E’ tedioso ma istruttivo osservare come le amministrazioni locali gestiscono i propri affari. Da questa inesauribile miniera si possono estrarre gemme che abbagliano i cercatori fortunati. La gara per selezionare l'impresa che fornirà i buoni pasto ai dipendenti di A.S.L. (aziende ospedaliere), della Giunta e del Consiglio Regionale, eccetera, della regione più cara alla Lega è una di queste gemme.
Il gruzzolo non é piccolo. Al banditore, ovvero la Centrale Regionale Acquisti della Regione Lombardia, un anno di fornitura costa 30 milioni di euro. L’aggiudicazione é descritta nel disciplinare di gara. Vince chi ottiene il punteggio più alto, con un massimo fissato a 100 punti. Un massimo di 30 punti é assegnato sulla base di parametri qualitativi: in soldoni, più bar, ristoranti ed esercizi commerciali sono convenzionati con la società che emette i buoni pasto, maggiore é il punteggio che si ottiene. Ci sarebbe da discutere sulla sensatezza del parametro, ma lasciamo perdere, il bello deve ancora venire.
I restanti 70 punti riguardano l’offerta economica. Fino ad un massimo di 50 sono assegnati a chi concede lo sconto maggiore al banditore, mentre i restanti 20 sono attribuiti a chi taglieggia meno l'esercente convenzionato. Anche qua ci sarebbe da discutere. Favorire chi tratta meglio i baristi che distribuiscono tramezzini agli affamati non sembra rientrare, a prima vista, nella mission di una Centrale Regionale Acquisti. Ma, ancora una volta, transeat.
Il modo in cui si procede al calcolo è descritto da una lambiccata formula (che i curiosi trovano all’inizio di pagina 27 del disciplinare) che combina questi due sconti e che possiede la ragguardevole proprietà di raggiungere il suo massimo in corrispondenza di un’unica coppia di valori: 13% di sconto al banditore e 6% di prelievo sui buoni raccolti dall'esercente convenzionato. La formula è così perversa che se lo sconto offerto al banditore supera il 13%, diminuisce il punteggio che si consegue e si perde la gara.
Ma come, si fa la gara per risparmiare e si fissa un tetto massimo allo sconto che il banditore può ottenere? Sembra uno scherzo. Ma quanto vale questo scherzo? Secondo la Confcommercio per gare di questo tipo i banditori frequentemente spuntano sconti del 16% e talvolta del 18%: la Centrale Regionale Acquisti finirà con il pagare in più per la fornitura all’incirca un milione di euro.
Sentite l’eco della domanda che proviene dalla proterva Roma Ladrona: ma ce fanno o ce so’?
La questione è in realtà ancora più dolorosa: si ponga di voler offrire una commissione del 6% e uno sconto del 13,09%: la misteriosa variabile Po (spiegata a p. 27), che è 9,09+commissione-sconto, sarà quindi 2. MA (cito, sempre p. 27): "Pena l'esclusione dalla procedura di gara, Po dovrà assumere valori maggiori o uguali a 2,09 e inferiori a 10". Per cui offrendo, a parità di commissione, uno sconto maggiore, non si è semplicemente sfavoriti (in fondo, si potrebbe ipotizzare l'intervento correttivo di un commissario che compensi nei 30 punti "qualità" un'eventuale insensata perdita in PE) ma addirittura esclusi. Ce so', ce so'.
Sono sempre restio - pur non avendo una grande stima di amministratori pubblici e burocrati "tesserati" in genere - a considerare le persone così stupide, quindi: qualcuno conosce i motivi reali di una scelta tanto strana?
C'è la possibilità che sia vantaggiosa per un attore, magari un incumbent, eventualmente controllato dalla mano pubblica?