare, tra imposte e contributi, quasi il 52 per cento del proprio reddito, [...] Ancora peggio capita a un piccolo imprenditore con più di tre dipendenti, il quale deve fare anche i conti con l' Ilor (16,2 per cento), cosicché il prelievo finale si aggira intorno al 70 per cento sia nel caso di 100 milioni di reddito sia nel caso di 250. [...] Non va poi dimenticato che il prelievo fiscale e parafiscale sul reddito dei lavoratori autonomi non esaurisce la tassazione. La quale colpisce anche in forma fissa, con prelievi che vanno in larga parte agli enti locali, a prescindere dal reddito prodotto. Uno studio della Confcommercio ha messo in luce che[...] Grazie alle imposte in cifra fissa o che colpiscono il patrimonio, il prelievo fiscale e contributivo su una ditta individuale che dichiara 10 soli milioni arriva all' 86,9 per cento.
E altri brani del secondo articolo:
Industria e commercio sottraggono al fisco circa 150 mila miliardi all' anno di reddito prodotto in quote assolute più o meno uguali: 49 mila miliardi il Nord, 48 mila il Centro, 58 mila il Sud. [nota di A.L.: ma aggiungo io le popolazioni delle tre aree non sono uguali. Tuttavia almeno in questo articolo viene in seguito data informazione sostanzialmente corretta] Ma nel Mezzogiorno l' economia in nero ha, in proporzione, le dimensioni di una vera e propria piaga sociale. Oltre la metà del reddito prodotto, con punte del 70 per cento in alcune Regioni sfugge al fisco, contro una media nazionale che sfiora il 30 per cento. L' economia regolare, quella che emerge, è dunque in queste zone solo la punta di un iceberg, i danni per il fisco sono evidenti.
Ad elaborare questi dati non è stato un gruppo di economisti in vena di scommesse e di analisi sociologiche. Ma un' agguerritissima commissione composta da membri del Secit, il servizio dei superispettori fiscali, esponenti dell' Inps, della Banca d' Italia, dell' Istat, dell' Anagrafe Tributaria. Il rapporto che ne è scaturito ha un alto grado di attendibilità, essendo i risultati calcolati non su stime di massima ma sui dati effettivi delle denunce dei redditi paragonati a quelli reali dell' Istat. Ed è forse per la sua carica polemica che è rimasto finora seppellito tra le cose da non rendere note.
Per il complesso delle attività produttive e dei servizi l' entita del sommerso e dell' evasione è enorme: 365 mila miliardi di reddito non dichiarato, un terzo di quello che risulta invece dalla contabilità dell' Istat, opportunamente corretta. Quest' ordine di grandezza, come rivela uno studio recente dell' Ocse, pone l' Italia al primo posto per la rilevanza dell' economia in nero. Al commercio va la palma dello scarto maggiore tra reddito dichiarato all' anagrafe tributaria e reddito effettivo. Ma anche industria, edilizia e altri servizi fanno la loro parte. 2) Nord e Sud. Nel Mezzogiorno sommerso-e dunque evasione- sono proporzionalmente più ampi che al Nord. Ma in cifre assolute Lombardia e Veneto se la battono con la Campania e la Puglia. [nota di A.L. qui Repubblica omette di aggiungere che Lombardia e Veneto evadono come o meno di quanto si evade in Francia e Germania. L'evasione ragionevolmente recuperabile non si può trovare in Lombardia e Veneto, si trova invece in parte nelle regioni del Centro, e soprattutto nelle regioni del Sud]
[...]
si scopre che ci sono Regioni, nel Mezzogiorno, dove due terzi dell' economia è in nero [nota di A.L.: Repubblica dovrebbe chiarire: 2/3 dell'economia al di fuori dagli stipendi pubblici]
Per finire elenco alcune referenze per chi voglia approfondire.
Da "Evasione fiscale e nuove tipologie di accertamento..." di L.Bernardi e L.A.Franzoni ritengo che le referenze per lo studio citato da Repubblica nel 1997, e per uno studio simile pubblicato due anni dopo, siano:
- Secit (Servizio centrale degli ispettori tributari), Relazione finale del gruppo di lavoro fra dati fiscali di diversa fonte, Roma, Ministero delle finanze, febbraio 1997.
- Sogei (1999) Confronto tra dati fiscali e di contabilità nazionale, Roma, Sogei.
Altre fonti interessanti sono raggiungibili su:
- Evasione fiscale ed evoluzione degli strumenti di controllo (pdf) (studio e approfondimenti, UIL, 2005)
- S.Tutino, Sommerso ed evasione fiscale (pdf)
Alberto, se la frase incriminata e'
il giornalista non sta dicendo che 35>36 ma che (35+36>29), no?
