La premessa, che val la pena ricordare sempre è che in una democrazia, per quanto imperfetta, in ultima istanza il ceto politico rappresenta i cittadini. I politici traggono vantaggi personali più o meno consistenti (quelli italiani molto consistenti) ma alla fine fanno quello che i votanti vogliono.
Credo che tutti i frequentatori di questo blog (e non solo loro) concordino su un fatto. L’Italia è in declino economico, sociale e politico da almeno quindici-venti anni, perché, a differenza di altri paesi avanzati, si rifiuta di fare i conti con le conseguenze della seconda globalizzazione. Molti a parole riconoscono la necessità di profonde riforme, ma (quasi) nessuno è disposto a subirne i costi per la propria posizione personale. Quindi la stragrande maggioranza degli italiani cerca una soluzione alternativa. Per parecchi anni, molti si sono affidati a Berlusconi, che prometteva un radioso avvenire per tutti senza sacrifici. Dopo quasi vent’anni ed una serie impressionante di fallimenti, il suo carisma si è appannato, ma è stato sostituito da Grillo. La narrativa di Grillo è formalmente differente e, a mio avviso, più pericolosa ma risponde alla stessa esigenza di non fare i conti con la realtà. Infatti cerca un capro espiatorio da additare al pubblico ludibrio come responsabile di tutti i mali. Qualche volta se la prende con gli immigrati, spesso con l’euro e l’Europa, ma sempre con la casta. Basterebbe mandare a casa i politici attuali e sostituirli con altri, magari diretti dal popolo attraverso la rete e tutto si sistemerebbe. La sua retorica illude chi vuole disperatamente farsi illudere. Non a caso, partendo dal nulla ha preso il 25% dei voti, mentre FARE prima dell’affaire Giannino al massimo poteva aspirare a passare la soglia del 4% dei voti e solo con una propaganda anti-tasse molto violenta. La Lega si sta posizionando su una linea simile a quella di Grillo, accentuando la retorica anti-europeista, e probabilmente Forza Italia farà lo stesso. Non starò a spiegare perché la vittoria di Berlusconi/Lega o, Dio non voglia, Grillo alle prossime elezioni politiche sarebbe devastante per l’Italia. Ricorderò solo, alle anime belle che sostengono che il popolo è sovrano, che una crisi del debito italiano porterebbe al collasso del sistema bancario europeo, con un forte rischio di una crisi economica mondiale molto peggiore di quella del 1929.
Ritengo che Renzi sia l’unico argine a questa deriva. Non ritengo affatto che sia un grande statista con una visione di lungo periodo per la modernizzazione del paese. E comunque se l’avesse, la rimetterebbe immediatamente nel cassetto, per una semplice ragione. Dovrebbe partire dalla riforma della pubblica amministrazione e dal taglio delle pensioni in essere e l’elettorato del PD è fatto in gran parte di pensionati e dipendenti pubblici. Il PD crollerebbe al 15%. Penso invece che Renzi sia l’unico politico a poter cavalcare l’ondata di antipolitica, nella speranza che la ripresa mondiale attenui la crisi in Italia e che quindi fra due-tre anni sia possibile tornare al business as usual. Per questo, Renzi deve far approvare alcuni provvedimenti demagogici. La legge elettorale maggioritaria è necessaria per poter essere rieletto ma non è certamente sufficiente per vincere le elezioni. La trasformazione del Senato in camera delle regioni è già molto più utile, in quanto appare un provvedimento anti casta e Renzi potrebbe sfidare Grillo sul suo terreno. Poi Renzi dovrebbe aggiungere qualche provvedimento di semplificazione amministrativa (se riesce a farlo passare dalle grinfie dell’alta burocrazia ministeriale) e qualche misura per l’occupazione, pomposamente ribattezzata Jobs Act, se riesce a trovare qualche soldo nelle pieghe dei bilanci (magari rinviando qualche spesa impopolare come gli F-35). Se poi avesse la fortuna di risolvere il caso dei marò o di affrontare qualche emergenza nazionale (alluvione etc.) con piglio decisionista e buone photo-opportunities potrebbe presentarsi alle elezioni con buone probabilità di successo. Certo Renzi è infinitamente più abile di Letta e Monti nello sfruttare i mezzi di comunicazione, nascondendo i fallimenti ed esaltando i successi.
