Confesso di essere particolarmente sensibile al tema. Ho speso un irragionevole ammontare di tempo negli scorsi mesi collaborando all'elaborazione del programma di Fare per Fermare il Declino, e in particolare alla scrittura del documento approfondito sui tagli alla spesa. Ed ecco che ora arriva questo imbonitore da quattro soldi e ti spiega che è tutto facile, la spesa è 800 miliardi ma lui la taglia del 10% (lo stesso ''aumentando la produzione'', chissá de che) et voilà, belli pronti gli 80 miliardi da distribuire in sgravi fiscali e riduzione del debito. L'unica buona notizia, direi, è che a quanto pare l'idea che per essere credibili quando si promette di tagliare le tasse bisogna prima spiegare come tagliare la spesa sta iniziando a far capolino.
Ma torniamo al ciarlatano e alle sue panzane, e analizziamo punto per punto le cose che riesce a dire in quei due minuti.
Si comincia con la seguente affermazione, che se ci pensate ha dello straordinario.
È molto importante la riorganizzazione della macchina dello Stato al fine di ottenere una riduzione del costo globale dello Stato che è di 800 miliardi di euro. La scienza dell'organizzazione dice che se in una azienda si entra per riorganizzarla dopo 10 anni in cui non c'è stato nessun fermento organizzativo si riesce ad arrivare a una riduzione dei costi del 30% con un aumento della produzione. Noi non pensiamo di arrivare a tanto, pensiamo però di arrivare con una possibilità concreta a un 10% nel giro di 5 anni.
Lasciamo perdere che questi numeri della ''scienza dell'organizzazione'' non si capisce da dove escano. Lasciamo perdere che lo Stato, piaccia o meno, è cosa diversa da un'azienda (lo dice la ''scienza dell'organizzazione''; sì, sono ironico). Qua per il momento voglio solo far notare che, nel parallelo tracciato da Berlusconi, lo Stato italiano non ha avuto alcun ''fermento organizzativo'' negli ultimi 10 anni. Francamente, visto chi ha governato per la maggior parte degli ultimi 10 anni, è difficile trovare una più manifesta dichiarazione di fallimento. Sarà meglio che Berlusconi informi del fatto i suoi cortigiani, a cominciare da un certo Brunetta che è convinto di aver rivoluzionato la macchina dello Stato. Ma tirem innanz.
Sempre nella logica dei tagli lineari, Berlusconi spiega che gli 80 miliardi si ottengono in parti uguali in 5 anni, quindi 16 miliardi l'anno. Di questi, 8 miliardi sono da destinare alla riduzione del debito e gli altri 8 alla riduzione dell'Irap e dell'Irpef. Ora, chiamatemi se volete paranoico, ma a me il sospetto che ci sia una copiatura del programma di altri è venuta. Qua però i conti non tornano. Se si riduce l'Irap di 4 miliardi l'anno per 5 anni si arriva a 20 miliardi. L'Irap totale è circa 35 miliardi. Siccome circa 10 sono pagati dal settore pubblico forse Berlusconi pensa solo all'Irap dei privati; comunque non è abbastanza e l'idea di lasciare l'Irap solo per le amministrazioni pubbliche è decisamente bizzarra. E non tornano anche per un'altra ragione. Ma il PdL non aveva promesso anche l'eliminazione dell'IMU sulla prima casa? Sono circa altri 4 miliardi ciascun anno, che a questo punto non si capisce bene da dove possano saltar fuori.
Berlusconi poi continua a cianciare dicendo che il suo piano porterebbe a ''vantaggi enormi'' sul servizio del debito. Qua è facile fare i conti, almeno in modo approssimativo per avere un'idea degli ordini di grandezza. Visto che dedica alla riduzione del debito 8 miliardi all'anno, tra 5 anni la riduzione sarà di 40 miliardi. A un tasso di interesse del 5% (quello medio sul debito è in realtà inferiore, ma non sottilizziamo) questo significa un risparmio di 2 milardi l'anno. Ossia, poco più dello 0,1% del PIL. Immagino basti intendersi sul significato di ''vantaggi enormi''. Notare, questo è ciò che si ottiene dopo 5 anni. Negli anni anteriori ovviamente il risparmio è minore. Tutto questo è semplicemente la conferma di quanto sia difficile ridurre il debito solo a botte di avanzo primario (che è quello che Berlusconi sta proponendo, anche se non sembra capirlo: vuole rendere più dura la politica di austerità aumentando l'avanzo di bilancio di 8 miliardi l'anno, mezzo punto di PIL). Mi dispiace, ma la riduzione del debito in tempi rapidi richiede dismissioni massicce. I politici, a cominciare da Berlusconi, non lo vogliono fare perché non vogliono privarsi dei giocattoli con cui giocano a spese degli italiani. Quacun altro invece ne ha fatto il primo punto del proprio programma.