La disinformazione c'e' ma per altri motivi:
Primo, in principio molti piccoli evasori totali al centro-nord potrebbero evadere molto meno di pochi grandi evasori totali al sud. Di per se' il numero di evasori totali non vuol dire nulla.
Secondo, quello che si deve guardare per considerazioni di equita' e' l'imponibile non dichiarato relativamente all'imponibile totale. Il reddito tassabile e' maggiore al centro-nord, quindi a parita' di percentuale evasa al sud si evaderebbero somme minori. Per considerazioni di efficienza non saprei. Ad esempio, se un funzionario pubblico ha lo stesso costo in Calabria e in Lombardia puo' aver senso concentrare risorse per stanare gli evasori a Como piuttosto che a Catanzaro.
No, Giulio, non credo che la motivazione di ottenere il miglior rapporto recupero.evasione/costo.accertamento sia da considerarsi la stella polare. A me pare che - contrariamente a quanto fatto sino ad ora - ci si dovrebbe concentrare proprio nei territori caratterizzati da una maggior percentuale d'imponibile non dichiarato relativamente all'imponibile totale, giacché l'organismo di controllo pubblico deve - sicuramente - perseguire l'efficienza, ma la guida non può che rimanere l'equità, senza considerare il fatto che la situazione in essere comporta enormi distorsioni in tutta una serie di campi.
Comunque, anche ragionando di efficienza, non è detto che le cose siano così semplici. Ad esempio si potrebbe considerare la maggiore possibilità di centrare il bersaglio in una zona dove l'evasione fiscale è più diffusa e, magari, non è detto che la chiara segnalazione di un'inversione di tendenza, in termini di tolleranza, non possa anche ottenere l'effetto collaterale d'incentivare atteggiamenti più "virtuosi".
Inoltre, pur se posso sbagliare, penso proprio che con la frase
il pennivendolo intendesse "sia al nord che al centro si evade più che nel mezzogiorno", bellamente (e con estrema disonestà) fregandosene del rapporto evasione/popolazione o, ancor più correttamente (come tu stesso fai notare), reddito.dichiarato/reddito.totale.
Discettando di evasione e controlli, poi, non posso rinunciare a citare brevemente un mio pallino: l'enorme differenza, sulla quale abitualmente la comunicazione latita, tra "accertato" (lemma che, francamente, non mi pare adeguato) e riscosso, l'unico che conti davvero.
Questa potrebbe anche essere la linea difensiva del giornalista. Ne avevo accennato anche nel mio intervento: il giornalista potrebbe difendersi affermando che il numero totale di evasori scoperti nei primi 5 mesi del 2009 sia nel Nord sia nel Centro supera il numero totale di evasori scoperti nel Sud.
Pero' aggiungo: se una persona normale e onesta vuole comunicare usando un italiano corretto, comprensibile e non fuorviante il fatto che il numero assoluto di evasori, e non la loro frequenza e densita', e' maggiore "nel nord e nel centro" dovrebbe scrivere qualcosa come "il totale (o il numero) degli evasori scoperti nel centro-nord Italia supera il totale (o il numero) scoperto nel sud-Italia".
Se invece si scrive "gli evasori stanno piu' al Nord e al Centro che nel Sud" e' evidente l'intenzione di disinformare diffondendo l'informazione completamente errata che gli evasori siano piu' frequenti al Nord rispetto al Sud.
Prova a pensare se Bossi e Maroni affermassero: checche' se ne dica, la grandissima maggioranza degli evasori italiani si trova al di fuori del Lombardo-Veneto. Pertanto, possiamo licenziare tutta la Guardia di Finanza nel Lombardo-Veneto, vietare li' qualunque attivita' investigativa sull'evasione fiscale, e concentrare tutta l'attivita' dello Stato contro l'evasione fiscale nel resto d'Italia, dove c'e' la maggioranza degli evasori. Ad ogni obiezione potrebbero rispondere: ma gli evasori sono in maggioranza altrove, e' piu' efficiente cercarli altrove.
La situazione che emerge dai dati e' che al Nord c'e' piu' o meno solo l'evasione fiscale fisiologica, non superiore a quella esistente in Stati civili come Francia e Germania. Ha senso economico ed e' equo fare uno sforzo aggiuntivo sull'evasione fiscale solo nelle Regioni dove l'evasione stimata supera quella tipica fisiologica, cioe' nel Centro e soprattutto nel Sud. L'evasione fisiologica e' presente anche nei Paesi fiscalmente leggeri e molto effcienti come Stato, come USA e Svizzera, non potra' mai essere eliminata, e ci si puo' attendere che sara' molto costoso tentare di ridurla.
Nelle regioni dove l'evasione e' al 65-70% dell'economia privata, inoltre, dovrebbe essere estremamente economico perseguirla, basterebbe fare controlli a caso anche senza indizi.