Tre considerazioni conclusive
i) io pensavo, come il 90% dei commentatori, che a Renzi convenisse tenersi Letta come parafulmine – per scaricare su di lui gli eventuali insuccessi. Renzi ha deciso di rischiare in prima persona. E’ la sua terza scommessa, dopo la candidatura a sindaco di Firenze e le primarie 2012. Finora ha dimostrato un intuito politico molto superiore a quello di tutti i suoi avversari, compreso lo stesso Berlusconi (e questo è un complimento). Ed ha avuto fortuna a trovare Bersani che è riuscito a perdere le elezioni già vinte. Magari ha ragione lui
ii) se ho ragione nel leggere le sue mosse, non spingerà per elezioni politiche prima della riforma del Senato, che, in quanto legge costituzionale, richiede almeno un anno. D’altra parte i suoi alleati hanno tutto l’interesse a prolungare la legislatura – Scelta Civica perché scomparirebbe alle prossime elezioni ed Alfano perché ha bisogno di tempo per consolidare NCD e proporsi come prossima guida del centro-destra. Berlusconi nel 2018 avrà 82 anni e Forza Italia potrebbe esplodere nella guerra fra gli eredi. Poi, come disse MacMillan, ‘events, my dear boy, events’. Renzi è molto spregiudicato e quindi potrebbe cambiare strategia.
iii) tutto questo servirà all’Italia? Spero di si, e per questo tifo Renzi, ma solo nel senso che eviterà un disastro totale. Non nel lungo periodo, ma questa non è ‘colpa’ di Renzi. Può darsi che prima o poi gli italiani si sveglieranno e nascerà un vero movimento riformatore, quando il declino sarà divenuto insopportabile. Ma non so quando e temo che per me sarà troppo tardi.
Giovanni, da buono storico, offre una riflessione piu' lucida, piu' lungimirante, e meno "di pancia" della mia. Il ragionamento fila alla perferzione, ma resta un ma. Lo riporto dal commento in margine al precedente post, direi che possiamo continuare qui la discussione.
Leggendo il racconto del giorno dopo del Corriere, continuo a non capire. Se davvero e' andata cosi', cioe' una fondamentale impasse sulla legge elettorale e quindi niente elezioni in vista fino al 2018 e quindi in maniera molto, molto meno strategica di quanto stiamo ipotizzando nei commenti allora resta la domanda: ma come diavolo puo' credere di poter fare queste riforme di cui il paese ha bisogno (in primis la legge elettorale) da premier, con la stessa maggioranza che sosteneva Letta e che e' la causa prima dell'impasse stessa?
Se le vere motivazioni e intenzioni sono quelle riportate da Aldo Cazzullo, allora e' davvero irrimediabilmente finito (senza alcuna necessita') nel pantano. Si e' messo cioe' nell'unica posizione dove nemici interni ed esterni potevano farlo fuori. Per questi ultimi e' ottimale tenerlo a un minimo vitale facendogli annusare quelle riforme che non gli faranno mai veramente fare. Dopodiche', nel 2018, gli eredi Berlusconi potranno dire: "Visto? Neppure Renzi , dopo Letta, ha fatto alcun miracolo, il PD si e' confermato incapace di sollevare il paese. Votate per noi."
i) la legge elettorale presumo sarà approvata con l'accordo FI e PD. Tutti e due sperano di poter vincere le prossime elezioni col maggioritario e sono sicuri di non vincerle col proporzionale.
ii) nessuno può fare le riforme di cui il paese ha bisogno (rectius di cui noi, la EU ed i mercati finanziari internazionali pensiamo che il paese abbia bisogno) finche gli italiani non le vorranno. Quindi
iii) Renzi può fare qualche provvedimento popolare e demagogico che, se va di lusso, può andare nella direzione giusta. Ma potrebbe fare qualche provvedimento popolare che va nella direzione sbagliata.
CIò detto, anch'io, razionalmente e da osservatore esterno (e vecchio), penso che abbia sbagliato. Ma 'razionalmente' Renzi non sarebbe arrivato dove è arrivato. Quindi, vediamo. Non sottovalutare la sua abilità mediatica - pari solo a quella di Berlusconi nei suoi giorni migliori.