Ma veniamo al grosso della proposta, il ''taglio lineare'' di 80 miliardi ottenuto riducendo i ''costi della macchina dello Stato'' del 10%. Per capire quanto ignorante e stupida sia una simile proposta basta dare un'occhiata molto rapida al bilancio dello Stato. La seguente tabella riporta il quadro di previsioni di spesa contenuto nella nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza, che il governo ha pubblicato il settembre scorso
2011 |
2012 |
2013 |
2014 |
2015 | |
Redditi lavoro dipendente |
170.052 |
167.080 |
166.490 |
165.485 |
166.148 |
Consumi intermedi |
136.126 |
134.740 |
129.597 |
129.294 |
131.235 |
Pensioni |
244.243 |
249.430 |
255.070 |
262.536 |
269.605 |
Altre prestazioni sociali |
60.879 |
61.790 |
64.594 |
67.275 |
69.080 |
Altre correnti |
61.327 |
59.225 |
58.574 |
57.560 |
58.198 |
Spesa corrente primaria |
672.627 |
672.265 |
674.325 |
682.150 |
694.266 |
Interessi |
78.021 |
86.119 |
89.243 |
96.971 |
105.394 |
Totale spesa corrente |
750.648 |
758.384 |
763.568 |
779.121 |
799.660 |
Spese in conto capitale |
47.917 |
46.827 |
45.975 |
45.600 |
45.736 |
Spesa totale |
798.565 |
805.211 |
809.543 |
824.721 |
845.396 |
Totale netto interessi |
720.544 |
719.092 |
720.300 |
727.750 |
740.002 |
I dati sono in milioni di euro. Guardate in particolare il 2012. Quanta parte di queste spese possono effettivamente riferirsi a una riduzione del ''costo globale dello Stato''? Non di certo la spesa per interessi, pari a 86 miliardi. Quindi, degli 805 miliardi di spesa su cui operare risparmi, ne restano 719. Ci sono poi le spese per pensioni e altre prestazioni sociali, un bel 311 miliardi. Noi siamo stati molto espliciti sul fatto che desideriamo llimitare la crescita della spesa pensionistica, riducendo la sua crescita nei prossimi 3 anni dal 2,6% medio all'1,9% medio. Berlusconi non si capisce bene cosa voglia fare. Una importante ragione per cui lo Stato è diverso da un'azienda è che il bilancio dello Stato non comprende solo costi di produzione di beni (pubblici, in questo caso) ma anche trasferimenti, che come si può osservare sono massicci. Vuole Berlusconi tagliare la spesa per pensioni del 10%? Interessante, ma lo dica esplicitamente. Vuole tagliare le altre prestazioni sociali, tipo cassa integrazione? Altrettanto interessante, ma lo dica esplicitamente.
Vista però l'esperienza passata, e vista la mancanca di chiarezza, siamo però portati a pensare che di toccare pensioni e trasferimenti Berlusconi non ci pensi proprio. Per cui, cosa resta? Escludendo interessi, pensioni e prestazioni sociali restano circa 408 miliardi (la famosa ''carbonara al netto di pancetta e uova'', secondo la splendida battuta di Carlo Stagnaro). Di questi 167 sono i miliardi pagati ai dipendenti pubblici. Cavare 80 miliardi da 408 significa ridurre queste spese circa del 20%. E vale la pena di ricordare che queste spese non sono affatto sproporzionate, almeno se compariamo la situazione italiana a quella degli altri paesi europei. L'anomalia italiana sta infatti nella spesa per interessi e pensioni, che non si riduce certo grazie alla ''scienza dell'organizzazione'', qualunque cosa essa sia. In ogni caso, di fatto Berlusconi propone di tagliare la spesa per redditi da lavoro dipendente di 32 miliardi nei prossimi 5 anni. È una proposta sulla cui fattibilità semplicemente giuridica nutro dubbi estremi, ma non essendo esperto di diritto amministrativo evito ulteriori commenti. Mi limito qui a guardare cosa ha fatto al riguardo Berlusconi quando è stato al governo. Ecco i dati del rapporto tra spesa per retribuzioni dei lavoratori pubblici e PIL, dal 1994 al 2011.
1994 | 1995 | 1996 | 1997 | 1998 | 1999 | 2000 | 2001 | 2002 |
11.6 | 10.9 | 11.2 | 11.4 | 10.5 | 10.5 | 10.4 | 10.5 | 10.6 |
2003 | 2004 | 2005 | 2006 | 2007 | 2008 | 2009 | 2010 | 2011 |
10.8 | 10.7 | 10.9 | 10.9 | 10.6 | 10.8 | 11.3 | 11.1 | 10.8 |
Gli anni in cui Berlusconi è stato al governo li sappiamo tutti. Segnalo in particolare il periodo 2001-2005, con un bell'aumento di mezzo punto di PIL. Uno dei modi in cui sono stati usati i risparmi nella spesa per interessi indotti dall'entrata nell'euro.
Mi pare che basti. Lo ripeto, l'idea che tanti italiani voteranno ancora per questo ciarlatano e per i suoi alleati è semplicemente deprimente. Bisogna fare di tutto perché non sia così.
il sospetto non è venuto solo a te.
Fino a qualche settimana fa la voce non c'era nemmeno nel programma PDL , quello che si può consultare dopo molto scroll down sul sito pdl. C'erano solo le voci su tasse e debito pubblico, anche qui con numeri che mi ricordano qualcosa. Dopo la polemica sul fatto che finanziavano la riduzione delle tasse con le privatizzazioni, stock e flusso,il taglio alle spese compare come punto 23 e quindi in fondo molto in fondo al documento.Nell'ultima versione anche la voce debito pubblico è stata spostata in fondo. Punto 22, devi esser davvero motivato per arrivare a leggerla.
Cosa leggiamo in quest'ultima versione del programma, oltre ai punti messi in evidenza da Sandro? riduzione di una quota pari al 3% delle attuali tax expeditures.
A me ricorda questo.
Quanto al palese autogoal, il sito è una miniera. questo per esempio.
Ps: ma chi l' intervistava, Palacio con la ricrescita? :)